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Basilica di San Frediano a Lucca, del XII-XIII secolo, situata nel cuore
della città, sulla piazza omonima che lambisce via Fillungo, custodisce
moltissime opere d'arte, tra cui la suggestiva statua lignea di San Frediano
realizzata da Santi Gucci e un celebre mosaico dell'Ascensione risalente al
XIII secolo, nonche un ciclo pittorico unico nel suo genere di Amico
Aspertini.
Quella di San Frediano a Lucca non è una semplice chiesa, ma una basilica antica di millenni. A vederla si rimane davvero meravigliati.
Quel suo grande mosaico, in alto nella facciata principale, sembra quasi che voglia toccare il cielo ed elevarsi ad esso per confonderne i colori e
probabilmente lo spirito.
L'edificio ha origini medievali, mentre il suo mosaico risale a sette secoli più tardi. Il complesso è monumentale, benché raccolto nella piccola piazza
che ne porta il nome; il mosaico, l'architettura degli interni, il ciclo di affreschi rinascimentali e le squisite opere scultoree, fanno di San Frediano
una delle chiese più belle di tutta Italia. L'attuale basilica, in stile romanico, fu iniziata nel primo XII secolo e consacrata nel 1147
da Papa Eugenio III.
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Le sue fondamenta sono tuttavia molto più antiche, del VI secolo, e vengono fatte risalire allo stesso San Frediano vescovo, probabilmente nato in Irlanda nel 500 e morto in quel di Lucca 88 anni più tardi. Si dice che in Toscana egli arrivò
intorno al 566, al rientro da un pellegrinaggio a
Roma. Nella via
del ritorno decise di fermarsi e ritirarsi da eremita nei Monti pisani, tra le località di
Lucca e
Pisa. Come la storia racconta per il
Volto Santo di Lucca, anche la vita
di San Frediano e della chiesa a lui dedicata sono legate alla diocesi di Luni, che un tempo raccoglieva la congregazione religiosa di
parte del territorio situato tra la Toscana e la Liguria. Luni oggi, come è noto, non esiste più, ma un tempo era città e porto fiorente,
situata poco lontano dall'attuale
Sarzana.
Accadde così che Frediano divenne vescovo di Luni. Al rientro da Roma il santo decise di rifugiarsi in questi monti, già costellati di borghi medievali
(oggi si notano i resti di antiche fortificazioni), alla ricerca del necessario isolamento spirituale; scelta che tuttavia non fece desistere i cittadini
da eleggerlo vescovo a seguito dell'intervento divino che la tradizione popolare attribuisce proprio a lui: fu grazie alle indicazioni di Frediano che il fiume Serchio,
l'antico Auser, deviò dolcemente il percorso scongiurando l'ennesima inondazione. Che sia stata opera del divino o frutto delle esperienze
idrauliche che probabilmente il santo possedeva, non ci è dato sapere (in effetti, si documenta che la località di Migliarino Pisano
ebbe modo di usufruire delle conoscenze idrauliche di Frediano nel 575), ciò che è noto è che il terreno liberato dalle acque si trovava proprio poco fuori
le più antiche
mura di Lucca
, quelle di origine romana: che divenne luogo prescelto per costruire un edificio religioso inizialmente dedicato ai santi Vincenzo, Stefano e Lorenzo. La
chiesa fu edificata verso ovest e appena fuori le mura, com'era tradizione per basiliche funerarie, e nel tempo fu conosciuta come Basilica Langobardorum.
La facciata occidentale è sicuramente il primo punto d'impatto visivo a catturare lo sguardo del visitatore. Costui, tuttavia, forse arriva non dal centro
della città e cioè dall'interno, ma proprio dal viale alberato lungo le mura e da quella breve discesa pedonale (e ciclabile) ricercata quasi a caso tra i
tetti rossi e le mura color ocra delle case, attigue al giardino di
Palazzo Pfanner. A dettare la
direzione è proprio il longilineo campanile, affiancato e da questo distinto al corpo dell'abside. Giù dalle mura e voltato l'angolo attorno alla
struttura, la piccola piazza San Frediano offre una buona vista del campanile eccezionalmente alto. L'abside ha forma circolare ed è
decorato con strisce orizzontali e irregolari di marmo bianco e rosso. Il campanile ha un numero crescente di finestre su ogni livello, da uno a quattro,
ed è decorato da una merlatura ghibellina tipica a coda di rondine (distinta da quella cosiddetta
"guelfa", la cui sommità è invece quadrata). Nonostante
guelfi e ghibellini effettivamente utilizzarono queste divisioni architettoniche per motivi puramente distintivi, è anche vero che negli anni successivi le
merlature furono costruite a discrezione dei progettisti.
La basilica di San Frediano fu rimaneggiata più volte nel corso dei secoli, tuttavia l'odierno aspetto si noterà essere ancora
prevalentemente medievale. Il progetto iniziale fu di una chiesa a tre navate, senza transetto o cripta (secondo le tendenze legate alle riforme gregoriane
che andavano formandosi nel periodo). Anche la facciata venne costruita contrariamente alla regola che imponeva l'abside rivolto verso est. In origine
inoltre la chiesa era più bassa di quella presente e venne innalzata proprio nel XIII secolo per fare spazio al mosaico che oggi si ammira nella parte
superiore della facciata. Il mosaico è in stile bizantino ed è probabile opera della bottega pittorica dei Berlinghieri di Lucca; raffigura l'Ascensione di Cristo, con angeli a portare il trono verso l'alto, e con i Dodici
Apostoli a guardare dal basso. I Berlinghieri erano artisti molto attivi a Lucca e il mosaico viene attribuito a Berlinghiero Berlinghieri
, nativo di
Volterra e attivo a Lucca tra il 1228 ed il
1232. A lui si devono altre opere in città, tra cui la
Croce di Lucca (dipinto a tempera e oro del 1230 circa), custodita al
Museo Guinigi, e una
Madonna col bambino, oggi al Metropolitan Museum of Art di New York. Del figlio, Bonaventura Berlinghieri, è invece la
splendida tavola pittorica di San Francesco e storie della sua vita, custodita nella chiesa di San Francesco a Pescia.
L'interno della chiesa è diviso da colonne importate da Roma (come spesso accadeva a quei tempi) e i cui capitelli derivano invece dall'anfiteatro romano anticamente presente a Lucca. L'insieme si apprezza per lo spazio e il senso di equilibrio dato dall'architettura
romanica e dalla discrezione delle opere d'arte presenti. Si noterà da subito l'affresco cuspidato che raffigura il
Martirio dei Santi Vincenzo, Stefano e Lorenzo, del XII secolo, uno dei più antichi esempi di pittura medievale a Lucca. A colpire la
sensibilità artistica è però un'opera marmorea, la fonte battesimale della chiesa di San Frediano: inusuale per l'epoca che una chiesa non
innalzata a cattedrale potesse avere il privilegio di battezzare, tanto che si sostiene che forse la stessa opera inizialmente costituisse una fontana
Lustrale posta al di fuori dell'edificio. Incredibile è di certo la finezza della lavorazione adoperata, che come per magia e sottigliezza di particolare
ha portato ai posteri questo capolavoro considerato tra i più prestigiosi dell'arte romanica.
La fonte battesimale andò in frantumi durante il XIX secolo
per poi essere ricostruita nella metà dello scorso secolo grazie ai disegni esistenti. Si compone di una vasca rotonda e di una più piccola al suo interno, sostenuta
da un pilastro centrale e da otto pannelli esterni. Nel complesso il lavoro è opera di tre maestri scultori: uno lombardo, ignoto, scolpì sei dei pannelli,
quelli che rappresentano le storie di Mosè; i restanti pannelli furono invece scolpiti da un certo Robertus, l'unico a lasciare la firma ( Me Fecit Robertus Magister in arte Peritus), in stile bizantino e raffiguranti il Buon Pastore e sei profeti. Un terzo artista, probabilmente un
toscano, lavorò alla coppa più centrale scolpendola con motivi più classicheggianti.
Al lato, in una cappella vicina alla fonte battesimale, troviamo la tomba di Santa Zita (del 1278), il cui corpo mummificato
è rimasto incorrotto tutt'ora visibile nella teca trasparente. Zita era una devota cristiana lucchese, vissuta nel XIII secolo. La leggenda presenta la santa
come ladra di una nobile famiglia e diventata tale pur di dare da mangiare ai poveri della sua città. Il 27 aprile a Lucca viene ancora
oggi ricordato il miracolo di Santa Zita, con fiori e piante a rendere omaggio alla santa per le vie del centro storico (tra la basilica
di San Frediano, dove la santa amava spesso recarsi, e l'Anfiteatro romano): secondo la leggenda a Zita vengono attribuiti diversi miracoli, il più noto è
forse quello che per l'appunto trasformò improvvisamente il pane da lei rubato alla ricca famiglia
dove lavorava come sguattera in fiori. La tradizione vuole così che ogni anno i
lucchesi si scambino dei narcisi benedetti in segno di misericordia.
Alla Basilica di San Frediano è legato anche
Jacopo della
Quercia, che a Lucca fu attivo intorno
agli inizi del 1400 e a cui si deve anche il celebre
Monumento Funebre a Ilaria del Carretto, custodito nella
Cattedrale di Lucca. Sono sue le opere scultoree legate alla famiglia Trenta, una facoltosa e antica famiglia mercantile di Lucca, l'Altare Trenta (273x303 cm), uno splendido polittico in marmo di Carrara, la Lastra tombale di Lisabetta Onesti (244x123
cm) e la Lastra tombale di Lorenzo Trenta (247x122 dm). Si racconta che nel 1412 l'artista iniziò la progettazione della Cappella Trenta
nella basilica di San Frediano dopo essere stato contattato da Lorenzo Trenta, ma che qualche mese dopo fu accusato, insieme al suo assistente Giovanni da Imola, dello stupro di una giovane ragazza del posto.
Jacopo della Quercia fuggì a
Siena, dove si adoperò nella creazione di altri capolavori, e
solo dopo qualche anno, grazie ad un salvacondotto poté tornare a Lucca e continuare l'opera.
Di fronte all'altare del Della Quercia si trova un'opera lignea del XIV secolo, una solitaria ed elegante Vergine annunciata. Poco oltre,
nella cappella della Croce si notano gli affreschi di Amico Aspertini, ricchi di temi evangelici ed episodi della vita di
Sant'Agostino. Si apprezzano tra questi anche la raffigurazione del 'Miracolo di San Frediano' e del '
Trasferimento del Volto Santo verso Lucca', così come narrato nella leggenda leobiniana, del 1508.
Ben altre opere arricchiscono la Basilica di San Frediano, non resta che scoprire quali. Si visiti San Frediano in un giorno qualsiasi della visita a
Lucca, ma se è possibile non si manchi di partecipare alla Luminaria di Santa Croce,
a Settembre che riprende l'itinerario miracoloso del Volto Santo
a Lucca, nel tradizionale percorso che dalla Basilica di San Frediano arriva fino alla cattedrale, il Duomo di San Martino.
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