Duomo di Parma

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Duomo di Parma - Cattedrale di Santa Maria Assunta

Il Duomo di Parma, Cattedrale di Santa Maria Assunta, è uno dei più insigni monumenti romanici in Emilia Romagna. Una prima costruzione, voluta dall’antipapa Cadalo verso il 1059, sorse in questo luogo, presumibilmente sui resti di una precedente "Mater Ecclesia" paleocristiana (IV-V secolo) di cui sono affiorati, nella piazza antistante, frammenti di mosaici, ora collocati nella cripta.

Della chiesa medioevale, crollata per un violento terremoto nel 1117, si possono ritrovare tracce, esternamente, nei grandi volumi del presbiterio, del coro e delle absidi, dai ricchissimi capitelli popolati da mostri, animali e simboli biblici.

Duomo di Parma - AffrescoLa costruzione venne ripresa nel 1130, mutandone il linguaggio architettonico, che dovette risentire delle influenze d'oltralpe nello slancio verticale, nella realizzazione dei matronei e nella navata maggiore, alzata per ricevere luce da una serie di finestre. La facciata con il tetto a capanna viene fatta risalire all'architetto e scultore Benedetto Antelami (fine XII secolo) nell’idea dei due loggiati paralleli e posti in orizzontale. Si ritiene successiva invece (seconda metà del XIII secolo) la serie di loggette che segue l'inclinazione del tetto. Giambono da Bissone vi aggiunse nel 1281 un protiro composito, che appoggia su colonne sostenute da due leoni stilofori in marmo rosa di Verona.

A testimonianza dei precedenti interventi di lapicidi antelamici, nel sottarco del protiro si può ammirare la Raffigurazione dei Mesi, scolpiti partendo da Marzo, considerato in passato il primo mese dell'anno. L’elegante portale centrale in legno con riquadri e rosoni è opera di Lucchino Bianchino (1494); sul suo modello verranno realizzate nel XIX secolo le porte del Battistero. La facciata in origine era fiancheggiata da due campanili; quello di destra fu eretto tra il 1284 e il 1294, mentre di quello di sinistra fu costruita solo la base.

Duomo di Parma - InternoL’interno a croce latina è suddiviso in tre navate da grandi pilastri cruciformi; quella centrale è alleggerita nella struttura muraria dal loggiato dei matronei, sulle cui colonne piatti capitelli ricordano i primi interventi costruttivi. Nel XVI secolo la zona del presbiterio venne modificata; vi fu aggiunta un'ampia gradinata soprelevata e si aprì ai lati l'accesso alla cripta, creando così maggiore profondità prospettica alle navate. Negli stessi anni si intervenne sulla struttura medioevale della cupola modificandone la superficie interna, che il Correggio (1530) si accingeva a dipingere, per ricavare uno spazio circolare e non ottagonale com'era in precedenza. L'artista calcolò anche i punti di luce naturale, che i nuovi oculi, aperti al posto delle precedenti finestre, potevano irradiare. La sua invenzione pittorica, che anticipa le grandi evoluzioni barocche, rappresenta l'Assunzione della Vergine, accompagnata nella ascesa da una spirale di nubi e figure, che appaiono come sospese nel vuoto.

L’intera superficie della navata maggiore è rivestita di affreschi di Lattanzio Gambara e Bernardino Gatti (1567-71) che narrano nella fascia al di sopra dei matronei la Vita di Cristo, culminante nella Ascensione dipinta sulla parete della controfacciata (1571 -73). La decorazione della volta a crociera è di Gerolamo Bedoli Mazzola (1555-57). Nelle navate minori si aprono su ogni lato cinque cappelle, più quella a fianco degli ingressi laterali, ognuna ricca di dipinti e arredi: la Cappella Valeri, la Cappella del Comune, la Cappella Centoni e altre.

Piazza del DuomoA ricordo di un ipotetico pontile smembrato che doveva trovarsi tra il presbiterio e la navata maggiore è rimasta la lastra firmata nel 1178 da Benedetto Antelami, raffigurante la Deposizione, un altorilievo di eccezionale equilibrio di forme ed espressione. Attribuita all’Antelami è la cattedra episcopale marmorea, ora collocata nel coro. Di diversi lapicidi è l’arca trasformata in altare maggiore, databile alla fine del XII secolo. Di pregevole fattura sono gli arredi lignei intarsiati della sagrestia dei Consorziali, opera di Cristoforo da Lendinara (1488). La vasta cripta, le cui volte sono sostenute da colonne e capitelli di reimpiego, comprende numerose cappelle tra cui quelle Rusconi e Ravacaldi, affrescate da anonimi artisti dei primi decenni del Quattrocento.

 

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