Cosa vedere a Catania

Cosa vedere a Catania - 14 luoghi interessanti da visitare

 

Vista la lunga Storia di Catania, non sorprende che le testimonianze delle varie epoche siano di notevole interesse e siano molteplici. Se la maggior parte dei monumenti realizzati nel periodo greco non hanno avuto la fortuna di resistere fino a giorni nostri per i ripetuti danni e distruzioni causati dalle eruzioni dell'Etna e dai terremoti, non si può dire lo stesso dei monumenti risalenti al periodo romana che, invece, rappresentano uno dei tratti distintivi di Catania.

In questa città all'ombra del grande vulcano è possibile imbattersi in alcuni importanti monumenti, resi visitabili grazie ai molti lavori di scavo. Si può vagare per la città e trovare qua e la tracce di passato, oppure si può anche vedere tanti oggetti preziosi ospitati tutti insieme all'interno del Museo Civico. Tra le cose da non perdere troviamo:

Il teatro romano


Teatro Romano di CataniaIl Teatro romano di Catania risale al II secolo d.C ed è realizzato sopra una precedente costruzione che potrebbe essere stata realizzata nel periodo greco o intorno al I secolo. Si trova all'incrocio tra Piazza San Francesco, via Vittorio Emanuele, via Timeo e via Teatro Greco: negli anni settanta è stato utilizzato per lo svolgimento di spettacoli estivi, oggi è quasi tutto visitabile, fatta eccezione per le parti tuttora in restauro. Vicino al teatro romano si trova l'Odeon, una costruzione semicircolare utilizzata in passato per spettacoli di danza.

L'Anfiteatro


Anfiteatro - CataniaDi notevole interesse tra i monumenti del passato di Catania è l'anfiteatro, di cui è visibile solo una piccola parte, a ridosso della collina Montevergine, vicino a piazza Stesicoro. Realizzato nel II secolo, riporta una frase scritta al suo interno "Per me civitas Catanensium sublimatur a Christo", che, secondo la tradizione, fu detta da Sant'Agata, che proprio in quella zona subì il martirio.  La zona dove oggi fa parte del centro storico della città, in passato era adibita a necropoli. Tutto il complesso è oggi parte del Parco archeologico greco-romano di Catania.

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Le terme


Terme a CataniaSono tre sono le terme del periodo romano che si trovano a Catania: le terme Achilliane, sotto l'attulae Piazza Duomo che risalgono al IV e V secolo, le terme dell'Indirizzo (che sorgono nella zona settecentesca della città) e che sono datate all'incerca al II secolo e le terme della Rotonda (II-III secolo) che si trovano vicino all'Odeon.

Le Terme "Achilliane" prendono il nome da un’iscrizione dove viene citato il nome dell’eroe greco Achille. Le "Achilliane" si  trovano parzialmente al di sotto della cattedrale di Catania, quindi in una zona centralissima della città, e vi si accede da una botola. La parte principale delle terme è composta da un ambiente rettangolare il cui soffitto è sostenuto da quattro pilastrini. Soffitto che doveva essere dipinto e decorato a stucco. Altri vani circondano la sala principale, e si pensa che le Achilliane dovessero raggiungere delle notevoli dimensioni.

Le Terme dell'Indirizzo, che si trovano anch'esse vicino alla cattedrale, in piazza Currò, sono un complesso parzialmente inglobato all'interno del convento carmelitano di Santa Maria dell'Indirizzo, da cui in nome. L'antico centro termale è composto da una sala ottagonale con ampie nicchie e sono ancora visibili gli impianti che facevano funzionare le terme: le fornaci per il riscaldamento delle sale, i condotti per l'aria calda, i canali per il deflusso delle acque.

Delle Terme della Rotonda , dal nome della via della Rotonda oggi resta soltanto la sala circolare, con soffitto a cupola sostenuto da otto archi. Nel VI secolo l'ambiente venne trasformato in una chiesa cristiana, subito dopo la cacciata degli arabi dalla Sicilia.

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Fontana dell'Elefante


Fontana dell'Elefante a CataniaIl monumento più celebre di Catania è la fontana dell'Elefante che domina Piazza del Duomo. Progettata dell'architetto Giovanni Battista Vaccarini, la fontana rappresenta un elefante (U Liotru, appunto, dal nome dello stemma di Catania) che sorregge un obelisco egiziano. L'opera fu realizzata tra il 1735 e il 1737 e rappresenta le tre civiltà: quella punica (l'elefante è il simbolo della sconfitta dei cartaginesi), quella egiziana (come è chiaro dalla presenza dell'obelisco, portato a Catania ai tempi delle Crociate) e quella cristiana, come si nota dalla croce montata sull'obelisco...Continua a leggere sulla Fontana dell'Elefante.

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Il Castello Ursino


Castello Ursino a CataniaUno dei luoghi più visitati di Catania è senza dubbio il Castello Ursino, fatto costruire nel XIII secolo da Federico II di Svevia, usato nel corso degli anni come parlamento e come residenza dei sovrani aragonesi. Il maniero visse alcuni dei momenti più importanti della guerra del Vespro. Nel 1295 qui vi si riunì il Parlamento Siciliano, che dichiarò decaduto Giacomo II d'Aragona ed elesse Federico III d'Aragona a re di Sicilia. Nel corso del 1296 il castello fu preso da Roberto d'Angiò e poi riconquistato nuovamente dagli aragonesi. Federico III e la sua corte abitarono qui a partire dal 1296, e così fecero i suoi successori Pietro, di Ludovico, Federico IV e Maria. Nel 1347 all'interno del castello venne firmata la cosiddetta Pace di Catania fra Giovanni di Randazzo e Giovanna d'Angiò. Oggi ospita il Museo Civico della città, dove sono esposte molte opere che ripercorrono la storia millenaria di Catania.

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I monumenti in stile barocco


Barocco a CataniaSe c'è uno stile che caratterizza principalmente Catania quello è il barocco. Tutto il centro storico della città è costellato da una serie di edifici, costruzioni e monumenti di stampo barocco che rientrano all'interno dei beni dichiarati Patrimonio Mondiale dell'Umanità dall'Unesco. Se si vuole procedere per una escursione nel barocco catanese si può partire da via dei Crociferi, centralissima, e camminare per il centro: ogni angolo vi consentirà di ammirare un'opera d'arte. Ecco qui le costruzioni barocche più conosciute:

Piazza Duomo

Barocco a CataniaLa Piazza del Duomo con la sua zona pedonale è il cuore di Catania. La coerente composizione cromatica, bianca e nera, è caratteristica dell'architettura barocca della città un’opera dell'architetto palermitano, Giovanni Battista Vaccarini. Molte dei rifacimenti barocchi di Catania furono progetti del Vaccarini, tra cui il Palazzo dell'Università (1730), la Cattedrale di Sant'Agata (1739), la Chiesa della Badia di Sant'Agata (1767), la Fontana dell'Elefante (1736) ed il Palazzo del Municipio (1741). Questo insieme forma  un bellissimo quadro complessivo, soprattutto di notte quando questi monumenti sono illuminati...Continua a leggere sulla Vedere l'articolo dedicato alla Piazza del Duomo di Catania.

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Fontana dell’Amenano

Fontana dell'Amenano a CataniaLa Fontana dell’Amenano, inserita fra gli eleganti Palazzo dei Chierici e Palazzo Pardo, e progettata dallo scultore napoletano Tito Angelini in in marmo di Carrara nel 1867. Insieme alla Fontana dell'Elefante e alla Fontana dei Sette Canali rappresenta uno dei monumenti tipici del centro storico di Catania. È costituita da una grande vasca a forma di conchiglia su cui si erge un giovane, che secondo la mitologia greca, è la personificazione dell'Amenano, dio fluviale onorato nell'antichità dagli abitanti della città (come testimoniano anche molte monete del IV a.C)...Continua a leggere sulla Vedere l'articolo dedicato alla Fontana dell'Amenano.

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Fontana dei Sette Canali

Fontana dei Sette Canali a CataniaLa Fontana dei Sette Canali si trova proprio alle spalle della Fontana dell'Amenano, nellapiazzetta Alonzo di Benedetto, adiacente alla Piazza del Duomo, che ospita dal lunedì al sabato il pittoresco mercato del pesce,  in un'ampia volta scavata nelle fondamenta dell'ex Palazzo dei Chierici. Costruita nel 1612, si salvò dalle rovine del terremoto del 1693 che rase al suolo Catania. Fu realizzata sotto il regno di Filippo III di Spagna. Era l'unica fontana dalla quale i cittadini di Catania attingevano l'acqua dell'Amenano per gli usi quotidiani...Continua a leggere sulla Vedere l'articolo dedicato alla Fontana dei Sette Canali.

 

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Cattedrale di Sant'Agata


Cattedrale di Sant'Agata a CataniaLa Cattedrale di Sant'Agata dedicata alla patrona della città, nonché vergine e martire, si trova nell'omonima piazza e rappresenta la costruzione religiosa più significativa di tutta la città. Costruita a partire dal 1094 dal re normanno Ruggiero d'Altavilla, fu più volte distrutta dai terremoti e dalle eruzioni vulcaniche. Alla sua fondazione ebbe un doppio ruolo di Chiesa e di Fortezza. Oggi svetta, maestosa, nella Piazza del Duomo, cuore della città. Una chicca da non perdere per gli amanti dell'architettura religiosa. Il Duomo di Sant'Agata fu costruito sopra terme romane di Achille, proprio nel luogo del martirio di Sant’Agata nel 251. La cattedrale rappresenta il monumento più importante del centro storico di Catania poiché sintetizza le espressioni artistiche di nove secoli di storia...Continua a leggere sulla Cattedrale di Sant'Agata.

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Badia di Sant'Agata


Badia di Sant'Agata a CataniaLa chiesa Badia di Sant'Agata si trova non lontano dalla omonima cattedrale, in via Vittorio Emanuele, e costituisce un secondo esempio di costruzione religiosa di stampo barocco. La Badia sorge sulle rovine dell'antica Chiesa e del Convento dedicati a Sant'Agata, costruiti nel 1620 da Erasmo Cicala e crollati in seguito al terremoto del 1693. L'Edificio, come si presenta nella forma attuale, è stato costruito seguendo il progetto del grande architetto siciliano Giambattista Vaccarini e ha una pianta a croce greca, inserita in ovale. La facciata, interessata da una singolare alternanza di superfici concave e convesse, è dominata da un portale caratterizzato da elementi decorativi tipici dell'arte catanese come le palme, i gigli e le corone, che sono anche i simboli di Sant'Agata (e che sono un tratto fondamentale del Barocco). Questo portale è stato realizzato per volontà della Badessa, prima che intervenisse Vaccarini. L'Edificio è inoltre caratterizzato da un'imponente cupola e da statue di Santi e fruttiere poste su pilastri. L'interno, a dispetto di ciò che fa pensare l'esterno, è invece molto semplice ed essenziale e custodisce al suo interno splendidi dipinti di carattere sacro, posti dentro la sagrestia. Sono inoltre presenti stucchi bianchi alle pareti, statue, preziosi altari e ricami di marmo sul pavimento. Tra le statue, poste sugli altari sono da ricordare quelle che rappresentano Sant'Euplio, Ssn Giuseppe, Sant' Agata, l'Immacolata e San Benedetto.

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Palazzo degli Elefanti

Palazzo degli ElefantiIl Municipio ci Catania, conosciuto come Palazzo degli Elefanti, si trova sul lato nord della scenografica Piazza Duomo e fu costruito in quasi un secolo, subito dopo il terribile terremoto dell'11 gennaio 1693 che distrusse la città, tra il 1695 ed il 1780, da vari architetti con differenti stili.  Il precedente edificio del potere cittadino a Catania, poi andato distrutto, fu edificato nel  1508. Il progetto originale fu realizzato da Giovan Battista Longobardo nel 1696, le facciate est, sud e ovest furono progettate da Giovan Battista Vaccarini mentre quella nord fu realizzata da Carmelo Battaglia. Longobardo fu uno degli artigiani più attivi nella ricostruzione della città dopo il terremoto e si impegnò in diversi cantieri, fra cui quello dell'edificio universitario...Continua a leggere sul Palazzo degli Elefanti di Catania.

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Chiesa di San Benedetto

Chiesa di San Benedetto a CataniaLa Chiesa di San Benedetto sorge in Via Crociferi. Possiede Stucchi e affreschi che rappresentano uno splendido esempio di barocco siciliano. La struttura attuale risale alla ricostruzione realizzata dopo il terremoto del 1693, che distrusse il trecentesco edificio preesistente. Nel luglio dello stesso anno iniziarono i lavori di ricostruzione del monastero; nel 1704 fu innalzato l'arco di San Benedetto e nel 1708 cominciarono i lavori di ricostruzione della grande chiesa, su progetto di Alonzo Di Benedetto.
La facciata è ricca di statue e decorazioni, ed è divisa in due ordini: in quello inferiore sta il magnifico portale d'ingresso, attribuito sempre a Giambattista Vaccarini. Al centro del prospetto si trova un timpano spezzato con le statue allegoriche della Temperanza e della Fortezza.
L'interno è preceduto da un vestibolo con pavimento di marmi policromi e presenta un'unica navata. La chiesa prende luce dai sei finestroni sulla volta e dai raffinati candelieri a triplice voluta che poggiano sulla trabeazione. Stupendo il pavimento in marmi policromi, che fu recuperato dalle rovine del terremoto; prezioso è l'altare maggiore in pietre dure, argento e oro, eseguito fra il 1792 e il 1795. La calotta dell’abside è affrescata con l’Incoronazione della Vergine, opera del messinese Giovanni Tuccari. Pure del Tuccari è la decorazione della volta a botte, con scene della vita e dell’opera di San Benedetto. Tra altre opere d’arte, la chiesa conserva una Immacolata di Sebastiano Lo Monaco, un San Benedetto di Michele Rapisardi; l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo di Matteo Desiderato, e il Martirio di Sant’Agata, affresco di autore ignoto, datato al 1726.

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Collegio Cutelli

Chiesa di San Benedetto a CataniaIl Collegio Cutelli, istituito per testamento dal giureconsulto Mario Cutelli, morto nel 1654, per avviare i nobili agli studi di diritto civile e canonico, è oggi sede di un convitto. I lavori iniziarono nel 1747 su progetto del Vaccarini: del classicheggiante cortile, di impianto circolare, si deve probabilmente a questo architetto solo il primo piano con arcate a tutto sesto su pilastri, a cui sono addossate semicolonne sulle quali si allarga la trabeazione dorica. L’elegante pavimento del cortile impreziosisce l'armonioso insieme. Di Francesco Battaglia è invece il disegno del prospetto, coronato da un imponente fastigio e caratterizzato da un partito centrale a tre ordini e lunghe ali a due ordini; al progetto originario vennero apportate non lievi modifiche, dettate dal diffondersi del gusto neoclassico.

Palazzo Biscari

Chiesa di San Benedetto a CataniaPalazzo Biscari è l'edificio civile più complesso della città, meta di tutti i viaggiatori che raggiungevano la Sicilia, attratti dalla prestigiosa figura di Ignazio Paterno Castello, principe di Biscari, e dalla fama del suo museo. Le prime parti dell'edificio, raccolte intorno a un grande cortile dominato in fondo da uno scalone, furono costruite a partire dal 1695, su disegno attribuito ad Alonzo Di Benedetto. L'Iniziale incarico per le facciate, rivolte verso il mare ed erette sulle mura bastionate, venne dato dal principe Vincenzo nel 1707 al messinese Antonino Amato, che disegnò per i fastosi portali e per le lesene dal singolare ornato a candelaia, un apparato decorativo più opulento ed estroso di quello del Monastero dei Benedettini e del Palazzo Massa.

In una fase successiva della costruzione, intervenne Girolamo Palazzotto, che compose il vigoroso portale dello scalone e si Impegnò a inglobare in modo unitario le strutture del primo Settecento. I lavori per il Museo, antiquario e di scienze naturali, furono completati nel 1757, ma il rapido accrescersi delle collezioni (oggi nel Museo di Castello Ursino), per l'impulso del nuovo principe Ignazio, rese necessario, dopo meno di un decennio, l’ampliamento dei locali. A partire dal 1763, oltre che per il museo, Francesco Battaglia subentrò anche per i disegni di vari lavori, tra cui lo splendido salone (in fondo si trova l'alcova nobile e, nella volta, un lucernario per l'orchestra) e per la galleria aperta sul mare. Entrambi questi ambienti, del 1770 circa, sono decorati da affreschi di Sebastiano Lo Monaco e da una raffinata decorazione di stucchi rococò, che trova l'espressione più felice nella elegante spirale di una originalissima scala a chiocciola. Nel piano della ristrutturazione interna, varie e ricercate le soluzioni per rendere più accoglienti e sfarzosi gli ambienti.

Oltre alla teoria dei grandi saloni, è da segnalare l’appartamento della principessa che ancora oggi conserva in gran parte la preziosa decorazione e gli arredi; la stanza con alcova, detta di "Don Chisciotte" per le tele alle pareti, e l'affascinante piccola galleria degli uccelli.

Nel palazzo c'erano anche un teatro e una ricca biblioteca, e vi era ospitata l’Accademia degli Etnei, fondata dal principe Ignazio; ulteriori testimonianze del suo impegno (rivolto tra l’altro a promuovere scavi per la conoscenza delle antiche memorie della zona) a favore di una comunità che lo ha sempre onorato come figura di primo piano della cultura siciliana, soprattutto del secondo Settecento.


Palazzo Comunale

La «loggia», di cui si ha memoria a partire dal 1353, doveva presentarsi con tipologia non diversa dal noto palazzo pubblico medioevale italiano. Nel 1693 fu distrutto dal terremoto e perse gran parte del suo patrimonio storico. Memorie che avevano resistito alle dispersioni causate dalle travagliate vicende subite dall’edificio e alle esigenze imposte dal mutare dello spazio urbano circostante a seguito dell'apertura di nuove vie e dell’am- pliamento della piazza agli inizi del Seicento. Ricostruita a forma di blocco isolato quadrangolare, già intorno al 1735 Vacca- rini ne rielaborava fa facciata nobilitandola con gli eleganti finestroni tra piatte lesene e con un'austera tribuna su colonne binate. L’atrio, il cortile settecentesco e lo scalone dello scorso secolo sono le parti che restano a testimoniare le richieste della committenza pubblica del passato, il cui impegno nella sistemazione degli interni andò perduto in un incendio nel 1944.


Palazzo dell’Università

Il Siculorum Gymnasium (fondato nel 1434 per concessione di Alfonso d’Aragona, e primo Studium della Sicilia) potè avere una sede propria è adeguata solo nel 1684, acquistando l’Ospedale di S. Marco. Questo sorgeva nell'area dove venne ricostruito l'edificio che nel suo stato attuale, dopo aver visto avvicendarsi i più valenti architetti operosi a Catania, deve la composta facciata sulla piazza ad Antonino Battaglia che, verso la fine del secolo XVIII, venne chiamato con altri esperti a riparare le fabbriche dai danni causati da un sisma nel 1730. Ideata dal Vaccarini al suo primo apparire sulla scena catanese, la corte si presenta come opera di particolare rilievo. I loggiati sui due ordirà, coronati da un vivace parapetto a volute e motivi ornamentali, hanno arcate sostenute da pilastri. Nel 1934 Francesco Fichera ne disegnò il pavimento, felicemente ispirato da quelli settecenteschi dei Gesuiti e del Collegio Cutelli. Lavori seguiti ai danni causati da terremoti e vari riattamenti succedutisi negli anni hanno alterato la sistemazione interna degli ambienti che hanno perduto, tra- l’altro, la ricca decorazione a fresco nella quale spiccava l’elaborata e vasta composizione che Olivio Sozzi aveva dipinto nel salone della biblioteca.


Palazzo Massa

In un’iscrizione il barone Eusebio Massa orgogliosamente ricorda che nel 1694, nel «teatro» dei Quattro Canti aveva costruito «primus omnium» il suo palazzo (successivamente acquistato dai baroni di S. Demetrio). L'edificio ripropone con enfasi decorativa lo schema tipico della facciata del primo Barocco catanese: ordine gigante con lesene bugnate che formano partiti nei quali si sovrappongono le aperture ricche di intagli, con volute, fogliami e mascheroni. Estrosa è la soluzione che, al posto dello spigolo, adotta un angolo smussato in cui è riproposta la sequenza verticale delle aperture dei due prospetti: soluzione che subentra ai primitivo progetto ispirato dai Quattro Canti di Palermo. L’abbassamento del livello stradale della via Etnea ( 1870-71 ) ha stravolto il piano terreno e l’effetto affidato alla massa lavica dei basamenti.


Palazzo Reburdone

Sul finire del settimo decennio del secolo XVIII Francesco Battaglia, quasi ottantenne, prestò Ja sua opera per i Guttadauro, baroni di Reburdone, ricca famiglia trasferitasi da Caltagirone nel capoluogo etneo. Incaricato del riattamento di un «tenimento di case», l’architetto, al sobrio disegno della facciata, fece seguire sapientemente, in fondo all’ampio cortile, il suggestivo distendersi di un arioso e monumentale scalone. Questo, con la contenuta articolazione delle strutture della sua fronte a tre arcate su due ordini, assume il ruolo di protagonista nel corpo dell’edificio, ruolo di solito affidato al prospetto esterno.

Palazzo San Giuliano

Sorge di fronte al palazzo universitario e assolve nobilmente anche il compito di quinta parallela nel determinare la limpida e regolare spazialità della piazza. Dopo il terremoto i lavori vennero ripresi verso il 1738, per costruire un edificio più grandioso, e si protrassero oltre ir secolo. Vaccarinf nel 1745 firmò nel portale maggiore i! suo intervento che definisce, in un terso schema architettonico, il prospetto segnato con lesene e cornici marcapiano e animato dalla tribuna poggiante su colonne. Per il cortile l’architetto disegnò un’elegante scala simile a-una tribuna che protende le rampe concave in asse con l’ingresso. L’edificio — iscrizioni ricordano l'esuberante attività di Giovanni Grasso nel Teatro Machiavelli e il soggiorno di . ospiti reali •— non conserva alcun segno della ricchezza degli ambienti interni in cui viveva una delle più prestigiose famiglie nobili locali. Il palazzo, dal 1981, è proprietà dell'Università degli Studi.

Palazzo Valle

A Giambattista Vaccarini è attribuito l'edificio, della metà del Settecento, esemplare tra te opere di architettura civile barocca siciliana. Per l'equilibrio compositivo e per la sua tipologia si impose come modello per altri palazzi: ha un prospetto diviso in due ordini da un’elegante fascia marcapiano. Nell'alto primo ordine sono comprese le botteghe e un piano ammezzato: nel piano nobile campeggiano i grandi balconi inquadrati da mostre in pietra calcarea plasticamente disegnate e timpani mistilinei in forte aggetto. Caratteri che s! ritrovano, più imponenti e mossi, nelle strutture del partito centrale in cui si aprono il portale e la soprastante tribuna impostata su tre grandi mensole.


Villa Manganelli

L’opera che testimonia la presenza a Catania di Ernesto Basile, attivo soprattutto a Palermo e nella Sicilia occidentale nel primo decennio del secolo, sorse isolata in periferia e ora è inglobata nel continuum degli edifici del corso Italia. Ha una struttura animata dal variare, anche in altezza, dei corpi che la compongono (torrette e terrazze) e un apparato decorativo ricco ma non soverchiante. Si segnala in particolare la soluzione delle due torrette agli angoli del prospetto, sistemate in diagonale ed emergenti al di sopra del cornicione: raffinata realizzazione di un modo di sentire l'edificio In continua interazione con l'ambiente circostante.


Piazza Duomo

La medioevale Platea Magna, o Piano di Sant'Agata, molto meno ampia prima del terremoto, era il centro della vita cittadina anche per la presenza della «Loggia», sede del governo civile, e della Cattedrale. Questa, sebbene distrutta, contribuì a far prevalere la decisione di mantenere, nel piano di ricostruzione, la centralità della piazza. Ha forma quadrata, in gran parte determinata dalle preesistenze architettoniche e dai vitali tracciati viari che in essa confluivano, e oggi convergono in un rapporto sostanzialmente immutato: specie se si tiene presente il ruolo che queste strade assolsero nel corso dei secoli. Il suo aspetto si definì nella prima metà del Settecento, quando si costruirono le quinte, degli edifici che vi prospettano: il misurato Palazzo del Seminario (di Alonzo Di Benedetto) e quello Comunale prima; e poi verso il 1730, la facciata del Duomo e quella di animosa orditura del palazzo che lo fronteggia. Nello stesso periodo la piazza venne completata con la Fontana dell'elefante, quando Vaccarini (1735) riunì in essa l’elefante antico di lava, ['obelisco egizio e i simboli sacri e profani intesi a ricordare la storia e i destini della città. Contribuiscono a caratterizzare il volto architettonico e urbanistico della piazza la facciata interna di Porta Uzeda e la maestosa visione angolata della chiesa del Monastero di S. Agata.


Porta Garibaldi

Porta Garibaldi (già Fer- dinandea perché inaugurata nel 1768 per le nozze di re Ferdinando I) fu costruita su progetto di Francesco Battaglia e Stefano Ittar. Collegata nel progetto originario ad altre costruzioni di carattere militare, oggi si staglia vistosamente isolata ed è segnata dalla bicromia delle fasce orizzontali di lava e calcare che si ritrovano nelle lesene della cortina di edifici, tutti dello stesso disegno^ che limitano la piazza.

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Giardino Bellini
Gli amanti del verde e della natura non potranno perdersi questo giardino, il più antico dei quattro giardini della città etnea. Nel parco si trova il Viale degli Uomini Illustri, inaugurato nel 1880 con i busti dei più importanti personaggi della storia italiana e siciliana: tra questi si trovano Giuseppe Mazzini, Luigi Capuana, Giovanni Verga e tanti altri.

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Rettilario Mediterraneo
Testuggini, tartarughe, caimani e serpenti si trovano in questo bel Rettilario, che con i suoi 200 metri quadrati offre al visitatore la possibilità di vedere alcune importati specie esotiche ed europee. Nelle teche gli animali vengono riprodotti gli habitat naturali degli animali: gli interessati potranno approfondire la metodologia di allevamento degli stessi animali.

 

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