Icona e Santuario Madonna Greca - Isola Capo Rizzuto

Icona e Santuario Madonna Greca - Isola Capo Rizzuto

 

Secondo una antica leggenda il 5 agosto di un non definito anno un pastore calabrese, uscito per pascolare le pecore nei pressi di una spiaggia di Isola Capo Rizzuto, trasportata dal mare, una Icona sacra raffigurante la Madonna con in braccio il bambino. L’Icona che, vuoi per tradizione, vuoi per analogia alle altre più note, si suppose provenire dalla Grecia fu presto una copiosa sorgente di miracoli; fu detta "Madonna Greca" ed attirò grandi masse di pellegrini. Ad essa furono dedicati due momenti di festa religiosa: il lunedì successivo alla prima domenica di Maggio, con un pellegrinaggio da Isola a Capo Rizzuto, in ricordo di quello guidato da San Luca di Melicuccà, primo vescovo di Isola, allorché tutta la popolazione si mosse per invocare la fine di una lunga siccità; il 5 Agosto, giorno del ritrovamento dell’icona, quando questa viene portata in processione sul mare da una folta schiera di piccole imbarcazioni.

La Madonna è oggetto di venerazione da parte di numerosi calabresi e per questo il primo lunedì di maggio di ogni anno viene portata in processione per essere adorata dai pellegrini. L’icona si trova nel Santuario della Madonna Greca costruito nel 1991, luogo non solo di preghiera ma anche d’incontro per i fedeli.

 

Oggi la sacra Icona è custodita all’interno di una splendida cappella del Duomo di Capo Rizzuto, che fu sede vescovile di iniziale rito greco fino al 1818, anno in cui fu soppressa e accorpata all’allora Diocesi di Crotone. Molte le ipotesi sull’anno d’arrivo dell’Icona in Calabria. La cittadina di Isola di Capo Rizzuto è situata in una pianura fertile e boscosa a pochi chilometri dal mare. Per molti secoli nel passato era esposta al rischio di incursioni piratesche, devastata due volte dai Turchi in 80 anni: tutte e due le volte da terribili comandanti, la prima volta da Barbarossa e quindi da Dragut. Anche se la prima citazione della città di Isola la troviamo al secolo nono nell’elenco delle sedi vescovili di rito greco e subalterni a Costantinopoli, è poco probabile che l’Icona sia sopravvissuta alle devastazioni del Barbarossa prima, dei saraceni poi.


Come poteva un icona di questo pregio e di questa fama rimanere malgrado tutto nella cattedrale benedettina di Capo Rizzuto? Nel XV secolo a seguito delle continue vittorie turche, con la conquista di Creta e dei territori albanesi, è molto probabile che un gruppo di profughi con il loro prezioso tesoro abbiano lasciato la patria per cadere poi nelle mani di una qualche unità saracena nello specchio di mare antistante le coste calabre. Intorno al 1482, a seguito della vittoria dei turchi in Albania, diversi gruppi di profughi lasciarono la loro patria per dirigersi in Sicilia, ove una nutrita colonia di albanesi si era già insediata nella Piana degli Albanesi, vicino Palermo. Una comunità albanese viveva nella zona, come per esempio a Carfizzi. Il periodo migliore per intraprendere la navigazione nel mediterraneo era sempre e comunque quello estivo. Data la sua enorme somiglianza (differisce solo per la presenza degli angeli) con la Madonna dell’Elemosina di Biancavilla (in provincia di Catania), forse l’Icona si trovava su uno di questi convogli. Risulta così fortemente suffragata l’ipotesi dell’appartenenza dell’Icona alla scuola cretese.
D’altro canto una delle prime notizie storiche che riguarda l'esistenza del quadro della Beata Vergine ad Nives (l’Icona fu rinvenuta il 5 agosto, data della storica nevicata romana), detta la "Cona greca", risale alla visita pastorale, fatta alla diocesi d'Isola, verso la fine del 1594 dal decano Nicolao Tiriolo da Catanzaro, vicario generale del vescovo Annibale Caracciolo, uno dei Prelati più zelanti e munifici verso la diocesi d'Isola. Da questa visita pastorale si apprende che la Cappella della " Cona greca" godeva di un "Beneficio"consistente". Poteva rimanere tanto tempo nascosta un’Icona miracolosa di così grande pregio?

 

Il Santuario dedicato alla Madonna Greca protettrice di Isola di Capo Rizzuto  è di recente costruzione. Molto curioso al suo interno è il presepe permanente, che entra in funzione inserendo qualche moneta. La struttura è molto bella, esteticamente colpisce l'occhio del visitatore sia dentro che nella sua parte esterna. Molto imponente, quasi 1000mq. Nelle ampie vetrate troviamo rappresentate l'Annunciazione, la visita a Santa Elisabetta, la nascita di Gesù e la discesa della Spirito Santo. In quelle laterali, invece, altre immagini sacre come il matrimonio, l'ordine e la confessione o litanie come " Stella del mare" o " Regina del Rosario".

 

Interessante è il moderno rosone situato sulla facciata della chiesa  che rappresenta la Madonna Greca in vetri policromi. Altra opera particolare si trova dietro l’altare e narra la storia del ritrovamento del quadro raffigurante la stessa Madonna ad opera di un pastore. Tutte le opere presenti nella chiesa sono state realizzate con materiali poveri come pietra arenaria, pietra di Trani, ed altri. Le feste più importanti del santuario sono una a Maggio, di istituzione più recente, e l’altra ad Agosto, che pare invece risalire all’anno 1000. Già dal primo venerdì di Maggio la statua viene spostata dal suo sito per essere trasportata in mezzo alla folla acclamante in una processione che dura tutta la giornata, mentre di lunedì  si effettua il pellegrinaggio fino al Santuario di Capo Rizzuto, piccola chiesa una tempo dedicata alla Madonna Greca, e di sera si fa ritorno al duomo. Ad Agosto la festa vuole piuttosto ricordare il ritrovamento del suddetto quadro e viene così fatta una processione ben più lunga con un tratto via mare, accompagnato da applausi e giochi pirotecnici.

 

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