Blue Chip

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Blue Chip

 

Il termine Blue Chip indica le società più grosse quotate in Borsa, il termine deriva dal gioco del poker americano, dove le fiche di colore blu sono quelle a maggior valore. In genere la Blue Chip rappresenta per l’investitore una sorta di garanzia in termini di minore volatilità a parità di rendimento. In genere le azioni blue chip godono di un elevato flottante (transazioni giornaliere) che permette all’investitore una visibilità certa del suo investimento e dunque un rischio inferiore alla media compreso la massima trasparenza nella compravendita.

L'origine del termine "Blue Chip" per indicare le grandi società solide e di elevato valore finanziario deriva dal gergo dei casinò americani dei primi anni del '900. In particolare, i gettoni per le puntate ai tavoli da gioco più alti, che identificavano i giocatori di livello e le capacità di spesa maggiore, erano proprio quelli blu. Probabilmente per una sorta di "nobilitazione" cromatica, dato che in altri contesti come il poker i gettoni blu indicavano invece tagli minori.

Questa associazione tra blu e alto valore/prestigio si trasferì poi in borsa a partire dagli anni '20 del '900, quando gli operatori di Wall Street presero a definire Blue Chips le azioni delle società più grandi, dinamiche ed affidabili quotate al NYSE come solide e meno volatili come General Electric, General Motors, IBM. . L'idea era che chi puntava su quei titoli era un investitore di spessore, uno che "giocava con le fiches blu" appunto.

Un traslato metaforico curioso ma assai efficace, che è sopravvissuto fino ai giorni nostri. Potremmo quasi dire che per antonomasia le fiches blu sono state nobilitate dall'accostamento alle regine della finanza, e non viceversa!

In Italia, il Mib 30 fino al recente passato qualificava le blue chip nostrane, cioè le maggiori 30 aziende per capitalizzazione di borsa. A Wall Street a New York dove si trova la borsa più grande del mondo le 500 più grandi società sono trattate allo Standard & Poors 500 appunto.

I tratti salienti delle Blue Chip sono:

- Leader di mercato nei rispettivi settori;
- Modelli di business consolidati;
- Generazione stabile di utili e flussi di cassa;
- Management visionario;
- Rating creditizio elevato;

Tra gli esempi più noti di Blue Chip a livello mondiale figurano big del calibro di Alphabet, Apple, Microsoft, JP Morgan, Nestlè, Amazon, Samsung.

Anche la Borsa italiana può vantare un nucleo, sia pur ristretto, di Blue Chip di standing internazionale. In particolare i seguenti titoli individuabili come "gettoni blu" del FTSE MIB per prestigio industriale, leadership di mercato, solidità finanziaria e lunga track record di crescita:

- Enel: colosso elettrico ex monopolista, primo operatore utility in Europa continentale;

- Eni: storico marchio oil&gas italiano, tra i principali player internazionali del settore energetico;

- Intesa Sanpaolo: primario gruppo bancario italiano after la fusione con UBI, modello di banca commerciale pan-europea;

- Generali: il Leone di Trieste, compagnia assicurativa tra le prime 10 al mondo, attiva in oltre 60 Paesi leader in Europa;

- Ferrari: la Rossa di Maranello, marchio automotive di lusso e racing più prestigioso nel mondo, quello che ogni appassionato sogna;

Aziende mature, solide realtà industriali con leadership riconosciuta e posizioni consolidate che hanno fatto la storia del capitalismo italiano.

Nonostante i timori ricorrenti, le Blue Chip continuano a dominare economie e mercati azionari grazie a fondamentali granitici, visione strategica e un vantaggio competitivo accumulato in decenni difficilmente scalfibile da potenziali new entry. Il blu resta il colore vincente della finanza mondiale!

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