Castello Estense

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Castello Estense a Ferrara

 

Il Castello Estense, forse il simbolo più noto di Ferrara, è un imponente fortezza al centro della città di Ferrara che fu fatta innalzare nel 1385 da Nicolò II d'Este a protezione dagli attacchi esterni, ma soprattutto dalla popolazione locale che aveva manifestato il suo malcontento per le restrizioni del governo della città. Venne incaricato del progetto l'architetto di corte Bartolino da Novara. La nuova costruzione venne addossata alla vecchia Torre dei Leoni, inglobata nell'edificio, munito così di ben quattro torri angolari unite fra loro da cortine murarie.

 

Panorama del Castello EstensePer diversi decenni il castello fu solo una potente macchina militare, fino a quando, a partire dal 1450, venne progressivamente trasformato in dimora signorile e spazio per la corte, con continui abbellimenti interni ed ampliamenti. La costruzione del maestoso edificio di Ferrara, simbolo della corte Estense e più ancora della città, è fatto risalire tradizionalmente al 29 settembre 1385, giorno di San Michele, di cui l'edificio assunse anche il nome.


Vista del Castello EstenseFu Nicolò II, pervenuto alla signoria nel 1361, a decidere l'edificazione di un edificio che potesse costituire una valida fortezza urbana a protezione sia dagli attacchi esterni, che nei confronti della popolazione locale. Questa aveva già manifestato il suo malcontento per il governo restrittivo e fiscale del duca e pretendeva la consegna del consigliere di corte Tommaso da Tortona, sacrificato poi quale unico capro espiatorio della situazione. Nicolò, impegnato in una politica di prestigio e di potenza, dopo un ventennio difficile funestato da calamità, pestilenze e alluvioni, con il denaro prestato da Francesco Gonzaga, signore di Mantova, affidò l'incarico della costruzione della nuova dimora urbana all'architetto Bartolino da Novara, responsabile anche del Castello di Finale Emilia. L'edificio sorse a ridosso delle mura che correvano allora all'incirca lungo l'attuale Corso della Giovecca (la cosiddetta Addizione Erculea ancora doveva essere costruita), dove si ergeva la Torre dei Leoni che venne praticamente inglobata nella nuova costruzione. Essa fu munita così di quattro torri angolari congiunte fra loro da cortine murarie. Queste, originariamente erano molto più basse perché prive delle attuali edicole terminali, ebbero ciascuna un nome, Santa Caterina ad ovest, San Paolo a sud (con una grande targa recante le insegne Estensi), Marchesana a est, rivolta quindi verso l'attuale Corso dei Martiri della Libertà.

 

Castello Estense dall'AltoIn corrispondenza delle torri sorsero rivellini con ponti levatoi, mentre una serie di ingressi imprecisati venne in seguito chiusa per motivi difensivi. L'interno della struttura quadrangolare, in un primo tempo adibita esclusivamente a fortezza e non ad abitazione ducale, era dotata di portici a perimetro del cortile, successivamente rimossi. L'epoca di tale trasformazione dovrebbe aggirarsi fra la signoria di Ercole I è quella di Ercole II: ma l'intera vicenda delle modifiche intervenute nella storia architettonica del complesso è stata finora oggetto di scarsi studi.

 

Canale e riflessi - Castello EstenseI lavori di adattamento definitivo del castello a sede ducale risalgono al 1477 sotto Eleonora d'Aragona, moglie di Ercole I. La nuova dimora fu pronta nel dicembre del 1478. Parallelamente, perse importanza l'antico palazzo di Corte (attuale municipio) che assunse funzione di abitazioni quasi esclusivamente riservata alle principesse Estensi. Sì penso allora a un collegamento interno che permettesse il passaggio fra le due strutture, un corridoio coperto che tuttora unisce gli edifici. Qui il duca Alfonso I, nel 1505, sistemò il proprio appartamento privato, noto per le raccolte di opere d'arte di inestimabile valore disperse dopo il passaggio di Ferrara alla chiesa nel 1598. Il rivellino verso Corso Martiri venne fatto modificare da Alfonso I, che provvede anche a ristrutturare il piano inferiore, mentre il resto rimase adibito a prigione.

 

Con l'ampliamento della città avvenuto sotto Ercole I con la responsabilità tecnica di Biagio Rossetti, il complesso venne a trovarsi, dall'estremo nord, quasi al centro della città, a conclusione della zona dell'Addizione, in asse con via degli Angeli e quindi in piena visione prospettica della nuova sistemazione urbana. Dopo l'incendio del 1554, che si sviluppò nella Torre Marchesana investendo anche quella dei Leoni e quella di Santa Caterina, il duca diede incarico a Girolamo da Carpi di provvedere al restauro; l'architetto sostituì le merlature con le balconate marmoree e aggiunse un piano alle torri. Nello stesso anno creò, al di sopra delle rivelino orientale, il Giardino pensile delle Duchesse.

 

Decorazioni Castello EstenseA seguito dei danni causati dal terremoto nel 1570, il castello fu sottoposto interventi riparatori, durante i quali vennero innalzate in cima alle torri le edicole con le lanterne terminali su progetto di Alberto Schiatti. L'edificio, dopo la dipartita degli Estensi, fu sede dei legati pontifici che garantirono la loro presenza a Ferrara fino a 1859. Il cardinale legato Donghi fece scavare poi il canale Panfilio, in seguito coperto, che permetteva di raggiungere il Po dalla fossa del castello lungo l'odierno Viale Cavour. Fu Napoleone a donare al Comune di Ferrara il castello nel 1796 che poi, lo restituì allo Stato della Chiesa. Nel 1874 fu acquistato dall'amministrazione provinciale di Ferrara.

 

Poco è rimasto delle dichiarazioni e degli arredi documentati dalle fonti. Nel cortile sono visibili le quadrature che contenevano gli affreschi con le effigi dei duchi, dipinte dei pittori ferraresi Canale e riflessi - Castello EstenseGrassaleoni, Faccini e Casoli oggi staccati. Al piano nobile sono accessibili al pubblico tre sale con soffitti dipinti della famiglia dei Filippi, pittori di corte, operanti a Ferrara nella seconda metà del Cinquecento. Gli stessi soggetti delle decorazioni, i giochi, portano a ritenere quale committente euro Alfonso II, appassionato di attività atletiche. Della seconda sala, la Sala dell'Aurora, sempre per mano dei Filippi, è possibile accedere alla Cappella di Renata di Francia, sposa di Ercole II, donna di notevole personalità, che fu sostenitrice del riformismo religioso d'oltralpe tanto da ospitare a Ferrara sotto il falso nome di Carlo d'Espeville, lo stesso Calvino nel 1510. La cappella è ornata solo di marmi policromi senza icone o immagini sacre. Resta ancora il camerino dei baccanali attribuito alla cerchia del Bastianino e dei Filippi con scene bacchiche. Nella parte che era occupata dagli appartamenti prefettizi sono visibili una serie di sale decorate nella seconda metà del Cinquecento, assieme ad altre restaurate con imitazione degli ornati e delle grottesche originali.

 

Decorazioni Castello EstenseLa prefettura installò i propri uffici nel Castello Estense a partire dal 1874, quando l'edificio fu acquistato dall’amministrazione provinciale. Qui lavorò come impiegata Antonia Bolognesi (1896-1976), la giovane ferrarese con cui Giorgio de Chirico ebbe una relazione sentimentale. Nel corso del suo soggiorno a Ferrara dove venne mandato dopo essersi arruolato volontario insieme al fratello con l'entrata in guerra dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale, de Chirico (1888-1978) immortalò il castello in due dei suoi dipinti. Sul finire del 1915, nell’opera I progetti della fanciulla, oggi custodita al MoMA di New York, è visibile uno scorcio dell’edificio che l’artista poteva scorgere dal suo ufficio del 27° Reggimento di fanteria; mentre, sulla parte inferiore è dipinta una scatola che reca la scritta "Ferrara A.S.S.". L’intero monumento è raffigurato sullo sfondo delle Muse inquietanti, realizzato nel maggio del 1918, quadro icona dell’intera produzione dechirichiana. Il dipinto rappresenta uno dei vertici assoluti nella produzione metafisica di de Chirico tanto che questi, nel corso di tutta la sua carriera, ne eseguì moltissime copie, creando attorno ad esso e alle sue successive versioni un vero e proprio "caso di studio". Molti furono gli artisti che rimasero affascinati da questo dipinto, tra cui Andy Warhol (1928-1987), che nel 1982 realizzò Disquieting muses, dando una propria interpretazione del quadro di de Chirico e facendo entrare il castello estense nell’universo della pop art.

 

Purtroppo nulla rimane dei famosi camerini di Alfonso II, ricchi di sculture e dipinti di Dosso Dossi, Tiziano, Bellini, Lombardo, divisi oggi fra musei italiani e stranieri.


SOTTERRANEO Le prigioni, famose per la tragica storia d'amore di Ugo e Parisina, rispettivamente figlio primogenito e seconda moglie del marchese Nicolò III.


PIANO TERRA Le cucine: volute dal duca Alfonso I all'inizio del '500. Sala del Cordolo: con originale decorazione in pietra bianca. Rampa delle Artiglierie: veniva usata per portare i cannoni sugli spalti.

 
PIANO NOBILE Loggia e Giardino degli Aranci: giardino pensile cinquecentesco. Camerino dei Baccanali: qui si ammirano tre affreschi rintroducenti scene in onore di Bacco e Arianna. Cappella di Renata di Francia: luogo di culto calvinista fatto edificare da Renata di Francia, sposa di Ercole II con marmi preziosi. Tre Saloni d'Onore: affreschi della seconda metà del '500, attribuiti alla famiglia Filippi. Sala dell’Aurora: soffitto decorato con motivi di ispirazione mitologica, raffiguranti i vari momenti della giornata, e simbolicamente le stagioni dell'uomo. Saletta dei Giochi: al centro il girotondo delle stagioni; sono poi rappresentati vari giochi e sport del mondo greco e romano.

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