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Castruccio
Castracani
Castruccio
Castracani è forse il condottiero italiano
più famoso del medioevo. Le sue gesta hanno riempito
le cronache della nostra storia, così come hanno portato
la città di
Lucca ad uno dei periodi suoi più illustri.
Ne parlò anche il Machiavelli, che
nel 1520 scrisse un'opera letteraria ispirata alla vita
dell'uomo lucchese, riferendosi a lui come "
. ..
uno di quegli el quale, secondo i tempi in ne' quali
visse e la città donde nacque fece cose grandissime
e, come gli altri, non ebbe più felice né più noto nascimento,
come nel ragionare del corso della sua vita si intenderà.
"
|
|
Il
Castracani nacque a Lucca nel 1281 da una importante
famiglia ghibellina, gli Antelminelli. Una
famiglia facoltosa, residente nella Curtis Sancti Martini,
cioè nei pressi della cattedrale, proprietari fondiari ed esercenti
attività creditizie di tipo bancario-mercantile, anche all'estero
(in particolare Francia e
Fiandre). Si racconta che da giovane Castruccio fu indirizzato alla carriera ecclesiastica, ma che
tuttavia egli pareva attratto da ben altre esperienze. Nel 1300,
con Lucca guidata del guelfo Bonturo Dati,
la famiglia e tutta la fazione ghibellina vennero esiliate dalla
città. Nel periodo, ricordiamolo, le lotte tra Guelfi
e i Ghibellini erano all'apice (i 'Neri', così
chiamati i primi e i 'bianchi, i secondi): due fazioni opposte
della politica italiana, i cui contrasti si manifestarono nel
tempo ben oltre l'iniziale lotta per la successione della corona
imperiale. Sono noti gli schieramenti: colui che appoggiava
l'impero era un Ghibellino, mentre chi appoggiava
il papato era un Guelfo. La situazione era
in particolare presente in Toscana, nel periodo
dei Comuni e della Signorie,
ma ebbe ben presto ad espandersi in un più ampio scenario, formatosi
all'interno di quasi tutte le città italiane.
In
questo quadro storico si pone il Castracani, rientrato a Lucca
14 anni dopo l'esilio, ricco di esperienza militare e diplomazia
politica, e pronto a dar battaglia ai reggenti 'neri'
della città; per far questo si affiancò alle truppe ghibelline
del pisano Uguccione della Faggiola, altro
noto capitano di ventura, già podestà di
Arezzo e signore di
Pisa. Gli anni dell'esilio furono importanti
per comprendere la vita del condottiero, diventato tale soprattutto
grazie alle esperienze all'estero e diventato protagonista indiscusso
della vita politico-militare della penisola italiana tra il
1315 e il 1328.
La
prima tappa dell'esilio di Castruccio Castracani
fu Pisa, poi l'Inghilterra, ospite presso alcuni
mercanti lucchesi già trasferitesi oltremanica. Qui si distinse
in vari tornei, abile com'era nell'uso delle armi, ingraziandosi
il re Edoardo II. La sua avventura inglese si concluse però
presto, pare a causa di un delitto d'onore, che lo portò a fuggire
in Francia. Grazie ad altri legami con mercanti
italiani del posto, riuscì ad entrare nella corte di
Filippo il Bello come condottiero di cavalleria. Si
testimonia la sua partecipazione al servizio del re nella
Battaglia di Saint-Omer in Fiandra,
così come alla difesa di Thérouanne, nei pressi
di Calais. Il rientro in Italia pare essere
documentato intorno al 1306, allorché si registrano alcune attività
amministrative sui possedimenti di famiglia condotte insieme
ad un parente in quel di Pisa. Vi fu inoltre una probabile partecipazione
alla difesa di
Pistoia (diventata guelfa) e varie presenze
nell'Italia settentrionale e precisamente a
Bergamo,Verona,Venezia
e
Capodistria.
Il
rientro a Lucca del Castracani è datato 1314,
considerando che già nel 1310 gli esuli ghibellini lucchesi
speravano nell'appoggio di Arrigo VII, per
il quale le città-stato italiane dovevano ritornare sotto il
controllo immediato dell'impero (con conseguente rientro degli
esiliati, come già accadde per i Visconti a
Milano). Il tutto incontrò la forte palese
opposizione delle città guelfe, che si rivoltarono contro l'imperatore.
Costui diede inizio ad un periodo di assedi, tra cui il più
noto, quello di
Brescia (1311), al quale partecipò probabilmente
anche il Castracani. Alla morte dell'imperatore, nel 1313 a
soli 40 anni, avvenuta per malaria contratta durante l'assedio
alla città guelfa di
Siena, il Castracani (già in quel di Pisa)
si strinse attorno agli obiettivi di Uguccione della Faggiuola,
eletto da li a poco capitano e podestà di Pisa. In un'azione
militare congiunta, Lucca fu tolta ai guelfi e sottomessa ai
ghibellini pisani.
A
capo di Lucca inizialmente vi furono i due figli di Uguccione,
Francesco e poi Ranieri, mentre il Castracani ottenne un'investitura
di decisiva importanza. Si consideri inoltre che la
giurisdizione ecclesiastica di Lucca si trovava nel
periodo sotto il vescovo di Luni, esercitata
in accordo con la Lucca guelfa; con il rientro in patria dei
ghibellini, i Malaspina costrinsero
Sarzana a darsi all'imperatore, con Lucca
ritrovatasi estromessa dal territorio lunense. Il vuoto di potere
nel territorio di Sarzana, arrivato con la morte dell'imperatore,
portò il Castracani a vedersi riconoscere il titolo di visconte
del vescovato di Luni. Nel 1315 si distinse
nell'aspra Battaglia di Montecatini , contro
i guelfi fiorentini. Dissapori e rivalità con Uguccione per
la guida alla signoria lucchese, portarono il Castracani ad
una breve prigionia, presto terminata con la fuga del pisano
a seguito di una rivolta popolare nei suoi confronti.
La
guida della città di Lucca al Castracani venne
affidata il 17 aprile, come Capitano Generale, e quindi Console
a vita. Egli divenne ben presto il punto di riferimento
di tutti i ghibellini toscani: nel 1320 Federico
III lo nominò vicario di Lucca e del suo distretto,
della Valdinievole, della Valleariana, della Val di Lima, della
Garfagnana lucchese, della Versilia, di Massa, della Lunigiana,
del Valdarno lucchese e delle terre della parte imperiale di
Pistoia da lui controllate. Nel 1322 fece costruire nella sua
città la Fortezza di Augusta , una vasta zona
fortificata che occupava poco meno di un quinto della superficie
della città, difesa da ben 29 torri e situata in uno spazio
attualmente occupato dal Palazzo ducale e dalla piazza Napoleone
di Lucca. Nel 1324 l'imperatore Ludovico il Bavaro
lo riconobbe duca di Lucca. In battaglia Castruccio si distinse
ancora una volta nel 1325, sbaragliando i fiorentini
ad Altopascio (una vittoria che ebbe un vasto
eco e sembrò segnare la definitiva vittoria del ghibellinismo).
La sua abilità di condottiero e la sua acutezza politica gli
permisero di restare a lungo al potere, così nell'attività militare,
come in quella diplomatica. Nel 1328 era ormai divenuto il braccio
destro dell'imperatore, al culmine della sua carriera.
Castruccio
Castracani morì il 3 settembre 1328 per febbri malariche,
all'età di 47 anni, nella fortezza lucchese dell'Augusta (la
quale oggi non esiste più, fu demolita il 26 marzo del 1370
su ordine del Consiglio degli Anziani). Numerose le fortificazioni
che tuttavia ricordano oggi il suo nome e operato, prima tra
tutte la Fortezza di Sarzanello.
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