Storia di Parma
Le
origini di Parma risalgono al periodo etrusco, nonostante il
suo territorio vanti una storia ben più antica. Le testimonianze rinvenute
lungo il corso del fiume Taro indicano infatti la presenza di
popolazioni già nel periodo preistorico (dal Paleolitico inferiore). Secondo
alcuni studi, il nome attuale della città pare derivare dalla presenza di
alcune tribù etrusche chiamate 'parmni', da cui prese seguito il nome
latino di Parmae.
L'attuale nucleo urbano si sviluppò infatti con i
Romani nel II secolo a.C., allorché venne disposto l'insediamento di
numerose famiglie romane lungo la Via Emilia, la strada che da li a
poco avrebbe collegato Roma con Modena. Ad ognuna di queste
famiglie (all'epoca circa 2000) vennero affidati degli appezzamenti di
terreno, che a loro volta avrebbero dato origine alla parte emiliana della
cosiddetta Strada delle Cento miglia, collegando la zona di Parma
alla Lunigiana (tra la Liguria e la Toscana). Con i Romani il piccolo
nucleo urbano venne immediatamente catapultato in un periodo di fiorenti
commerci, grazie alla sua posizione strategica d'intersezione tra il nord ed
il centro della penisola. Di tale periodo rimangono per esempio i resti di
un Anfiteatro romano (nell'attuale via Garibaldi).
Alla caduta dell'impero romano i Goti
conquistarono un territorio già devastato dalle guerre degli ultimi
imperatori romani e da Attila, il feroce e potente sovrano degli
Unni. Con l'arrivo dei Bizantini, nel VI secolo d.C., la città
riguadagnò una nuova spinta economica tale che si guadagnò l'appellativo di
'Città dell'Oro' (Chrysopolis), in quanto sede dell'erario
militare. L'espansione arrivò qualche anno più tardi con l'arrivo dei
Longobardi, i quali portarono il piccolo centro bizantino al rango di
ducato, retto da un duca con compiti militari e politici. Con la discesa in
Italia di Carlo Magno, anche il ducato di Parma trasformato in una
contea e successivamente in una diocesi vescovile, controllata da un
vescovo-conte.
Il medioevo di Parma è caratterizzato dalle
Signorie e dalle antiche famiglie parmensi dei Supponidi,
Bernardingi e Arduinici. Da lì a breve la città divenne
ghibellina, ma partecipò nel 1101 alle Crociate in Terra Santa
appoggiando il papato. Con la sconfitta di Federico Barbarossa a
Milano, nel 1176, Parma divenne un libero Comune, che si caratterizzò
per una sorta di dualismo, e cioè di una città animata dal coraggio di
cambiare le proprie scelte in nome dei suoi cittadini. Le stesse scelte, nel
1253, all'alba della sconfitta perseguita a proprio danno dai ghibellini
cremonesi, portarono Parma a stringere con Cremona un trattato di
pace che durò per oltre mezzo secolo.
Nel 1303, una delle prime Signorie,
quella di Ghilberto da Correggio, diede inizio ad una serie di
avvicendamenti di proprietà e di titoli nobiliari: i vari Giovanni XXII,
Ludovico il Bavaro, Giovanni di Boemia, Alberto Mastino
della Scala, Azzo da Correggio, Lucchino Visconti,
Ottobono Terzi, Niccolò d'Este, Filippo Maria Visconti e
infine la famiglia Sforza, la stessa che caratterizzò parte della
storia italiana ed europea, in questo caso con il Ducato di Milano,
di cui Parma seguì le sorti fino al 1500.
Dal XVI secolo, dopo un periodo di guerre,
alleanze e passaggi dinastici tra le corti di mezza Europa, venne firmata la
Pace di Cateau-Cambrésis che divideva la regione emiliana tra Papato
e ducato di Parma e Piacenza e diverse altre corti. Il ducato venne
affidato nel 1545 a Pier Luigi Farnese (figlio illegittimo di papa
Paolo III), che diede avvio ad uno dei territorio più importanti della
penisola (in questo stesso periodo Parma ospitava circa 20.000 abitanti;
100.000 considerando l'intero ducato). Con Pierluigi la città divenne ben
presto una delle più colte corti del Rinascimento italiano. Costui
era un militare di grande esperienza, già mercenario al servizio di
Venezia nel 1520 e successivamente trasferitosi nell'esercito imperiale
di Carlo V, assunto ad uno dei più alti ranghi della nobiltà europea.
Il
ducato di Parma per oltre due secoli vedrà la successione di otto duchi,
fu in particolare con Ottavio Farnese e successivamente con suo
figlio, Alessandro Farnese, terzo duca di Parma e Piacenza e grande
condottiero spagnolo, che la città consolidò un proprio potere commerciale e
culturale. Nello stesso periodo vennero costruiti importanti edifici
storici, tra cui anche il complesso della Cittadella, e
successivamente con Ranuccio I, la città si distinse in tutta Europa
per le arti e per la musica. Nel 1618, nel Palazzo della Pilotta
venne completata la costruzione del Teatro Farnese affidata
all'architetto Giovan Battista Aleotti (detto l'Argenta).
Nel
1628, venne tenuto il primo spettacolo in occasione del matrimonio di
Odoardo Farnese con Margherita de' Medici, gli scritti furono di
Claudio Achillini e le musiche di Claudio Monteverdi, uno dei più
grandi personaggi della storia della musica italiana. Il Rinascimento
parmense si arricchì anche di una scuola di pittura tra le più
importanti del periodo, grazie anche a nomi come Antonio Allegri
(detto il Correggio) e Girolamo Francesco Maria Mazzola
(meglio noto come il Parmigianino), le cui opere oltre che a Parma si
possono ammirare in tutti i più importanti musei del mondo.
I Farnese governarono Parma fino alla prima metà
del XVIII secolo, periodo nel quale il ducato iniziò ad essere governato
dalla discendenza femminile della famiglia, i Borboni. Si spiega così
anche la presenza del grande tesoro dei Farnese alla Reggia di Caserta,
quest'ultima voluta da Carlo di Borbone, che fu anche anche duca di
Parla e Piacenza tra 1731 ed il 1735 prima di diventare re di Spagna. Dopo
la breve pausa napoleonica e la ridistribuzione delle dinastie reali di
mezza Europa, il ducato passò di mano agli Asburgo d'Austria.
Con l'Armistizio
di Villafranca, nel 1860, il ducato diventa parte Regno d'Italia.
Dal 1879, la storia della città si confonde con quella dell'Italia intera,
non fosse che occorre evidenziare il particolare coraggio dimostrato dalla
popolazione durante il periodo della Resistenza nella lotta al fascismo,
per la quale alla città venne riconosciuta la Medaglia d'Oro al valore
militare "
L'impari lotta, sostenuta con la stessa fede dei padri e
col sangue dei figli migliori, cominciava per merito dei primi volontari
della libertà all'alba del 9 settembre 1943 e si concludeva il 25 aprile
1945 con la sollevazione del popolo tutto che, affiancando i settemila e
cinquecento fratelli partigiani combattenti, costrinse alla resa e vide la
fuga del nemico". Alla città di Parma (9 settembre 1943 - 25 aprile
1945).
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