Storia di Mentone

Storia di Mentone

Anche se l’insediamento di Mentone risale alla preistoria, poco si sa fino a quando Carlo Grimaldi di Monaco acquistò la città nel 1346. La città è passata dalla famiglia Grimaldi, al duca di Savoia e al duca di Milano, per poi passare sotto il dominio spagnolo prima di diventare, nel 1860, definitivamente città francese. Verso la fine del XIX secolo la nobiltà britannica venne attratta dal clima mite della Costa Azzurra, divenendo Mentone e tutta la riviera, molto frequentata durante i rigidi inverni inglesi.

Mentone grazie al suo clima mite cominciò ad attirare l’aristocrazia europea e poi, inevitabilmente, anche famosi artisti. Gli scrittori Gustave Flaubert, Robert Louis Stevenson, Guy de Maupassant, Emile Zola e Katherine Mansfield hanno trovato Mentone un luogo congeniale per rilassarsi e scrivere.

 Questa area venne di certo popolata da genti appartenenti alla tribù dei Liguri, popolazione che si era insediata in tutta la regione. Il primo insediamento, una città fortificata sulla collina chiamata Puypin, è stata documentato nel 1146, quando la zona era governata dal conte Guido Guerra di Ventimiglia. La città si sviluppò vicino al mare, lungo la strada romana via Julia Augusta e nel 1251 si sentì menzionare il nome di Mentone per la prima volta. La località rimase sotto la protezione di Genova e, con l’aumentare della influenza della famiglia Grimaldi nella regione, divenne proprietà di Carlo Grimaldi e una parte di Monaco, quasi una città giardino, un parco per il principato e una fonte di sostentamento per sfamare la popolazione grazie alle attività principali che erano allora l’agricoltura e la pesca.

Nel corso del 1848, quindi dopo circa 500 anni di dominazione da parte della famiglia Grimaldi, gli allora circa 400 mila abitanti di Mentone decisero di ribellarsi, per ragioni per lo più economiche. Per poter divenire una città libera chiese l’aiuto e la protezione dei Re di Sardegna, nemici giurati delle famiglie regnanti di Genova. Nel 1860, insieme a Nizza, Mentone scelse di aderire alla Francia, ma al fine di completare la sistemazione Carlo III di Monaco prima ha dovuto rinunciare al suo credito nei territori di Mentone e Roquebrune. Con circa 400 milioni di franchi l’imperatore Napoleone III contribuì per indorare e addolcire l’affare Mentone.

Nel tardo 1800 a Mentone regnava la calma, e grazie al microclima particolarmente mite la città diventò la meta preferita di visitatori britannici. Il suo clima era considerato ideale, con poteri rigeneranti e curativi per i disturbi di salute che affliggevano i britannici. È fuor di dubbio che questo periodo fu il momento di massimo splendore e notorietà. Non per nulla ospitò anche la Regina Vittoria che portò suo figlio emofilico Leopoldo, nella speranza di trovare qualche sollievo per lui.

Le due guerre mondiali interruppero il flusso di prosperità e molti degli hotel prestigiosi frequentati da nobili e da celebri uomini di cultura vennero ad essere trasformati in ospedali. Mentone ritornò ad essere città italiana dal 1940 fino al 1943 quando fu poi occupata dalle truppe tedesche. Nel 1945 tornò ad essere definitivamente francese. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale tutto quel bel mondo che aveva reso celebre Mentone e la Costa Azzurra era stato spazzato via. Dopo gli anni terribili della guerra non sarebbe stato più possibile rivivere quegli eleganti momenti. Il mondo era cambiato. Le dolci onde e le meravigliose spiagge assolate un tempo luogo accogliente per signore distinte e uomini raffinati, divennero la meta preferite dalle forza armate che all’epoca erano ancora di stanza nella regione francese. Pur non potendo più tornare ai tempi che furono, Mentone riscoprì la gioia di vivere. Il turismo, un nuovo turismo, tornò ad essere il volano principale della economia della città. Pur tuttavia alcuni tratti dell’antica gloria, del nobile passato di Mentone si possono ancora oggi scoprire. Un pizzico di austerità britannica mitigata dalla estrosità italiana e dallo stile francese, ancor oggi caratterizzano l’incantevole città.

 

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