Cosa vedere ad Oristano

Cosa vedere ad Oristano - 20 luoghi interessanti da visitare. Oristano offre attrattive come la trecentesca Torre di Mariano II, la Cattedrale di San Nicola, il Museo Antiquarium Arborense con reperti fenici e romani e il Parco di San Martino con piante endemiche.

 

Oristano è una città antica e ricca di storia della Sardegna occidentale, situata tra le acque di uno dei golfi più belli della regione, il golfo di Oristano. Capoluogo dell'omonima provincia, Oristano possiede ancora interessanti tracce dalle mura medievali. Bella la Cattedrale, numerose le chiese interessanti, da visitare anche il Museo Antiquarium Arborense, piccolo ma interessantissimo e con tante spiegazioni. Nelle belle piazze cittadine è possibile sedersi a bere qualcosa.

Piacevole la passeggiata tra i vicoli, ricchi di palazzi storici ed i negozi, che rimangono aperti fino a tardi in estate. La sera, poi, inizia la movida nei locali sul mare della vicina Torre Grande. Nel corso dell’anno numerose sono le manifestazioni che si svolgono ad Oristano e forse la più famosa è la Sartiglia, un antico torneo in costume, che va in scena a febbraio ogni anno. Due corporazioni si occupano di organizzare questa festa e sono quella dei falegnami e quella dei contadini; il capo della corsa è il Su Componidoni che galoppando cerca di prendere una stella, con la sua spada. Al suo seguito ci sono i cavalieri, che proseguono tra le discese ripide della città. Una manifestazione davvero originale, da ammirare, se vi troverete da queste parti durante il Carnevale.

Scopriamo insieme quali sono i luoghi da vedere ad Oristano.

Piazza Eleonora

Piazza Eleonora OristanoPiazza Eleonora è senza ombra di dubbio il cuore nevralgico della città. Situata nel bel centro storico cittadino, ospita i principali edifici di Oristano. Al centro della piazza campeggia la statua di Eleonora d’Arborea realizzata da Ulisse Cambi e Mariano Falcini. Questo monumento venne presentato alla popolazione il 22 maggio del 1881. Eleonora era, ed è, conosciuta da tutti come la giudicessa d’Arborea; nacque nel 1345 o nel 1347 come Eleonora de Bas Serra e morì nel 1403 o 1404 con molta probabilità a causa della peste. Si sposò dopo il 1376 con Brancaleone Doria ed i due si trasferirono a Castelsardo.

Ma per cosa viene ricordata Eleonora d'Arborea? Viene ricordata soprattutto per essersi battuta per l’aggiornamento della Carta de Logu, un insieme di leggi promulgato da suo padre Mariano IV e modificata da suo fratello maggiore Ugone III, che venne ucciso. La giudicessa, infatti, tornò in queste terre proprio in seguito all’omicidio di suo fratello, per appropriarsi delle proprietà della sua famiglia. Eleonora fu una donna, una regina, una stratega e il suo intervento sulla Carta de Logu fu notevole e innovativo. La Carta è considerata uno dei primi esempi di costituzione al mondo e restò in vigore per più di 400 anni.  Tra le norme più lungimiranti  una norma che permetteva il matrimonio riparatore alla violenza carnale subita da una nubile solo qualora la giovane fosse stata consenziente, la parità e la tutela del trattamento dello straniero a condizione di reciprocità e poi norme contro l'usura, il bracconaggio, per la la difesa del territorio...

La Cattedrale di Santa Maria Assunta

Cattedrale OristanoNon conosciamo la data esatta di edificazione della Cattedrale di Santa Maria Assunta, il primo documento scritto  nel quale essa appare, risale al 1192. Sappiamo anche che tre anni più tardi la chiesa e la città vennero incendiate dai militari del giudice Guglielmo de Lacon-Massa. I danni subiti dalla struttura furono notevoli e nel 1228 venne ricostruita; di quest’epoca sono gli archi a sesto acuto e alcuni elementi del portale. Le cappelle e il Battistero vennero aggiunte in un secondo momento. Il re Ugone II d’Arborea all’interno del suo testamento risalente al 1335 espresse la volontà di essere sepolto all’interno di questa cattedrale, così come i suoi successori. Nel corso del 1637 la Cattedrale subì un altro attacco, questa volta ad opera dei soldati francesi ed i lavori di ricostruzione vennero eseguiti tra il 1729 e il 1745, dando al Duomo il tipico stile barocco dell’epoca. All’interno della chiesa è possibile ammirare la Cappella di Sant’Archelao, patrono di Oristano e le sue reliquie.

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Chiesa di San Francesco

Chiesa San Francesco OristanoAnche questa chiesa, così come la Cattedrale è presente nel testamento del re Ugone II d’Arborea, risalente al 1335. Questo convento ha rappresentato per i giudici d’Arborea un punto fermo; tra queste mura difatti si riunivano e qui, nel 1388, Eleonora e il re Catalano ? Aragonese Giovanni I, firmarono il trattato di pace. All’interno della chiesa di San Francesco si trova uno dei tesori religiosi di Oristano, ovvero il Crocifisso di Nicodemo, una scultura policroma che rappresenta un’agonia straziante. Molto probabilmente quest’opera venne realizzata durante il XIV secolo e giunse ad Oristano dalla Toscana. Il 14 settembre di ogni anno questo crocifisso viene venerato per la festività dell’Esaltazione della Santa Croce. La chiesa ha uno stile tipicamente neo-classico, dovuto al restauro subito nel 1834; la pianta originaria era in stile gotico. Oggi, ricorda nello stile il Pantheon di Roma, con un esterno con 4 colonne e un interno formato dall’altare maggiore, dal coro e da sei cappelle. Oltre al crocifisso di Nicodemo è possibile ammirare una statua marmorea di San Basilio Vescovo, una pala che ritrae San Francesco mentre riceve le stimmate, una croce argentea e un reliquario del 1456. Il convento, in seguito alla soppressione di diversi ordini religiosi, perse la sua funzione originaria ed ebbe, nel corso del tempo diverse destinazioni d’uso.

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Torre di San Cristoforo o Torre di Mariano II

Torre di San Cristoforo o Torre di Mariano IILa Torre di San Cristoforo anche nota come Torre di Mariano II, o anche o Porta Manna (cioè Porta Grande) si trova al centro di Piazza Roma, cuore di Oristano, segnando anche l'inizio del quartiere pedonale di Oristano. Venne realizzata su commissione del Giudice Pietro II (che regnò dal 1221 al 1241) per proteggere la zona dai continui saccheggi e incursioni del XIII secolo. Si trattava di una delle quattro porte d'ingresso dell'antica cinta muraria della città. Realizzata nel 1290, la torre è alta circa 19 metri, divisi in tre piani, nell'ultimo dei quali è situata una piccola torretta merlata dove si trova una campana in bronzo del 1430. La Torre di San Cristoforo deve il nome al retablo di San Cristobal, un tempo custodito nella Chiesa di Santa Caterina. I materiali per la sua costruzione, come i mattoni di arenaria, sono provenienti da Tharros. Nella parte inferiore è presente una base formata da granito.

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Palazzo Arcivescovile

Palazzo ArcivescovileLa facciata del Palazzo Arcivescovile di Oristano, ricostruita negli anni Trenta del Novecento,  non ha sostanzialmente alterato l'aspetto generale dell'architettura dell'edificio, le cui forme attuali risentono spiccatamente del gusto piemontese introdotto nel Settecento nell'isola, allorché la casa Savoia acquisì il Regno di Sardegna. La costruzione sorge su ambienti seminterrati, una volta adibiti a carcere, originariamente cripta di una cappella antica dedicata a San Bartolomeo. Fra le opere d'arte custodite al suo interno, di grande interesse è il dossale d'altare autorevolmente attribuito al grande pittore di Siena Memmo di Filippuccio. Dipinto a tempera su tavola, esso proviene dalla Basilica di Santa Giusta nell'omonimo comune alle porte di Oristano. Negli scompartimenti laterali figure di Santi: Santa Cecilia, Santa Dorotea, Santa Francesco, a destra. ; Santa Antonio Abate, Santa Chiara, San Giovanni, a sinistra della tavola centrale in cui si trova la Madonna col Bambino. L'opera rivela chiaramente l'ascendenza di Duccio Da Boninsegna, nell'eleganza arcaica degli atteggiamenti delle figure e nella preziosità del colore. Potrebbe essere giunta in Sardegna con l'arcivescovo originario di San Gimignano, Scolaro degli Ardinghelli, che morì nel 1300. I caratteri stilistici la fanno autorevolmente assegnare alla maturità di Lippo Memmi e perciò a un ambiente culturale diverso anche se non molto distante da quello pisano, cui invece appartiene la Basilica di Santa Giusta.

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Seminario Tridentino

Seminario TridentinoFondato il il 1 maggio 1712  dall'arcivescovo Francesco Masones, ma ampliato e ristrutturato ancora alla fine del secolo, il Seminario Tridentino presenta un'ampia facciata segnata da quattro ordini di finestre, interrotti dal sobrio portale aperto su una breve scalinata a doppia rampa. L'andamento orizzontale è bilanciato dalle semplici, larghe lesene che ne delimitano la superficie in senso verticale concludendosi, nel piano attico, in una cornice sobriamente modanata sulla quale si imposta il frontone terminante con un timpano. Nel 1746, venne demolito l'edificio precedente è iniziò la costruzione del nuovo Seminario, di forme ampie, con una nuova cappella dedicata all'Immacolata. In questa struttura assunse da subito una rilevante importanza la biblioteca, che raccolse e tutt'oggi conserva libri di notevole interesse storico. L'edificio fu ampliato fra il 1876 e il1910, quando fu eretta anche la monumentale scala di ingresso a doppia rampa, tutta in calcare bianco, su progetto dello scultore Giuseppe Sartorio.

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Chiesa del Sacro Cuore

Chiesa del Sacro Cuore a OristanoLa Chiesa del Sacro Cuore che si trova nell'omonima piazza di Oristano, venne realizzata tra il 1957 e il 1959 e venne progettata dall’ingegnere Marco Piloni attivo in quegli anni con altri progetti in Sardegna e nell'Italia continentale (Cagliari, Foggia, Roma). Si presenta con una pianta a forma  rettangolare, con le navate ai lati ed i vetri molto colorati. All'esterno è rivestita di pietra. La struttura di questa chiesa è particolare, fatta da rientranze e sporgenze. All'interno nell’altare maggiore la pala di Antonio Mura (1902-1972), pittore e incisore sardo che lavorò a diverse chiese nell'isola, tra cui alla Basilica di Bonaria a Cagliari.

 

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Chiesa di San Giuseppe Lavoratore

San Giuseppe lavoratore a OristanoQuesta chiesa venne realizzata tra il 1968 e il 1972 e colpisce i visitatori per la sua forma particolare; l’interno, infatti ricorda una conchiglia, con l’altare maggiore, una navata destra e il battistero. A sinistra troviamo una cappella, dove viene custodito il tabernacolo. Molto particolari sono le sue vetrate; da ammirare il mosaico, realizzato dal maestro Alberto Positano di Siena, che raffigura la Sacra Famiglia, sul presbiterio.

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Cappella del Gremio dei Falegnami di San Giuseppe

Cappella Gremio Falegnami OristanoQuesta Cappella rappresenta parte della storia di Oristano e di tutta la Sardegna. Per capire il perché è necessario fare un salto indietro, ai primi anni del ‘500, quando gli artigiani come i fabbri, i sarti, i falegnami, si riunivano in alcune associazioni chiamate Gremi. Ogni Gremio aveva la propria sede ed un Santo Protettore della corporazione. Ad Oristano i gremi dei Contadini e dei Falegnami erano i protagonisti della Sartiglia, la festa tradizionale della città, che si tiene la domenica ed il martedì di Carnevale. Il Gremio dei falegnami aveva la propria cappella all’interno della Cattedrale, già a partire dal 1642. Nella Cappella del Gremio dei Falegnami trovate la bella statua di San Giuseppe, realizzata nel 1760 da Lorenzo Gerasuolo e l’altare dedicato al Santo.

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La Sartiglia

La SartigliaNegli ultimi giorni di carnevale, ogni angolo d'Italia propone copioni attraverso i quali si consumano riti secolari, tra il sacro e il profano. Alla regola non sfugge Oristano con la Sartiglia, esibizione equestre dalle origini antiche, che si disputa l'ultima domenica di carnevale ed il martedì grasso, in cui le influenze spagnole riecheggiano nei nomi in una ritualità che risale ai tempi delle Crociate, quando i nobili per svago si sfidavano in abilità cavalleresca. Col mutare delle tecniche belliche, la Sartiglia tuttavia da svago per privilegiati e blasonati è divenuta espressione di popolo...Continua a leggere sulla Sartiglia.

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Chiesa del Carmine

Chiesa del Carmine OristanoLa struttura della chiesa e quella del monastero del Carmine fanno parte di un solo edificio, realizzato tra il 1776 e il 1785, nello stile barocco imperante dell’epoca. Questa chiesa venne realizzata per volere del marchese d’Arcais, Don Damiano Nurra Conca, che durante il 1782 la diede in regalo all’Ordine dei Carmelitani. All’interno della struttura, troviamo l’altare maggiore e quattro piccole cappelle. Il monastero ha un bel chiostro; venne soppresso nel 1866 ed ebbe diverse destinazioni d’uso nel corso degli anni, venne, infatti adibito a Caserma, poi ad ufficio ed ora al suo interno vi sono le aule delle sedi staccate delle Università di Cagliari e di Sassari.

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Chiesa di Santa Chiara

Chiesa di Santa Chiara a OristanoQuesta chiesa ed il suo convento hanno avuto un ruolo importante nella storia della città di Oristano. Vennero realizzati durante il 1343 per volere del Re Pietro III d’Arborea, nel luogo dove un tempo sorgeva la chiesa dedicata a San Vincenzo. Cinque anni dopo l’edificazione della chiesa, la vedova del Re, Costanza di Saluzzo venne sepolta in questa chiesa, in seguito alla sua morte, avvenuta il 18 febbraio 1348. I sovrani di Arborea sono sempre stati legati a questo edificio religioso. Nel 1356 la moglie del Re Mariano IV venne autorizzata, dall’allora Papa Innocenzo IV, a far visita alle monache di Clausura del convento ben sette volte l’anno, accompagnata dalle figlie Beatrice ed Eleonora. La chiesa si presenta in uno stile tipicamente gotico. Al suo interno è possibile ammirare un affresco, che ritrae il re Mariano IV mentre chiede a Santa Chiara la protezione per il suo primogenito Ugone III.

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Museo  Antiquarium Arborense

Piazza Corrias, Oristano, tel. 0783 791262

Musei a OristanoPiccolo museo nel centro di Oristano, molto ricco e gestito bene. Ottime guide, pannelli interattivi, uso piacevole della tecnologia e soprattutto una ricca collezione di reperti, molti provenienti dalla mitica Tharros. La città di Tharros, abitata dai punici era una delle città mediterranee più importanti dell'antichità. I suoi templi, gli edifici, le strade erano imponenti. Si trova sulla punta meridionale della penisola del Sinis. In una sala sono esposti un grande plastico di Tharros, di 15 mq, che riproduce la città nel IV secolo d.C.,e il plastico di Oristano, che riproduce la città nel periodo giudicale (dal 900 al 1400), quando Oristano era la nuova capitale del Giudicato d'Arborea. Il Museo espone in generale tanti reperti archeologici, in particolare bronzi nuragici, ceramica etrusca, greca e romana. Gli oggetti esposti sono soprattutto strumenti di uso quotidiano e pezzi di corredi funerari (urne funerarie, anfore, lucerne ecc.). Questo museo è molto apprezzato dai suoi visitatori, che lo recensiscono molto positiviamente sul web per l'approccio completo e moderno. Ultima nota positiva, Antiquarium Arborense, è uno dei pochi musei in Sardegna a disporre di una sezione espositiva dedicata ai non vedenti e agli ipovedenti.

Chiesa di San Giovanni Battista

Chiesa San Giovanni Battista OristanoQuesta chiesa venne eretta come cappella del gremio dei contadini e si trova un po’ distante dal centro cittadino. Si presenta con una struttura a forma di quadrato e una navata centrale. È una chiesa semplice ma molto suggestiva. Sui lati è presente la sagrestia ed alcune camere. Al suo esterno, molto particolare, il porticato. Non sappiamo la data esatta di edificazione della chiesa, che risale quasi sicuramente all’epoca medievale, anche perché era già presente nel testamento del Re Ugone II risalente al XIV secolo, anche se alcuni rimaneggiamenti sono stati eseguiti nel corso del 1500. Al suo interno è possibile ammirare l’altare maggiore e due altari minori dedicati a Sant’Isidoro Agricoltore e a San Giovanni Battista. Molto particolare il dipinto che raffigura il Martirio del Battista, realizzato per volere del Gremio nel 1701.

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Chiesa di San Mauro Abate

Chiesa San Mauro Abate OristanoAll’interno di questa chiesa vi era la cappella del Gremio dei Calzolai e della Confraternita della Pietà., Numerosi documenti testimoniano le regole di queste antiche organizzazioni. La chiesa si presenta con tre navate al suo interno e con una facciata in stile neoclassico. Molto particolare il campanile a vela, che si trova nel cortile, dove oggi ci si incontra, perché diventato quasi una piccola piazza. Molto probabilmente nel luogo dove oggi è presente questa chiesa ve n’era un’altra di epoca bizantina; quella attuale, secondo gli storici risale al 1500 o al 1600 e la facciata laterale venne realizzata durante il 1878.

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Chiesa di San Domenico

chiesa di San Domenico a OristanoLa Chiesa ed il convento di San Domenico vennero realizzati durante il 1634 per volontà di Don Baldassare Paderi, un nobile cittadino. La chiesa si presentava con una sola navata, con due cappelle dedicate a San Vincenzo e al Santissimo Nome di Gesù. Da ammirare al suo interno il pulpito e l’altare maggiore entrambi realizzati in stile gotico. Molto particolare la pila contenente l’acqua santa, risalente al 1633. Il convento, in seguito alla sua soppressione divenne Caserma, poi è stato trasformato in Auditorium dove si tengono concerti, riunioni e conferenze.

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Chiesa di San Martino

Chiesa di San Martino a OristanoNon conosciamo la data esatta dell’edificazione di questa chiesa, ma molto probabilmente essa risale all’epoca medievale. Il primo documento scritto, sul quale appare è del 1228 e fa parte dei documenti appartenenti alla famiglia reale d’Arborea. All’interno della chiesa, il 29 marzo del 1410 venne scritto il Trattato della Pace di San Martino, siglato dalla famiglia d’Aragona e dalle truppe sarde. Attraverso questo documento il Re d’Aragona, che aveva vinto la Battaglia di Sanluri proclamò la fine dei Giudici d’Arborea e diede i loro possedimenti in mano a Leonardo Cubello, suo vassallo, che divenne Marchese di Oristano.

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Biblioteca Comunale

Biblioteca comunale a OristanoLa Biblioteca Comunale di Oristano, così come la Pinacoteca, sono ospitate all’interno dell’ex Hospitalis Sancti Antoni. La Biblioteca viene gestita direttamente dal Comune ed è aperta a tutti, con servizi completamente gratuiti, aperti anche ai non residenti. Al suo interno è possibile prendere in prestito libri, ma anche CD e DVD, consultare la bibliografia, giornali e riviste. Molto interessante la Mediateca che consente a grandi e piccini di usufruire anche dei servizi più innovativi, sfruttati soprattutto dagli studenti. È aperta tutti i giorni, tranne la domenica ed è inserita all’interno della Rete Bibliotecaria della Sardegna, che a sua volta fa capo al Servizio Bibliotecario Nazionale, che mette in rete tutte le biblioteche del nostro Paese, creando così un libero scambio online di informazioni, documenti e ricerche bibliografiche.

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Pinacoteca di Oristano

Piazza Eleonora OristanoLa Pinacoteca di Oristano è dedicata a Carlo Contini, artista del luogo ed è gestita dal comune. Al suo interno è presente una collezione permanente, con tutte le opere che sono state donate alla città da Giovanni Battista Sanna Delogu, che ad Oristano tutti conoscevano come Titino. Questo ricco signore regalò le sue opere proprio perché venisse creata una pinacoteca dedicata alla pittura della Sardegna. All'interno della pinacoteca è possibile ammirare opere di artisti come Stanis Dessi, Melkiorre Melis, Carmelo Floris, Giovanni Marras, Maria Lai e Antonio Corriga. Accanto alla collezione permanente, vi sono, durante tutto l’anno diverse mostre temporanee che si prefiggono di far conoscere artisti sardi e di tutto il mondo, come Matteo Basilé, Robert Gligorov, Chiara Dynys e Daniele Buetti.

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Tharros

TharrosSulla punta del promontorio della Penisola del Sinis, a ridosso del mare sulla costa centro occidentale della Sardegna, sorge in posizione invidiabile l'antica città di Tharros, città da cui ha avuto origine Oristano, e che fu una delle più importanti città fenice nel mediterraneo, che si trovava lungo la rotta marinara dal Libano, terra d'origine della civiltà fenicia, verso occidente. Del suo passato, prima punico e poi  romano restano importanti rovine che insieme a quelle di Nora, costituiscono l’unica testimonianza del periodo imperiale romano della Sardegna...Continua a leggere sulla città di Tharros.

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