Cosa vedere a Olbia

Cosa vedere a Olbia - 10 luoghi interessanti da visitare

 

Olbia è una delle città più belle della Sardegna e vale la pena visitarla perché Olbia riesce a mettere d’accordo tutti i turisti, che intendono vivere il suo territorio e l’isola. Per gli amanti del trekking o delle semplici passeggiate, Olbia offre bellissimi percorsi ed escursioni, per gli amanti dell’archeologia è possibile visitare i diversi siti di nuraghi, per chi vuole semplicemente divertirsi è possibile fare un giro, soprattutto di notte, tra i vari locali che popolano il lungomare e la vita notturna della città e per gli amanti del mare non mancheranno le coste e i panorami mozzafiato immersi nell’azzurro unico della Sardegna.

Da visitare, se amate la natura, il Parco Fausto Noce, che si estende per ben 16 ettari. In alcuni punti della città sono presenti le antiche mura puniche, risalenti al 350 a.C., che vi faranno vivere un viaggio indietro nel tempo, così come il centro storico, sviluppatosi in un misto tra architettura romana e medievale. Uno dei punti di forza di questa cittadina è l’ospitalità dei suoi abitanti, che vi faranno sentire sempre a vostro agio, in qualsiasi locale vi troviate, in qualsiasi posto che visitate. Olbia offre delle passeggiate uniche, al termine delle quali non potrete fare a meno di gustare le famose “Cozze di Olbia? una prelibatezza per il palato, gustandole, magari nel famoso borgo turistico di Porto Rotondo.

Scopriamo ora insieme le bellezze di Olbia.

Spiagge di Olbia

Spiaggia di Pittalongu - OlbiaUno dei motivi per i quali la Sardegna è conosciuta in tutto il mondo sono il suo mare e le sue spiagge e il territorio di Olbia e il suo circondario ne possiede tra le più belle dell'isola. Tutte hanno una costante: il colore cristallino delle acque, anche se di tonalità diverse, dal verde al turchese, dall’azzurro al blu, passando per quello smeraldo da cui prende il nome la costa a Nord, la Costa Smeralda appunto. Un paradiso da gustarsi nelle stagioni più calde, ma non solo. Luoghi veramente speciali sua per gli gli appassionati di immersioni e  pesca sportiva, sia per gli amanti dell'abbronzatoura. La spiaggia di Pittulongu, che una una particolare forma a mezzaluna, è probabilmente la spiaggia più ambita di Olbia. Ma sono superlative anche quelle del Pellicano e de Lo Squalo; andando verso si incontrano le spiagge del Lido del Sole, Porto Istana e Li Cuncheddi. Anche Porto Rotondo, importante realtà del turismo internazionale e concorrente principale di Porto Cervo, fa parte del territorio di Olbia. Nel 1997 è avvenuta la creazione dell’Area Marina Protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo, per la tutele e difesa del territorio e una fruizione sostenibile di esso. Nei 15mila ettari di mare e costa sotto tutela si possono ammirare numerose specie animali e vegetali da salvaguardare, tra le quali anche l’aquila reale. Il rapace ha trovato riparo nella maestosa isola di Tavolara,  un'isola che stretta e alta che raggiunge i 565 metri sul livello del mare.

Castello di Pedres

Uno splendido castello medievale, posto su una piccola altura di 89 metri, sulla conca di Olbia. Ancora oggi si può ammirare la recinzione a forma di quadrilatero, con al suo interno una seconda recinzione, dove sorge la torre e un’abitazione. Molto probabilmente questo castello venne realizzato tra il 1296 e il 1322 quando gli Aragonesi e i Visconti si contendevano la città.

Basilica Minore di San Simplicio

Questa chiesa è un classico esempio di architettura romanica e da molti è considerata come il monumento più rilevante di tutta la Gallura. La basilica si trova al centro della città di Olbia, la precede un piazzale interamente formato da pietre miliari, risalenti all’epoca romana, mentre l’edificio è realizzato in granito. Gli storici sono concordi nel ritenere che la Basilica venne costruita in tre tappe, dopo il 1050 vennero eretti i muri, l’abside ed i pilastri, mentre cento anni più tardi vennero realizzate le arcate laterali ed il tetto. Successivamente venne costruita la facciata. Al suo interno la chiesa è suddivisa in tre navate, suddivise da pilastri e colonne. Molto particolare la statua di San Simplicio, risalente al XVII secolo, che si trova nel presbiterio. Da ammirare i tre affreschi raffiguranti tre Santi Vescovi. La basilica si può visitare tutti i giorni dalle ore 07,30 alle ore 13,00 e dalle ore 15,30 alle ore 20,00.

Castello di Molara

Questo Castello, risalente all’epoca altomedievale si trova sull’isola di Molara e venne realizzato per volere dei Giudici di Gallura che intendevano proteggere Olbia dalle incursioni dei nemici. La particolarità di questo castello è, senza ombra di dubbio, la sua posizione, letteralmente a strapiombo sul mare e senza muraglia di difesa. Dalle torri del castello era possibile, infatti, tenere sotto controllo un largo lembo di mare ed impedire, quindi, ai nemici di avvicinarsi. Si giunge al castello, tramite una barca o un gommone, percorrendo una piccola salita, vi consigliamo di usare scarpe comode, se sono da trekking ancora meglio.

Chiesa di San Paolo

La costruzione della Chiesa di San Paolo risale al 1700, l’edificio ricorda la forma di una croce ed è formato da un impianto rettangolare con tre cappelle. Molto particolare il campanile, realizzato in granito e la cupola della chiesa. Il campanile e la cupola, infatti, essendo molto alti sono diventati, col tempo un simbolo della città. Da ammirare, all’interno della chiesa le statue in legno di San Francesco e del Sacro Cuore, risalenti al XVIII secolo. Molto particolare anche l’altare maggiore, interamente marmoreo e il pulpito in legno. In tutte le pareti è possibile ammirare scene della Via Crucis e all’interno della sacrestia, i visitatori possono ancora oggi osservare un’aureola e alcuni sandali dell’Assunta. La chiesa è visitabile tutti i giorni.

Castello di Sa Paulazza

La costruzione di questo castello risale all’epoca bizantina e altomedievale, esso non si trova in centro, ma è posizionato a quasi 5 chilometri da Olbia, sul Monte a Telti, e da qui è davvero possibile ammirare tutta la piana, con il Golfo di Olbia. Non si conosce esattamente la data di costruzione del castello, molti storici la fanno ricadere in epoca bizantina, poiché è presente sul lato sud-est una torre a forma pentoidale, che collocherebbe il castello in quell’epoca, probabilmente nell’età dell’imperatore Giustiniano che nel 534 d.C. riconquistò l’isola Sarda. Il Castello, di pianta quadrangolare è realizzato da grandi blocchi di granito, che un tempo facevano parte di alcune Nuraghe risalenti all’età del rame.

Pozzo Sacro

Per gli amanti dell’archeologia, questo luogo simboleggia davvero qualcosa di unico, esso, infatti, risale all’epoca dei Nuraghi, molto probabilmente venne realizzato verso la fine dell’età del Bronzo. L’edificio è formato da un cortile, da dove si accede al vestibolo e successivamente in una camera a tholos. Lungo il cortile è presente un muro, dove molto probabilmente si sedevano le persone durante i riti sacri. Sempre dal cortile, si può arrivare al pozzo, percorrendo una scalinata di 17 gradini. All’interno di questo pozzo sono stati trovati numerosi reperti, appartenenti anche ad epoche diverse e sicuramente, in questo posto si sono svolte cerimonie pagane, per numerosi secoli. Per raggiungere questo luogo, con i mezzi, è possibile prendere la Linea4 degli autobus locali, dove è prevista la fermata Pozzo Sacro.

Acquedotto Romano

Molti studiosi ritengono che l’Acquedotto di Olbia sia il sito Archeologico, risalente all’epoca dei Romani, meglio preservato di tutta la Regione. Questo acquedotto venne realizzato tra il Primo e il Secondo secolo dopo Cristo, per poter incanalare l’acqua che scendeva dal Monte Capu Abas. Ci sono tratti della costruzione che sono più grandi, mentre tratti in cui si riduce. Le arcate sono ancora oggi visibili e ben conservate.

Nuraghi di Olbia

Il territorio di Olbia, come quello di tutta la Sardegna è ricco di Nuraghi, che appassionano archeologici e turisti. Scopriamo insieme quali sono e le loro particolarita. Il Nuraghe Riu Molinu si trova sul colle Su Casteddu e da lì si può ammirare tutto il golfo di Olbia, la sua struttura è circolare e al suo interno è stato ritrovato un bronzo che rappresenta una figura femminile con un anfora nelle mani. Il Nuraghe Casteddu si trova proprio sulla piana di Olbia, con una torre di difesa e un cunicolo, che secondo alcuni storici era destinato alle sepolture. Da ammirare anche la Tomba dei Giganti destinata alla sepoltura ed interamente costruita in granito, con una camera funeraria accessibile dal corridoio.

Museo di Olbia

Il Museo di Olbia offre ai visitatori la possibilità di poter conoscere lo sviluppo di questa cittadina, partendo dalla preistoria ed arrivando fino al 1800, una sorta di percorso storico ed archeologico che permette a tutti di entrare in diretto contatto con la storia, partendo dal nome della città, ovvero Olbia, nome datole dai Greci e che significa “Felice?. Il Museo è situato sull’isola di Peddone, proprio di fronte al porto e l’edificio rappresenta una nave ormeggiata nel porto. Si accede al Museo dal Piano terra, dove è presente la sala d’ingresso dove è custodito un sarcofago di età romana. Nella Sala numero 1 sono custoditi le ricostruzioni dei relitti delle navi dei Vandali che nel 450 d.C. attaccarono la città, tre aste di timoni e due alberi di navi, risalenti all’epoca romana. Ricordiamo, in particolare che il Museo di Olbia è l’unico Museo nel quale sono visibili alberi e timoni dell’epoca romana. Nella sala numero 2 è possibile ammirare ancora un relitto romano, affondato dalla popolazione dei Vandali e un relitto risalente all’epoca medievale. Nella sala numero 3 è possibile ammirare un relitto del Medioevo, non molto grande, che però rappresenta l’unico relitto, risalente al Medioevo, quasi intatto, ammirabile in tutta Italia. Nella sala numero 4 è possibile ammirare e studiare l’attacco subito da parte dei vandali, mentre nella sala 5 è presente un plastico della città, così come si presentava nel II secolo d.C. Nel primo piano, poi, sono presenti tutti i reperti che riescono a ripercorrere la storia della città, partendo dalla preistoria, per arrivare all’età moderna.

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