I catari

I catari

Il Castello di Comtal di Carcassonne è uno dei più famosi di tutta la Francia ed situato all'interno della parte più antica della città, nota come la Citè (la Cittadella). Più di qualsiasi altro luogo medievale, circondata com'è da un doppio giro di mura merlate, la Cité (oggi parte dell'UNESCO come Patrimonio Universale dell'Umanità), riporta il visitatore indietro in un'altra epoca. Le mura e l'intera struttura sono rimaste intatte fino ai giorni nostri, così come si sono preservate le testimonianze storiche racchiuse al suo interno.

Il suo nome è Château Comtal, alla francese, ed è anche noto come 'castello dei Catari', dal movimento religioso sorto in Occitania intorno al XII secolo; un movimento fortemente contrastato dalla chiesa cattolica e definito eretico. Il Catarismo nasce intorno al X e XI secolo ma le sue origini sono ancora avvolte nel mistero. Alcuni ritengono si sia originato dalla lontana Persia, direttamente attraverso i seguaci di un predicatore mistico chiamato Manicheo, ma probabilmente è stato influenzato da altri movimenti nati oltre i confini orientali dell'Impero Bizantino: il movimento Pauliciano in Armenia (i cui seguaci, degli asceti, vivevano secondo gli insegnamenti di San Paolo di Tarso) oppure un movimento sorto in Bulgaria, quello dei Bogomili, dal nome del monaco bulgaro Popo Bogomil vissuto nel X secolo.

Quella del Medioevo è stata in effetti un'epoca dalle mille sfaccettature e con un unico comune denominatore: la religione. Nell'ambito della teologia moderna la questione sui Catari è ancora oggi molto dibattuta: erano o non erano dopotutto dei Cristiani? Di sicuro non lo erano per i Cattolici per il quali il termine Catarismo è ancora oggi associato alla parola eresia. Bogomili, Pauliciani, e poi ancora Valdesi, Hussiti e quanti altri, erano tutti movimenti che nel periodo medievale sviluppandosi in seno alla Cristianità, si ritrovarono tuttavia fuori dai canoni propri dettati dalla Chiesa cattolica e per questo perseguitati e indicati come movimenti eretici. Quel che oggi possiamo dire è che comunque si trattava di movimenti che ponevano delle critiche all'allora status e ruolo della Chiesa cattolica, inducendo a riforme da parte dei sostenitori su atteggiamenti diventati oramai insostenibili alle regole del Vangelo, quali corruzione del clero, ambizioni politiche e accumulo di ricchezza. Ovviamente l'alto clero, vescovato e papato, nonché l'intero apparato cattolico, vedevano in questo dissenso una pura ragione dottrinale, più che morale. In realtà la storia ha accertato che si trattava di movimenti che non seguivano alcuna dottrina sovversiva ma che le gerarchie cattoliche, preoccupate di perdere il proprio potere sovrano, vollero combattere per la grave minaccia rappresentata.

La Crociata contro i Catari, nei primi anni del XIII secolo, chiamata anche Crociata Albigese (da Albi, località francese e una delle roccaforti del movimento) assume un ruolo storica di prima importanza. I Catari si inserivano nel contesto storico del Duecento europeo, che a livello geo-politico testimoniava le recenti sconfitte in Terra Santa e nella Spagna musulmana, la lotta delle investiture tra Papato e Impero, le guerre tra Francia e Inghilterra. In questo contesto, tutti i movimenti eretici erano considerati pericolosi ed il Catarismo come l'eresia più diffusa, quindi la minaccia più seria. Già dal XI secolo il movimento dei Catari si diffuse rapidamente nel sud della Francia, coincidendo intorno al 1167 alla probabile visita, nelle vicinanze di Tolosae precisamente a Saint-Félix de Caraman, di un prelato bogomilo. In questo piccolo villaggio fu infatti organizzato un incontro che considerava la possibilità di creare una chiesa alternativa a quella cattolico-romana.

Nonostante si respingesse l'idea di sacerdozio e l'uso di edifici di culto, quello dei Catari può considerarsi molto più di un semplicemente movimento di seguaci: era infatti strutturato in una vera e propria organizzazione che comprendeva una chiesa, la chiesa catara, con una propria gerarchia, un consiglio detto Ordinament de Sancta Gleisa e tanto di vescovi e diaconi. I Catari professavano un solo sacramento, a differenza della chiesa cattolica, detto Santo Battesimo di Cristo o meglio Consolament, rappresentato dall'unione dell'individuo con lo spirito divino tramite il battesimo, necessario alla rimozione del peccato originale. La preghiera più importante era il Padre Nostro. I fedeli venivano suddivisi in fedeli ordinari e fedeli eletti parfait (uomini) e Parfaites (donne); questi ultimi conducevano una vita molto ascetica, lavorando e vivendo in maniera semplice attraverso la preghiera e cibandosi di prodotti vegetariani. Infatti, elemento di primaria importanza per i Catari era il concetto di reincarnazione e per questo si rifiutavano di mangiare carne o altri prodotti animali. Rifuggivano violenza e menzogna, praticando austerità e castità in età avanzata. Donne e uomini, al pari, potevano predicare la conversione, al contrario di quanto avveniva nella chiesa cattolica.

Quella albigese è stata la prima crociata mai combattuta nel continente europeo e nel seno della stessa Cristianità, in una vera e propria guerra religiosa e politica. Mascherava molto più di una guerra morale e religiosa tuttavia, in quanto c'erano territori da conquistare in quella regione prossima ai Pirenei francesi, tanto da coinvolgere i re di Aragona e Francia. Era il 1209 e il movimento si concentrava soprattutto nella regione occitana della Linguadoca francese. La nobiltà locale, così come i vassalli del re d'Aragona insieme al resto della popolazione locale, si schierarono con i Catari, che durante il periodo si rifugiarono in castelli e borghi fortificati, spesso situati sulle cime di spettacolari colline ai piedi dei Pirenei. Dopo molti anni i signorotti locali vennero spodestati dai crociati cattolici e i catari sterminati. Così accadde per esempio nel castello di Lavaur il 3 maggio 1211: qui morirono tra i 300 e i 400 Catari, bruciati vivi, vittime di una guerra che non solo andava contro i seguaci del Catarismo, ma che oramai era anche contro tutti coloro che avevano solo simpatizzato con i fedeli o che erano rimasti indifferenti senza combattere la diffusione della dottrina. La bolla papale di Innocenzo III che proclamava l'inizio della crociata dettava " Combattere gli eretici con mano potente e braccio vigoroso".

I castelli Catari caddero uno ad uno inesorabilmente. Quelli che oggi sono parte di uno dei più importanti itinerari turistici della Francia meridionale, un tempo hanno visto grandi battaglie. Man mano vennero conquistate tutte le roccaforti, da Béziers (che fu la prima) a Carcassonne, e quindi Lavaur, Les Cassés, Castelnaudary, Montferrand e infine Tolosa. Questa era una guerra che andava oltre l'obiettivo proposto dalla chiesa contro gli eretici, si trasformò infatti in una sorta di guerra civile, con i crociati formati per lo più da mercenari e avventurieri giunti da altre parti della Francia (aiutati a volte anche dagli stessi abitanti del posto), ma anche dai territori tedeschi e dal nord Italia. I Catari dopo tutto non erano rilegati solo nelle regioni della Linguadoca-Occitana: alcune minori rappresentanze si erano infatti stanziate anche nelle città di Milano, Monzacon Concorezzo, Mantova, Vicenza, Verona (all'arena di Verona vi fu un ultimo rogo nel 1279, durante il periodo degli Scaligeri), Firenze, per citarne alcune.

Nella Crociata, principale personaggio di parte catara fu Raimondo VI di Tolosa, che di per se non era un seguace della dottrina, ma ne appoggiava la causa per ragioni politiche. Quando nel 1209 il papa Innocenzo III indisse la Crociata, la prima mai combattuta in Europa, erano infatti già presenti i presupposti di una guerra politica, che tramite le alleanze dell'epoca avrebbe coinvolto i re di Francia e di Aragona, non solo il papato. Raimondo era a capo dell'aristocrazia occitana e venne da subito considerato il mandante dell'assassinio di Pierre de Castelnau, nell'Abbazia di Saint Gilles; costui era un monaco cistercense e legato straordinario del papa nella missione di estirpazione del fenomeno eretico in quella regione. L'assassinio fu l'avvenimento scatenante la crociata. Le prime battaglie vennero rivolte presso le roccaforti di Béziers e Carcassonne, allora sotto la protezione di Ramon-Roger Tranceval (un cattolico, politicamente vicino ai Catari e a Raimondo VI): nella prima città vennero uccise probabilmente anche fino a 20.000 persone; per quanto invece riguarda Carcassone, questa si trovava sotto la sovranità dei conti di Barcellonae, tramite legami di vassallaggio, all'allora corona di Aragona governata dal re Pietro il Cattolico.

La crociata proseguì verso altre roccaforti catare, che piano piano furono assediate in un crescendo di violenza ed esecuzioni ordinate direttamente da Simon de Montfort, un aristocratico militare francese di origine normanna che aveva deciso di seguire la causa papale. La città più ambita rimaneva tuttavia pur sempre Tolosa, dimora delle stesso Raimondo VI, che venne conquistata dopo lungo assedio e che per l'appunto vide necessaria la partecipazione dello stesso re di Aragona, il quale nel frattempo aveva appena vinto la battaglia contro gli arabi Almohadi, nella penisola Iberica. Dopo un primo tentativo diplomatico (poi fallito) di fermare i crociati ponendo la zona di guerra direttamente sotto la vigilanza di Pietro d'Aragona, la Crociata catara andò trasformandosi in un vero e proprio conflitto tra il re d'Aragona, il Papato e il re di Francia.

Pietro di Aragona fu sconfitto e ucciso dai crociati nel 1213 nella battaglia di Muret e Raimondo VI mandato in esilio. Ma Tolosa non si arrese facilmente alla dura mano dei crociati. Dapprima Simon de Monfort poté espugnare la città, che tuttavia dopo qualche tempo si ribellò e poté anche contare sul ritorno Raimondo VI, ormai anziano e aiutato dal figlio Raimondo VII, costringendo lo stesso de Monfort a cercare con difficoltà di riprendere il controllo del territorio; non ci riuscì e mori sul campo di battaglia nel giugno del 1218. Questo portò alla pretesa di intervento da parte del regno di Francia, da prima con Filippo II Augusto nel 1219, quindi con Luigi VIII a cui Tolosa si arrese nel 1229 firmando il Trattato di Meaux, località vicino a Parigi.

Le terre di Raimondo VII furono annesse al regno di Francia, nonostante il conte poté comunque direttamente amministrarle. Nel 1232 lo stesso Raimondo VII diede il proprio benestare al Tribunale dell'Inquisizione, precedentemente creato dal Concilio di Tolosa nel 1229. I Catari nel frattempo si erano rifugiati presso il castello di Montségur, che diventerà noto come ultima loro roccaforte. Venne di fatto espugnata nel 1243 dopo 11 mesi di assedio. Il Catarismo venne ufficialmente considerato estinto nei primi anni del Trecento.

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