Importante
porto commerciale fin dal Medioevo, vivace roccaforte
anseatica, snodo economico contemporary: i momenti
fondamentali della lunga e affascinante storia di Brema.
Brema nasce oltre 1200
anni fa ed ospita il porto più antico della Germania,
secondo per grandezza solo al porto di Amburgo. La città fu
fondata nel 780 da Carlo Magno durante la campagna di
Cristianizzazione dei Sassoni. Per suo ordine venne costruita
una chiesa in legno là dove ha sede l’attuale Cattedrale
di San Pietro, dando il via alla nascita del primo nucleo
urbano. A breve, diventata città portuale grazie alla sua posizione
strategica verso il mare del Nord, Brema divenne anche
base principale per la Cristianizzazione delle terre scandinave
e per questo veniva indicata come la 'Roma del Nord'.
Nel 787 Velleado di Brema (in tedesco chiamato Willehad)
venne nominato primo vescovo della città.
La storia di Brema
s'incastona perfettamente nel paesaggio naturale ed urbano che
domina quest'angolo di Germania della Bassa Sassonia,
in cui forma un enclave. La sua storia si legge lungo
le strade e i palazzi del centro, così come lungo il fiume
Weser che arriva fino al porto di Brema (il Bremerhaven)
e al mare. La si legge anche volgendo lo sguardo verso le terre
più interne, quelle che servirono a trasportare merci e conoscenze
nel resto del Paese. Brema divenne sede arcivescovile
nel 845, ma restò sempre improntata al commercio, seguendo un
destino che la lega ai giorni nostri. La storia ecclesiastica
di Brema ci aiuta tuttavia a conoscerne lo sviluppo urbano:
la chiesa in legno fatta costruire da Carlo Magno fu distrutta
dai Sassoni, che la bruciarono solo tre anni dopo la prima edificazione,
e al suo posto venne costruita un'altra chiesa, in arenaria,
nel 805. Intorno ad essa iniziò ad espandersi la Brema odierna.
Cristianizzazione e commercio
sono le due vere protagoniste della storia della città. Con
la prima il ruolo giocato da Brema fu di grande importanza,
soprattutto da quando la diocesi della città si unì a quella
di
Amburgo.
Il potere ecclesiastico dell'allora arcidiocesi non era di certo
da sottovalutare, fu infatti grazie all'arcivescovo Remberto
(venerato come santo dalla chiesa cattolica) che Brema ottenne
il privilegio di aprire mercato con il benestare di
Arnolfo di Carinzia, re dei Franchi orientali (nonché
re d'Italia e imperatore del
Sacro Romano Impero). Il mercato
era necessario per i numerosi scambi commerciali che la città
aveva da tempo acquisito; seguì la necessità di coniare una
propria moneta e quindi di emettere proprie leggi doganali.
Nel XI secolo l'importanza
commerciale di Brema poteva già considerarsi ormai solida, grazie
anche agli scambi continui e sicuri con le vicine
Olanda,
Norvegiaed
Inghilterra.
L'urbanizzazione cresceva sempre più, così come le richieste
da parte degli abitanti di maggiore sicurezza; per questo, nel
1032, venne eretta la prima cinta muraria cittadina.
Molte delle testimonianze storiche
di questa parte della Germania sono arrivate fino a noi grazie
soprattutto alle cronache letterarie di Adamo da Brema
(Adam Bremensis). La sua opera più conosciuta è per l'appunto
la 'Gesta dei vescovi della Chiesa di Amburgo' (Gesta
Hammaburgensis Ecclesiae Pontificum), nella quale egli elabora
e racconta fatti importanti accaduti nel territorio fino all'XI
secolo. Adamo non parla solo di Brema e delle città vicine,
ma anche della Scandinavia, della Groenlandia,
della Russia occidentale e dei viaggi degli 'uomini del
nord', i Vichinghi, compresi quelli verso le terre di
Vinland nel nord dell'America (nell'attuale Terranova).
In effetti pare che Adamo fosse stato uno stretto collaboratore
dell'arcivescovo Adalberto di Brema (1043–1072) e che
avesse chiesto anche consiglio al re danese Sven Estridsen
per scrivere le sue opere così dettagliate sui territori del
Nord; queste stesse terre non erano dopo tutto indifferenti
ad Adalberto, che infatti ambiva a diventarne patriarca fino
al mare Baltico. Di certo Adalberto non era uomo di poche ambizioni,
lo si ricorda infatti per essere stato anche precettore di
Enrico IV (imperatore del Sacro Romano impero), e quindi
reggente a suo nome e inserito negli affari di Stato dell'impero.
A quei tempi, come ricordano le cronache dell'epoca «..l'educazione
del re e tutto il governo erano nelle mani dei vescovi».
Enrico IV la storia ce lo fa conoscere per le ben note vicende
della Lotta per le investiture e per l'umiliazione inferta
da parte di papa Gregorio VII presso il castello di
Matilde di Canossa.
La Brema del XI secolo
era inserita in questo contesto storico, con l'arcivescovo Adalberto
che nel frattempo incorse in una crescente opposizione del Papato;
dall'altra parte, la forte influenza esercitata sull'imperatore
gli procurò anche la resistenza dei principi tedeschi. Il suo
successore, Liemar, fu anch'egli figura importante nel
contesto della Lotta alle investiture.
Negli anni attorno al 1186
Federico Barbarossa concesse importanti privilegi a Brema
(i cosiddetti Gelnhausen Privilege) e grazie a questo
per quasi due secoli i vescovi di Brema furono anche principi
(geistlich Fürst in tedesco, al ruolo religioso univano
anche il potere temporale su un territorio). In effetti, come
spesso accadeva in questi casi, il territorio temporale non
necessariamente coincideva con il territorio della diocesi.
Fino al 1648 (e sotto differenti nomi anche molto oltre) il
territorio era infatti gestito sotto forma di Stato ecclesiastico
all'interno del Sacro Romano impero (Erzstift Bremen,
il suo nome in tedesco), tuttavia Brema non apparteneva ne di
fatto ne di diritto al principe-arcivescovo. É però necessario
comprendere come l'evolversi degli scambi commerciali in quei
secoli abbia potuto rendere Brema una città di importanza fiscale
senza paragoni nell'ambito dello stesso territorio. Essendo
maggiore contribuente, la città aveva abbastanza peso in termini
di consenso politico interno, tanto che ben presto Brema si
guadagnò la Reichsunmittelbarkeit (Immediatezza imperiale),diventando
una libera città imperiale.
Il potere contributivo di Brema
era dovuto al potere economico, e fu così forte da permetterle
di entrare a far parte della Lega Anseatica, nel 1260
(vedere
Lega Anseatica), associazione di città marinare tedesche
e baltiche di dominio sui commerci del Mare del Nord.
Un secolo dopo Brema,
Lubecca e Amburgo venivano indicate tra le città
più potenti della lega. Nacquero le prime classi borghesi e
artigiane che guadagnarono maggiore influenza nel governo e
nella politica. La città divenne ambita da molti, tanto che
la sua indipendenza e potere economico furono a lungo contesi
da principi, vescovi ed imperatori.
Nel 1366 le truppe di Alberto
II principe-vescovo, con l'aiuto di alcuni membri della
borghesia, invasero la città distruggendone il suo simbolo più
rappresentativo, la statua di Rolando. A quei tempi molte
delle città tedesche avevano ciascuna una statua di Rolando,
simbolo di liberi diritti di mercato e quindi d'indipendenza.
Ma chi era costui? Rolando, o Orlando, rappresenta il paladino
simbolo di libertà, giustizia e indipendenza; spesso
indicato come l'eroe fedele nel ciclo delle chanson de geste
carolinge, imperniate cioè nella figura solenne di Carlo
Magno imperatore. Lo ricordiamo per esempio in poemi come la
Canzone di Orlando nella letteratura francese, oppure
in quella italiana con i classici scritti di Ludovico Ariosto.
La statua di Brema come tutte le altre era fatta di legno ed
era in città sin dal XI secolo; dopo la sua distruzione, a seguito
degli attacchi del 1366, venne ricostruita nel 1404, questa
volta in pietra. La stessa statua è tutt'oggi presente di fronte
al Palazzo del Municipio e insieme sin dal 2004, dopo
sei secoli di storia, sono entrate a far parte del Patrimonio
dell'Umanità come siti UNESCO.
La Riforma protestante
nei successivi due secoli segnò le sorti della diocesi di Brema
e con essa della città. Anche il destino della Lega Anseatica
fu influenzato dalle vicende individuali delle consociate. Gli
insegnamenti luterani ben presto incominciarono a questionare
politiche sociali ed economiche, in alcuni casi diventando una
minaccia per lo status e l'ordine stabilito. Alla fine quasi
tutte le città anseatiche seguirono la Riforma. Per la verità
a Brema erano presenti due fazioni, sia luterani che calvinisti.
Dopo varie vicende storiche e la fine dei conflitti contro la
Svezia durante la Guerra dei Trent'anni, nel 1646 Brema
certificò la propria indipendenza con il cosiddetto Diploma
di Linz conferitole da Ferdinando III imperatore
del Sacro Romano impero.
Con il Trattato di Westfalia
l’arcivescovado fu ceduto alla
Svezia,
ma la città riuscì a mantenere la sua libertà, superando anche
tre anni di occupazione francese a inizio del 1800 e mantenendo
sino ad oggi nella sua definizione il titolo di "Libera città
anseatica". Nel 1849 la città adottò un governo repubblicano,
mentre nel 1871 divenne parte dell’impero tedesco. Durante la
Seconda guerra mondiale, perse lo status di città indipendente
e seguì la politica del Terzo Reich, fu per questo danneggiata
dai bombardamenti alleati. Nel dopoguerra, Brema venne
inizialmente assegnata alle autorità di occupazione americane,
acquisendo circa 57 km² di territorio. L'autogoverno venne restaurato
nel 1946 e nel 1950 Brema divenne uno Stato costituente della
Germania Ovest. Dal 1990 è parte della nuova Germania unita.
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