Scienza e carità
- Pablo Picasso
Siamo abituati ad un Picasso
dall'arte astratta, ad un artista capace di arginare la realtà
in forme immaginarie, fluide, effimere, capovolte direbbero in
molti; così come capovolto sembra essere stato il mondo con il
quale egli stesso, spesso, si confrontava. Ma la vita di un
artista è come la vita di ognuno di noi, un evoluzione continua
di esperienze, prove e più spesso di quanto si creda, di
traguardi. Picasso di traguardi ne ha avuto tanti, lo si legge
dagli sguardi delle sue creature; e sono stati traguardi
importanti per la carriera di uno dei più grandi artisti del XX
secolo.
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Per comprendere meglio a quale
forza artistica Picasso ci ha abituato, ci piace ricordarlo in
una delle sue frasi più simpatiche, e geniali:
« A los doce años sabía dibujar como
Rafael, pero necesité toda una vida para aprender a pintar como
un niño. » (A dodici anni dipingevo come Raffaello, però ci
ho messo tutta una vita per imparare a dipingere come un
bambino).
Nel 1897 Picasso si trovava a
Barcellona, poco più che quindicenne. Era già un artista,
seppur così diverso da quello che il mondo ha poi conosciuto
(incominciò la sua lunga carriera artistica a 9 anni). Del
giovane Picasso artista conosciamo alcuni dipinti,
esposti al
Museu Picasso di Barcellona
(a cui rimandiamo il lettore
per maggiori informazioni dedicate nella sezione 'Barcellona').
Si sentiva maturo abbastanza per raggiungere ambizioni rare per
un giovane della sua età, ed è questo che sbalordisce chi, come
noi, si ritrova davanti un quadro come quello di cui andiamo
oggi a parlare, il 'Scienza e Carità'
(olio su tela del 1897).
Erano gli anni del cosiddetto 'realismo
spagnolo', 'modernismo' secondo altri, periodo nel quale
l'artista – oltre al già citato 'Scienza e Carità' – produce,
tra i tanti, altri dipinti come lo splendido 'Vecchio
pescatore' (1895), 'Ritratto di Filippo V' (1897), e
vari ritratti della sua famiglia (madre, padre, sorella), tra
qui anche un 'Autoritratto' (1896). Di fine Ottocento -
primo Novecento sono altri dipinti di questo primo periodo
artistico, nei quali tuttavia s'intravede una chiara tendenza ad
una nuova spinta artistica, manifestata poi a breve nel
cosiddetto 'Periodo blu'
(ricordiamolo, i periodi artistici del Picasso sono stati
numerosi, quelli ufficialmente accettati sono il primo 'Realismo
spagnolo', e quindi i cosiddetti 'periodo blu'
(1901-1904), 'periodo rosa' (1905-1907), 'periodo
africano' (1907-1909), 'cubismo analitico'
(1909-1912), 'cubismo sintetico' (1912-1919) a seguire
altri periodi artistici, definiti 'neoclassico' (esempio,
l'Arlecchino seduto del 1923 e altri famosi, come il 'Guernica'
del 1937).
Al dipinto 'Scienza e
Carità' dedichiamo qui particolare attenzione, per
dare risalto ai primi passi artistici di un giovane Picasso,
assunto a grande fama nella storia dell'arte. Il dipinto
raffigura una scena particolare, reale, equilibrata in forma ed
espressioni: un medico seduto al capezzale di una donna dal
volto sofferente; accanto una suora con un bambino in braccio,
di circa un anno (probabile figlio della donna), e nell'atto di
porgere una tazza alla stessa donna. Si noti la stanza spoglia,
umile se non fosse per la cornice barocca posta alla parete
sopra lo schienale del letto. Nel dipinto si percepisce la
maturità tecnico-stilistica del giovane Picasso, al quale si
accompagnano i primi accenni di un primo 'simbolismo', movimento
artistico a cui attingerà con più vigore negli anni successivi.
Nel dipinto viene enfatizzata l'immagine della sofferenza,
catturata dall'osservatore e, seppur espressa in maniera
simbolica, risoluta nel suo manifestarsi allusiva: si noti per
esempio il passaggio d'ombra dalla sinistra della tela alla
parte destra, dalla suora con il bambino alla donna e al medico,
e a quel tratto oscuro di una porta che si protrae verso
l'ignoto; un passaggio questo enfatizzato da altri punti di
chiaro riferimento, quali la mano della donna, e il volto scuro
e fermo del medico, qui rappresentato da Jose Ruiz Picasso,
padre di Picasso).
Secondo gli studi effettuati
sulla tela, le cui dimensioni raggiungono i 197 x 249.5 cm, il
dipinto del Picasso venne elaborato sopra un altro quadro di
natura sconosciuta (forse una battaglia), un riciclo all'epoca
molto comune per un giovane di chiare ristrettezze economiche
d'inizio carriera. Già nel 1897 il dipinto venne premiato con
una menzione d'onore alla Fiera generale delle Belle Arti
di
Madrid e con una medaglia d'oro alla successiva
Esposizione provinciale di
Malaga (città natale di Picasso). Nonostante il
successo, il dipinto viene considerato una delle ultime opere
d'arte di un Picasso proteso verso lo stile accademico
tradizionale, sicuramente un capolavoro di un giovane artista,
qui influenzato dal padre, José Ruiz y Blasco, pittore e
insegnante d'arte presso la Escuela Provincial de Bellas Artes
di Malaga, di La Coruna e infine di Barcellona, dal quale
ricevete il primo orientamento artistico.
É proprio vero, la sensazione è
quella di scoprire un nuovo Picasso in qualsiasi pezzo d'arte da
lui creato. Artista poliedrico e geniale e del quale ci piace
ricordare in particolare una delle sue frasi più belle:
"Ci
sono pittori che dipingono il sole come una macchia gialla, ma
ce ne sono altri che, grazie alla loro arte e intelligenza,
trasformano una macchia gialla nel sole".
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