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Nella
Jewel House della Tower of London sono custoditi i Crown Jewels,
i famosi gioielli della Corona Britannica. Una collezione
inestimabile di gemme e simboli del potere monarchico tra cui lo
scintillante Imperial State Crown.
Eccezionalmente
prezioso, il Tesoro della Corona d’Inghilterra (Crown
Jewels) è importante soprattutto per il suo valore
storico. Questi gioielli sono in pratica gli stessi ornamenti
usati già per l’incoronazione di Edoardo il Confessore,
nel 1047. Fin dal 1250, erano custoditi nella Abbazia
di Westminster, ma dopo un furto
eccezionale compiuto nel 1303, si decise di trasferirli nella
tesoreria della
Torre di Londra,
dove si trovano ancora oggi, nella cosiddetta Jewel House. |
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Dopo
l’esecuzione di Carlo I, nel 1649, il Parlamento inglese, in odio a
tutto ciò che era "reale" e che potesse ricordare la monarchia, vendette o
distrusse le corone e le altre insegne: si salvò solo l’ampolla d’oro
a forma di aquila, il cucchiaio per l’unzione e la saliera, anch’essa d’oro,
di Elisabetta I. Oscuri compratori acquistarono le preziose gemme
provenienti dalle storiche corone, passandosele di mano in mano fichè
ricomparvero nel nuovo gruppo di gioielli fatto da Sir Robert Vyner,
orefice reale, in occasione dell’incoronazione di Carlo II nel 1661.
Tranne che per la parentesi della Seconda Guerra Mondiale, quando fu portalo
per sicurezza nel castello di Windsor, il Tesoro è sempre rimasto da allora
nella Torre, protetto da una incredibile serie di precauzioni, visitato da
più di un milione di persone all’anno. Alcuni di questi gioielli vengono
tuttora usati per l’incoronazione del sovrano.
Il
Globo d’Oro, simbolo del mondo dominato dal Cristianesimo, è il più
sacro emblema della cerimonia dell’incoronazione. Circondato da una fascia
tempestata di perle, rubini, zaffiri, smeraldi e diamanti, è sormontalo da
una croce di diamanti poggiante su un’ametista. Eccetto che per la
diciottenne Vittoria, per la cui testa era considerata troppo
pesante, la Corona di Sant'Edoardo stata usata per incoronare tutti i
sovrani, da Carlo II in poi. D’oro massiccio, contiene circa 440 pietre
preziose e semi-preziose. Riguardo ad essa esiste l’affascinante ipotesi
che, quando Sir Robert Vyner la cesellò per l’incoronazione di Carlo II,
usasse una antica corona che si era salvata dalla distruzione del governo
repubblicano di Oliver Cromwell. In questo caso il gioiello che oggi
ammiriamo nella Torre, sarebbe nella sua struttura essenziale, una delle
corone dell’antico tesoro inglese, quindi una reliquia assai preziosa, molto
più per il valore storico che per quello intrinseco.
Un’altra
corona, che il sovrano porta il giorno dell’incoronazione lasciando
Westminster e in tutte le altre importanti occasioni, è la Corona di
Stato Imperiale, fatta nel 1838, utilizzando delle pietre tanto belle
quanto famose. Al centro della corona c'è un rubino riconosciuto come il
rubino del Principe Nero (figlio di Edoardo III), donato a
quest’ultimo da Pedro il Crudele re di Castiglia come segno di
gratitudine per la vittoria di Najera del 1367. Il rubino adornò poi la
corona di Enrico V alla Battaglia di Azincourt nel 1415 e
quella di Riccardo III nella Battaglia di Bosworth Field dove
andò quasi perduto allorché, ucciso Riccardo, la corona fu nascosta in un
cespuglio di biancospino e fu fortunosamente ritrovata dai partigiani del
conte di Richmond.
Immediatamente
sotto il rubino c’è la seconda Stella d’Africa, un diamante di ben
317 carati tagliato dall’altro più grande diamante Cullinan (il più grande
mai trovato: 3106 carati!). La prima Stella d’Africa, di oltre 530 carati,
si trova anch’essa fra i gioielli della Corona, nello scettro reale. Al
centro della croce che sovrasta la Corona, si trova lo Zaffiro di Sant'Edoardo,
proveniente da un anello di Edoardo il Confessore, e più sotto le
quattro enormi perle a goccia conosciute come gli "orecchini di Elisabetta".
La tradizione vuole che siano appartenuti a Maria di Scozia; durante
la sua prigionia le furono tolti dal reggente Moray, che li vendette insieme
ad altri gioielli ad Elisabetta I per 12.000 corone.
Ma
fra tutte le corone che fanno parte del Tesoro, una spicca per fascino e
preziosità: la Corona della Regina Madre Elisabetta. Realizzata per
l’incoronazione della consorte di re Giorgio VI nel 1937, reca
incastonato il celebre Koh-l-Noor (Montagna di Luce), venuto alla
luce da una miniera indiana nel 34 a. C. Il minatore che lo trovò si taglio
una coscia con un coltello per nascondere la pietra nella ferita, ma fu
ugualmente scoperto e messo a morte. Nacque allora, forse, la leggenda per
cui il diamante reca disgrazia agli uomini che lo portano, ma fortuna alle
donne. La pietra entrò nella storia nel 1526, quando il sultano Baber
fondò l’impero Moghul e il diamante faceva parte del suo bottino di
guerra. Passò poi, nel 1739, all’invasore persiano Nadir Shah e, dopo
varie vicissitudini e passaggi di proprietà, capitò nelle mani
dell’imperatore del Punjab. Quando l’Inghilterra si annesse il piccolo
stato, il diamante, che era nel Tesoro di Lahore, fu regalato alla
Regina Vittoria. Si dice che la pietra pesasse in origine 793 carati e che
fosse lasciata grezza per diversi secoli finché l’imperatore Moghul incaricò
il veneziano Ortensio Borgia di tagliarla. Costui, inesperto, la
rovinò riducendola a 186 carati; nel 1851 Vittoria la mandò ad Amsterdam,
dove il più esperto tagliatore del mondo, l’olandese Voorstanger, la
portò alla sua caratura attuale: 108,9 carati.
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