Fine della Conciliazione Obbligatoria, in 40 mila ci avevano creduto

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Fine della Conciliazione Obbligatoria, in 40 mila ci avevano creduto

Fine mediazione obbligatoria

 

40 mila nuovi mediatori e 949 aziende ci avevano creduto e ora sono sulla strada

 

Fine mediazione obbligatoriaUna persona che conosco mi ha raccontato di una lite che ha avuto con il suo vicino per una tettoia di confine, si aspettava una lunga causa in tribunale. Con sorpresa, il giudice di pace, che aveva l'obbligo di tentare una mediazione, ha chiamato le parti e con l'aiuto del mediatore si è trovato un accordo. I vicini sono ridiventati amici e soprattutto, con poco più di 100 euro si è risolto tutto in pochissimo tempo. Gli avvocati delle parti non erano d'accordo, premevano per mandare avanti la causa (per ovvi motivi), sono arrivati a dire, paradossalmente, che questo sistema di conciliazione non era giusto. Il rito della mediazione obbligatoria era stato istituito per cercare di sfoltire la mole di piccole cause pendenti che ingolfava i tribunali italiani. Da quando questa iniziativa è stata lanciata si sono create 949 imprese di mediazione con 40 mila mediatori abilitati, che hanno investito soldi in formazione, tempo, strutture e futuro. Si sono fidati dello Stato e sono stati mal ripagati. La mediazione obbligatoria era entrata in vigore il 20 marzo 2012. Da quel giorno, senza che essa fosse espletata, non si poteva più fare una causa davanti al giudice. La materia era stata regolata dall'articolo 5 del decreto legislativo 28/2010. In pratica, prima i litiganti provavano a mettersi d'accordo in modo serio, davanti a un terzo imparziale, se non ci riuscivano, solo allora potevano andare in giudizio davanti a un giudice. Era una buona idea, era una soluzione ovvia alla giustizia lumaca, alle parcelle troppo care degli avvocati, all'intasamento dei tribunali. Peccato sia durata poco. Possibile che, una volta tanto che in Italia si fa qualcosa di intelligente, poi ci si ripensa? Mah....


Corte CostituzionaleOvviamente gli avvocati italiani non sono stati affatto contenti di perdere cause e clienti e hanno vigorosamente protestato contro la mediazione obbligatoria. Gli avvocati, nel nostro Paese, (che sarebbero 230 mila contro i 10 mila della Francia), hanno nel loro numero una forza d'urto notevolissima. Basti pensare che rappresentano lo 0.03 % della popolazione ma sono il 14% dei membri del Parlamento. Alla fine le loro pressioni hanno portato al risultato voluto: la Corte Costituzione ha bocciato l'obbligatorietà della conciliazione (ottobre 2012).

 

In sospeso restano 140 mila liti ancora pendenti, la promessa di snellire la giustizia, la possibilità di rendere la società italiana meno litigiosa. Ma soprattutto, cosa ne sarà dei 40 mila mediatori, delle 949 aziende che avevano creduto a questa riforma, fatte soprattutto di giovani, che si erano fidati dello Stato, che avevano investito, spesso tutto i loro risparmi, o che si erano indebitate per questo? L'impressione è che siano state buttate in mezzo a una strada da un giorno all'altro con buona pace di tutti. Resta la conciliazione facoltativa, ci dice il ministro della giustizia, incentiveranno quella. Considerando quanto sono persuasivi gli avvocati di parte e quanto convenga a loro non conciliare, è come dire che la conciliazione è morta e sepolta ma può sempre resuscitare...

 

La Corte Costituzionale solo la scorsa settimana aveva deciso che i tagli agli stipendi pubblici di magistrati e dirigenti che guadagnano più di 90 e 150 mila euro erano incostituzionali perché "il tributo imposto determina un irragionevole effetto discriminatorio" (Sic!!). Ma ogni riduzione di stipendio, nei confronti di qualunque altra categoria, è discriminatoria...
I giudici che hanno preso questa decisione guadagnano tutti più di 370 mila euro l'anno (il presidente della Consulta 470 mila) e di fatto hanno deciso anche sul loro stipendio...La forma ha prevalso ancora una volta sulla sostanza e le poche speranze rimaste alle persone (ai giovani in primis), si sciolgono come neve al sole.

 

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