Museo
Nazionale Etrusco di Chiusi
La sede del
Museo Nazionale Etrusco di Chiusi, in stile
neoclassico fu inaugurata nel 1901. L'edificio accanto,
realizzato nel 1938 come
Casa Littoria, ospita il laboratorio di restauro e la sala per
le mostre temporanee. Il Museo
conserva numerosi reperti di pregio (ceramici, metallici, in osso e in pietra) risalenti alle età
più antiche, del Bronzo, del Ferro,
dell'Orientalizzante, ma anche età e ellenistica e romana,
longobarda... restituiti da scavi nei dintorni,
sepolcri e
ritrovamenti di superficie. |
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Il
Museo rappresenta uno dei tari esempi in
Toscana e più in generale in Italia, di costruzione
appositamente progettata tra fine 1800 e inizi 1900 per ospitare
un museo. La maggior parte delle sedi destinate a fine 1800
ad essere musei erano infatti, ex-conventi, ex-caserme, ospedali
o palazzi privati, comunque costruzioni nate e
destinate ad altri scopi. Al contrario il Museo di Chiusi fu
realizzato secondo principi di funzionalità ed estetica mirati, seguendo un progetto museografico che destinava
gli spazi in funzione delle collezioni archeologiche che si intendevano esporre.
Il piano seminterrato del museo è dedicato
alla Chiusi di età ellenistica e romana, con una
finestra aperta sul periodo altomedievale, quando la città fu
sede di un importante ducato longobardo. L'allestimento
che possiamo vedere oggi coniuga l’aspetto
scientifico con strumenti didattici e divulgativi più attuali.
La storia e le caratteristiche della civiltà etrusca nel territorio di
Chiusi sono rappresentate da pregevoli reperti quali: canopi
in trono, bronzi laminati, buccheri decorati a cilindretto e a
stampo, statue e rilievi in pietra, sarcofagi e urne in
alabastro e terracotta. Non mancano prodotti che le
popolazioni etrusche del territorio importavano da terre lontane
come i vasi greci dipinti della migliore produzione Attica. Fra la
statue di età romana spicca un ritratto di Augusto, che è
considerato una delle più raffinate rappresentazioni
dell’imperatore a noi pervenute. Degni di nota sono i ricchi
corredi di tombe longobarde, che nel museo completano la
ricostruzione della storia antica della città.
Fanno
parte del percorso museale anche due importanti tombe: la
Tomba della Pellegrina e la
Tomba della Scimmia
(più una terza minore, la Tomba del Leone). La
prima
fu scoperta nel 1928 durante l'esecuzione di alcuni lavori
stradali e rappresenta un esempio particolarmente significativo
di sepoltura familiare di Età Ellenistica (fine IV ?
II
secolo a.C.). Scavata nell’arenaria, presenta un corridoio nel
quale si aprono quattro nicchie e tre camere di differenti
dimensioni. Al suo interno conserva ancora gran parte delle urne
e dei sarcofagi delle originarie 17 sepolture. Nella
grande camera in fondo, i coperchi dei sarcofagi, sollevati o
rimossi, testimoniano una violazione e i saccheggi avvenuti da
parte di tombaroli forse già in epoca antica.
La
tomba
della Scimmia, databile all’inizio V secolo a.C. fu
scoperta nel 1846 da Alessandro François, commissario di
guerra e archeologo del Granduca di Toscana. Si tratta della
tomba più conosciuta delle necropoli di Chiusi. Nell'anticamera
e nelle tre camere si trovano bei soffitti a cassettoni e letti
funebri scolpiti nell’arenaria. Nelle pitture che decorano le
pareti dell'anticamera sono rappresentati giochi funebri con
corsa di bighe, esibizioni di acrobati, pugili, lottatori,
attori, danzatori e suonatori di flauto. La persona defunta
assiste ai giochi riparata dal suo ombrellino. Legata a un cespuglio si
vede la scimmia da cui deriva il nome della tomba. La
decorazione mantiene la sua freschezza soprattutto nel soffitto
della camera di fondo, dove foglie verdi d’edera e sirene alate
incorniciano una rosetta rossa nel cassettone centrale. Accanto
a questa tomba se ne apre un’altra di tipologia molto simile e
della stessa epoca, la Tomba del Leone; anch'essa in
origine presentava ricche decorazioni dipinte, che però oggi
sono purtroppo in gran parte svanite per l’effetto del tempo.
Museo
Nazionale Etrusco di Chiusi
Via Porsenna, 93 -
Tel. 0578 20177
L'ultimo domenica di ogni mese l'ingresso è gratuito.
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