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Cosa vedere a Catania -
14 luoghi interessanti da visitare
Vista la lunga Storia di Catania, non sorprende che le
testimonianze delle varie epoche siano di notevole interesse e siano
molteplici. Se la maggior parte dei monumenti realizzati nel periodo
greco non hanno avuto la fortuna di resistere fino a giorni nostri per i
ripetuti danni e distruzioni causati dalle eruzioni dell'Etna e dai
terremoti, non si può dire lo stesso dei monumenti risalenti al periodo
romana che, invece, rappresentano uno dei tratti distintivi di Catania.
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In questa città all'ombra del grande vulcano è possibile imbattersi in
alcuni importanti monumenti, resi visitabili grazie ai molti lavori di
scavo. Si può vagare per la città e trovare qua e la tracce di passato,
oppure si può anche vedere tanti oggetti preziosi ospitati tutti insieme
all'interno del Museo Civico.
Tra le cose da non perdere troviamo:
Il teatro romano
Il
Teatro romano di Catania risale al II secolo d.C ed è realizzato sopra una
precedente costruzione che potrebbe essere stata realizzata nel periodo
greco o intorno al I secolo. Si trova all'incrocio tra Piazza San Francesco,
via Vittorio Emanuele, via Timeo e via Teatro Greco: negli anni settanta è
stato utilizzato per lo svolgimento di spettacoli estivi, oggi è quasi tutto
visitabile, fatta eccezione per le parti tuttora in restauro. Vicino al
teatro romano si trova l'Odeon, una costruzione semicircolare
utilizzata in passato per spettacoli di danza.
L'Anfiteatro
Di
notevole interesse tra i monumenti del passato di Catania è l'anfiteatro,
di cui è visibile solo una piccola parte, a ridosso della collina
Montevergine, vicino a piazza Stesicoro. Realizzato nel II secolo, riporta
una frase scritta al suo interno "Per me civitas Catanensium sublimatur a
Christo", che, secondo la tradizione, fu detta da Sant'Agata, che
proprio in quella zona subì il martirio. La zona dove oggi fa parte
del centro storico della città, in passato era adibita a necropoli. Tutto il
complesso è oggi parte del Parco archeologico greco-romano di Catania.
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Le terme
Sono
tre sono le terme del periodo romano che si trovano a Catania: le terme
Achilliane, sotto l'attulae Piazza Duomo che risalgono al IV e V secolo,
le terme dell'Indirizzo (che sorgono nella zona settecentesca della
città) e che sono datate all'incerca al II secolo e le terme della
Rotonda (II-III secolo) che si trovano vicino all'Odeon.
Le Terme "Achilliane" prendono il nome da un’iscrizione
dove viene citato il nome dell’eroe greco Achille. Le
"Achilliane" si trovano parzialmente al di sotto della
cattedrale di Catania, quindi in una zona centralissima della
città, e vi si accede da una botola. La parte principale delle
terme è composta da un ambiente rettangolare il cui soffitto è
sostenuto da quattro pilastrini. Soffitto che doveva essere
dipinto e decorato a stucco. Altri vani circondano la sala
principale, e si pensa che le Achilliane dovessero raggiungere
delle notevoli dimensioni.
Le Terme dell'Indirizzo, che si trovano anch'esse vicino
alla cattedrale, in piazza Currò, sono un complesso parzialmente
inglobato all'interno del convento carmelitano di Santa Maria
dell'Indirizzo, da cui in nome. L'antico centro termale è
composto da una sala ottagonale con ampie nicchie e sono ancora
visibili gli impianti che facevano funzionare le terme: le
fornaci per il riscaldamento delle sale, i condotti per l'aria
calda, i canali per il deflusso delle acque.
Delle Terme della Rotonda , dal nome della via della
Rotonda oggi resta soltanto la sala circolare, con soffitto a
cupola sostenuto da otto archi. Nel VI secolo l'ambiente venne
trasformato in una chiesa cristiana, subito dopo la cacciata
degli arabi dalla Sicilia.
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Fontana dell'Elefante
Il
monumento più celebre di Catania è la fontana dell'Elefante
che domina Piazza del Duomo. Progettata dell'architetto
Giovanni Battista Vaccarini, la fontana rappresenta un
elefante (U Liotru, appunto, dal nome dello stemma di
Catania) che sorregge un obelisco egiziano. L'opera fu
realizzata tra il 1735 e il 1737 e rappresenta le tre civiltà:
quella punica (l'elefante è il simbolo della sconfitta
dei cartaginesi), quella egiziana (come è chiaro dalla
presenza dell'obelisco, portato a Catania ai tempi delle
Crociate) e quella cristiana, come si nota dalla croce
montata sull'obelisco...Continua a leggere sulla
Fontana dell'Elefante.
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Il
Castello Ursino
Uno
dei luoghi più visitati di Catania è senza dubbio il Castello
Ursino, fatto costruire nel XIII secolo da Federico II di
Svevia, usato nel corso degli anni come parlamento e come
residenza dei sovrani aragonesi. Il maniero visse alcuni dei
momenti più importanti della guerra del Vespro. Nel 1295 qui vi
si riunì il Parlamento Siciliano, che dichiarò decaduto
Giacomo II d'Aragona ed elesse Federico III d'Aragona
a re di Sicilia. Nel corso del 1296 il castello fu preso da
Roberto d'Angiò e poi riconquistato nuovamente dagli
aragonesi. Federico III e la sua corte abitarono qui a partire
dal 1296, e così fecero i suoi successori Pietro, di Ludovico,
Federico IV e Maria. Nel 1347 all'interno del castello venne
firmata la cosiddetta Pace di Catania fra Giovanni di
Randazzo e Giovanna d'Angiò. Oggi ospita il Museo
Civico della città, dove sono esposte molte opere che
ripercorrono la storia millenaria di Catania.
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I
monumenti in stile barocco
Se
c'è uno stile che caratterizza principalmente Catania quello è
il barocco. Tutto il centro storico della città è costellato da
una serie di edifici, costruzioni e monumenti di stampo barocco
che rientrano all'interno dei beni dichiarati Patrimonio
Mondiale dell'Umanità dall'Unesco. Se si vuole procedere per
una escursione nel barocco catanese si può partire da via dei
Crociferi, centralissima, e camminare per il centro: ogni angolo
vi consentirà di ammirare un'opera d'arte. Ecco qui le
costruzioni barocche più conosciute:
Piazza
Duomo
La
Piazza del Duomo con la sua zona pedonale è il cuore di Catania.
La coerente composizione cromatica, bianca e nera, è
caratteristica dell'architettura barocca della città un’opera
dell'architetto palermitano, Giovanni Battista Vaccarini.
Molte dei rifacimenti barocchi di Catania furono progetti del
Vaccarini, tra cui il Palazzo dell'Università (1730), la
Cattedrale di Sant'Agata (1739), la Chiesa della Badia
di Sant'Agata (1767), la Fontana dell'Elefante (1736)
ed il Palazzo del Municipio (1741). Questo insieme forma
un bellissimo quadro complessivo, soprattutto di notte quando
questi monumenti sono illuminati...Continua a leggere sulla
Vedere l'articolo dedicato alla
Piazza del Duomo di
Catania.
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Fontana dell’Amenano
La
Fontana dell’Amenano, inserita fra gli eleganti
Palazzo dei Chierici e Palazzo Pardo, e progettata
dallo scultore napoletano Tito Angelini in in marmo di
Carrara nel 1867. Insieme alla Fontana dell'Elefante e alla
Fontana dei Sette Canali rappresenta uno dei monumenti tipici
del centro storico di Catania. È costituita da una grande vasca
a forma di conchiglia su cui si erge un giovane, che secondo la
mitologia greca, è la personificazione dell'Amenano, dio
fluviale onorato nell'antichità dagli abitanti della città (come
testimoniano anche molte monete del IV a.C)...Continua a leggere
sulla Vedere l'articolo dedicato alla
Fontana dell'Amenano.
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Fontana dei Sette
Canali
La Fontana dei Sette Canali
si trova proprio alle spalle della
Fontana dell'Amenano, nellapiazzetta Alonzo di Benedetto,
adiacente alla Piazza del Duomo, che
ospita dal lunedì al sabato il pittoresco mercato del pesce,
in un'ampia volta scavata nelle fondamenta dell'ex Palazzo
dei Chierici. Costruita nel 1612, si salvò dalle rovine del
terremoto del 1693 che rase al suolo Catania. Fu realizzata sotto il
regno di Filippo III di Spagna. Era l'unica fontana dalla quale i cittadini
di Catania attingevano
l'acqua dell'Amenano per gli usi quotidiani...Continua a
leggere sulla Vedere l'articolo dedicato alla
Fontana dei Sette Canali.
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Cattedrale di
Sant'Agata
La
Cattedrale di Sant'Agata dedicata alla patrona della città,
nonché vergine e martire, si trova nell'omonima piazza e
rappresenta la costruzione religiosa più significativa di tutta
la città. Costruita a partire dal 1094 dal re normanno
Ruggiero d'Altavilla, fu più volte distrutta dai
terremoti e dalle eruzioni vulcaniche. Alla sua fondazione ebbe
un doppio ruolo di Chiesa e di Fortezza. Oggi svetta, maestosa,
nella Piazza del Duomo, cuore della città. Una chicca da non
perdere per gli amanti dell'architettura religiosa. Il Duomo di
Sant'Agata fu costruito sopra terme romane di Achille, proprio
nel luogo del martirio di Sant’Agata nel 251. La cattedrale
rappresenta il monumento più importante del centro storico di
Catania poiché sintetizza le espressioni artistiche di nove
secoli di storia...Continua a leggere sulla
Cattedrale di Sant'Agata.
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Badia
di Sant'Agata
La
chiesa Badia di Sant'Agata si trova non lontano dalla omonima
cattedrale, in via Vittorio Emanuele, e costituisce un secondo
esempio di costruzione religiosa di stampo barocco. La Badia
sorge sulle rovine dell'antica Chiesa e del Convento dedicati
a Sant'Agata, costruiti nel 1620 da Erasmo Cicala e
crollati in seguito al terremoto del 1693. L'Edificio, come si
presenta nella forma attuale, è stato costruito seguendo il
progetto del grande architetto siciliano Giambattista
Vaccarini e ha una pianta a croce greca, inserita in ovale.
La facciata, interessata da una singolare alternanza di
superfici concave e convesse, è dominata da un portale
caratterizzato da elementi decorativi tipici dell'arte catanese
come le palme, i gigli e le corone, che sono anche i simboli di
Sant'Agata (e che sono un tratto fondamentale del
Barocco). Questo portale è
stato realizzato per volontà della Badessa, prima che
intervenisse Vaccarini. L'Edificio è inoltre caratterizzato da
un'imponente cupola e da statue di Santi e fruttiere poste su
pilastri. L'interno, a dispetto di ciò che fa pensare l'esterno,
è invece molto semplice ed essenziale e custodisce al suo
interno splendidi dipinti di carattere sacro, posti dentro la
sagrestia. Sono inoltre presenti stucchi bianchi alle pareti,
statue, preziosi altari e ricami di marmo sul pavimento. Tra le
statue, poste sugli altari sono da ricordare quelle che
rappresentano Sant'Euplio, Ssn Giuseppe, Sant' Agata,
l'Immacolata e San Benedetto.
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Palazzo degli Elefanti
Il
Municipio ci Catania, conosciuto come Palazzo degli Elefanti, si trova sul lato nord della
scenografica Piazza Duomo e fu costruito in quasi un
secolo, subito dopo il terribile terremoto dell'11 gennaio 1693
che distrusse la città, tra il 1695 ed il 1780, da vari
architetti con differenti stili. Il precedente edificio
del potere cittadino a Catania, poi andato distrutto, fu
edificato nel 1508. Il progetto originale fu realizzato da
Giovan Battista Longobardo nel 1696, le facciate est, sud
e ovest furono progettate da Giovan Battista Vaccarini
mentre quella nord fu realizzata da Carmelo Battaglia.
Longobardo fu uno degli artigiani più attivi nella ricostruzione
della città dopo il terremoto e si impegnò in diversi cantieri,
fra cui quello dell'edificio universitario...Continua a leggere
sul
Palazzo degli Elefanti di Catania.
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Chiesa di San
Benedetto
La
Chiesa di San Benedetto sorge in Via Crociferi. Possiede Stucchi
e affreschi che rappresentano uno splendido esempio di barocco
siciliano. La struttura attuale risale alla ricostruzione
realizzata dopo il terremoto del 1693, che distrusse il
trecentesco edificio preesistente. Nel luglio dello stesso anno
iniziarono i lavori di ricostruzione del monastero; nel 1704 fu
innalzato l'arco di San Benedetto e nel 1708 cominciarono i
lavori di ricostruzione della grande chiesa, su progetto di
Alonzo Di Benedetto.
La facciata è ricca di statue e decorazioni, ed è divisa in due
ordini: in quello inferiore sta il magnifico portale d'ingresso,
attribuito sempre a Giambattista Vaccarini. Al centro del
prospetto si trova un timpano spezzato con le statue allegoriche
della Temperanza e della Fortezza.
L'interno è preceduto da un vestibolo con pavimento di marmi
policromi e presenta un'unica navata. La chiesa prende luce dai
sei finestroni sulla volta e dai raffinati candelieri a triplice
voluta che poggiano sulla trabeazione. Stupendo il pavimento in
marmi policromi, che fu recuperato dalle rovine del terremoto;
prezioso è l'altare maggiore in pietre dure, argento e oro,
eseguito fra il 1792 e il 1795. La calotta dell’abside è
affrescata con l’Incoronazione della Vergine, opera del
messinese Giovanni Tuccari. Pure del Tuccari è la decorazione
della volta a botte, con scene della vita e dell’opera di San
Benedetto. Tra altre opere d’arte, la chiesa conserva
una Immacolata di Sebastiano Lo Monaco, un San Benedetto di
Michele Rapisardi; l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo di Matteo
Desiderato, e il Martirio di Sant’Agata, affresco di autore
ignoto, datato al 1726.
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Collegio Cutelli
Il Collegio Cutelli,
istituito per testamento dal
giureconsulto Mario Cutelli, morto
nel 1654, per avviare i nobili agli
studi di diritto civile e canonico,
è oggi sede di un convitto. I lavori
iniziarono nel 1747 su progetto del
Vaccarini: del
classicheggiante cortile, di
impianto circolare, si deve
probabilmente a questo architetto
solo il primo piano con arcate a
tutto sesto su pilastri, a cui sono
addossate semicolonne sulle quali si
allarga la trabeazione dorica.
L’elegante pavimento del cortile
impreziosisce l'armonioso insieme.
Di Francesco Battaglia è invece
il
disegno del prospetto, coronato da
un imponente fastigio e
caratterizzato da un partito
centrale a tre ordini e lunghe ali a
due ordini; al progetto originario
vennero apportate non lievi
modifiche, dettate dal diffondersi
del gusto neoclassico.
Palazzo Biscari
Palazzo
Biscari è l'edificio civile
più complesso
della città, meta di tutti i
viaggiatori che raggiungevano la
Sicilia, attratti dalla prestigiosa
figura di Ignazio Paterno Castello,
principe di Biscari, e dalla fama
del suo museo. Le prime parti
dell'edificio,
raccolte intorno a un grande cortile
dominato in fondo da uno scalone,
furono costruite a partire dal 1695,
su disegno attribuito ad Alonzo Di
Benedetto. L'Iniziale incarico per
le facciate, rivolte verso il mare
ed erette sulle mura bastionate,
venne dato dal principe Vincenzo
nel 1707 al messinese Antonino
Amato, che disegnò per i fastosi
portali e per le lesene dal
singolare ornato a candelaia, un
apparato decorativo più opulento ed
estroso di quello del Monastero dei
Benedettini e del Palazzo Massa.
In
una fase successiva della
costruzione, intervenne Girolamo
Palazzotto, che compose il vigoroso
portale dello scalone e si Impegnò a
inglobare in modo unitario le
strutture del primo Settecento. I
lavori per il Museo, antiquario e di
scienze naturali, furono completati
nel 1757, ma il rapido accrescersi
delle collezioni (oggi nel Museo di
Castello Ursino), per l'impulso
del nuovo principe Ignazio, rese
necessario, dopo meno di un
decennio, l’ampliamento dei locali.
A partire dal 1763, oltre che per il
museo, Francesco Battaglia subentrò
anche per i disegni di vari lavori,
tra cui lo splendido salone (in
fondo si trova l'alcova nobile e, nella
volta, un lucernario per
l'orchestra) e per la galleria
aperta sul mare. Entrambi questi
ambienti, del 1770 circa, sono
decorati da affreschi di Sebastiano Lo
Monaco e da una raffinata
decorazione di stucchi rococò, che
trova l'espressione più felice nella
elegante spirale di una
originalissima scala a chiocciola.
Nel piano della ristrutturazione
interna, varie e ricercate le
soluzioni per rendere più
accoglienti e sfarzosi gli ambienti.
Oltre alla teoria dei grandi saloni,
è da segnalare l’appartamento della
principessa che ancora oggi conserva
in gran parte la preziosa
decorazione e gli arredi; la stanza
con alcova, detta di "Don Chisciotte"
per le tele alle pareti, e
l'affascinante piccola galleria
degli uccelli.
Nel palazzo c'erano anche un teatro e
una ricca biblioteca, e vi era
ospitata l’Accademia degli Etnei,
fondata dal principe Ignazio;
ulteriori testimonianze del suo
impegno (rivolto tra l’altro a
promuovere scavi per la conoscenza
delle antiche memorie della zona) a
favore di una comunità che lo ha
sempre onorato come figura di primo
piano della cultura siciliana,
soprattutto del secondo Settecento.
Palazzo Comunale
La «loggia», di cui si ha memoria a
partire dal 1353, doveva presentarsi
con tipologia non diversa dal noto
palazzo pubblico medioevale
italiano. Nel 1693 fu distrutto dal
terremoto e perse gran parte del suo
patrimonio storico. Memorie che
avevano resistito alle dispersioni
causate dalle travagliate vicende
subite dall’edificio e alle esigenze
imposte dal mutare dello spazio
urbano circostante a seguito
dell'apertura di nuove vie e dell’am-
pliamento della piazza agli inizi
del Seicento. Ricostruita a forma di
blocco isolato quadrangolare, già
intorno al 1735 Vacca- rini ne
rielaborava fa facciata
nobilitandola con gli eleganti
finestroni tra piatte lesene e con
un'austera tribuna su colonne
binate. L’atrio, il cortile
settecentesco e lo scalone dello
scorso secolo sono le parti che
restano a testimoniare le richieste
della committenza pubblica del
passato, il cui impegno nella
sistemazione degli interni andò
perduto in un incendio nel 1944.
Palazzo dell’Università
Il Siculorum Gymnasium (fondato nel
1434 per concessione di Alfonso
d’Aragona, e primo Studium della
Sicilia) potè avere una sede propria
è adeguata solo nel 1684,
acquistando l’Ospedale di S. Marco.
Questo sorgeva nell'area dove venne
ricostruito l'edificio che nel suo
stato attuale, dopo aver visto
avvicendarsi i più valenti
architetti operosi a Catania, deve
la composta facciata sulla piazza ad
Antonino Battaglia che, verso la
fine del secolo XVIII, venne
chiamato con altri esperti a
riparare le fabbriche dai danni
causati da un sisma nel 1730. Ideata
dal Vaccarini al suo primo apparire
sulla scena catanese, la corte si
presenta come opera di particolare
rilievo. I loggiati sui due ordirà,
coronati da un vivace parapetto a
volute e motivi ornamentali, hanno
arcate sostenute da pilastri. Nel
1934 Francesco Fichera ne disegnò il
pavimento, felicemente ispirato da
quelli settecenteschi dei Gesuiti e
del Collegio Cutelli. Lavori seguiti
ai danni causati da terremoti e vari
riattamenti succedutisi negli anni
hanno alterato la sistemazione
interna degli ambienti che hanno
perduto, tra- l’altro, la ricca
decorazione a fresco nella quale
spiccava l’elaborata e vasta
composizione che Olivio Sozzi aveva
dipinto nel salone della biblioteca.
Palazzo Massa
In un’iscrizione il barone Eusebio
Massa orgogliosamente ricorda che
nel 1694, nel «teatro» dei Quattro
Canti aveva costruito «primus
omnium» il suo palazzo
(successivamente acquistato dai
baroni di S. Demetrio). L'edificio
ripropone con enfasi decorativa lo
schema tipico della facciata del
primo Barocco catanese: ordine
gigante con lesene bugnate che
formano partiti nei quali si
sovrappongono le aperture ricche di
intagli, con volute, fogliami e
mascheroni. Estrosa è la soluzione
che, al posto dello spigolo, adotta
un angolo smussato in cui è
riproposta la sequenza verticale
delle aperture dei due prospetti:
soluzione che subentra ai primitivo
progetto ispirato dai Quattro Canti
di Palermo. L’abbassamento del
livello stradale della via Etnea (
1870-71 ) ha stravolto il piano
terreno e l’effetto affidato alla
massa lavica dei basamenti.
Palazzo Reburdone
Sul finire del settimo decennio del
secolo XVIII Francesco Battaglia,
quasi ottantenne, prestò Ja sua
opera per i Guttadauro, baroni di
Reburdone, ricca famiglia
trasferitasi da Caltagirone nel
capoluogo etneo. Incaricato del
riattamento di un «tenimento di
case», l’architetto, al sobrio
disegno della facciata, fece seguire
sapientemente, in fondo all’ampio
cortile, il suggestivo distendersi
di un arioso e monumentale scalone.
Questo, con la contenuta
articolazione delle strutture della
sua fronte a tre arcate su due
ordini, assume il ruolo di
protagonista nel corpo
dell’edificio, ruolo di solito
affidato al prospetto esterno.
Palazzo San Giuliano
Sorge di fronte al palazzo
universitario e assolve nobilmente
anche il compito di quinta parallela
nel determinare la limpida e
regolare spazialità della piazza.
Dopo il terremoto i lavori vennero
ripresi verso il 1738, per costruire
un edificio più grandioso, e si
protrassero oltre ir secolo.
Vaccarinf nel 1745 firmò nel portale
maggiore i! suo intervento che
definisce, in un terso schema
architettonico, il prospetto segnato
con lesene e cornici marcapiano e
animato dalla tribuna poggiante su
colonne. Per il cortile l’architetto
disegnò un’elegante scala simile
a-una tribuna che protende le rampe
concave in asse con l’ingresso.
L’edificio — iscrizioni ricordano
l'esuberante attività di Giovanni
Grasso nel Teatro Machiavelli e il
soggiorno di . ospiti reali •— non
conserva alcun segno della ricchezza
degli ambienti interni in cui viveva
una delle più prestigiose famiglie
nobili locali. Il palazzo, dal 1981,
è proprietà dell'Università degli
Studi.
Palazzo Valle
A Giambattista Vaccarini è
attribuito l'edificio, della metà
del Settecento, esemplare tra te
opere di architettura civile barocca
siciliana. Per l'equilibrio
compositivo e per la sua tipologia
si impose come modello per altri
palazzi: ha un prospetto diviso in
due ordini da un’elegante fascia
marcapiano. Nell'alto primo ordine
sono comprese le botteghe e un piano
ammezzato: nel piano nobile
campeggiano i grandi balconi
inquadrati da mostre in pietra
calcarea plasticamente disegnate e
timpani mistilinei in forte aggetto.
Caratteri che s! ritrovano, più
imponenti e mossi, nelle strutture
del partito centrale in cui si
aprono il portale e la soprastante
tribuna impostata su tre grandi
mensole.
Villa Manganelli
L’opera che testimonia la presenza a
Catania di Ernesto Basile, attivo
soprattutto a Palermo e nella
Sicilia occidentale nel primo
decennio del secolo, sorse isolata
in periferia e ora è inglobata nel
continuum degli edifici del corso
Italia. Ha una struttura animata dal
variare, anche in altezza, dei corpi
che la compongono (torrette e
terrazze) e un apparato decorativo
ricco ma non soverchiante. Si
segnala in particolare la soluzione
delle due torrette agli angoli del
prospetto, sistemate in diagonale ed
emergenti al di sopra del
cornicione: raffinata realizzazione
di un modo di sentire l'edificio In
continua interazione con l'ambiente
circostante.
Piazza Duomo
La medioevale Platea Magna, o Piano
di Sant'Agata, molto meno ampia
prima del terremoto, era il centro
della vita cittadina anche per la
presenza della «Loggia», sede del
governo civile, e della Cattedrale.
Questa, sebbene distrutta, contribuì
a far prevalere la decisione di
mantenere, nel piano di
ricostruzione, la centralità della
piazza. Ha forma quadrata, in gran
parte determinata dalle preesistenze
architettoniche e dai vitali
tracciati viari che in essa
confluivano, e oggi convergono in un
rapporto sostanzialmente immutato:
specie se si tiene presente il ruolo
che queste strade assolsero nel
corso dei secoli. Il suo aspetto si
definì nella prima metà del
Settecento, quando si costruirono le
quinte, degli edifici che vi
prospettano: il misurato Palazzo del
Seminario (di Alonzo Di Benedetto) e
quello Comunale prima; e poi verso
il 1730, la facciata del Duomo e
quella di animosa orditura del
palazzo che lo fronteggia. Nello
stesso periodo la piazza venne
completata con la Fontana
dell'elefante, quando Vaccarini
(1735) riunì in essa l’elefante
antico di lava, ['obelisco egizio e
i simboli sacri e profani intesi a
ricordare la storia e i destini
della città. Contribuiscono a
caratterizzare il volto
architettonico e urbanistico della
piazza la facciata interna di Porta
Uzeda e la maestosa visione angolata
della chiesa del Monastero di S.
Agata.
Porta Garibaldi
Porta Garibaldi (già Fer- dinandea
perché inaugurata nel 1768 per le
nozze di re Ferdinando I) fu
costruita su progetto di Francesco
Battaglia e Stefano Ittar. Collegata
nel progetto originario ad altre
costruzioni di carattere militare,
oggi si staglia vistosamente isolata
ed è segnata dalla bicromia delle
fasce orizzontali di lava e calcare
che si ritrovano nelle lesene della
cortina di edifici, tutti dello
stesso disegno^ che limitano la
piazza.
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Giardino Bellini
Gli amanti del verde e della natura non potranno perdersi questo
giardino, il più antico dei quattro giardini della città etnea.
Nel parco si trova il Viale degli Uomini Illustri, inaugurato
nel 1880 con i busti dei più importanti personaggi della storia
italiana e siciliana: tra questi si trovano Giuseppe Mazzini,
Luigi Capuana, Giovanni Verga e tanti altri.
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Rettilario
Mediterraneo
Testuggini, tartarughe, caimani e serpenti si trovano in questo
bel Rettilario, che con i suoi 200 metri quadrati offre al
visitatore la possibilità di vedere alcune importati specie
esotiche ed europee. Nelle teche gli animali vengono riprodotti
gli habitat naturali degli animali: gli interessati potranno
approfondire la metodologia di allevamento degli stessi animali.
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