Il
Duomo
di Firenze, dedicato a Santa Maria del Fiore,
con la sua facciata di marmo rosa, bianco e verde e
la gigantesca cupola del Brunelleschi, domina il
profilo del centro storico di Firenze.
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Cosa vedere a Firenze
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Pensate che quando vengono terminati i lavori di
manutenzione per ripulire il marmo dal nero dello smog, la
parte da cui si è iniziato a pulire... e di nuovo ritornata
nera, davvero una struttura imponente!
Storia
della Cattedrale
Piazza
del Duomo è dominata dall'enorme mole della cattedrale di
Firenze. La sua costruzione iniziò nel 1296, su progetto di
Arnolfo di Cambio e a spese della Repubblica Fiorentina.
La nuova costruzione doveva sostituire la
Chiesa di Santa Reparata,
allora cattedrale, ormai diventata troppo piccola per
le ambizioni di una crescente e potente Firenze. La cattedrale
fu immaginata come una specie di piazza coperta, in grado di
accogliere l'intera cittadinanza. Per avere spazio a sufficienza,
furono distrutti vari edifici vicini e venne spostata la
Chiesa di San Michelino Visdomini, che sorgeva sul lato
nord. Durante i lavori di costruzione, per garantire ai
fiorentini un luogo di culto, si decise di mantenere in piedi
Santa Reparata. Fu così che la prima cattedrale venne in pratica
inglobata nella nuova, continuando a venire usata per il culto,
praticamente fino quasi alla sua demolizione, avvenuta
nel 1375. Dopo un rallentamento dei lavori, dovuto alla morte
dell'architetto progettista, Arnolfo (1301) i lavori ripresero
grazie alla potente Arte della Lana, che dal 1331 iniziò
a sovrintendere ai lavori. Dal 1334 al 1337 capo mastro fu
Giotto, che però si interessò quasi soltanto al campanile.
Scomparso l'artista gli subentrarono prima Andrea Pisano
e poi Francesco Talenti, che lavorando fino al 1370 modificarono
e ingrandirono il progetto originario.
Le pareti esterne di Santa Maria del Fiore sono ricoperte
da un raffinato rivestimento in marmo policromo (Arnolfo
di Cambio, fine ‘200), che riprende quello del Battistero. La
facciata attuale risale al 1887 ed è stata costruita da Emilio
de Fabris, dopo che l'originaria di Arnolfo, peraltro incompiuta,
venne fatta demolire da Francesco I de' Medici nel 1588. Si
segnalano, sulla facciata interna, le Teste di profeti (Paolo
Uccello, 1443), a sinistra, poco prima del transetto, la vetrata
con Dante e i suoi mondi (Domenico di Michelino, 1465), sulla
volta della cupola, gli affreschi del
Vasari e dello Zuccari
(Giudizio universale, 1579). L'interno del Duomo, imponente
e severo, custodisce affreschi e vetrate di alcuni dei
più rinomanti maestri del
Rinascimento:
Vasari, Zuccari,
Donatello,
Uccello e Ghiberti. Ancora oggi nessun edificio
di Firenze supera in altezza la cupola del Duomo.
Una parte incredibile della chiesa è la cupola. Per costruire
il tamburo della cupola era stato bandito tre anni prima un
concorso, vinto da Filippo Brunelleschi. La grande cupola,
formata da otto vele, otto spicchi, venne finita nel 1436;
enorme e incredibilmente solida resta un mistero d'ingegneria.
In aprile, a 140 anni dalla dalla posa della prima pietra,
Papa Eugenio IV consacrò solennemente la nuova cattedrale
che fu dedicata alla Madonna e fu chiamata Santa Maria del
Fiore, dove per "fiore" s'intendeva sia Cristo che la città
stessa. In realtà la Chiesa non poteva dirsi ancora completata:
la lanterna, ideata dal Brunelleschi ma costruita dopo la sua
morte (1446) in modo difforme dal progetto originario, fu conclusa
dal Verrocchio con la palla sormontata dalla croce (1468).
Il ballatoio alla base del tamburo, iniziato da Baccio d'Agnolo
nel 1502, fu interrotto. Michelangelo paragonò sarcasticamente
il ballatoio a una "gabbia di grilli".
Immaginiamo di girare intorno al Duomo, ecco cosa vedremo:
La facciata del Duomo
Eseguita per metà altezza, la facciata arnolfiana (risalente
al progetto del primo architetto) fu demolita nel 1587 per volere
di Francesco I, che, istigato dell'architetto di corte Bernardo
Buontalenti, decise di farne costruire una nuova. Un nuovo
concorso fu indetto ma i modelli presentati non soddisfarono
né il granduca né la commissione di esperti nominata per l'occasione
e il tutto si risolse in nulla di fatto. Una nuova facciata
comparve solo nel tardo Ottocento, opera neo gotica di Emilio
De Fabris. Le porte bronzee sono di Augusto Passaglia e
Giuseppe Cassioli ed i mosaici che le sovrastano furono realizzati
su disegno di Niccolò Brabino.
Il fianco destro
Costeggiando il fianco destro si osservano le prime finestre,
si vede che sono finestre cieche, perché, a causa delle modifiche
successive, non si allineano con le finestre dell'interno. La
stessa cosa si ripete ovviamente sulla facciata sinistra. Nella
seconda campata si apre la porta detta "del Campanile",
decorata con sculture riconducibili alla scuola di Andrea Pisano.
In corrispondenza della quarta campata si trova la porta "dei
Canonici", i cui stipiti, finemente intagliati da Giovanni
d'Ambrogio e Piero di Giovanni, mostrano il gusto del gotico
di fine '300.
Il fianco sinistro
Oltrepassando la parte dell'abside (il retro della chiesa) si
trova la porta della Mandorla, eseguita in più tempi
(1391-1427) da vari artisti tra questi Nanni di Banco, autore
dell'alto rilievo centrale con la Madonna che porge la cintola
a San Tommaso. Il mosaico della lunetta raffigura l'Annunciazione
di Domenico e Davide Ghirlandaio ed è del 1491. Di qui, salendo
464 scalini (non c'è ascensore) si arriva alla base della lanterna
dell'immensa cupola (91 metri da terra). Salire è un po' faticoso
ma ne vale la pena, soprattutto per ammirare la tecnica costruttiva
innovativa impiegata dal Brunelleschi. Più avanti l'ultima porta,
detta "di Balla" (fine del XIV secolo).
La controfacciata
Sulla controfacciata spicca il grande orologio del 1443,
decorato da Paolo Uccello con teste di evangelisti. Ancora funzionante,
segue l'andamento delle ore canoniche, che partono dalla prima
dopo il tramonto. Nella lunetta sopra la porta centrale, si
ammira il mosaico con l'incoronazione della vergine (primo scorcio
del XIV secolo), attribuito a Gaddo Gaddi; ai lati, Angeli musicanti
di Santi Tito (fine del XVI secolo). Le tre vetrate circolari
sono realizzate su cartoni di Lorenzo Ghiberti. La Chiesa possiede
ancora 44 vetrate originali delle 55 complessive, realizzate
sotto la supervisione del Ghiberti fra il 1424 il 1425: fanno
eccezione le quattro delle navate laterali, eseguite a fine
trecento. Sul lato destro della parete, si vede il monumento
funebre di Antonio Orso, vescovo di Firenze (morto nel 1321),
opera di Tino di Camaino. Dell'opera mancano alcuni elementi,
in parte conservati al museo del Bargello.
L'interno della cattedrale
di Firenze
La navata destra
Sotto la prima campata si trova un medaglione con ritratto di
Filippo Brunelleschi (1446), eseguito dall'allievo, e figlio
adottivo, Andrea di Lazzaro Cavalcanti, detto il Buggiano. All'altezza
della seconda campata una scala scende nella Chiesa di Santa
Reparata, scoperta nel 1966. Le strutture superstiti dell'antica
chiesa mostrano l'impianto basilicale a tre navate, con ampie
cappelle. Come abbiamo detto, la chiesa fu demolita solo del
1375 e alcune sue parti furono poi impiegate per la costruzione
della nuova cattedrale. Gli scavi hanno portato alla luce anche
la tomba del Brunelleschi e altre sepolture. Nella terza
campata, la statua del profeta Isaia (1427), Di Bernardo Ciuffagni,
e affreschi di Bicci di Lorenzo con i monumenti sepolcrali di
Luigi Marsili e Pietro Corsini (1422 ca.).
La cupola
La
vicenda dell'enorme cupola è da sempre accompagnata da congetture,
quasi sempre imprecise. La caratteristica curiosa della cupola
è l'assenza di utilizzo delle centine (strutture per
sostenere la volta durante la costruzione). Per l'innalzamento
della struttura furono pertanto usati materiali leggeri e malta
a presa rapida, e furono necessari calcoli precisi sul taglio
e la collocazione di ogni singola pietra. Brunelleschi
superò ogni difficoltà e nel 1436 la cupola fu conclusa. La
scala che corre tra le due calotte è tuttora accessibile;
percorrendola si raggiunge la lanterna della cupola,
la parte centrale alta, da cui si gode uno straordinario
panorama sulla città. Dall'interno della cupola, le persone
che percorrono le scale appaiono veramente minuscole, è impressionante.
L'interno della cupola reca un enorme affresco raffigurante
il Giudizio Universale (1572-1579), dipinto per un terzo
da Giorgio Vasari e, dopo la sua morte, proseguito
da Federico Zuccari. La superficie occupata dal dipinto
è di ben 3600 mq. Gli affreschi sono stati interamente restaurati
tra il 1978 e il 1994. Sul lato destro, le tre vetrate del tamburo
sono eseguite su progetto del Ghiberti. Nelle edicole
addossate alla base si vedono otto statue di Profeti, opere
cinquecentesche di Vincenzo de' Rossi, Giovanni Bandini,
Benedetto da Rovezzano, Baccio Bandinelli,
Andrea Ferrucci e Jacopo Sansovino.
Il coro
Al centro il coro marmoreo (1547-1572) dall'insolita forma ottagonale,
eseguito da Baccio Bandinelli e Giovanni Bandini.
Alcuni bassorilievi, rimossi dell'Ottocento, si conservano il
Museo dell'Opera del Duomo. L'altare è sovrastato dal
Crocifisso (1497) di Benedetto da Maiano.
Le tribune e le sacrestie
Le tre grandi tribune, ciascuna con cinque cappelle a raggiera,
sono separati dalle due sacrestie, quella dei Canonici a destra
e quella delle Messe a sinistra. Quest'ultima ha le pareti ricoperte
di legno intarsiato, opera della bottega dei da Maiano, su disegno
di grandi maestri, fra cui Brunelleschi e Antonio del Pollaiolo.
Qui Lorenzo il Magnifico si rifugiò il 26 aprile 1478, giorno
di Pasqua, insieme al fratello Giuliano, per sfuggire alla congiura
ordita dalla famiglia rivale, i Pazzi. Pensate, la parola
"pazzi" si rifà proprio a questa celebre congiura. Le lunette
sopra le porte delle sacrestie sono decorate da due terrecotte
invetriate di Luca della Robbia raffiguranti l'Ascensione
e la Resurrezione (1444). Sotto l'altare della tribuna centrale
l'Arca di San Zanobi (1442), di Lorenzo Ghiberti,
contiene le reliquie del primo vescovo della città. Osservate
il pavimento della tribuna di sinistra, quando il sole filtra
dalla cupola, sopra di esso la luce segnala zenit durante il
solstizio d'estate.
La navata sinistra
Riprendendo il percorso dalla navata sinistra, nella quarta
campata il dipinto di Domenico di Michelino raffigurante Dante
e la Divina Commedia (1465), eseguito su cartone di Alessio
Baldovinetti. La terza campata è caratterizzata dall'affresco,
staccato e ricollocato, raffigurante il monumento di Giovanni
Acuto (1436), opera di Paolo Uccello. Il dipinto ritrae di profilo
la figura equestre del capitano di ventura inglese John Hawkwood,
che fu condottiero dell'esercito fiorentino fino alla sua morte
(1434). Sulla seconda campata si trova l'affresco dedicato a
un altro condottiero, Niccolò da Tolentino (1455-56) opera di
Andrea del Castagno. Niccolò fu il capitano dell'esercito fiorentino
nella battaglia di San Romano, celebrata da Paolo Uccello in
tre memorabili dipinti.
Il campanile di Giotto
Il
campanile della cattedrale, anch'esso in marmo bianco, rosa
e verde, venne progettato da Giotto, mentre Andrea
Pisano e Luca della Robbia furono i principali gli
artefici dei bassorilievi. Alto quasi 85 metri, il campanile
fu iniziato nel 1334 proprio da Giotto, all'epoca direttore
dei lavori della cattedrale. Il maestro portò avanti la costruzione
fino all'ordine inferiore con le forme esagonali. Alla sua morte,
avvenuta nel 1337, la costruzione del campanile fu affidata
a Andrea Pisano, che modificò il progetto del suo predecessore.
Dopo la peste del 1348 i lavori furono affidati a Francesco
Talenti, che per dare slancio al campanile aggiunse bifore
accoppiate a trifore timpanate, e sostituì la cima del campanile,
prevedendo invece che la guglia pensata da Giotto, un coronamento
piatto. Il campanile fu terminato nel 1359 ed era collegato
alla cattedrale con una passerella marmorea all'altezza della
prima cornice. Questa passerella fu demolita degli anni '30
del quattrocento, ne rimangono a testimonianza le porte decorate...Continua
a leggere sul
Campanile di Giotto.
Il battistero vicino
al campanile
Il
Battistero adiacente è uno degli edifici più antichi
della città e fu originariamente un tempio pagano; deve la sua
fama soprattutto alle porte di bronzo dorate: quella a sud è
opera di Pisano, ma è la porta che guarda a est (e in direzione
del Duomo) quella più celebre. Conosciuta come la Porta del
Paradiso (un nome che si pensa le avesse dato Michelangelo),
venne creata da Ghiberti tra il 1424 e il 1452 e la sua
bellezza e raffinatezza la contraddistinguono e la fanno ammirare.
I soffitti del Battistero presentano mosaici del XIII secolo
con immagini del Giudizio Universale...Continua a leggere
nell'articolo dedicato al
Battistero di Firenze.
Le
compagnie del Bigallo e della Misericordia
L'Arciconfraternita della Misericordia e la Compagnia
maggiore del Bigallo non furono i primi istituti di assistenza
cristiana nella zona della cattedrale. Intorno all'anno Mille,
sul lato nord della piazza sorge l'Ospedale di San Giovanni
Evangelista, demolito nel 1296 per costruire la nuova cattedrale.
Nel Medioevo lo "spedale" era una struttura polifunzionale:
ospizio per pellegrini e viaggiatori, casa di cura per anziani,
orfanotrofio, clinica, centro per la distribuzione di cibo e
di abiti per gli indigenti. Le compagnie della Misericordia
del Bigallo vennero fondate nel 1244 dal domenicano Pietro
da Verona, Canonizzato poi come San Pietro martire.
La loggia del Bigallo fu costruita per la misericordia nel 1352
su disegno di Alberto Arnoldi, che si occupò anche della
decorazione scultorea. Oltre al pianterreno, costituito da un
oratorio a portico aperto, la nuova costruzione ospitava il
piano superiore un ricovero per i bambini abbandonati. Nel 1425
le due compagnie furono riunite nella stessa sede di piazza
del Duomo, sotto lo stesso nome di Santa Maria del Bigallo.
Nel 1525 la Misericordia si staccò dal Bigallo per istallarsi
(1576) dinanzi alla loggia, nel palazzo restaurato da Alfonso
a Parigi (1578) ristrutturato nel 1781.
Anche le logge, rimasta di proprietà della compagnia del Bigallo,
subì modifiche nel corso dei secoli. Al suo interno si conservano
essere appartenenti alle due confraternite, tra cui la Madonna
della misericordia (1342), Che ci offre una veduta coeva della
piazza del Duomo, con la facciata della cattedrale incompiuta
e il campanile appena iniziato. Interessanti gli affreschi della
facciata: eseguiti nel 1386 da Niccolò di Pietro Gerini e Ambrogio
valdese, furono staccati del 1777 per essere conservati all'interno,
e raffigura dei Capitani della Misericordia ti affido e dalle
"madri" I bambini abbandonati (1386). All'esterno, ancora in
loco ma appena leggibile, gli affreschi di Rossello di Jacopo
Franchi e di Ventura del Moro con San Pietro Martire che consegna
gli stendardi ai capitani del Bigallo (1445) e il Miracolo del
cavallo infuriato 1445-1448). Anche l'edificio della misericordia
conserva dipinti, statue e arredi, fra cui la palla di altare
in terracotta invetriata di Andrea della Robbia. Girando
attorno alla cattedrale giungiamo al museo dell'Opera, situato
quasi di fronte all' abside
La
cupola
Nel 1418 viene bandito un concorso per evitare la cupola della
cattedrale. Le dimensioni della struttura sono già definito
nel resto della costruzione, che nella zona del presbiterio
presenta un'apertura di 41,50 m di diametro. Impossibile coprire
un'area tanta pasta con la tecnica medievale delle centine fisse
di lei gli ho poggiate al suolo per sostenere la struttura muraria.
Come ricorda il Vasari, le proposte furono tante disperate:
"chi diceva di far pilastri murati da 'l piano terra, per
volgervi su gli archi, e tenere le travature per reggere il
peso; altri voltarla di spugne, acciò fossi più leggero il peso:
e molti si accordavano fare un pilastro in mezzo e condurla
a padiglione…; chi propose empierla di terra e mescolare quattrini
tra esse, acciò che volta, dessi lo licenzia chi voleva di quel
terreno potessi andare per esso, e così in un subito il popolo
lo portassi via senza spesa…".
Filippo Brunelleschi vinse il concorso proponendo una
soluzione rivoluzionaria: nessuna carpenteria fissa, ma una
struttura autoportante (cioè capace di sostenersi da sola ma
mano che veniva costruita) a doppia calotta. La tecnica viene
prima sperimentata con successo sulla piccola cupola della cappella
Ridolfi, nella chiesa di San Jacopo Sopr'Arno.
Nel 1420 inizio dei lavori: otto costoloni esterni e 16 interni
sorreggeranno la doppia calotta di mattoni, appositamente modellati
e disposti a lisca di pesce; nello spazio vuoto fra le due calotte
trovare un posto, oltre alla scala, i contrafforti che raccordano
i due muri e contengono le spinte laterali della struttura.
Era Filippo in persona-ti aveva escogitato anche i nuovi macchinari-organizzare
le maestranze: a un certo punto, per ripamiare tempo, dispose
"che si aprissero osteria della cupola con le cucine, e vi si
vendesse il vino; E così nessuno si partiva dal lavoro, se non
la sera" (Vasari). Anche i mattoni venivano selezionati, si
può dire uno per uno, dall'architetto; essi è il Vasari che
il Manetti, primo biografo del Brunelleschi, ci tramandano che
gli sperimentava modelli di commettiture usando rape intagliate.
Nel 1436 la cupola è terminata, diventando il punto culminante
del panorama della città, "erta sopra è cieli, ampia da coprire
con sua ombra tutti e popoli toscani" (Alberti).
Il nuovo Museo dell'Opera
del Duomo
Dietro la cattedrale c'è il Museo dell'Opera del Duomo,
dove si possono ammirare le formelle originali prese dalle porte
del Battistero, la maschera funebre di Brunelleschi, strumenti
adoperati nella costruzione della cupola e una grandiosa esposizione
di statue, tra cui opere di Michelangelo. Il museo è
stato presentato nella sua rinnovata veste nel 2016.
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