Cattedrale di Santa Maria del Fiore - Duomo di Firenze

Il Duomo di Firenze, dedicato a Santa Maria del Fiore, con la sua facciata di marmo rosa, bianco e verde e la gigantesca cupola del Brunelleschi, domina il profilo del centro storico di Firenze.

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L'edificio venne ultimato in quasi due secoli (e anche a lavori finiti la facciata non venne completata fino al XIX secolo), ed è per dimensioni la quarta cattedrale al mondo (153 m per un altezza di 38 m), dopo la Basilica di San Pietro, il Duomo di Milano e la Cattedrale di Siviglia.

Pensate che quando vengono terminati i lavori di manutenzione per ripulire il marmo dal nero dello smog, la parte da cui si è iniziato a pulire... e di nuovo ritornata nera, davvero una struttura imponente! 


Storia della Cattedrale

 

Cattedrale Santa Maria del Fiore Piazza del Duomo è dominata dall'enorme mole della cattedrale di Firenze. La sua costruzione iniziò nel 1296, su progetto di Arnolfo di Cambio e a spese della Repubblica Fiorentina. La nuova costruzione doveva sostituire la Chiesa di Santa Reparata, allora cattedrale,  ormai diventata troppo piccola per le ambizioni di una crescente e potente Firenze. La cattedrale fu immaginata come una specie di piazza coperta, in grado di accogliere l'intera cittadinanza. Per avere spazio a sufficienza, furono distrutti vari edifici vicini e venne spostata la Chiesa di San Michelino Visdomini, che sorgeva sul lato nord.  Durante i lavori di costruzione, per garantire ai fiorentini un luogo di culto, si decise di mantenere in piedi Santa Reparata. Fu così che la prima cattedrale venne in pratica inglobata nella nuova, continuando a venire usata per il culto, praticamente fino  quasi alla sua demolizione, avvenuta nel 1375. Dopo un rallentamento dei lavori, dovuto alla morte dell'architetto progettista, Arnolfo (1301) i lavori ripresero grazie alla potente Arte della Lana, che dal 1331 iniziò  a sovrintendere ai lavori. Dal 1334 al 1337 capo mastro fu Giotto, che però si interessò quasi soltanto al campanile. Scomparso l'artista gli subentrarono prima Andrea Pisano e poi Francesco Talenti, che lavorando fino al 1370 modificarono e ingrandirono il progetto originario.

 

Le pareti esterne di Santa Maria del Fiore sono ricoperte da un raffinato rivestimento in marmo policromo (Arnolfo di Cambio, fine ‘200), che riprende quello del Battistero. La facciata attuale risale al 1887 ed è stata costruita da Emilio de Fabris, dopo che l'originaria di Arnolfo, peraltro incompiuta, venne fatta demolire da Francesco I de' Medici nel 1588. Si segnalano, sulla facciata interna, le Teste di profeti (Paolo Uccello, 1443), a sinistra, poco prima del transetto, la vetrata con Dante e i suoi mondi (Domenico di Michelino, 1465), sulla volta della cupola, gli affreschi del Vasari e dello Zuccari (Giudizio universale, 1579). L'interno del Duomo, imponente e severo,  custodisce affreschi e vetrate di alcuni dei più rinomanti maestri del Rinascimento: Vasari, Zuccari, Donatello, Uccello e Ghiberti. Ancora oggi nessun edificio di Firenze supera in altezza la cupola del Duomo.

 

Una parte incredibile della chiesa è la cupola. Per costruire il tamburo della cupola era stato bandito tre anni prima un concorso, vinto da Filippo Brunelleschi. La grande cupola, formata da otto vele, otto spicchi,  venne finita nel 1436; enorme e incredibilmente solida resta un mistero d'ingegneria.


In aprile, a 140 anni dalla dalla posa della prima pietra, Papa Eugenio IV consacrò solennemente la nuova cattedrale che fu dedicata alla Madonna e fu chiamata Santa Maria del Fiore, dove per "fiore" s'intendeva sia Cristo che la città stessa. In realtà la Chiesa non poteva dirsi ancora completata: la lanterna, ideata dal Brunelleschi ma costruita dopo la sua morte (1446) in modo difforme dal progetto originario, fu conclusa dal Verrocchio con la palla sormontata dalla croce (1468). Il ballatoio alla base del tamburo, iniziato da Baccio d'Agnolo nel 1502, fu interrotto. Michelangelo paragonò sarcasticamente il ballatoio a una "gabbia di grilli".

Immaginiamo di girare intorno al Duomo, ecco cosa vedremo:


La facciata del Duomo

 

Eseguita per metà altezza, la facciata arnolfiana (risalente al progetto del primo architetto) fu demolita nel 1587 per volere di Francesco I, che, istigato dell'architetto di corte Bernardo Buontalenti, decise di farne costruire una nuova. Un nuovo concorso fu indetto ma i modelli presentati non soddisfarono né il granduca né la commissione di esperti nominata per l'occasione e il tutto si risolse in nulla di fatto. Una nuova facciata comparve solo nel tardo Ottocento, opera neo gotica di Emilio De Fabris. Le porte bronzee sono di Augusto Passaglia e Giuseppe Cassioli ed i mosaici che le sovrastano furono realizzati su disegno di Niccolò Brabino.


Il fianco destro

 

Costeggiando il fianco destro si osservano le prime finestre, si vede che sono finestre cieche, perché, a causa delle modifiche successive, non si allineano con le finestre dell'interno. La stessa cosa si ripete ovviamente sulla facciata sinistra. Nella seconda campata si apre la porta detta "del Campanile", decorata con sculture riconducibili alla scuola di Andrea Pisano. In corrispondenza della quarta campata si trova la porta "dei Canonici", i cui stipiti, finemente intagliati da Giovanni d'Ambrogio e Piero di Giovanni, mostrano il gusto del gotico di fine '300.

Il fianco sinistro

 

Oltrepassando la parte dell'abside (il retro della chiesa) si trova la porta della Mandorla, eseguita in più tempi (1391-1427) da vari artisti tra questi Nanni di Banco, autore dell'alto rilievo centrale con la Madonna che porge la cintola a San Tommaso. Il mosaico della lunetta raffigura l'Annunciazione di Domenico e Davide Ghirlandaio ed è del 1491. Di qui, salendo 464 scalini (non c'è ascensore) si arriva alla base della lanterna dell'immensa cupola (91 metri da terra). Salire è un po' faticoso ma ne vale la pena, soprattutto per ammirare la tecnica costruttiva innovativa impiegata dal Brunelleschi. Più avanti l'ultima porta, detta "di Balla" (fine del XIV secolo).

La controfacciata

 

Sulla controfacciata spicca il grande orologio del 1443,  decorato da Paolo Uccello con teste di evangelisti. Ancora funzionante, segue l'andamento delle ore canoniche, che partono dalla prima dopo il tramonto. Nella lunetta sopra la porta centrale, si ammira il mosaico con l'incoronazione della vergine (primo scorcio del XIV secolo), attribuito a Gaddo Gaddi; ai lati, Angeli musicanti di Santi Tito (fine del XVI secolo). Le tre vetrate circolari sono realizzate su cartoni di Lorenzo Ghiberti. La Chiesa possiede ancora 44 vetrate originali delle 55 complessive, realizzate sotto la supervisione del Ghiberti fra il 1424 il 1425: fanno eccezione le quattro delle navate laterali, eseguite a fine trecento. Sul lato destro della parete, si vede il monumento funebre di Antonio Orso, vescovo di Firenze (morto nel 1321), opera di Tino di Camaino. Dell'opera mancano alcuni elementi, in parte conservati al museo del Bargello.

L'interno della cattedrale di Firenze


La navata destra

 

Sotto la prima campata si trova un medaglione con ritratto di Filippo Brunelleschi (1446), eseguito dall'allievo, e figlio adottivo, Andrea di Lazzaro Cavalcanti, detto il Buggiano. All'altezza della seconda campata una scala scende nella Chiesa di Santa Reparata, scoperta nel 1966. Le strutture superstiti dell'antica chiesa mostrano l'impianto basilicale a tre navate, con ampie cappelle. Come abbiamo detto, la chiesa fu demolita solo del 1375 e alcune sue parti furono poi impiegate per la costruzione della nuova cattedrale. Gli scavi hanno portato alla luce anche la tomba del Brunelleschi e altre sepolture. Nella terza campata, la statua del profeta Isaia (1427), Di Bernardo Ciuffagni, e affreschi di Bicci di Lorenzo con i monumenti sepolcrali di Luigi Marsili e Pietro Corsini (1422 ca.).

La cupola

 

Cupola del Brunelleschi - InternoLa vicenda dell'enorme cupola è da sempre accompagnata da congetture, quasi sempre imprecise. La caratteristica curiosa della cupola è l'assenza di utilizzo delle centine (strutture per sostenere la volta durante la costruzione). Per l'innalzamento della struttura furono pertanto usati materiali leggeri e malta a presa rapida, e furono necessari calcoli precisi sul taglio e la collocazione di ogni singola pietra. Brunelleschi superò ogni difficoltà e nel 1436 la cupola fu conclusa. La scala che corre tra le due calotte è tuttora accessibile; percorrendola si raggiunge la lanterna della cupola, la parte centrale alta, da cui si gode uno straordinario panorama sulla città. Dall'interno della cupola, le persone che percorrono le scale appaiono veramente minuscole, è impressionante.

 

L'interno della cupola reca un enorme affresco raffigurante il Giudizio Universale (1572-1579), dipinto per un terzo da Giorgio Vasari e,  dopo la sua morte, proseguito da Federico Zuccari. La superficie occupata dal dipinto è di ben 3600 mq. Gli affreschi sono stati interamente restaurati tra il 1978 e il 1994. Sul lato destro, le tre vetrate del tamburo sono eseguite su progetto del Ghiberti. Nelle edicole addossate alla base si vedono otto statue di Profeti, opere cinquecentesche di Vincenzo de' Rossi, Giovanni Bandini, Benedetto da Rovezzano, Baccio Bandinelli, Andrea Ferrucci e Jacopo Sansovino.

Il coro

 

Al centro il coro marmoreo (1547-1572) dall'insolita forma ottagonale, eseguito da Baccio Bandinelli e Giovanni Bandini.  Alcuni bassorilievi, rimossi dell'Ottocento, si conservano il Museo dell'Opera del Duomo. L'altare è sovrastato dal Crocifisso (1497) di Benedetto da Maiano.

Le tribune e le sacrestie

 

Le tre grandi tribune, ciascuna con cinque cappelle a raggiera, sono separati dalle due sacrestie, quella dei Canonici a destra e quella delle Messe a sinistra. Quest'ultima ha le pareti ricoperte di legno intarsiato, opera della bottega dei da Maiano, su disegno di grandi maestri, fra cui Brunelleschi e Antonio del Pollaiolo. Qui Lorenzo il Magnifico si rifugiò il 26 aprile 1478, giorno di Pasqua, insieme al fratello Giuliano, per sfuggire alla congiura ordita dalla famiglia rivale, i Pazzi.  Pensate, la parola "pazzi" si rifà proprio a questa celebre congiura. Le lunette sopra le porte delle sacrestie sono decorate da due terrecotte invetriate di Luca della Robbia raffiguranti l'Ascensione e la Resurrezione (1444). Sotto l'altare della tribuna centrale l'Arca di San Zanobi (1442), di Lorenzo Ghiberti, contiene le reliquie del primo vescovo della città. Osservate il pavimento della tribuna di sinistra, quando il sole filtra dalla cupola, sopra di esso la luce segnala zenit durante il solstizio d'estate.

La navata sinistra

 

Riprendendo il percorso dalla navata sinistra, nella quarta campata il dipinto di Domenico di Michelino raffigurante Dante e la Divina Commedia (1465), eseguito su cartone di Alessio Baldovinetti. La terza campata è caratterizzata  dall'affresco, staccato e ricollocato, raffigurante il monumento di Giovanni Acuto (1436), opera di Paolo Uccello. Il dipinto ritrae di profilo la figura equestre del capitano di ventura inglese John Hawkwood, che fu condottiero dell'esercito fiorentino fino alla sua morte (1434). Sulla seconda campata si trova l'affresco dedicato a un altro condottiero, Niccolò da Tolentino (1455-56) opera di Andrea del Castagno. Niccolò fu il capitano dell'esercito fiorentino nella battaglia di San Romano, celebrata da Paolo Uccello in tre memorabili dipinti.

Il campanile di Giotto

 

Campanile di GiottoIl campanile della cattedrale, anch'esso in marmo bianco, rosa e verde, venne progettato da Giotto, mentre Andrea Pisano e Luca della Robbia furono i principali gli artefici dei bassorilievi. Alto quasi 85 metri, il campanile fu iniziato nel 1334 proprio da Giotto, all'epoca direttore dei lavori della cattedrale. Il maestro portò avanti la costruzione fino all'ordine inferiore con le forme esagonali. Alla sua morte, avvenuta nel 1337, la costruzione del campanile fu affidata a Andrea Pisano, che modificò il progetto del suo predecessore. Dopo la peste del 1348 i lavori furono affidati a Francesco Talenti, che per dare slancio al campanile aggiunse bifore accoppiate a trifore timpanate, e sostituì la cima del campanile, prevedendo invece che la guglia pensata da Giotto, un coronamento piatto. Il campanile fu terminato nel 1359 ed era collegato alla cattedrale con una passerella marmorea all'altezza della prima cornice. Questa passerella fu demolita degli anni '30 del quattrocento, ne rimangono a testimonianza le porte decorate...Continua a leggere sul Campanile di Giotto.

 

Il battistero vicino al campanile

 

Battistero - FirenzeIl Battistero adiacente è uno degli edifici più antichi della città e fu originariamente un tempio pagano; deve la sua fama soprattutto alle porte di bronzo dorate: quella a sud è opera di Pisano, ma è la porta che guarda a est (e in direzione del Duomo) quella più celebre. Conosciuta come la Porta del Paradiso (un nome che si pensa le avesse dato Michelangelo), venne creata da Ghiberti tra il 1424 e il 1452 e la sua bellezza e raffinatezza la contraddistinguono e la fanno ammirare. I soffitti del Battistero presentano mosaici del XIII secolo con immagini del Giudizio Universale...Continua a leggere nell'articolo dedicato al  Battistero di Firenze.



Le compagnie del Bigallo e della Misericordia


L'Arciconfraternita della Misericordia e la Compagnia maggiore del Bigallo non furono i primi istituti di assistenza cristiana nella zona della cattedrale. Intorno all'anno Mille, sul lato nord della piazza sorge l'Ospedale di San Giovanni Evangelista, demolito nel 1296 per costruire la nuova cattedrale. Nel Medioevo lo "spedale" era una struttura polifunzionale: ospizio per pellegrini e viaggiatori, casa di cura per anziani, orfanotrofio, clinica, centro per la distribuzione di cibo e di abiti per gli indigenti. Le compagnie della Misericordia del Bigallo vennero fondate nel 1244 dal domenicano Pietro da Verona, Canonizzato poi come San Pietro martire. La loggia del Bigallo fu costruita per la misericordia nel 1352 su disegno di Alberto Arnoldi, che si occupò anche della decorazione scultorea. Oltre al pianterreno, costituito da un oratorio a portico aperto, la nuova costruzione ospitava il piano superiore un ricovero per i bambini abbandonati. Nel 1425 le due compagnie furono riunite nella stessa sede di piazza del Duomo, sotto lo stesso nome di Santa Maria del Bigallo. Nel 1525 la Misericordia si staccò dal Bigallo per istallarsi (1576) dinanzi alla loggia, nel palazzo restaurato da Alfonso a Parigi (1578) ristrutturato nel 1781.


Anche le logge, rimasta di proprietà della compagnia del Bigallo, subì modifiche nel corso dei secoli. Al suo interno si conservano essere appartenenti alle due confraternite, tra cui la Madonna della misericordia (1342), Che ci offre una veduta coeva della piazza del Duomo, con la facciata della cattedrale incompiuta e il campanile appena iniziato. Interessanti gli affreschi della facciata: eseguiti nel 1386 da Niccolò di Pietro Gerini e Ambrogio valdese, furono staccati del 1777 per essere conservati all'interno, e raffigura dei Capitani della Misericordia ti affido e dalle "madri" I bambini abbandonati (1386). All'esterno, ancora in loco ma appena leggibile, gli affreschi di Rossello di Jacopo Franchi e di Ventura del Moro con San Pietro Martire che consegna gli stendardi ai capitani del Bigallo (1445) e il Miracolo del cavallo infuriato 1445-1448). Anche l'edificio della misericordia conserva dipinti, statue e arredi, fra cui la palla di altare in terracotta invetriata di Andrea della Robbia. Girando attorno alla cattedrale giungiamo al museo dell'Opera, situato quasi di fronte all' abside

La cupola

 

Nel 1418 viene bandito un concorso per evitare la cupola della cattedrale. Le dimensioni della struttura sono già definito nel resto della costruzione, che nella zona del presbiterio presenta un'apertura di 41,50 m di diametro. Impossibile coprire un'area tanta pasta con la tecnica medievale delle centine fisse di lei gli ho poggiate al suolo per sostenere la struttura muraria. Come ricorda il Vasari, le proposte furono tante disperate: "chi diceva di far pilastri murati da 'l piano terra, per volgervi su gli archi, e tenere le travature per reggere il peso; altri voltarla di spugne, acciò fossi più leggero il peso: e molti si accordavano fare un pilastro in mezzo e condurla a padiglione…; chi propose empierla di terra e mescolare quattrini tra esse, acciò che volta, dessi lo licenzia chi voleva di quel terreno potessi andare per esso, e così in un subito il popolo lo portassi via senza spesa…".
Filippo Brunelleschi vinse il concorso proponendo una soluzione rivoluzionaria: nessuna carpenteria fissa, ma una struttura autoportante (cioè capace di sostenersi da sola ma mano che veniva costruita) a doppia calotta. La tecnica viene prima sperimentata con successo sulla piccola cupola della cappella Ridolfi, nella chiesa di San Jacopo Sopr'Arno.


Nel 1420 inizio dei lavori: otto costoloni esterni e 16 interni sorreggeranno la doppia calotta di mattoni, appositamente modellati e disposti a lisca di pesce; nello spazio vuoto fra le due calotte trovare un posto, oltre alla scala, i contrafforti che raccordano i due muri e contengono le spinte laterali della struttura.
Era Filippo in persona-ti aveva escogitato anche i nuovi macchinari-organizzare le maestranze: a un certo punto, per ripamiare tempo, dispose "che si aprissero osteria della cupola con le cucine, e vi si vendesse il vino; E così nessuno si partiva dal lavoro, se non la sera" (Vasari). Anche i mattoni venivano selezionati, si può dire uno per uno, dall'architetto; essi è il Vasari che il Manetti, primo biografo del Brunelleschi, ci tramandano che gli sperimentava modelli di commettiture usando rape intagliate.
Nel 1436 la cupola è terminata, diventando il punto culminante del panorama della città, "erta sopra è cieli, ampia da coprire con sua ombra tutti e popoli toscani" (Alberti).

 

Il nuovo Museo dell'Opera del Duomo


Dietro la cattedrale c'è il Museo dell'Opera del Duomo, dove si possono ammirare le formelle originali prese dalle porte del Battistero, la maschera funebre di Brunelleschi, strumenti adoperati nella costruzione della cupola e una grandiosa esposizione di statue, tra cui opere di Michelangelo. Il museo è stato presentato nella sua rinnovata veste nel 2016.

 

 

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