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Ponte delle catene a Budapest
  
Il Ponte delle Catene è il ponte più antico di
Budapest, il
primo che ha permesso di collegare le due città di Buda e di Pest.
Prima di
allora erano indipendenti l'una dall'altra (lo furono fino al 1873). Il
progetto della sua costruzione venne affidato all'inglese William Tierney
Clark e allo scozzese Adam Clark (due ingegneri del
Regno Unito non legati da alcuna parentela), per iniziativa del
conte ungherese István Széchenyi. Gli ingegneri scelsero la soluzione
di un ponte sospeso la cui campata centrale,
compresa tra due piloni, era all'epoca tra le
maggiori al mondo (202 m di lunghezza).
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Nel 1830
Budapest, allora seconda città dell'Impero austriaco, non possedeva ancora un
ponte fisso sul Danubio. Un ponte di barche, che veniva smontato d'inverno per
evitare i danni causati dal fiume ghiacciato, permetteva solo collegamenti
disagevoli tra le tre città, allora ancora divise, di Buda, Pest e Obuda.
Nella
società ungherese del tempo brillava la figura del conte Széchenyì, uomo di
grande capacità, determinazione e fervido propugnatore del progresso sociale
degli ungheresi. Essendo convinto dell'assoluta necessità di attuare un
attraversamento stabile, il conte si recò due volte in Gran Bretagna per trovare
dei progettisti in grado dì garantire la realizzazione di un ponte che,
considerata la portata e la larghezza del Danubio, era considerato di
difficilissima esecuzione. Infine Széchenyì incontrò,
William Tierney Clark, che accettò dì progettare un ponte sospeso.
Poiché una sola campata era eccessivamente lunga, il progetto prevedeva una
grande campata centrale, che non ostacolasse il traffico fluviale, e due alti
piloni posti vicino alle rive. I lavori di costruzione vennero diretti
dall'architetto scozzese Adam Clark, con lo stesso cognome ma non parente
del progettista, che realizzò anche, in prolungamento al ponte, una galleria di
grande eleganza, con una sezione a sesto acuto, per collegare i quartieri alti
di Budapest. All'epoca le funi d'acciaio erano poco conosciute dal punto di
vista tecnologico e difficilmente reperibili in lunghezze adeguate.
Nel 1849 venne costruito il tunnel
di 350 metri che collega il ponte al distretto del Castello della collina e
che sta proprio sotto di essa (il ponte e il tunnel hanno curiosamente la
stessa lunghezza). Nel corso della Seconda guerra mondiale il ponte venne
distrutto dai tedeschi (per contrastare l'avanzata delle truppe sovietiche) e ricostruito nel Dopoguerra, dal 1989 è
diventato simbolo della libertà ungherese, segnando la fine del periodo
Sovietico nel paese e nell'Europa dell'Est.
Il ponte iniziato nel 1839 e ultimato e aperto solo dieci anni più tardi, fu il primo
fisso tra le due sponde del Danubio. Era passato appena un
mese da quando i capi della guerra d'indipendenza, persa contro gli Asburgo,
erano stati giustiziati. Diciotto anni dopo, nel 1867 Austria e Ungheria
firmarono il "Compromesso" che durò mezzo secolo, fino alla fine della prima
guerra mondiale. Per cinquant'anni ci fu l'illusione: basta con le guerre.
Gettarono le basi per la Duplice Monarchia. Ancora pochi anni e nel 1873,
gli abitanti di Buda, di Pest, di Obuda, decisero di
unirsi nella nuova capitale. Prima, dunque, il ponte. Poi, il nome,
Budapest, e le funzioni di una metropoli che cominciò ad esistere sugli
atlanti. Buda è la collina, il borgo reale, la memoria di Àrpàd, il
potente capo magiaro che conquisto i territori dell'attuale Ungheria attorno
all'895 d.C, fondatore della dinastia degli Arpadi, casa regnante d'Ungheria
fino al 1301; degli Angiò, di János Hunyadi, condottiero
contro i turchi. Pest era il nuovo, la borghesia, la finanza, i commerci, i
salotti.
All'inizio dell'800, i tre borghi insieme erano demograficamente
irrilevanti. Viceversa, alla fine del secolo, la metropoli era l'ottava del continente.
Una progressione vorticosa. In poco più di vent'anni la popolazione
raddoppiò, la città divenne moderna. La metropolitana, i tram, il gas,
l'elettricità. Neorinascimento, neoclassico, neogotico, jugendstil (o Art
Nouveau che dir si voglia), bauhaus. Poi realismo socialista,
razionalismo, funzionalismo...
Adam Clark, sposò una ragazza ungherese e si stabilì definitivamente a
Budapest. Alla sua memoria venne intitolata la grande piazza che dà accesso
al ponte. Clark era così orgoglioso del suo progetto che lanciò la scommessa
che se fosse stato trovato un solo difetto nella costruzione, si sarebbe
tuffato dal ponte nel Danubio. Dopo molte settimane il difetto venne trovato
(sebbene non dipendesse certo da Clark): i leoni a guardia del ponte erano
stati scolpiti senza lingua. Clark perse la scommessa, la volle onorare, ma
siccome era un ottimo nuotatore, uscì indenne dal pericoloso tuffo.
All'imbocco del Ponte delle Catene c'è ancora oggi una strana ciambella di
pietra. E' il Monumento al Chilometro Zero. Era il centro dell'Ungheria. Il
punto per misurare le strade che portavano ai confini di un impero che
sarebbe presto crollato per far posto ad altri miti e altre illusioni.
Il ponte venne fatto saltare dai tedeschi alla fine della seconda guerra
mondiale; dopo il conflitto gli abitanti di Budapest vollero ricostruirlo in
forme e caratteristiche identiche all'originale. Il ponte fu riaperto nel
1949, cento anni esatti dalla data della prima inaugurazione.
Ponte delle Catene (Széchenyi
lánchíd)
Tra piazza Roosvelt e piazza Clark ?dám Ter
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