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Plastica
biodegradabile: davvero ecologica? Vantaggi e limiti delle plastiche
cosiddette biodegradabili; possono essere una soluzione o rischiano di
peggiorare l’inquinamento ambientale? Troppo spesso si parla
genericamente di eco-compatibilità ma i processi di decomposizione sono
complessi e dipendono da precise condizioni. Meglio puntare
sull'abolizione della plastica monouso.
La
plastica biodegradabile, detta anche plastica vegetale o
bioplastica, è davvero ecologica?
Per dare una risposta a questa domanda, molti sono gli aspetti da
valutare:
1) La plastica biodegradabile è fatta con sostanze vegetali, quali ad
esempio il mais e la patata; ne deriva che questi alimenti non saranno
mangiati ma utilizzati per fare sacchetti, piatti e posate usa e getta.
Se invece che del mais si usasse un vegetale non commestibile, il
problema si ripresenterebbe comunque poiché la terra sarebbe sottratta
alla coltivazione di alimenti in favore della coltivazione di vegetali
utilizzati per produrre plastica bio;
2) Per produrre plastica vegetale sono comunque necessari acqua, energia
e fertilizzanti; per essere davvero ecologica la bio plastica dovrebbe
essere non solo riciclabile, ma anche prodotta con fonti rinnovabili
(cosa che non avviene);
3) Alla prova compostaggio la plastica biodegradabile si scioglie, ma in
circa 3 mesi, e produce
muffa.
L’usa e getta, anche se in la plastica vegetale, è certo un
miglioramento, ma non è una
La
sola soluzione, l’unica davvero efficace è l’utilizzo di materiali
duraturi, come la ceramica per i piatti, il vetro per i bicchieri e
l’acciaio per le posate. Anche considerando il sapone utilizzato per
lavare le stoviglie, l'uso di materiali che durano è di gran lunga la
soluzione più ecologica.
Non è così difficile modificare qualche comportamento, diminuendo o
eliminando del tutto la plastica, in favore di materiali duraturi
utilizzabili a lungo. Per fare qualche esempio:
N
si può ridurre la plastica che consumiamo riducendo le
bottiglie di plastica dell'acqua, optando per prendere l’acqua dalle
fontane pubbliche. Se l’acqua di casa è potabile ma non gradevole, si
possono installare dei filtri in grado di migliorarla. Facendo un rapido
calcolo in un anno 200 litri di acqua a testa in una famiglia di 4
persone fanno 530 bottiglie di plastica. 500 bottiglie che impiegheranno
almeno 100 anni ognuna per essere smaltite dall’ambiente;
Nal supermercato preferite frutta e verdura nelle vaschette di carta. Le
vaschette in polistirolo e plastica s’impongono nelle spese frettolose,
quando non si ha tempo di servirsi da soli con i sacchetti (di plastica
ovviamente), dedicatevi qualche minuto in più e dedicate qualche minuto
anche al nostro pianeta;
Ni detersivi nei loro giganteschi flaconi fanno bella mostra dagli
scaffali, ne esistono anche in sacchetto e soprattutto provate i saponi
alla spina, riutilizzate gli stessi flaconi più volte;
Nsi possono preferire i rasoi con la lama intercambiabile e gli
spazzolini con testina che si può sostituire;
Nsi possono usare buste di stoffa ma anche utilizzare più volte le stesse
buste di plastica (occupano poco spazio nella borsa e si possono tirare
fuori all’occorrenza, quando ci si dimentica, e purtroppo personalmente
mi accade spesso) la sporta di cotone.
Pensate che qualcuno ha provato a fare a meno della plastica per un
mese, purtroppo vi anticipiamo che il successo è stato solo parziale.
Ebbene si, la plastica regna sulle nostre vite. L’esperimento in
questione è stato fatto da una ragazza inglese che ha cercato di
utilizzare la plastica che possedeva in casa (imballaggi e pannolini del
suo bambino per lo più) senza aggiungerne altra per 30 giorni. È
riuscita a ridurre la montagna di plastica dell’80%, vediamo nel
dettaglio. All’inizio dell’esperimento gli oggetti di plastica erano 603
alla fine 116, di cui 63 erano pannolini (irrinunciabili pare) e 53
imballaggi. La vicenda ve la raccontiamo nell’articolo "Si
può vivere senza plastica?" Un articolo molto interessante anche
perché niente plastica, come vedremo, significa meno conservanti e più
salute.
Senza attuare comportamenti estremi come questo è comunque possibile
essere incisivi, influenzare nel nostro piccolo le sorti del pianeta. Ci
sono tante azioni e piccole regole che possiamo darci, tutte alla
nostra portata. In generale dovremo ispirarci alle tre "
R"
nell’orientare le nostre scelte: Riduzione, Riutilizzo, Riciclo.
Riduzione dei consumi di beni/servizi. È proprio tutto
necessario? Possedere molti oggetti riempie le nostre vite davvero? Ci
gratifica?
Qualche esempio: riduzione dei rifiuti e degli sprechi alimentari (se
avete un giardino una piccola compostiera da 30 euro "mangerà" i vostri
avanzi e con l'aiuto dei batteri li trasformerà in concime per i fiori e
le piante), dei consumi energetici (pensate al grande risparmio che si
realizza anche solo migliorando gli infissi con delle guarnizioni),
degli spostamenti con mezzi privati a favore del trasporto pubblico o
della bicicletta, filtro osmosi inversa per rendere l’acqua di casa
gradevole e non bere l’acqua imbottigliata, fontane cittadine a cui si
può attingere l’acqua …
Riutilizzo: scegliendo di prolungare la vita degli oggetti che
possediamo, riparandoli (il calzolaio, ve lo ricordate?), impiegandoli
per usi differenti, scambiandoli con altri … Qualche esempio: lo scambio
vestiti tanto in voga nell’Europa del nord per i bambini, la moda
americana delle feste in cui le ragazze portano i vestiti che non
gradiscono più e li scambiano con quelli delle amiche, i prodotti alla
spina che riutilizzano gli stessi flaconi/contenitori…
Riciclo dei materiali utilizzati, attuando la raccolta
differenziata, criticando i comuni che non la attuano bene, chiedendo
delucidazioni alle amministrazioni locali su come viene attuato,
smaltendo anche le pile, i medicinali, i pezzi dei computer in disuso.
Il riciclo è una misura che rispetta l’ambiente ed i bisogni delle
generazioni future, considerando la limitatezza delle risorse della
terra.
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