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Legge 215/92 Imprenditoria femminile: focus su agevolazioni e
incentivi che dal '92 promuovono in Italia la creatività
d'impresa e il lavoro autonomo tra le donne, con risultati
incoraggianti in termini di startup innovative fondate da
giovani imprenditrici contro ogni stereotipo di genere.
L a Legge 215 del 1992 "Azioni positive per l'imprenditoria femminile" prevede facilitazioni per le imprese "in rosa", sia da avviare che già esistenti. Il Regolamento del 28 luglio 2000 e la Circolare esplicativa del marzo 2001 indicano le procedure per ottenere i finanziamenti.
Soggetti beneficiari Possono usufruire delle agevolazioni le piccole imprese a gestione prevalentemente femminile: -
per le ditte individuali il titolare deve essere donna -
per le società di persone e le cooperative almeno il 60% dei soci deve essere costituito da donne -
per le società di capitali almeno i 2/3 delle quote devono essere detenute da donne e l'organo di amministrazione deve essere composto da donne per almeno i 2/3.
Le piccole imprese devono possedere i seguenti requisiti: meno di 50 dipendenti; fatturato inferiore a 7 milioni di Euro o totale di bilancio inferiore a 5 milioni di Euro; indipendenza da imprese "partecipanti".
Finanziamento a fondo perduto e agevolato Una parte del finanziamento sarà concesso a fondo perduto (senza obbligo di restituzione) e una parte a tasso agevolato dello 0,5% da restituire in 10 anni.
Iniziative ammissibili I finanziamenti possono essere concessi nei settori industria, artigianato, agricoltura, commercio, servizi e turismo, per i seguenti motivi:
-
avvio di nuove attività -
acquisizione di attività preesistenti -
progetti aziendali innovativi -
acquisizione di servizi reali
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da parte di donne e ragazze in gamba.
Spese ammissibili Nel caso di avvio di nuove attività di acquisizione di attività preesistente e di realizzazione di progetti innovativi, sono considerate ammissibili le spese per: impianti generali; macchinari e attrezzature; acquisto di brevetti; acquisto di software; opere murarie e relativi oneri di progettazione e direzione lavori, studi di fattibilità e piani d'impresa. Nel caso di acquisizione di servizi reali, le spese ammissibili sono quelle sostenute per l'acquisto di uno o più servizi forniti da: imprese e società anche cooperative iscritte al registro delle imprese; enti pubblici e privati con personalità giuridica; professionisti iscritti ad un albo professionale. I beni possono essere acquisiti direttamente o tramite leasing e devono essere tutti di nuova fabbricazione esclusi quelli rientranti nell'acquisto di attività preesistente.
Spese non ammissibili Acquisto di minuterie ed utensili di uso manuale comune; spese per manutenzione ordinaria; acquisto di beni di uso promiscuo (ad es. personal computer portatili, autovetture, cellulari, ecc); scorte di materie prime, semilavorati e materiali di consumo; acquisto di terreni e fabbricati; beni usati (ad eccezione del caso di acquisto di attività preesistente; avviamento; mezzi targati di trasporto merci.
Entità delle agevolazioni L'aiuto concesso dalla legge 215 dipende, oltre che dall'investimento, anche dalla regione in cui si realizza il programma, dalla suddivisione delle spese tra le diverse tipologie, dal momento temporale. Nel territorio piemontese ad esempio, le agevolazioni prevedono contributi in conto capitale fino a un massimo del 15% degli investimenti considerati ammissibili. In alternativa le imprese possono optare per il regine "de minimis" con il quale è prevista una agevolazione massima pari al 50% delle spese ammissibili.
Criteri di priorità Per l'erogazione dei contributi sono stati individuati dei criteri di priorità nuovi occupati rispetto agli investimenti ammessi; nuova occupazione femminile rispetto agli investimenti ammessi; nuovi investimenti rispetto agli investimenti totali; partecipazione femminile nell'impresa; certificazioni ambientali e/o di qualità e programmi finalizzati al commercio elettronico. Le graduatorie vengono poi articolate in macro-settori: agricoltura; manifatturiero e assimilati; commercio, turismo e servizi .
Domande La legge 215 opera con un meccanismo, detto “a bando?. Ciò vuol dire che il Ministero dello
sviluppo economico dichiara che è possibile presentare domanda di contributo, a partire da un determinato giorno e fino ad una data di chiusura termini. Le domande per ottenere le agevolazioni devono essere presentate alla propria Regione entro le date previste dai bandi.
Tempi tecnici
Le graduatorie delle aziende che hanno ottenuto il finanziamento sono emesse entro 90 giorni dalla scadenza del termine del bando e sono predisposte dalla Regione o dalla Provincia Autonoma di competenza e pubblicate dal Ministero delle Attività Produttive sulla Gazzetta Ufficiale. Ciascuna amministrazione adotta e comunica i provvedimenti di concessione alle imprese entro 30 giorni da tale pubblicazione.
Erogazione dei contributi I contributi vengono erogati in due quote sul conto corrente aziendale: la prima quota, pari al 30% del contributo, viene erogata in corrispondenza della realizzazione del 30% dell'investimento o anticipata; la seconda quota, pari al saldo del contributo, viene erogata in corrispondenza della completa realizzazione dell'investimento (non oltre 24 mesi successivi alla data del decreto di concessione del contributo).
Cosa fare
Tutta la documentazione è obbligatoria, le domande incomplete sono rigettate. Occorre usare solo la modulistica originale del Ministero.
I documenti necessari per richiedere le agevolazioni sono: Modulo di richiesta delle agevolazioni: contenente i principali dati ed informazioni sull'impresa proponente e sul programma di investimenti; Scheda tecnica: in cui è presente la descrizione dettagliata dell'iniziativa proposta ed i relativi dati economico-finanziari; Certificato di iscrizione presso il registro delle imprese della competente Camera di Commercio, corredato dalla dicitura antimafia (documentazione non richiesta per le imprese individuali non ancora iscritte, al momento della presentazione della domanda, nel Registro delle imprese). Disponibilità dell'immobile: l'impresa, al momento della presentazione della domanda, deve dimostrare di possedere già i locali dove esercitare l'attività. I principali titoli di disponibilità sono: locazione, comodato, concessione demaniale, proprietà, assgnazione di area ASI ma anche compromesso d'acquisto o promessa di vendita. Attenzione: tutti i contratti devono essere registrati prima di presentare la domanda.
Destinazione d'uso: al momento della presentazione della domanda i locali dove sarà esercitata l'attività devono già avere la giusta destinazione; ad esempio un negozio di frutta e verdura potrà operare solo in locali la cui destinazione sia commerciale (e non ad esempio magazzino) oppure un albergo potrà operare in un'area con destinazione ricettiva e non in un immobile adibito ad abitazione. La destinazione d'uso si può dimostrare solo con un certificato del comune oppure una perizia giurata. È comunque da allegare tutta la documentazione di corredo: preventivi, planimetrie, computo metrico, curriculum dei soci.
Informazioni: Sito del Ministero delle Attività Produttive www.sviluppoeconomico.gov.it
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