I Portici di Bologna

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I Portici di Bologna

Visti dall'alto i portici di Bologna non si notano. Eppure scorrono per quasi 40 chilometri lungo il centro della città. Insieme alle torri rappresentano il patrimonio culturale più importante di Bologna, luoghi a cui i bolognesi sono più affezionati, e come loro i turisti che arrivano ad ogni stagione. Lucio Dalla ha pensato di ricordarli nel testo della sua Dark Bologna:

 

"Aspetto mezzanotte chè il giornale comprerò

lo stadio, il trotto, il Resto del Carlino

piove molto forte ma tanto non mi bagnerò

c'è un bar col portico, mi faccio un cappuccino"

Bologna è la città più porticata al mondo. Passaggi che scorrono nel centro storico, quasi senza interruzioni, sin dal Medioevo o dal Rinascimento.

Portici a BolognaIn città, l'usanza di costruire il portico in un palazzo è antica. Nel Medioevo si usava infatti edificare una 'sporgenza' ai piani superiori delle case, sorretta da travi di legno massiccio. La funzione fu più che altro quella di riparo dalle intemperie, e allo stesso tempo servire da supporto strutturale ai piani alti delle case, che man mano crescevano quindi balconate (il cosiddetto 'sporto').

I portici più antichi di Bologna sono situati nel centro storico, si prenda per esempio il portico di Casa Isolani, in legno di quercia, del XIII secolo, costruito su un imponente facciata in laterizio. Ai bolognesi per consuetudine piace chiamarlo 'passaggio di corte isolani', un luogo tipico della quotidianità cittadina. Il porticato è anche famoso per la leggenda delle tre frecce, che si ritiene siano conficcate nell'alto soffitto ligneo e ancora oggi chi passa sotto il portico alza lo sguardo e cerca di individuarle... senza fortuna. Sono molte le leggende che girano attorno a queste frecce: una di queste racconta dell'insegna di un ristorante presente al pian terreno nel primo Novecento e per questo il portico veniva chiamato 'delle tre frecce', un'altra ritiene derivino dalla rappresentanza dei tre poteri presenti nella Bologna medievale (chiesa, politica e massoneria), e ancora altre che siano legate ad un cavaliere scampato alla furia dei suoi arcieri, distratti dalle grazie di una fanciulla affacciata alla finestra del palazzo.

Portici a BolognaTra leggenda e realtà la memoria si perde nel tempo, ciò che rimane è la bellezza storica di questo porticato e del palazzo che lo sostiene. Casa Isolani venne costruita nel 1250 in stile gotico romanico, secondo il progetto di un architetto di Fiesole, certo Pagno Lapo Portigiani. Le travi in legno sono alte quasi 9 metri e raggiungono il terzo piano della casa. Poco lontano, in via Marsala, troviamo il Portico di Palazzo Grassi, uno degli edifici più rappresentativi della città di Bologna, anch'esso di origine medievale. Sin dal XIII secolo l'edificio era ricoperto in tutta la sua facciata da una struttura lignea, a travature, successivamente ridotta a fine Ottocento per ragioni urbanistiche.

Al periodo rinascimentale appartengono i portici di Palazzo Bolognini e delle Case Reggiani-Seracchioli, in Piazza della Mercanzia. Accanto a questi ci sono anche i portici di edifici religiosi, come quello della Basilica di San Giacomo Maggiore in via Zamboni, o del Portico di San Luca, indicato come il più lungo del mondo: 3796 metri e 666 arcate (si veda l'apposita sezione). Un altro record arriva dal portico del Palazzo arcivescovile, il più alto della città, del 1293. Il portico più largo di Bologna è invece quello della Basilica di Santa Maria dei servi, del Trecento, che i bolognesi apprezzano soprattutto durante le calde giornate estive. E il portico più stretto della città? Quello di via Saragozza, di appena 95 cm.

A Bologna sopravvivano pochi portici lignei, accanto a quello di Casa Isolani, ci sono anche il portico di Casa Grassi, il portico di Casa Rampionesi, il portico di Casa Azzoguidi-Rubini, il portico di Casa Serracchioli, il portico di via Gombruti (il più recente dei portici lignei, di origine rinascimentale). Si apprezzino anche i portici della chiesa di San Giacomo (via Zamboni) e del Palazzo del Podestà in piazza Maggiore, con dei bassorilievi rinascimentali, o il cosiddetto portico dei Bastardini (così chiamato per via di un orfanotrofio un tempo presente nel Settecento). Ci sono poi il portico del Palazzo del Monte, il portico dell'Archiginnasio...

Giochi di luci e penombre, fughe prospettiche di una realtà storica che ancora vive. A Bologna i portici sono la struttura linfatica di una città unica al mondo, e ritrovarsi a passeggiare al loro interno nonostante il quotidiano via vai odierno è un'esperienza da cogliere con cosciente sapere e rispetto per la storia che rappresentano.

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