"Potrei riconoscerla a occhi chiusi dal soave profumo della sua macchia"
Napoleone Bonaparte
Il profumo è quello di
Ajaccio, probabilmente la più francese delle città della Corsica,
(a differenza di
Bastia sulla costa
opposta dell'isola) una località che vale veramente una visita attenta e
riflessiva. Capitale di una terra misteriosa, per molti versi ancora poco
conosciuta e compresa, ma incredibilmente bella e indimenticabile.
Aver
dato i natali a Napoleone
Bonaparte, il più grande stratega militare di tutti i tempi non è una
cosa di
poca rilevanza e infatti sono ancora molte le testimonianze,
soprattutto
giovanili, che lo commemorano ancora oggi in tutta la città. Nell'aria aleggiano gli
aromi intesi della vicina campagna, quelli del finocchio selvatico e
della menta, che ben si accostano a quelli della lavanda, del timo e del
rosmarino della macchia mediterranea circostante. Insieme, i profumi si
abbandonano con armonia al vento del mare, in una danza leggiadra che
volteggia tra le vie assolate della Ajaccio antica, tra le barche dei
pescatori, le piazze e le vecchie fontane. La città vecchia di Ajaccio
ha origini genovesi, così come molte delle località dell'isola e della sua
vicina Sardegna. Le sue dimensioni sono modeste e quasi nascoste da
una manciata di quartieri di più recente costruzione.
Per i visitatori non è
sempre facile orientarsi nel dedalo di vecchie viuzze, svincoli e incroci,
ma il bello di tutto questo è che permette di scoprire la genuinità della
gente, come quella di un passante che nonostante la diffidenza iniziale si
prodiga a trovar la strada. I riti nel borgo antico sono sempre ancora gli
stessi, da anni, forse da secoli: in un equilibrio sereno di dimensione
mediterranea e paesana, si assiste ancora oggi al rito del passeggio serale,
a quello vibrante e colorato del mercato del mattino, a quello dei pescatori
che decantano la propria merce nel porto.
Ajaccio è il capoluogo
culturale della Corsica del sud e la capitale politica dell'intera
isola; sede dell'Istituto superiore di Eliofisica, dipartimento
distaccato dell'Università di Corte e ancora, vescovato, sede
tribunale e molte altre cose. La città si stende terrazzata in fondo
all'omonimo golfo, tra spiagge sabbiose, promontori, baie e calette, chiusa
dalla sagoma scura delle Iles Sanguinaires (isole
Sanguinarie). Alle sue spalle, contrastanti col mare, colline dolcissime
digradano dai massicci dell'interno e dalla piana della Gravona,
coltivata a vitigni, agrumi e cereali. L'equilibrio della natura è ovunque
visibile, ancor più marcato dal contrasto tra mare, colli e città nel suo
insieme. Il primo contatto con questo contrasto di colori si nota dall'alto,
attraverso il finestrino di un aereo in fase d'atterraggio all'aeroporto
internazionale di Campo dell'Oro (AJA). Una volta arrivati, non ci vuole
molto ad entrare in confidenza con l'isola e con la città, lo si intuisce
anche dalla storia dello scalo aeroportuale, il cui nome oggi è aeroporto
Ajaccio Napoléon Bonaparte. Fino a non molto tempo fa la tradizione e la
cultura corse non hanno mai eletto l'imperatore a eroe nazionale,
almeno non come hanno fatto con Sampiero Corso e Pasquale Paoli.
Forse questo mancato riconoscimento era peraltro giustificato dal
contraddittorio e ostile atteggiamento mostrato dallo stesso Napoleone verso
le aspirazioni indipendentiste corse e dal suo scarso interessamento
per lo sviluppo economico e sociale dell'isola. In effetti, sono sempre
state piuttosto sporadiche le dichiarazioni d'amore di Napoleone per la sua
terra natale. Strano, eppure il destino di questo uomo, nato per conquistare
gran parte dell'Europa, è stato tutto legato alle isole: Corsica,
Elba, Sant'Elena.
Come
spesso accade in questi casi si tenta di forzare la storia per renderla più
premurosa e glorificante nei confronti della propria città, perché il
passato può essere tutto tranne che banale. Così accade anche per la
storia di Ajaccio, che raccoglie le gesta di un popolo orgoglioso e
dignitoso, incapace di offrirsi al migliore offerente, oggi come allora.
Eppure di gente la Corsica ne ha vista arrivare dal mare, dal mitico eroe
greco Ajace, che la leggenda vuole aver fondato la città, agli
antichi Romani, che diedero inizio ad una prima bonifica della piana
alluvionale della Gravona, aprendo nuove vie di comunicazione alla fascia
costiera. Seguirono i Genovesi, nel VII secolo, a cui si deve la
costruzione della parte più antica di Ajaccio, probabilmente già abitata
sporadicamente dai primi cristiani romani e ancora visibile nelle rovine
del Castel Vecchio. Nel XV secolo, gli stessi Genovesi, fondarono
l'attuale città, di poco spostata verso la costa rispetto al nucleo
originario. Il legame tra Ajaccio e
Genova durò a lungo, fino al XVIII secolo e cioè fino a quando
Pasquale Paoli, padre della nuova Repubblica Corsa non fu
costretto a cedere la Corsica alla Francia, a seguito della conquista
francese dell'isola dopo la sconfitta nella Battaglia di Ponte Novu,
nel 1769. In questo stesso anno, il 15 agosto, in un edificio giallo di
quattro piani del centro storico (nell'attuale rue St Charles, allora
chiamata rue Malerba) e a due passi dal mare, nasceva Nabulione
Buonaparte (Napoleone Bonaparte), che prese il nome di un parente morto
nella battaglia tra corsi e francesi. Non è facile riconoscere da subito la
Casa di Napoleone,
un edificio color ocra e dalle persiane color tortora, discretamente confuso
in una città piena di edifici e persiane dello stesso colore.
Se non la cultura corsa, gli
abitanti di Ajaccio insieme all'industria turistica si sono
vistosamente appropriati della figura di Napoleone. Qui tutto ruota intorno
al generale corso. La presenza del Bonaparte "formato promozione
turistica" continua, sapientemente orchestrata e sfaccettata per non
risultare troppo pesante. Ecco Napoleone - bambino, tenente di artiglieria,
primo console, imperatore, con accompagnamento familiare o non - diventare
grotta, corso, traghetto del SNCM, monumento, albergo, negozio, museo, festa
del 15 agosto... Oppure, passando dalla celebrazione ufficiale a quella più
spiccia del souvenir, lo ritroviamo in una tazzina, in un bicchiere, in una
pipa, in un accendino, e poi ancora in una statuetta con bicorno in testa e
mano destra infilata nel panciotto.
La frenetica
urbanizzazione degli anni '60
del secolo scorso, come in tutte le città
portuali, ha dato via libera ad una spinta edilizia che dalle pendici è
arrivata fin lungo i litorali. Oggi, i palazzi bianchi dei
quartieri Belvedere,
Berthault, Pietrina
e le ville residenziali quasi mimetizzate
nel verde della natura, sembrano ancora una volta confermare il contrasto di
colori e di sentimenti della città. Quello ocra del centro storico è però
sempre presente e pone l'accento sulla tradizione storica di Ajaccio: si
concentra lungo gli edifici del Cours Napoléon,
che dalla Cattedrale di Ajaccio,
affacciata sul mare, arriva in circa due chilometri a raggiungere la parte
centrale della città, sviluppatasi a ferro di cavallo attorno al piccolo
golfo. Accanto alla stessa cattedrale, da un altro lato, troviamo anche la
Place du Genérale de Gaulle,
altre eroe francese, più recente, dalla quale diparte la città nuova.
Passeggiare lungo il
vecchio porto di Ajaccio
porta a circondarsi di atmosfere particolari. Le giornate di sole nel tempo
hanno scolpito i visi dei pescatori, hanno intagliato i legni delle loro
barche e affinato le tecniche del loro vivere. Così come i venti, d'altra
parte, hanno portato loro i doni di un mare ricco di natura. Forse, queste
erano le stesse atmosfere che hanno fatto innamorare Frederica
Dorothy Violet Carrington (1910-2002),
meglio conosciuta con il suo nome da sposata, Lady Rose,
una scrittrice, storica e antropologa inglese espatriata in Corsica alla
fine degli anni '40. I suoi libri, in particolare il 'Granite
Island: Portrait of Corsica'
(1971) contribuirono a mettere l'isola nella mappa dei viaggiatori di tutto
il mondo. Dopo un incontro casuale con un cameriere corso di nome
Jean
Cesari,
Lady Rose lasciò l'austerità del dopo guerra britannico per il sole del
mediterraneo. La sua avventura ebbe inizio con un evento alquanto insolito:
al suo arrivo nell'isola ebbe la possibilità di ispezionare i
monoliti di pietra scoperti nella zona
di Propriano (per la
precisione a Sollacaro), ad
un ora da Ajaccio, nei terreni di un cugino di Jean,
Charles-Antoine Cesari. Dorothy
riconobbe subito i monoliti come sculture dell'età della pietra e organizzò
con un archeologo alcuni scavi del sito, oggi conosciuto come sito
archeologico di Filitosa. La vita
della famiglia Cesari cambiò in modo considerevole, così come quella di Lady
Rose, che si innamorò della Corsica e vi rimase fino alla morte, avvenuta ad
Ajaccio nel 2002 all'età di 91 anni.
Gli uomini che ora
giocano a bocce (tutti giocano a bocce in Francia), sembrano essere gli
stessi da tempo. Nelle panchine, a guardarli, stanno sedute le anziane
signore che parlano di strane magie e di
Signadori,
i misteriosi chiaroveggenti locali. Nel grande spiazzo grezzo rivolto verso
il mare, circondato da alte palme, si affiancano dei giovani ragazzini
intenti in acrobazie con lo skate-board. A due passi, le
caffetterie e i bar di Ajaccio,
all'aperto, sono pieni di gente rilassata a guardare il sole che tramonta
sul mare e in compagnia di un buon bicchiere di vino rosato. Una piccola
pausa, prima di iniziare l'esplorazione della città.
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