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SIVIGLIA - INFORMAZIONI E GUIDA.
La città simbolo dell'Andalusia è disarmante e ti seduce. Il suo centro storico,
frutto di diverse dominazioni e arricchito dal commercio con
il nuovo mondo, è dominato da una colossale cattedrale
gotica, insieme a un mix di splendidi palazzi Mudéjar,
chiese barocche e tortuosi vicoli medievali. Dopo
l'imbrunire si sentono gli echi del flamenco... Benvenuti
nella nostra guida della città, 120 pagine di informazioni.
di Massimo Serra
La città
di Siviglia è uno dei simboli della Spagna nel
mondo. Con una popolazione di circa 700 mila abitanti
è per grandezza la quarta città del paese dopo
Madrid,
Barcellona
e
Valencia.
L'ex "Porto e porta delle Indie" è uno di quei luoghi
che è entrato nel nostro immaginario "esotico" pur essendo
in Europa. La capitale dell'Andalusia
è una città dal carattere forte, che mezzo mondo
sogna prima o poi di visitare. Per una città come questa,
la parola "sogno" è calzante. Fondata al termine
delle Guerre Puniche da Scipione l'Africano,
la città di
Velasquez, di Murillo, di
Traiano, di Don Giovanni e Figaro,
il famoso Barbiere di Siviglia, della Carmen
e del
Flamenco, riesce a conquistare
il cuore di chi la visita, in tanti modi diversi.
Tutto
quello che bisogna fare per provare a catturare lo spirito
di Siviglia
è camminare per le sue strade trafficate in ogni momento: la
città
è una splendida scena teatrale, quasi irreale, un set
fotografico o, perchè no, cinematografico continuo. Famosa
per le sue feste e la sua cultura, dove il sole splende quasi
300 giorni all'anno, Siviglia è tra le città più calde (e umide)
d'Europa con una temperatura media di 19 gradi centigradi (a
gennaio la temperatura media è di 16 gradi!). Risulta una destinazione
perfetta per un fine settimana o un week-end (ma per approfondire
anche una settimana andrebbe bene). La necessità di difendersi
dal caldo estivo ha influenzato notevolmente struttura delle
vecchie case sivigliane, segnate ancora dall'impronta romana
e araba, che si dispongono attorno a un'area centrale - un grande
patio con un solo ingresso -sulla quale si affacciano
camere e zone comuni (bagno, fontana, lavatoio) e una fontana
al centro.
Siviglia
è adagiata lungo il corso del fiume
Guadalquivir,
fiume che i romani chiamavano Betis, che la collega all'Oceano
Atlantico a 70 chilometri di distanza. La metropoli andalusa
offre un meraviglioso mix architettonico, frutto del successivo
passaggio di greci, fenici, romani, arabi e cristiani e dalla
prosperità e dal commercio con le terre americane appena scoperte
da Colombo, che qui è sepolto. La città possiede l'unico
porto fluviale di tutta la Spagna e il suo fiume è l'unico navigabile
del paese. Qui arrivavano l'oro e l'argento delle americhe e
tutte le merci preziose del "Siglo de oro", il Secolo
d'oro (che va dalla nascita dell'Impero Spagnolo nel 1492
alla metà del Seicento) che avrebbe cambiato i connotati di
Siviglia, della Spagna e dell'intera Europa (si pensi solo ai
possedimenti spagnoli in Italia). Si pensi solo alle abitudini
alimentari europeee cambiate per sempre dall'importazione di
piante dal Nuovo Mondo: la patata, il mais e i
fagioli, divennero in Europa alimenti base, così come
la manioca in Africa; anche il pomodoro, il
peperone, il cacao, l'ananas, le arachidi,
le zucche e il tabacco si diffusero velocemente.
Queste nuove piante vennero viste, con meraviglia e curiosità,
per la prima volta in Europa, negli empori di Siviglia. Il sivigliano
Nicolás Bautista Monardes, medico e botanico (1507-1584)
ebbe un ruolo fondamentale sia nella diffusione sia nell'acclimatazione
di queste piante e il suo trattato Historia medicinal de
las cosas que se traen de nuestras Indias Occidentales divenne
un punto di rifermento per i botanici europei.
I simboli di questa
bella diversità sivigliana sono tanti: l'immensa
Cattedrale di Santa
Maria della Sede, la
Torre della Giralda,
il minareto dell'antica moschea su cui è stata costruita, e
naturalmente il palazzo e i giardini del
Real Alcazar,
costruito dagli arabi e ristrutturato dai re cattolici in seguito.
Oltre a questi monumenti immensi, Siviglia presenta anche e
soprattutto un assortimento di quartieri tradizionali e moderni,
in cui è bene perdersi, tra piazze monumentali come la
Plaza de España
o piazze decorate con fontane e aranci, luoghi bohémien come
Alameda de Hércules,
porte e finestre colorate, vicoli lastricati e patii verdi e
fiancheggiati da azulejos. Non appena la temperatura cala, la
città si veste a festa e invita ad un'atmosfera giocosa e rilassata
e godereccia (non solo di flamenco; vedere al riguardo
il
Museo del Ballo Flamenco)
negli innumerevoli bar di
tapas che illuminano le sue strade per incontrare una popolazione
che, a volte, sembra vivere all'aperto.
Alla
vigilia della Settimana di Pasqua, la
Semana Santa, i turisti provenienti da tutto il mondo sono
in fila per visitare i musei e i monumenti che si erano
segnati in una guida (magari questa) prima di partire. Ma in
quella settimana i monumenti lasciano il posto alle processioni
e ai "pasos", i carri processionali, con le madonne e
i cristi, che si susseguono per le strade del centro storico
e il profano che lascia il posto al sacro. Quasi il 30% degli
abitanti appartiene a una delle 60 confraternite che in questi
giorni percorrono le vie, spesso scalzi, cantando canzoni e
portando enormi figure religiose placcate d'oro. Considerando
che gli abitanti della città sono 700 mila, sono 210 mila sivigliani
coinvolti...Ecco, questo solo per dirvi quanto le tradizioni
e il passato siano ancora parte del vivere quotidiano di questa
gente, nonostante internet, le macchine elettriche e WhatsApp.
Le celebrazioni di questa importante festa sono un retaggio
dei riti penitenziali delle confraternite medievali e conserva
lo spirito barocco della Confroriforma. Le origini delle
processioni restano dubbie, qualcuno avanza l'ipotesi che tutto
cominciò nel 1520, quando il primo marchese di Tarifa organizzò
una Via Crucis che partiva dalla sua dimora (l'odierna Casa
de Pilatos).
Lo spirito mistico
di questa città, sempre intenso, oltre alla Semana Santa
si manifesta anche attraverso altre importanti celebrazioni,
quali il Corpus Domini (EI Corpus), le Cruces de Mayo
(che trae origine dal ritrovamento da parte di Santa Elena della
croce sulla quale morì Gesù Cristo), El baile de los Seises
(un gruppo di dieci bambini che eseguono una danza sacra davanti
al Santissimo Sacramento della Cattedrale di Siviglia). Alla
parentesi mistica della Semana Santa segue quella festaiola
e godereccia della
Feria de Abril.
Ma se non avrete
l'occasione di venire da queste parti in questi momenti non
c'è problema, Siviglia è bella tutto l'anno, e ci sono sempre
innumerevoli manifestazioni in calendario. Oltre alle sue bellezze,
la
gastronomia è un punto cruciale di questa città, che non
passa inosservato (come potrebbe). Visitare un ristorante e
assaggiare "le
tapas" è indimenticabile. Così come non bisogna dimenticare
che questa è la città di tanti illustri personaggi, oltre
che di Velasquez e di Cristoforo Colombo, dei
poeti e scrittori Gustavo Adolfo Bécquer, Luis Cernuda,
Antonio Machado, dell'altro poeta premio nobel per la
letteratura Vicente Aleixandre e dell'altro grande pittore
Esteban Murillo, del sivigliano acquisito
Zurbarán, degli imperatori Traiano e Adriano
solo per citarne alcuni.
Città d'arte e di storia, Siviglia, che fu per due volte capitale
- prima sotto la dinastia della dinastia berbera degli Almohadi,
poi sotto il regno dei Re di Castiglia e León nel 1248 - è stata
in grado di arricchirsi culturalmente e finanziariamente. Ogni
quartiere e persino ogni angolo di strada contiene un tesoro
architettonico. Oggi, tracce dell'epoca almohade sono ancora
visibili e danno un po' più scintille a questa città già abbagliante.
Per molto tempo, Siviglia ha attratto e ispirato molti artisti,
scrittori, musicisti, compositori. Inoltre, è diventata la
Ciudad de Ópera, la "Città dell'Opera". Ne parleremo
nel seguito di questa guida.
C'è
qualcosa nell'aria sivigliana, uno strano e particolare senso
esotico (almeno per me), dove anche la tauromachia e
la passione per le corride, la religione, il flamenco
e le feste civili fanno parte di un unico scenario che non
può lasciare indifferenti. Se a questo si aggiungono gli
aromi delle strade, i profumi degli aranci e dei giardini,
nascosti nell'ombra di patii di antiche dimore, allora beh,
basta chiudere gli occhi un minuto (provate quando sarete da
queste parti) e vedere oltre le cose che si vedono. La
sensazione è una città quasi irreale, in festa anche quando
non lo è
La
chiave del leggendario e romantico fascino di Siviglia si trova
anzitutto nei suoi incredibili e quasi irreali monumenti musulmani
(sembra di essere riportati indietro con una macchina del tempo
e contemporaneamente in un set di un film o in una storia
narrata da Sherazade). L'Alcázar
è una immensa reggia degli emiri arabi, con i suoi patii marmorei,
le pareti colorate di mosaici, i soffitti intagliati in legno
e scavati in ingegnose "stalattiti", i giardini incantati e
inestricabili; siamo in Europa ma sembra l'oriente. La Giralda
ora racchiusa tra gli edifici della cattedrale, è il punto di
riferimento di tutta la città, guardate in alto e sarà impossibile
perdersi. Ma anche se ci si perdesse poco male, tra i palazzi
dalle commistioni moresche come la
Casa de Pilatos
e la Casa del Duca D'Alba (Palacio
de las Dueñas), che mostrano l'essenza (o le
essenze) di questo luogo; il tutto fa pensare a uno scenario
(lo so è scontato!) da Mille ed una notte.
Il
primo impatto quando si arriva a Siviglia è quello che si può
avere giungendo in una tipica grande città con strade larghe
e trafficate. Ma tutto cambia quando si comincia a girarla a
piedi scoprendone i moltissimi vicoli che costituiscono il centro
storico. L'aeroporto
di Siviglia è abbastanza vicino al centro
ed è ben servito dalle compagnie aeree low cost; i collegamenti
aerei a basso costo ne hanno fatto la meta ideale anche per
un semplice fine settimana.
L'aeroporto San
Pablo di Siviglia (SVQ) dista circa 10 km a nord-est della
città. Potete arrivare in centro in autobus o in taxi. Ovviamente
i taxi sono il mezzo più veloce se si raggiunge un indirizzo
preciso e ci impiega dai 15 ai 20 minuti a seconda del traffico
e della distanza dall'aeroporto. Il costo non dovrebbe superare
i 20-25 euro. Potete condividere il taxi anche con qualcuno
che va in centro, così da divedere la spesa. I taxi li trovate
subito all'uscita del teminal arrivi. Non ci si può sbagliare.
Gli autobus verso il centro in ogni caso partono dalle 5.20
del mattino fino all'1.25 di notte. Il biglietto si compra a
bordo e il tragitto dura circa mezz'ora. Potete prendere l’autobus
per il centro città dalle 5:20 all’01:15 tutti i giorni (per
il ritorno calcolate per sicurezza almeno un'ora e mezzo prima).
Per gli orari e i prezzi vedere il sito della locale compagnia
di autobus (Tussam).
Vedere anche
Orari arrivi e partenze Aeroporto di Siviglia.
Durante il mio ultimo
viaggio a Siviglia, il terzo, ho imparato o meglio, capito,
la personalità dei quartieri, alcune leggende che nascondono
griglie e cancelli sigillati, nonché alcuni angoli un po' pazzi.
È proprio per questo che viaggiamo, ci muoviamo e respiriamo,
per imparare, o no? Un fine settimana non è sufficiente per
conoscere Siviglia in profondità, ma è bello stare qui anche
per pochi giorni e migliorare il proprio taccuino dei ricordi
con nuove conoscenze ed esperienze.
Un
buon modo per avere una prima idea generale della città è quella
di percorrerla in carrozza, anche se questo può sembrare troppo
turistico, ma non lo è. Si tratta di un modo gentile, calmo
e rilassato di vedere una carrellata di luoghi che spesso non
si ha il tempo ne la pazienza di vedere tutti; il percorso è
piacevole e utile per capire rapidamente come è strutturata
Siviglia e quali attrazioni offre a il il costo non è eccessivo.
Capoluogo
di una delle regioni storiche della Spagna, l'Andalusia,
Siviglia è situata nel Sud della Penisola Iberica, tra
Cordova,
Huelva
e
Cadice,
da cui dista rispettivamente 141, 94 e 123 chilometri. L'incredibile
commistione di popoli e nazionalità diverse che ha vissuto nei
secoli questo territorio, ha lasciato un segno indelebile nell'arte,
nell'architettura, nel folklore e nella cucina locale.
"Chi non ha mai
visto Siviglia non ha mai visto una meraviglia", dice un
famoso detto spagnolo. Machado aveva ragione, come Bécquer e
Cernuda, non c'è niente come Siviglia.
Come
potete vedere ci sono innumerevoli ragioni per visitare questa
città. Impossibile elencarli tutti. Come ho scritto su, il solo
pensiero che qui Cristoforo Colombo (o Colón per
gli spagnoli), si preparava per partire per quelle
che pensava sarebbero state le Indie, mi mette sempre i brividi.
Preparava il suo equipaggio, le sue "caravelle" con le provviste
e tutto il necessario per andare verso l'ignoto e fortificava
le sue speranze per un viaggio che, a quell'epoca, aveva molte
possibilità di essere senza ritorno.
Sbagliò
strada, ma tutti sanno che fu il più felice degli errori (o
infelice, dipende dai punti di vista). Per chi ama la storia
come me, parlare dell'Archivio
delle Indie è come parlare del Sancta
Sanctorum. Si tratta di un edificio che ospitava l'ex mercato
di Siviglia e dalla fine del XVIII secolo ha probabilmente la
più grande collezione di documenti vitali per comprendere la
scoperta dell'America, la colonizzazione e anche le avventure
dei grandi marinai.
La
cosa migliore è che oltre ad ammirare un magnifico interno dove
la scala principale è un'autentica opera d'arte in marmo, contiene
una collezione di documenti che viene utilizzata in mostre molto
interessanti che spiegano e cercano di svelare il rapporto tra
Spagna e America, così come gli avatar di personaggi cruciali
di quell'epoca, come i "Conquistadores" Pizarro, Hernán
Cortés, l'esploratore Alvaro de Mendaña, l'eploratore
e conquistatore Núñez de Balboa, il comandante della
spedizione di Magellano, Juan Sebastián Elcano,
Bartolomé de Las Casas, il monaco domenicano strenuo
difensore degli indios, solo per citare i più noti.
Non molto distante da Siviglia, a Palos de la Frontera
nella provincia andalusa di Huelva, in particolare nella
località di La Rábida, nel museo locale, presentano una
narrazione diversa di questa epopea storica, dove la conquista
è stata pacifica e non ci sono prove di massacri, stupri e altre
barbarie durante l'arrivo nel Nuovo Mondo degli spagnoli e degli
altri europei (ma non andò esattamente così). Si può anche tornare
indietro nel tempo e salire sulle repliche delle tre caravelle.
Si
amavano.
Pativano la luce, labbra azzurre nell'alba,
labbra ch'escono dalla notte dura,
labbra squarciate, sangue, sangue dove?
Si amavano in un letto battello, in mezzo fra notte e luce...
Con questi versi il
poeta di Siviglia, Premio Nobel per la letteratura, Vicente
Aleixandre, comincia una delle sue poesie più belle. Il
poeta parla sempre, continuamente, tra le righe, della sua città
solare, quello che fu il più grande porto della Spagna e dell'impero
spagnolo, ma che oggi, come spesso succede, visto il delta di
terra prodotto dal fiume Gadalquivir, sta lontano dal mare.
Lo si percepisce solamente il mare, nei miraggi delle strade
cotte dal sole d'estate.
Siviglia,
come detto, è collegata al mare attraverso il fiume Guadalquivir,
che è navigabile per lunghi tratti. Nonostante si trovi 70 km
nell'entroterra andaluso per tre secoli rimase il porto principale
del paese, l'unico autorizzato al lucroso commercio con le colonie.
Vi starete chiedendo come mai la città godette di questa caratteristica.
Al riguardo c'era un motivo di carattere difensivo e strategico.
La città nell'entroterra si poteva difendere meglio dagli assalti
dei nemici della Spagna, i pirati barbareschi, i francesi e
soprattutto gli inglesi. Con la scoperta dell'America
qui si stabilì la Casa de Contratación, un organismo
commerciale che deteneva il monopolio dei rapporti economici
con le colonie americane. Le enormi ricchezze accumulate in
questo periodo fecero della capitale andalusa la città più
ricca e cosmopolita del Paese, e della Spagna il paese più
potente d'Europa. Il '500 venne chiamato anche per questo il
secolo d'oro, il Siglo de Oro. In questo periodo fu fondata
l'Università e la popolazione aumento a circa 150 mila
abitanti, tra le più popolose d'Europa.
I
quartieri della città hanno la loro personalità molto spiccata
e rivendicata: Santa Cruz,
Triana,
L'Arenal, Alameda, La Macarena, La Magdalena,
Nervión, Heliópolis, Los Remedios. Tra
i quartieri più popolari il più caratteristico è il
Barrio de Santa Cruz
costituito da piccoli vicoli su cui si affacciano bianche case
con le finestre ornate da fiori e chiuse da grate, per apprezzarne
a pieno tutto il suo fascino. Qui si trovano alcuni dei monumenti
più rappresentativi della città, a cui abbiamo già accennato
come l'Alcázar,
cioè il palazzo Reale (in precedenza fortezza araba) e
la
Giralda...Continua
a leggere sui
Quartieri di Siviglia.
Tra
tutti i profumi e gli odori, quello simbolo di Siviglia è quello
dei fiori d'arancio e accompagna il nostro olfatto su e giù
durante le peregrinazioni per le strade nella capitale andalusa.
Qui si vantano, e c'è il fondato motivo di credergli, di essere
la città che ha più alberi di arancio al mondo. Chiunque
arrivi qui è sorpreso dal fatto che nelle sue vie ci sono circa
40.000 alberi di arancio. Ma da dove deriva questa consuetudine
dell'arancio? Ci sono teorie e ipotesi sul perché di questa
caratteristica che colora di arancione la città. Se siete interessati
continuate a leggere l'articolo
Siviglia, città delle
arance.
Il
barrio di Santa Cruz, antico getto ebraico (vedere anche
l'articolo
La Siviglia Ebraica),
è anche il luogo dove si trova la casa, di fantasia
di Don Giovanni, il personaggio del capolavoro di
Mozart, tratto a sua volta da una precedente opera teatrale
di Tirso de Molina, che ha come protagonista il personaggio
di Don Juan Tenorio. Nell'opera di Mozart, sulle scale
di una casa di questo quartiere, donna Anna insegue (cantando
naturalmente) Don Giovanni. Sopraggiunge il Commendatore padre
della signora che vuole difendere l'onorabilità della figlia.
Seguono il duello tra Don Juan e il Commendatore e la morte
di quest'ultimo.
Il Don Giovanni non
è solo uno dei grandi capolavori del genio di Wolfgang Amadeus
Mozart, ma anche della storia della musica e della cultura occidentale.
Il perfetto equilibrio tra tragedia e commedia, l'esatta definizione
musicale e drammatica dei suoi personaggi in tutta la loro complessità,
lo scontro tra l'universo dell'alta morale e l'opposizione titanica
del protagonista, sono solo alcuni degli aspetti che hanno reso
quest'opera irripetibile, irraggiungibile, come lo stesso Mozart.
I due grandi contributi spagnoli alla mitologia e alla letteratura
universale sono stati Don Chisciotte e Don Giovanni (Don Juan),
entrambi con caratteristiche tragicomiche, entrambi molto ambigui,
essendo profondamente umani come la loro leggenda immortale,
che rimarrà. Migliaia di pensieri sono stati scritti sull'opera
don Giovanni, perché ammette innumerevoli letture, per lo più
contraddittorie, è un capolavoro che sfugge continuamente, che
se si cerca di definirla, l'unica cosa che si ottiene è limitarla.
Questa opera ha il grande privilegio di avere una vita scenica
ininterrotta, nel periodo romantico immediatamente successivo
fu molto apprezzata, per Gioacchino Rossini per esempio
era la sua particolare bibbia e lo stesso Richard Wagner
la definì "l'opera delle opere". Scrittori come
Goethe,
Byron, Hoffmann e
Flaubert lo elogiarono
con grande passione, Kirkegaard la prese come riferimento
per i suoi scritti sull'eros, e non solo, molti compositori
come
Beethoven,
Chopin
e
Liszt
crearono variazioni delle principali melodie dell'opera.
Quando camminate per queste strade, forse vi verrà in mente
anche qualche nota di questo capolavoro. Se questo accadrà ne
sarò particolarmente felice.
Prima
o poi, camminando per le strade di Siviglia, poco dopo essere
arrivati, ci si imbatte nell'immensità della Cattedrale.
Un impatto visivo che a voler trovare un giusto aggettivo si
potrebbe definire stupefacente. Poche volte infatti si rimane
così colpiti da un monumento, dalla mole enorme di questo edificio
dal colore tenue che si staglia nel cielo, quasi sempre azzurro
da queste parti avare di pioggia. Arrivando dalla Plaza Nueva,
lungo Avenida de la Constituciòn, si comincia a vedere
questa imponente costruzione, che diventa sempre più maestosa
e grande, mano a mano che ci si avvicina, sino a quando giunti
sotto di lei ci si sente infinitamente piccoli.
Eretta
tra il 1401 e il 1506, dove un tempo sorgeva la principale moschea
almohade della città, è la più grande cattedrale gotica
del mondo, la terza chiesa più grande della cristianità dopo
San Pietro
a
Roma
e
Saint Paul
a
Londra;
se vi troverete a vederla capirete il perché sia considerata
la chiesa più bella di Spagna. Lo stupore per questa costruzione
è destinato a crescere nel momento in cui si accede al suo interno;
volte altissime e vetrate enormi con splendidi mosaici coloratissimi,
che innescano stupendi giochi di luce, arricchiscono i numerosi
capolavori contenuti nella chiesa, tra i quali L'immacolata
Concezione di Esteban Murillo. Colpiscono tantissimo
il grandioso retablo dell'altare maggiore e il Monumento
funebre a Cristoforo Colombo. Se dall'esterno la cattedrale
può sembrare grande, dall'interno questa percezione diventa
ancor più reale; pensate che il corpo centrale è lungo 130 metri
e largo 74 metri, conta 54 cappelle e 80 altari, disposti lungo
le cinque navate! Nella Sacristia Mayor è raccolto e
custodito il tesoro della cattedrale che può essere ammirato
durante l'orario di visita.
Del tesoro fa parte
la più famosa e forse la più bizzarra reliquia in Spagna le
Tavole Alfonsine, riempite da più di 200 pezzi di denti
e ossa, che sarebbero appartenute a Alfonso il Saggio
(Alfondo X di Castiglia), e utilizzate in seguito da monarchi
e condottieri spagnoli come una sorta di amuleto che dava forza
e energia in battaglia. Per non confondersi, il termine Tavole
Alfonsine si riferisce anche alle famose tavole astronomiche
scritte da studiosi ebrei di
Toledo
nel XIII secolo e poi usate estensivamente sia da Colombo, che
da Copernico a
Cracovia.
Per chi volesse approfondire leggete l'articolo sulla
Cattedrale di Siviglia.
A
fianco alla cattedrale ecco la Torre della Giralda, alta
100 metri che si vede da quasi tutta la città, e diventa un
punto di riferimento unico in caso vi perdiate nelle strette
stradine del centro. Questo ex minareto, ora torre campanaria
della cattedrale, fu costruito sotto i regnanti arabi Almohadi
dal 1172 al 1195, solo 50 anni prima della conquista della città
da parte dei cristiani. Il minareto è la torre, presente
in quasi tutte le moschee, dalla quale il muezzin cinque volte
al giorno chiama alla preghiera i devoti musulmani. Con un po'
di immaginazione si possono forse ancora sentire gli echi del
muezzin. Fu trasformata in campanile successivamente con l'aggiunta
della guglia terminale (il finale a punta). Da questa
splendida torre si gode una splendida vista su tutta la città.
Troverete in qualche punto anche delle iscrizioni romane, frutto
di materiale che venne recuperato dalla città romana per la
costruzione dei nuovi monumenti della città musulmana. Una particolarità
ulteriore è che furono costruiti altri due minareti simili alla
Giralda in Marocco, uno a Rabat e uno a Marrakech.
La Giralda si sale percorrendo una rampa a spirale e senza gradini,
abbastanza larga da permettere a suo tempo a Ferdinando III
di salirci a cavallo dopo la conquista del 1248...Continua
a leggere sulla
Torre della Giralda.
Di
fronte alla cattedrale si trova il Real Alcàzar di Siviglia,
ovvero l'antico palazzo reale; di chiaro stile moresco, il palazzo
venne ampliato dai re cristiani, che lo adibirono a loro dimora.
È una costruzione formidabile, che racchiude nel suo perimetro,
oltre a splendide sale e patios, anche un magnifico giardino
ricco di vegetazione e fontane (immaginate la maestria degli
ingegneri idraulici di tanto tempo fa, che sono riusciti a creare
questo giardino rigoglioso in cui il sistema di irrigazione
stesso è un'opera d'arte); l'entrata è chiaramente a pagamento,
ma i sono soldi spesi più che bene! Si entra dalla Puerta
del Leon (porta del leone) e dopo aver attraversato il patio
omonimo, ci si trova di fronte alla facciata del palazzo. Prima
di accedervi, andate a visitare il Cuarto dell'Almirante
(l'appartamento dell'ammiraglio), che si trova in fondo al cortile
sulla destra; la sala è molto particolare, forse perché completamente
decorata con preziosi arazzi.
Al piano superiore
ci sono gli appartamenti reali. Dal Patio del Leòn si accede
al palazzo attraversando uno splendido portale in stile mudèjar.
Dopo, un passaggio rettangolare conduce al suggestivo Patio
de las Doncellas, delimitato da un lungo colonnato formato
da 52 colonne appaiate, che danno un bel colpo d'occhio. Da
qui si inizia la visita alle varie sale del palazzo, che si
susseguono.
Partendo dal lato
nord si entra nel Salon de Carlos V, caratterizzato da
un soffitto a cassettoni. A seguire ci sono le tre sale che
costituiscono l'appartamento di Maria Padilla; a destra
si trova poi una lunga sala da pranzo, anch'essa con un soffitto
a cassettoni. Quindi si entra nel Salòn de Embajadores,
che è una piccola perla: di forma quadrata e in stile arabo,
ha una cupola decorata con arabeschi e stalattiti dorate; si
passa quindi alla Stanza di Filippo II, attraverso il
quale si giunge al Patio de las Munecas. Proseguendo
la visita, verso il lato Sud, si entra nel Cuarto de los
Principes che ha tre splendidi soffitti di legno completamente
intagliati, per poi, superato il Dormitorio de los Reyes
Moros, ritrovarsi al Patio de Leòn, da cui si è partiti.
La visita all'Alcazar dura qualche ora e rimarrà certo nella
vostra mente per le geometrie perfette, i colori, le vedute
prospettiche, gli intarsi nel legno, la perfetta armonia tra
stile arabo e cristiano, il lusso dei Bagni del Sultano
immersi nel giardino.
Usciti
dall'Alcàzar ritornate su Avenida de la Constitucìon
e andate verso sinistra, tenendo la cattedrale alle spalle,
sino ad una piccola piazza; qui prendete la strada sulla vostra
destra sino a giungere sul Canale, quindi fatte poche decine
di metri verso sinistra arriverete alla Torre dell'Oro.
Particolarmente affascinante di sera, perché illuminata dalle
luci della strada che si riflettono nel canale, la torre, eretta
dagli arabi nel 1200, un tempo era collegata all'Alcàzar da
mura di fortificazione, di cui non rimane oggi, purtroppo, più
traccia. La torre era chiamata così per l'effetto creato
dal suo scomparso rivestimento di
azulejos dorate...Per
approfondire leggete l'articolo sulla
Torre dell'Oro.
Seguendo
il canale, lasciandosi alle spalle la Torre dell'Oro, si incontra
il Ponte di San Telmo; giunti qui, attraversando i giardini
che si hanno di fronte e costeggiando, prima sulla destra il
Palazzo di San Telmo (edificio Barocco, costruito tra il
1682 e il 1796, che ospita la Presidencia de la Junta de
Andalucía) e dopo, sulla sinistra la maestosa Università,
ex
Manifattura Tabacchi, si arriva in una piccola piazza, nella
quale spicca la Statua del Cid Campeador, condottiero
spagnolo, figura leggendaria della Reconquista spagnola
e signore di
Valencia
verso la metà dell'anno 1000. L'antica manifattura tabacchi
del XVIII secolo dalla facciata barocca, oggi sede dell'Università,
è il luogo dove faceva la sigaraia
Carmen, il romantico personaggio
creato da Mérimée
e ripreso dall'opera di
Bizet.
Carmen
era una gitana sensuale, incostante, volubile e libera descritta
nel romanzo scritto da Prospèr Mérimée nel 1845. Carmen è l'emblema
di una donna attraente e seducente, la cui passione la porterà
a una tragica fine. Scritto in prima persona, parla della presunta
confessione che un ex soldato condannato a morte fece a Mérimée
alla vigilia della sua esecuzione. Il sergente Don José
incontra una bella zingara quando la porta in carcere a causa
di una lotta con un collega; nel tentativo di lasciarla sfuggire
viene scoperto e, degradato, condannato a un mese di carcere.
Dopo aver scontato la pena don José, dopo molti eventi, accetta
di vivere nel crimine e diventa un contrabbandiere per essere
vicino a Carmen.
Ma
Carmen si stanca presto di questa unione, comincia a trattarlo
con disprezzo e finisce per innamorarsi di un altro uomo, il
picador Lucas. Don José non si rassegna e finisce per ucciderla.
Nasce così il mito di Carmen e dei generosi banditi, dei coraggiosi
toreri e dell'esotismo orientalizzante: un'immagine costruita
da occhi estranei che ancora oggi persiste nell'immagine di
Siviglia. Come è noto, il romanticismo, soprattutto in Francia,
ha reso il viaggio in Spagna attraente. All'inizio del XIX secolo,
emerse la nuova tipologia del viaggiatore romantico. Era necessario
inventare una serie di paradisi perduti, e non c'era un posto
migliore dell'Andalusia per questo. L'immagine della Spagna
si rinnovò, ma per ricadere nel letargo del luogo comune e del
cliché.
Carmen è stata rappresentata nella danza, nel cinema e nel
teatro ma deve la sua fama all'opera, che fu presentata il 3
marzo 1875 (e fu un moderato fallimento), composta dal maestro
francese Georges Bizet. L'opera era basata sull'omonimo romanzo
di Merimée, che riproduceva i luoghi comuni delle donne andaluse
e che Bizet inconsapevolmente immortalò.
Carmen rappresenta uno dei miti femminili più esportati ed esportabili
della storia. La sigararia zingara, voluttuosamente bella, che
faceva impazzire gli uomini, è uno dei grandi miti della città
di Siviglia. All'inizio, l'idea doveva essere quella di comporre
un'opera divertente. Tuttavia, dal momento stesso della scelta
della fonte letteraria, il tentativo umoristico fallì e l'opera
si trasferì rapidamente nel regno del dramma lirico. Ci sono
alcune differenze notevoli tra il romanzo e l'opera lirica,
come il fatto che le montagne e Gaucin scompaiono per lasciare
il posto a Siviglia e i suoi scenari. L'ultimo atto si
svolge nell'arena delle corride, la
Real
Maestranza, la Plaza de Toros, dove Carmen va
incontro alla morte.
Quasi di fianco all'università si trova l'Hotel
Alfonso XIII, il più famoso degli hotel di Siviglia costruito
per l'Esposizione Ibero-Abericana del 1929 in stile
neomudéjar.
A
questo punto dirigendosi verso destra, lungo Avenida Isabel
de la Catòlica, si approda nella bellissima Plaza de
España, uno degli spazi architettonici più spettacolari
della città, costruita in occasione dell'Esposizione iberoamericana
che si tenne a Siviglia nel 1929. La piazza, che si distingue
per il suo enorme padiglione semicircolare, è percorsa da un
canale e collegata con 4 ponti. Le 50 panchine rivestite di
azulejos rappresentano le province spagnole, mostra una
mappa della stessa e un dipinto che ne racconta le peculiarità
storiche.
La
piazza è riccamente decorata con mattoni a vista, marmo
e ceramica e si trova all'interno del Parco di Maria Luisa,
sede vera e propria dell'Esposizione del 1929 e di certo il
più bel parco di Siviglia, donato alla comunità a fine '800
dalla principessa Maria Luisa. Dentro il parco ebbe luogo
la famosa Esposizione iberico-americana del 1929 e lungo i suoi
viali furono eretti i padiglioni dell'Esposizione. Una curiosità.
Plaza de España fece da scenario al secondo episodio
della saga Guerre stellari La guerra dei cloni
di George Lucas. Nel film la piazza rappresenta
un palazzo nella città di Theed nel pianeta Naboo.
La piazza è stata usata anche come scenografia dei film "Lawrence
d'Arabia" del 1963, e del più recente "Il Dittatore"
con Sacha Baron Cohen (2012). Oggi è uno dei luoghi preferiti
per i locali e visitatori provenienti dall'estero.
Sulla
sponda opposta del fiume, rispetto alla Cattedrale, sorge il
quartiere di Triana, uno dei più amati dai sivigliani,
quartiere che è stato per secoli legato al fiume ed al mare.
Il quartiere è molto frequentato e numerosi sono i ristoranti
e i bar lungofiume. È una parte della città meno conosciuta
ma è molto interessante ed autentica. Un cenno infine al
quartiere della Macarena, nella cui Basilica è custodita
l'immagine della Vergine Speranza Macarena, che viene
portata in processione per la città durante la
Semana Santa,
nel periodo di Pasqua; è un immagine molto venerata dai sivigliani
e durante le processioni sfila in mezzo al fervore popolare.
Attraversando
il ponte di Triana, si raggiunge un altro dei mondi di Siviglia.
Il primo a gridare: "Terra!" durante la scoperta dell'America
non fu Cristoforo Colombo, ma un marinaio di questo quartiere,
Rodrigo de Triana, la cui statua ricorda oggi quel momento
leggendario. Un altro Rodrigo, in questo caso chiamato Bastidas,
è stato lo scopritore della Colombia e di Panama, così come
il fondatore della città colombiana di Santa Marta. Non
si può poi non menzionare Juan Belmonte, uno dei toreri
più famosi della storia. Per non parlare poi dei tanti musicisti
che hanno incarnato la musica andalusa, con personaggi come
Paquita Rico, Marifé de Triana, María Jiménez
solo per citarne alcuni. Insomma, non è strano sentire note
nell'aria in tutta Siviglia, ma in particolare da queste parti.
Passeggiando
sul Ponte Isabel II, noto come Ponte di Triana
si gode una bella vista del fiume. Attraversata l'altra parte
vedete subito una cappella dedicata a Sant'Anna dallo stile
"Plaza de España" di Siviglia, progettata dal suo stesso architetto,
Aníbal González. Poi ci sono due opzioni: o prendere
Calle Betis (molto colorata e fotogenica) a San Telmo
e vi fermate per una pausa per mangiare e bere qualcosa con
vista sul Guadalquivir o, molto meglio, andate oltre nel quartiere,
a partire dal suo mercato di alimentari, costruito sulla cima
di un vecchio castello che è stato usato per secoli come una
prigione dell'Inquisizione (Castillo de San Jorge). Poi potete
andare dritti alla via principale del quartiere, Calle San
Jacinto, vitale, pieno di gente e locali (il più famoso
è La Blanca Paloma, sempre pieno, soprattutto nei fine
settimana).
Tornando al fiume, si può dare un'occhiata alle botteghe dei
ceramisti, alla Chiesa di Santa Anna (costruita per ordine
di Alfonso X il Saggio) e poi entrare in Calle Betis.
Ora
è il caso di fermarsi a mangiare qualcosa
Dopo
tutte le vostre visite vi sarà venuta parecchia fame, soprattutto
sentendo gli odorini che arrivano dai ristornatiti, ma anche
dalle case private. Consiglio di farvi un giro nei bar tipici
"tapas bar", mangiatevi una frittura verace con le mani e bevete
un buon vino d'arancia. Potete incontrare dei luoghi parecchio
turistici ma difficilmente prenderete una fregatura (in questo
caso fatecelo sapere).
Vi consiglio in ogni caso due luoghi autentici e molto diversi
(ma ce ne sono tanti altri):
In Calle Mateos Gago, a pochi passi dalla Giralda, il
numero di bar è molto altro e avrete l'imbarazzo della scelta.
Di solito pieni perché hanno una clientela fissa, ma basta aspettare
un po'. Al numero 20 provate con La Goleta, famosa per il suo
vino d'arancia servito molto freddo in un barattolo di vetro,
accompagnata da una tapas.
Se vi piacciono le patatine fritte e il pesce fritto e non
volete spendere troppo, segnatevi questo indirizzo: Calle Santa
María la Blanca nº 32 esquina Puerta de la Carne nº2 (appena
sotto l'Hotel Puerta de Sevilla). La Freiduría Puerta de
la Carne riceve clienti sin dall'Esposizione iberoamericana
del 1929. Il motivo della sua fama e della sua longevità commerciale
è da ricercarsi nel fatto che in Andalusia viene servito uno
dei migliori fritti di pesce. Ci si serve da soli, si va al
banco e si sceglie tra la varietà di frittura. Una volta scelto,
si mette il tutto in un cono di carta che si può prendere dai
tavolini in terrazza o portaselo dietro. Naturalmente, si mangia
con le mani. Come dovrebbe essere! Una delizia.
Per approfondire l'argomento potete vedere le pagine
Cosa mangiare a Siviglia e
Cosa mangiare in Andalusia.
Infine
una curiosità sul simbolo della città che potete vedere nella
foto qui di fianco. Il piccolo disegno centrale rappresenta
una madeja, parola spagnola traducibile come matassa.
Quindi, come se fosse un rebus il significato è No Madeia
do, cioè No me ha dejado, in italiano, Non mi
hai lasciato. Questo emblema, fu dato alla città dal re
Alfonso X il Saggio, che visse tra il 1221 e il 1284,
il quale voleva in questo modo ricordare la fedeltà della città
nella lotta della Spagna cristiana contro quella mussulmana.
Della
Semana Santa e della sua importanza vi ho già parlato. A questa
fondamentale festa religiosa, subito dopo, in aprile
si contrappone una altrettanto importante festa laica, la
Feria
de Abril, una festa famosissima in
Spagna ma anche tra i turisti stranieri.
Durante la Feria de Abril,
esplode, è proprio il caso di dirlo, la Temporada, la
stagione della corrida. La
Plaza de toros
di Siviglia, la Real Maestranza de Caballeria, ha visto
i trionfi dei matador più famosi di Spagna, come Ordonez
e Dominguin, insieme a uno spettacolo passionale e cruento,
dove molti fanno il
tifo
per il toro, e dove le donne più belle dell'Andalusia armate
di ventagli vestono per l'occasione, los trajes de flamenca,
un trionfo di gale e sottogale, pettini a coda di pavone, scialli,
scollature, pois grandi come lune su tessuti fucsia, verde mela
e giallo limone. I ventagli sivigliani (gli abanicos
in spagnolo), bisogna saperlo, non servono solo a smuovere l'aria:
costituiscono uno squisito complemento alla conversazione e
perfino al lessico dell'amore. Un minimo gesto, un impercettibile
movimento possono celare gioie dell'animo o pene del cuore.
Se
vi recate a Siviglia d'estate, troverete un clima
caldissimo con temperature che raggiungano con molta frequenza
i 40/45 C°! Visitarla con queste condizioni climatiche è assai
pesante e vi consiglio di farlo indossando un copricapo per
evitare i colpi di sole, da cui il turista pensa sempre, erroneamente,
di essere immune. Il periodo migliore per una visita è la
primavera quando gli alberi d'arancio in fiore
profumano la città. Molto suggestivo è anche il periodo di
Pasqua, con le feste appena citate della
Semana Santa,
e della Feria de Abril, le processioni, i nazarenos,
le donne con i costumi tradizionali e i bambini elegantissimi.
Lasciatevi trasportare dalla musica e dalle tradizioni di Siviglia
Siviglia,
oltre ad una serie di straordinari siti storici, è una città
segnata dall'arte della sua gente. Sono cose che si capiscono
solo quando ci si perde in un assolo di chitarra spagnola nella
Juderia, il quartiere ebraico, in un "tablao" di flamenco
o guardando una partita del Siviglia o del Betis in TV in un
bar di una città divisa tra i colori delle due squadre bianco
e verde e bianco. Ecco perché, oltre a fare la mia "visita"
di questa città come chiunque altro, ho provato, anche se per
poco e lasciandomi un po' andare, a fare il sivigliano. Provateci
anche voi e magari diteci com'è andata.
La Siesta
La siesta non è un mito! L'intera città si addormenta
tra le 14:00 e le 17:00 o anche di più durante la stagione calda.
Ovviamente è necessario abituarsi, alcuni non avranno problemi,
mentre altri cercheranno un po' di freschezza nei parchi, all'ombra
degli aranci. I pasti sono anch'essi scaglionati: la colazione
si prende tra le 8.00 e le 11.00, il pranzo tra le 14.00 e le
16.00 e la cena dalle 21.30 in poi.
Spostarsi a Siviglia
Oltre
all'opzione di muoversi a piedi per visitare il centro storico,
per spostarsi in città si possono utilizzare i servizi di autobus
urbani, che offrono biglietti per 1-3 giorni in modo che si
possa viaggiare tutte le volte che è necessario per un prezzo
fisso. Sono molto utilizzati anche i tram, che partono dal
Prado de San Sebastián e da Plaza Nueva. Anche
la metropolitana, se ci si allontana dal centro, può essere
una alternativa. Muoversi in città in bicicletta è molto comune
a Siviglia. Le strade sono dotate di corsie preferenziali e
si può anche noleggiare una bicicletta in una delle 245 stazioni
della città. Molti turisti usano i taxi perché non conoscono
bene i trasporti pubblici e non vogliono perdersi, è comprensibile.
In ogni caso, almeno per quello che abbiamo potuto vedere noi,
i taxi non sono cari rispetto ad altre città europee. Se volete
approfondire potete andare alla pagina
Come arrivare e muoversi a Siviglia.
Dintorni
Se
avete tempo, tra una "Feria" e l'altra, visitate le città e
i villaggi bianchi nei dintorni di Siviglia, celebri anche per
i nidi delle cicogne. I più affascinanti sono
Alcala de Guadaira,
a 15 km; Cantillana, a 30 km; Carmona, a 35 km;
Lora del Rio, a 57 km; Lebrija a 60 km e Maron
de la Frontera a 63. A 140 km da Siviglia si trova
Ronda,
un nido d'aquila, patria della corrida e di famosi matador,
a picco su un burrone, raggiungibile solo attraverso un ponte
da vertigine. Oltre a queste altre cittadine "bianche" sono:
Ubrique, Setenil, Olvera, Zahara,
Gaucin, Villamartin, Arcos, Alcala de
los Gazules, Medina Sidonia, Castellar,
El Bosque e Grazalema. Per approfondire
potete leggere l'articolo
Dintorni di Siviglia.
Distanze
da Siviglia
Alcala de Guadaira (17 km),
Arcos de la Frontera (88 km),
Jerez
(91 km),
Huelva
(95 km),
Cadice
(110 km),
Ronda
(132 km),
Cordova
(140 km),
Marbella
(187 km),
Faro
(190 km),
Gibilterra
(197 km),
Malaga
(204 km),
Granada
(249 km),
Almeria
(412 km)
Buona Siviglia allora!
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