L'attuale Comune di Finale Ligure che riunisce dal 1927 i nuclei
storicamente distinti di Finalborgo, Finalemarina e
Finalpia oggi unificati da un’intensa urbanizzazione, è il centro
principale di un più vasto comprensorio dalle caratteristiche geografiche e
storiche omogenee: il Finale. In questa area, compresa tra Capo
Noli e fa Punta di Caprazoppa, sono documentati insediamenti
umani dalla preistoria, nelle caverne delle "Arene Candide" e nei diversi
villaggi e castellieri sorti sulle colline dopo il 1000 a.C. |
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Con la conquista romana del 181 a.C., ad opera del generale Lucio Emilio
Paolo, la zona, area di confine del municipio di Vada Sabatia, fu
organizzata in vilaggi (vici) e in centri più importanti (pagi). Sulla
costa, in corrispondenza dell'attuale Finalmarina, sorse "Ad Fines",
il "pago" della zona e nella stessa area si insedierà anche la prima
struttura religiosa altomedioevale, la "plebs Finarii".
Nel corso del XII secolo gli altri centri della Liguria si avviarono a
diventare liberi Comuni, nella zona del Finale si rifugiarono i Del
Carretto (la stessa famiglia di
Ilaria del Carretto, resa celebre dal monumento funebre di Jacopo
della Quercia) eredi dei feudatari Aleramici e Marchesi di
Savona. Abbandonati i centri più importanti di Savona e Noli, nel 1186,
Enrico il Guercio si insediò ai piedi della montagna,
sufficientemente distante dal mare per potersi difendere, all’incrocio delle
vie per l’oltregiogo. Nacquero così il Burgum Finarii, centro
fortificato, e la prima rocca di Castel Gavone, poi più volte
rifatta. Oltre Finalborgo, capitale amministrativa, altri centri
costituirono il nuovo marchesato: Finalmarina, la Ripa Maris
Finarii dove, accanto alla pieve, dal XII secolo fu documentata la
presenza di cantieri navali; Perti, alle spalle di Castel Gavone e
Varigotti, nucleo fortificato sul capo Noli.
Nei secoli del Medioevo il marchesato dei Del Carretto si rafforzò e si
ampliò territorialmente nell’alta Val Bormida e nelle valli della
Ingaunia occidentale e orientale, insediandosi in una serie di castelli ben
muniti. Il Finale si avviava così a diventare l'unica signoria feudale della
Liguria che abbia avuto una notevole continuità storica nei secoli.
Il nemico più temibile era la Repubblica di Genova che, in continua
espansione nella Riviera, ricercava una continuità territoriale. Nel corso
del Trecento e del Quattrocento la storia del marchesato fu scandita da
diverse guerre contro
Genova, la quale tuttavia soltanto per brevi periodi riuscì a
occupare il Finale. Nel 1341, per rappresaglia, fu interrato il porto di
Varigotti, base navale del feudo, e nel 1365, alla Marina, fu costruito
il forte genovese di
Castelfranco, i cui ruderi sono ancora oggi visibili.
Tra il 1448 e il 1451 si scatenò l'offensiva genovese che ebbe maggiori
conseguenze sulla storia urbana del borgo e che fu narrata dall’umanista
Gian Maria Filelfo: dopo la fuga del marchese Galeotto Del Carretto,
il centro di Finalborgo venne completamente raso al suolo. Tornati i
feudatari dopo pochi anni, e postosi il marchesato sotto la protezione del
duca di
Milano, nel corso della
seconda metà del secolo, sotto i governi di Giovanni I e di Alfonso I, si
operò una vera e propria "rifondazione" del borgo. Esso divenne la capitale
di una piccola corte aggiornata a livelli culturali sopraregionali
attraverso la mediazione di figure di umanisti, come il cardinale Carlo
Domenico Del Carretto, amico di Giuliano Della Rovere, che trovò
nell'ambiente sforzesco il modello da imitare.
Maestri lombardi lavorarono
alle nuove mura e al Castel Gavone, nella Chiesa di San Biagio e
nella Chiea di
San Sebastiano di Perti, nei chiostri del domenicano Convento di Santa Caterina
e nel Palazzo Marchionale, fino al caso limite della Cappella di Nostra
Signora di Perti, identica alla Cappella Portinari nella
Basilica di Sant'Eustorgio a Milano.
I secolari tentativi della politica della zona del Finale di mantenere la propria
autonomia trovarono una conclusione nel 1598, quando tutta l'area venne
occupata dalla Spagna, che ne fece un centro prospero e ricco: Finalborgo
vedeva la ristrutturazione di quasi tutti i suoi edifici quattrocenteschi;
Finalmarina si ingrandiva e portava a maturazione il suo sviluppo urbano.
Nel 1713 con la guerra di successione spagnola, Genova poté finalmente
insediarsi nel Finale, acquistandolo per una ingente somma di denaro. Da
questa data la storia del marchesato venne a confluire in quella della
Repubblica di Genova.
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