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Radio e video paesi in via di sviluppo
Le tecnologie radio e tv sono ormai utilizzate come
strumenti di informazione ed insegnamento di tipo sia orizzontale che verticale.
In particolare, utilizzare videocassette che rappresentano i modi di vivere e di
affrontare problemi specifici di una comunità è utile per la conoscenza e
l’informazione di altri villaggi. E ancora, si divulgano conoscenze sulle
istituzioni governative e sul funzionamento delle autorità locali in modo
verticale. È fondamentale adeguare il linguaggio e i contenuti dei prodotti
audiovisivi alla popolazione locale.
La FAO ha utilizzato la radio ed i documentari come strumento di divulgazione ed
informazione su tematiche connesse all'agricoltura, la pesca, l’allevamento,
l’alimentazione, l’educazione, la sanità, l’igiene, la lingua, l’ambiente.
L’aspetto innovativo dell’iniziativa consiste nell’approccio partecipativo della
popolazione alla realizzazione delle trasmissioni, in modo da avvicinarla non
solo alle conoscenze specifiche, ma anche alle nuove tecnologie, implementando
una trasmissione di competenze da pari a pari. L’esperienza si è conclusa con
alcuni CD dimostrativi del lavoro svolto. In molti Paesi in via di sviluppo la
radio rappresenta il medium più diffuso ed economico per l’intrattenimento e
l’educazione di massa. Talvolta però ci si scontra con la difficoltà di ottenere
i permessi necessari per detenere un apparecchio radio, e le risorse delle
missioni vengono utilizzate per sopperire a bisogni più urgenti. Gli alti
funzionari non hanno ancora capito l’importanza strategica della comunicazione,
e la correlazione tra povertà ed accesso all’informazione.
La FAO è impegnata da oltre 20 anni in un programma di sostegno alle radio
africane, insieme all’URTNA (Unione di Radio-Televisione Nazionale Africana) ed
al CIERRO (Centro Africano di Studi in materia di Radio Rurale).
Questo programma ha permesso il rilancio delle radio
rurali di numerosi Paesi ed ha contribuito all’evoluzione del concetto di radio
rurale da radio agricola a strumento interattivo e democratico per lo sviluppo
ed il dialogo.
L’agenzia ONU solitamente finanzia la fornitura
dell’attrezzatura, offre i locali per ospitare la sede e si occupa della
formazione del personale, come nel caso del progetto in Congo nel 2003.
Per produrre trasmissioni attinenti alle conoscenze dell’audience, e per rendere
la radio rurale uno degli strumenti di inchiesta sociale e democrazia per lo
sviluppo, si potrebbero utilizzare i risultati della ricerca qualitativa MARP.
Si tratta di una potente metodologia di ricerca sulla
radio rurale, che combina varie tecniche per la raccolta e l’analisi
dell’informazione. Si avvale di una squadra interdisciplinare che deve dialogare
in modo informale con la popolazione (senza questionari ma tramite incontri con
gli indigeni), tenendo conto di regole e condizioni locali ed utilizzando
informazione di seconda mano assieme a quella ufficiale.
Questa sarà utile per la pianificazione e lo sviluppo
dell’azione. Le fasi della ricerca prevedono lo studio del contesto, la presa di
coscienza, l’identificazione dei problemi in ordine gerarchico e delle possibili
soluzioni, l’autoprogrammazione, la formazione tecnica, i risultati e la
valutazione, l’autovalutazione.
In questo modo di realizza una radio dal basso,
autogestita, interattiva e rispondente ai reali bisogni della gente comune, che
spesso è esclusa dalla partecipazione ai mezzi di comunicazione nazionali.
Erica Roggio per Informagiovani Italia
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