Olio di Colza e il fisco

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Nonostante i benefici ambientali, la filiera dell'olio di colza come carburante sembra coinvolta anche in alcuni casi di evasione fiscale. Esaminiamo luci e ombre di questo business, le implicazioni etiche e gli interventi auspicabili.

 

Diesel e olio di colza (a sinistra la pianta da cui si estrae). Dopo il servizio del TG3 del 12 marzo 2005 sull'utilizzo dell'olio di colza vegetale come sostituto del gasolio per le automobili diesel ?seguito quello del TG2 del 13 marzo 2005 (edizione 13:00. Si conferma anche in questo servizio l'utilizzo dell'olio di colza, acquistabile presso qualsiasi supermercato, come sostituto del gasolio. Da quanto si apprende dal servizio del TG2 alcuni consumatori riuscirebbero persino a fabbricarselo in casa. Si precisa per?che l'utilizzo dell'olio di colza come carburante evade il fisco italiano e le accise previste per il pagamento di ogni carburante.

L'olio di colza costa la metà del gasolio (a sinistra un campo di colza), circa 65 centesimi al litro, inquina il 98% in meno, è un prodotto agricolo ma evidentemente è indigesto a qualcuno. La stessa Unione Europea, si apprende dal servizio del TG2, ha fissato per il biodiesel imposte talmente gravose da renderlo meno competitivo rispetto al normale gasolio derivato dal petrolio. Insomma, da quel che si capisce, l'olio di colza riesce a muovere le automobili ma a qualcuno in Europa questo non piace proprio. La normativa prevede il suo utilizzo soltanto miscelato al 5% con il gasolio tradizionale, derivato dal petrolio, ma non anche in forma pura.

Dalla stessa Europa arriva la normativa che oggi impone il blocco del traffico nelle città inquinate dalle polveri sottili: blocco del traffico, euro3, euro4 ecc. avrebbero dunque una risposta immediata con il biodiesel. Un articolo de La Repubblica del 13 marzo 2005 (pagina 19) ribadisce:

"Il biodiesel è olio di colza, già pronto per lavorare con qualsiasi motore, mentre con l'olio di colza del supermercato ci vuole qualche cautela (...) Il fumo sar?in compenso meno inquinante di quello del gasolio. Prestazioni e consumi sono identici" (La Repubblica 13/3/2005).

?veramente strano leggere queste notizie dopo aver seguito a lungo il fiume di parole di esperti e politici sul problema dell'eccessiva dipendenza europea e italiana dal petrolio mediorientale.

La conclusione logica a cui arriviamo è quindi ben precisa: il biodiesel esiste, viene prodotto dalle attività agricole nazionali, costa meno, funziona come carburante senza dover modificare i motori diesel di ultima generazione ma... ?tassato in modo tale da renderlo non competitivo. Non si tratta pertanto di sussidiare la produzione di biodiesel ma soltanto di "non" ostacolare con imposte proibitive la sua diffusione.

Inutile nasconderlo. Restiamo sempre più perplessi e interdetti man mano che approfondiamo le notizie sul biodiesel e sull'olio di colza. Questo pazzo, pazzo mondo...
Gentilmente tratto dal sito ECOAGE.IT


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