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Festa della donna - origini e significato
   
Ho
provato a fare una ricerca per immagini, su google, scrivendo la
parola "femminilità", stavo cercando una foto per l'articolo che
segue… provateci anche voi e guardate i risultati, sconcertanti!
Solo seni, gambe, culi, unghie rosse fuoco, biancheria succinta,
comunque, buona festa della donna!
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"Chi non si muove, non
può rendersi conto delle proprie catene",
è un aforisma di
Rosa
Luxemburg
femminista, donna che si è occupata di politica
e
una delle principali ideatrici della Festa Internazionale delle
donne, da celebrarsi, ogni anno, l'8 marzo.
TESTIMONIANZE
La
festa della donna a 6 anni
Oggi, la mia nipotina di 6 anni mi ha chiesto cosa è la festa
della donna. Spiegarglielo non è affatto
facile.
Non lo è soprattutto perché, cercando di spiegarlo, ti rendi
conto che, in fondo, è semplicemente una festa, con molte
contraddizioni. Per spiegare le origini della festa della donna,
ritorno con la mente al lontano 8 marzo 1908, e le racconto che
in quel giorno di tanti anni fa 129 operaie, a New York,
morirono per rivendicare i loro diritti. Morirono per
scioperare, morirono a causa di un incendio mentre cercavano
di migliorare la loro vita. Questo gruppo di operaie, per diversi giorni,
aveva bloccato la produzione dell'industria
tessile Cotton, per protestare contro i turni massacranti
di lavoro. Stanco di questi scioperi, il
proprietario della fabbrica decise di chiuderle all'interno
della fabbrica, dove purtroppo, si sviluppò un incendio che non
lasciò loro via di scampo. Queste donne e la loro vicenda, col
tempo, sono diventate il simbolo di molte altre donne… spiego
alla bambina. "Si, questo l'ho capito, ma non riesco a capire il
perché si deve fare una festa o si deve ballare" mi dice lei… eh
si ha ragione in effetti.. La festa della donna dovrebbe
essere la festa dell'emancipazione femminile, la festa
delle pari opportunità, la festa, che dopo più di un secolo,
dovrebbe commemorare quelle donne morte per difendere i loro diritti.
Ma è così? L'8 marzo rappresenta veramente
questi ideali? Riesce a trasmettere questo messaggio? Riesce a
far comprendere alle giovani donne, alle donne del domani,
l'importanza di essere donna? L'essenza di sentirsi donna? Dalla
risposta che mi ha dato la piccola, direi di no; lei vedendo i
festeggiamenti che annualmente si succedono in occasione di
questa giornata ha tratto le sue logiche conclusioni, che ben
poco riguardano la storia delle donne, le vicende esemplari di
chi ha lottato per i propri diritti, quanto piuttosto, feste,
balli, pizza e divertimento.
Forse è colpa della superficialità, forse della
non-curanza, forse del bisogno di evadere, almeno per un giorno,
ma questa festa, così come
viene intesa oggi, è molto diversa rispetto al suo significato
originario, ha spostato il suo baricentro dai concetti di
uguaglianza, rispetto, riscatto verso quelli di svago,
divertimento, spensieratezza.
La
festa della donna a 15 anni
Dopo
aver parlato con la bambina di sei anni, siamo passati a
chiedere informazioni sulla festa della donna a un gruppo
di ragazze più grandi, sui 15 anni. "Una volta, alle scuole
elementari, mi avevano parlato di un incendio in cui erano morte
delle donne" ci dice Rosa, "ma ora non me lo ricordo molto bene,
io, in genere, per la festa delle donne esco con le mie amiche".
Una sua compagna, invece, non ha neanche questi vaghi ricordi "io abito in un posto in cui non c'è molto divertimento" ci dice
"quindi aspetto questa festa, per ballare, per stare in
compagnia e per divertirmi". Sicuramente ci sono tante loro
coetanee che sono più informate su questa festività, ma la
maggior parte delle persone, credono che la festa della donna,
sia una serata diversa, da trascorrere in maniera spensierata o
trasgressiva.
Come ogni festività, il consumismo sta cedendo il posto ai
valori
Si aspetta la festa della donna per regalare le
mimose, per
prenotare un bel ristorante, per scambiarsi regali "particolari"
tra amiche, per ballare, per trasgredire. La festa della donna
si è trasformata in una serata diversa, in una serata in cui
evadere, una serata da trascorrere tra donne, e basta. E il
giorno dopo? Il giorno dopo, torna tutto come prima, come se
questa serata non ci fosse mai stata. Il significato di questa
festa ha subito un radicale mutamento e si è in parte
dimenticato di riflettere sul fatto che la libertà che oggi la
donna possiede, non è la libertà che ha sempre avuto, i diritti
e le opportunità attuali non sono sempre stati così e in molte
parti del mondo sono oggi completamente negati alle bambine e
alle donne.
Ben
venga il divertimento ma non ha alcun senso, festeggiare l'8
marzo, e il 9 marzo ritrovarsi molto meno emancipate e motivate
del giorno prima. Bisogna festeggiare per incoraggiare,
supportare, in particolare le giovani donne, a migliorare la
propria condizione di vita, a combattere quotidianamente la loro
battaglia, per la dignità, per le pari opportunità.
E' vero,
molte battaglie sono state vinte, ma tante altre sono ancora da
vincere, e la festa della donna, serve a ricordarle tutte queste
battaglie, serve a evidenziare le tante battaglie ancora da
vincere. Certo siamo a buon punto, ma ancora non si è
raggiunga, neppure da noi in Italia, la parità sul piano sociale
(bambino e bambina continuano ad essere cresciuti in modo
differente, rafforzando le differenze fin da piccolissimi,
addirittura le paghette ricevute dai maschi sono statisticamente
maggiori rispetto alle femmine…), lavorativo (meno opportunità,
minori ruoli dirigenziali, minori retribuzioni, maternità vista
come ostacolo), della rappresentanza politica e in generale
nella quotidianità che ogni donna vive.
Qualche nome da ricordare (e da cercare sul web)
Olympe de Gouges, nata nel 1748, scrittrice francese
famosa per il suo pensiero libero e rivoluzionario;
Mary Wollstonecraft, la madre del femminismo inglese, che
visse proprio negli stessi anni della de Gouges;
Anna Maria Mozzoni, classe 1837, giornalista e pioniera
del femminismo italiano;
Ada Lovelace, la prima programmatrice di computer della
storia, nella seconda metà dell’Ottocento, formulò un primo
linguaggio di programmazione;
Emmeline Pankhurst, nata nel 1858, ha lottato in favore
dell'uguaglianza politica delle donne, conosciuta come la leader
delle suffragette;
Margaret Fuller, scrittrice e giornalista americana, è la
prima donna a essere assunta da un giornale importante il "New
York Tribune" nel 1843;
Elisa Leonida Zamfirescu, classe 1887, la prima donna
ingegnere della storia;
Komaki Kimura, famosa attivista giapponese per i diritti
delle donne, celebre la sua partecipazione alla manifestazione a
New York del 1917;
Malala Yousafzai, classe 1997, attivista pakistana per
l'educazione femminile, vincitrice del premio Nobel per la pace
nel 2014;
Simone de Beauvoir, nata nel 1908, famosissima femminista
parigina, considerata la fondatrice del movimento femminista del
1968;
Maud Wagner, nata nel 1977, la prima tatuatrice donna;
Margaret Heafield, nata nel 1936, direttore di
ingegneria, suo il software a brodo dell’Apollo della Nasa, nel
1969;
Josephine Butler, nata nel 1828, è una femminista
britannica che ha lottato contro la prostituzione legalizzata e
contro il controllo medico delle ragazze;
Kathrine Switzer, nata nel 1947, la prima donna a correre
la maratona di Boston nel 1967, cinque anni prima
dell'ammissione ufficiale delle donne; celebra la foto in cui
durante la corsa cercano di fermarla e allontanarla;
Marina Ginesta, nata nel 1919 a 17 anni è un’icona della
Guerra civile Spagnola del 1936;
Elspeth Beard, la prima donna a fare il giro del mondo in
moto nel 1980;
Angela Davis, nata nel 1944, attivista afroamericana
accusata ingiustamente di omicidio, assolta e autrice di libri
sui diritti delle donne e dei carcerati;
Joan Jett, cantante rock e punk, nata nel 1958. Ha
rappresentato, a partire dalla metà degli Anni '70, il simbolo
del potere e della libertà femminile.
Perché si regalano le
mimose?
Dal
1977 la Festa della Donna è diventata un evento internazionale.
Tuttavia, donare la mimosa in questa giornata è un’usanza tutta
italiana. 70 anni fa, nel 1946 due attiviste dell'Udi (Unione
Donne Italiane), Rita Montagnana (moglie di Palmiro
Togliatti) e Teresa Mattei proposero di adottare
questo fiore come simbolo di questa giornata. La mimosa fu
scelta come perché fiorisce a marzo ed è molto economica e
accessibile a tutti. La mimosa riesce a crescere, nonostante la
sua fragilità apparente, anche su terreni difficili. Perfetto
per rappresentare la figura della donna! Altre fiori che vennero
presi in considerazione furono anemoni e garofani.
La
festa della donna a 30 anni
Passando a intervistare donne sulla trentina, in alcuni casi la
situazione cambia e la festa delle donne, viene percepita, da
chi ha già pienamente sperimentato differenze di trattamento,
soprattutto lavorative, come una serata divertente da passare
tra sole donne ma anche come un momento di riflessione,
di confronto, sulle diverse realtà personali. Si
percepisce l'amarezza di chi sa di dover temere le ripercussioni
di una eventuale maternità, di chi lavora 1/3 del tempo
in più e guadagno 1/3 in meno rispetto ai colleghi uomini, di
chi sa di non potersi sottrarre dal portare il caffè al capo, di
chi è stufo di vedere sederi e tette per pubblicizzare prodotti
per la casa o far vendere un settimanale… Il disgusto per le
donne, in tv o sui manifesti pubblicitari, esibite in posizioni
innaturali e volgari, oggetti per smerciare altri oggetti, è
percepito fortemente. La festa della donna diventa anche un
giorno per ricordare le
donne che hanno lottato per
i loro diritti,
per leggere insomma qualcosa di "ispirante", indugiando su
qualche mitica biografia, qualcosa che si dovrebbe fare sempre e
che in questo giorno ci si ripromette di fare più spesso.
Donne
pubblicità e violenza
Pensate che in Italia ancora non c'è una legge che vieti in
pubblicità di sovraesporre e strumentalizzare in modo
indecente il corpo nudo della donna. Questo tipo di immagini,
oltre che ledere la dignità della donna, alimentano gli atti di
violenza su di essa. La legislazione attualmente più avanzata è
quella svedese che proibisce l'interpretazione sessista della
realtà, abolendo la visione vecchio stile dei ruoli sessuali e
condannando gli stereotipi. In Spagna poi, la pubblicità
sessista è illegale ed è proibita dalla normativa sulle misure
di prevenzione contro le violenze di genere.
Tra
le donne adulte è più diffuso il concetto che la festa deve
anche essere un monito, un insegnamento, un aiuto per le
tante donne che quotidianamente, sono vittime di violenze,
persecuzioni, discriminazioni, ma anche più semplicemente per le
donne che sanno di dover sempre iniziare da una salita rispetto
agli uomini. Non abbassiamo mai la guardia insomma. Da
queste donne emerge anche un'altra problematica: la difficoltà
di fare rete tra donne. Siamo tante a lottare
contro gli stereotipi ma disperdiamo le nostre energie, non
riusciamo ad unirci, ad accordarci, a smetterla di criticarci le
une con le altre e a darci un obiettivo comune e concreto da
perseguire tutte insieme.
La
festa della donna deve rappresentare un aiuto per le tante
battaglie sanitarie non ancora vinte, per le tante sfide che la
medicina deve affrontare legate a problematiche tipicamente
femminili. La festa della donna può essere un trampolino per una
serie di iniziative che riguardano noi donne, iniziative che
possono trattare i nostri problemi o le nostre speranze a 360
gradi. Si può passare una serata divertente senza dimenticare di
fare il punto della situazione femminile che ci riguarda, si può
ballare e ridere, ma si deve anche pensare, ragionare,
protestare, progettare insieme. Il nostro impegno per avere
niente di più di quello che ci spetta è per l'8 marzo, così
come per tutti gli altri giorni dell'anno…
M.
Cianciaruso e C. Serra
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