Mozart a Vienna

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La vita del compositore prodigio legata a filo doppio con la città di Vienna, dove visse gli anni della maturità artistica. I luoghi mozartiani da visitare per scoprire la capitale asburgica.

Ai primi di maggio del 1783, Wolfgang Amadeus Mozart è a Vienna, presso le signore Weber, madre e sorelle: una, Louise, fu la sua passione di adolescente, l'altra Costanze, divenne la moglie del grande compositore, bistrattata dai biografi. A torto o a ragione: è da vedersi. Si dice anche avesse le mani bucate quasi quanto quelle del marito. Si dice anche che la sua moralità non fosse cristallina, e come esempio viene addotto l'episodio di quando si sarebbe fatta misurare il polpaccio durante un gioco di società.

Ciò le costò l'appellativo di "sgualdrina" affibbiatole dal musicista Peter Weber, che fece di tutto per dissuadere Mozart dallo sposarla: meglio era prendersi un'amante piuttosto che addossarsi il peso di una tal moglie. Bernhard Paumgartner, uno dei più noti biografi di Mozart, mentre condannò senta appello Constanze, ammirò l'Instancabile curiosità che il musicista aveva per le donne, attribuendola a una "sana e virile sessualità". È difficile dire su infedeltà Constanze dovette passare su? Forse le giustificò mettendole sul conto della genialità del marito. Ma vivere con un genio non doveva essere stato certamente facile. Quando Mozart prese alloggio presso la futura suocera, non era la prima volta che si recava a Vienna. C'era già stato una volta a sei anni, quando aveva suonato al cospetto dell'imperatrice Maria Teresa, e poi altre quattro volte, abitando in appartamenti ora modesti, ora elegantemente rappresentativi, a seconda di come spirasse il vento nel suo portafogli. I numerosi traslochi non devono stupire: Beethoven traslocò circa cinquanta volte, e ancora oggi lo straniero medio e anche i giovani viennesi sono costretti a cambiare ripetutamente casa. Le ragioni dei traslochi di Mozart? In un posto il riscaldamento era insufficiente, però le camere erano luminose, in un altro il sole non entrava mai, anche se i sistemi di riscaldamento funzionavano bene, in un altro ancora c'era luce e caldo, però le scale erano impraticabili. Dove tutto era in ordine, si poteva andare solo nei momenti di grazia economica; e cosi si passava dall'uno all'altro, godendo di volta in volta quel che l'appartamento offriva.

Il 31 settembre 1784, Wolfgang e Constanze si installarono nella Schultrstrasse 8, oggi Domgatte 6, nel cuore di Vienna, a due passi dal Duomo di Santo Stefano. La casa, assai rappresentativa, in seguito è stata trasformata in museo, ed è nota con il nome di Figarohaus. A destra dell'ingresso si aprono due camere. La seconda era la camera di lavoro di Mozart. Soffitto e pareti sono rivestiti di marmo rosa: l'accurato lavoro di Albert Carnesina, noto stuccatore che lavorò nel Castello di Mirabell a Salisburgo e nella Hofburg viennese, dà alla stanza il tono solenne di una piccola sala di concerto. A sinistra dell'ingresso si susseguono tre altre camere e una cucina. La prima possiede ampie finestre in legno decorate con stucchi. Sono dell'epoca, come anche il pavimento, mentre pareti e soffitti sono stati più volte restaurati In questa casa Mozart abitò per ben tre anni.

Placati i dissidi con il padre, lo ebbe ospite per sette mesi. Qui ricevette la visita di Haydn, suo grande amico e, nella primavera del 1787, quella di Beethoven; qui nacque Thomas Leopold, il figlio che mori a un solo mese di età. L'appartamento, troppo caro, venne lasciato alla fine di aprile 1787, e la famiglia, andò ad abitare in una abitazione nella Landstrasse 334, oggi Landstraster Hauptstrasse 75-77, dove il musicista compose la Eine Kleine Nachtmusik, la serenata in do maggiore.

Diversi litigi con il proprietario lo indussero a traslocare. Cambiò casa ancora tre volte, prima di entrare nel suo tredicesimo ed ultimo appartamento viennese nella Rauhensteingasse 8, il cosiddetto Kleines Kaiserhaus, dove gli nacque il sesto figlio e dove mori, verso l'una di notte del 5 dicembre 1791.

Di che cosa, non ci è dato sapere con esattezza, perché non esiste un attestato medico della sua malattia. Il registro della cancelleria del duomo e il libro del morti della parrocchia di Santo Stefano annotano come causa della morte una "violenta febbre biliare". Si sparse la voce di avvelenamento, voci secondo alcuni messe in giro dalla moglie, alcuni incolparono Salieri, ma di sicuro non si sa nulla. Avvolta dal mistero è anche la sua tomba. Nella Figarohaus si trova una foto della litografia della tomba di Mozart risalente alto metà dell'Ottocento. Si tratterebbe della tomba di Sankt-Marxer-Friedhof: ma le sue spoglie sono davvero là?

Ci sono molte illazioni e notizie contradditorie sul funerale di di Mozart. Sul letto di morte del musicista, pare ci fosse l'amico di famiglia van Swletén, che avrebbe consigliato alla moglie di fargli un funerale di terza classe, quello riservato al poveri, per evitare spese inutili. Non gli venne in mente, ricco com'era, di dare alla vedova qualche aiuto in questo senso.

Vista poi Constanze disperata, sarebbe anche riuscito a convincerla ad andarsene presso una famiglia di conoscenti. Cosi, il misero feretro venne seguito pare solamente da un paio di persone, che però si dispersero ben presto, si dice per il brutto tempo, o perché i cavalli che trainavano la povera carrozza dovevano andare al trotto per arrivare al cimitero prima che facesse buio. In un caso o nell'altro, non ci fu nessuno che assistette alla sua sepoltura. Pare sia il destino degli artisti morire poveri e soli, come se fra genio e quattrini, genio e normali rapporti umani non ci possa essere compatibilità. Ma andò veramente così?

Altri resoconti dicono diversamente.

Il corpo di Mozart venne gettato in una fossa comune nel Cimitero di San Marx. Solo pochi anni dopo, la "moda" austriaca per i funerali di rango prese piede e quando improvvisamente divenne una moda anche per la gente della classe media avere una tomba decente, la vedova di Mozart, Constanze, si è recò a cimitero di San Marx e cercò di identificare la tomba di suo marito. Oggi, c'è una targa che commemora il luogo in cui Mozart fu sepolto - all'incirca.

La storia di Mozart che avrebbe avuto un funerale povero sarebbe per alcuni del tutto inventata. In realtà, funerali come il suo erano la regola per i borghesi di quel tempo e ci fu per il compositore un servizio molto costoso celebrato in sua memoria nella Michaelerkirche, dove fu eseguito il suo "Requiem". A pagare questo servizio fu Emmanuel Schikaneder, colui che scrisse anche il libretto del "Flauto magico" e  che fu direttore del teatro "Theater an der Wien". Quindi la fine di Mozart non è stata così gravemente colpita dalla povertà come di solito si legge.

In ogni caso, Mozart quando morì aveva solo 35 anni. Andò meglio a Beethoven, i cui funerali come quelli di Chopin, furono un importante evento pubblico; si dice che alla cerimonia parteciparono 20 mila persone. Franz Schubert che allora aveva solo sei anni, fu uno dei trentasei bambini che portarono le fiaccole al funerale. Il corpo di Beethoven ora riposa nel Cimitero Centrale di Vienna, accanto a quello di Schubert (che aveva espressemente chiesto nel suo testamento di essere sempolto accanto al suo idolo) e al monumento dedicato a Mozart, le cui spoglie in ogni caso non faruno mai ritrovate e restarono quindi nel cimitero di San Marx.

 

Vedere anche: Beethoven a Vienna

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