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CHIUSDINO -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Chiusdino è un piccolo borgo medievale immerso nella quiete
della campagna senese, perfetto per una pausa di serenità a contatto con la
natura.
All'interno dei confini comunali, si trova l'Abbazia di San Galgano
e l'Eremo di Montesiepi dove lo stesso Galgano conficco la spada nella
roccia.
Il paese di
Chiusdino, è un bel borgo in provincia di
Siena
che in parte ha ancora caratteristiche di
sistemazione urbanistica medioevale (sorge su un
colle a cavallo tra la Val di Merse e quella del suo
affluente Feccia). È famosa per avere dato i natali
a San Galgano (Galgano Guidotti). Nel borgo
tra gli edifici medievali si trova anche la presunta
casa dove si ritiene che il santo sia nato intorno
al 1150. Nel territorio del comune si trova anche
l'omonimo abbazia dedicata a San Galgano.
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Fatta
eccezione per la zona di Pentolina, il territorio di Chiusdino appartenne
fin dall'epoca etrusca a Volterra ed ancora nel Medioevo era compreso nella
diocesi ecclesiastica di questa città. L'origine del borgo attuale va
collocata durante la dominazione longobarda in Toscana fra il fra il 568 ed
il 569. La zona era tra l'altro, interessata dallo sfruttamento dei
giacimenti di minerali, soprattutto l'argento. Avvicinandosi colpisce la
forma ellittica, tipica struttura dei centri sorti alla sommità di una
collina, e vari tracciati di fortificazione, fu possesso della diocesi di
Volterra, fino alla rivendicazione senese, fondata sulla proprietà di alcuni
beni posseduti nel Castello dal vescovo di Siena dall'anno 1137.
In
epoca feudale ebbero infatti in questa zona ampi possessi i vescovi di
Volterra a cui appartenne lo stesso Chiusdino, ma anche feudatari laici
molto potenti, come i conti di Frosini, un ramo dei Gherardesca che in
questa località ebbero il loro maggior punto di forza e che possedettero
anche Montalcinello e Miranduolo. oltre ad aver fondato l'Abbazia di
Serena.
Serena fu un castello dei Gherardesca presso il quale Gherardo e Guilla, nel
1004, fondarono un'abbazia sotto la regola benedettina che, oltre ad essere
riccamente dotata, fu dichiarata di proprietà regia, cioè soggetta
direttamente alla Sede Apostolica e svincolata dal controllo dei vescovi
volterrani. Questo privilegio portò inevitabilmente a scontri tra
quest'ultimi e i conti di Frosini che controllavano il castello di Serena e
indirettamente anche l'abbazia. Una volta distrutto il castello nel 1133,
anche l'abbazia, che pure aveva conosciuto un notevole sviluppo nell'Xl e
nel XII secolo, dopo essere stata annessa alla congregazione vallombrosana
nel 1196, iniziò una decadenza che divenne totale nel Duecento quando i suoi
beni furono alienati dal vescovo di Volterra. Oggi dell'abbazia e del
castello di Serena non restano che poche rovine.
Chiusdino
fu uno dei più importanti castelli dei vescovi di Volterra nella parte
meridionale della diocesi, ma il suo controllo non fu facile, a causa delle
numerose concessioni a vassalli e funzionari e per i diritti che vi vantava
l'abbazia di Serena. Nel 1137, poi, il vescovo di Siena, Ranieri, artefice
primo della espansione territoriale della sua città, riuscì ad acquistare
dei beni nel castello. Fu proprio basandosi sui diritti che sca-turivano da
questa proprietà che il Comune di Siena, all'inizio del Duecento, riuscì ad
ottenere quella supremazia su Chiusdino, che venne riconosciuta formalmente
nel 1215 e che si consolidò nel secolo successivo, come può desumersi dai
vari statuti.
Delle cinte murarie del borgo restano alcuni tratti della più interna con
una porta nel tratto meridionale; della cerchia intermedia rimane ben
conservata la porta di Nord-Est. Nell’ultima cerchia i tratti delle mura
meridionali conferiscono al castello una forma triangolare. Tra le
architetture più significative di Chiusdino, oltre ad alcuni edifici del XIV
e XV secolo e alle Chiese di San Martino e della Compagnia di San
Galgano, assume particolare rilievo la Casa di San Galgano ove, nel XII
secolo, nacque Galgano Guidotti che visse come eremita sul Monte Siepi e fu
canonizzato nel 1185.
Nel territorio di Chiusdino altri castelli raggiunsero importanza notevole.
Occorre ricordare anzitutto il Castello di Frosini che diede il nome
ad un ramo dei Gherardesca, legati da vincoli di fedeltà ai vescovi di
Volterra e con questi coinvolti nel processo di espansione del Comune di
Siena. Già nel 1181 il castello dovette giurare fedeltà a Siena e gli
obblighi si fecero sempre più pressanti, anche se, per tutto il Duecento, il
vescovo volterrano mantenne nominalmente il potere politico e amministrativo
su Frosini. A ciò si deve aggiungere il controllo sui beni del castello da
parte dei monaci di San Galgano, tanto che all'inizio del Cinquecento era
ormai completamente in possesso dei commendatari dell'abbazia. Attualmente
nel complesso, fruito di vari rifacimenti successivi, spicca ancora la
poderosa massa del castello medioevale.
Ai piedi del castello si trova lo spedale di Frosini, la cui aula si
presenta attualmente nelle forme di una chiesetta romanica ad unica navata
conclusa da un'abside semi-circolare, coronata all’esterno da un giro di
archetti pensili. La presenza dell'ospizio medioevale è giustificata dalla
cosiddetta "via massetana", che da Siena porta a
Massa
Marittima e all'importante zona delle Colline Metallifere.
Nei pressi di San Galgano si diramava una strada di raccordo con la "via
grossetana", attraverso Roccastrada.
Presso la pieve di Lunario sorse un castello che, distrutto anche dai
sangimignanesi in lotta col vescovo di Volterra, nel corso del Duecento fu
integrato nel contado senese. Trasformato in villa, pochi resti testimoniano
oggi delle antiche strutture medioevali. Pochi ruderi ricordano attualmente
il castello di Miranduolo, che nel 1004 figurava tra le donazioni dei
Gherardesca alla abbazia di Serena. Conteso poi dai conti di Frosini, dagli
abati di Serena e dal vescovo di Volterra, all’inizio del XIII secolo,
quando ormai era distrutto, dovette giurare la sottomissione a Siena. In
seguito divenne proprietà di varie famiglie di Montico, rimanendo nella
giurisdizione di questa località.
In questa zona della val di Merse che ora fa parte del comune di Chiusdino e
che fu teatro delle lotte tra Volterra e Siena per il controllo delle
risorse minerarie, nel Medioevo ben più importanti che adesso, lotte nelle
quali si inserirono a vario titolo anche feudatari locali, si giustifica
quindi la presenza di numerosi castelli. Oltre a quelli principali, che
abbiamo già ricordato, possiamo ancora indicarne altri, minori, ora allo
stato di rudere come la Castellacela e Serena. Diversi invece
sono stati trasformali in seguito in dimore rurali o signorili, quali
Caùsa, Monte Landi, Le Palazze, Pentolina,
Spannocchia e Tamignano.
Per l'abbazia vedere l'articolo dedicato:
Abbazia di San Galgano
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