PROVENZA

Passando per le strade della Provenza, vi renderete conto di non riuscire a scrollarvi di dosso un senso di déjà vu. Se avete la sensazione di essere già stati qui, è perché state vagando tra le ispirazioni dei dipinti di Van Gogh, Picasso, Cezanne e Matisse. I post-impressionisti erano affascinati dalla Provenza per le stesse ragioni per cui noi lo siamo ancora oggi. Il fascino delle fattorie fatiscenti con i tetti di terracotta, gli infiniti campi di lavanda e le montagne color cobalto che scendono verso i pascoli dove friniscono le cicale è senza tempo.

 

Per molte persone, i paesaggi pastorali della Provenza sono una fantasia francese che si avvera. La Provenza sembra riassumere tutto ciò che è invidiabile dello stile di vita francese: buon cibo, villaggi in collina, vini leggendari, mercati affollati e un clima mite. Per decenni, è stato un punto di ritrovo per i vacanzieri e rifugio di artisti. Per la quintessenza della campagna provenzale, il miglior punto di partenza è l'entroterra intorno alle valli e alle colline del Luberon e del Var.

Nell'entroterra si erge la vetta più alta della Provenza, il Mont Ventoux, e oltre, le cime innevate delle Hautes-Alpes. Sul mare, lungo la costa, Marsiglia, St-Tropez, le drammatiche scogliere delle Calanques e le zone umide ricche di fenicotteri della Camargue sono tutte degne di una deviazione.

 

La Provenza è una regione storica della Francia situata nella parte meridionale del paese, fra Rodano, Delfinato, al confine con l'Italia e Mediterraneo. Attualmente costituisce la regione Provence-Alpes-Côte d'Azur, con Marsiglia capoluogo. Il territorio provenzale può essere suddiviso in tre zone principali. La prima è costituita da zone pianeggianti (Crau, Camargue), la seconda è la fascia litoranea nota come Costa Azzurra, che si estende dalla foce del Rodano al confine con l'Italia, la terza è la zona interna prealpina e alpina.

 

I fiumi principali sono il Rodano, il Var, la Durance e l'Argens. Per quanto riguarda l'economia, il turismo ha un importanza fondamentale lungo la costa, mentre nell'interno si pratica l'agricoltura; presente anche l'industria, specialmente nella zona di Marsiglia che è anche un porto molto attivo.

 

Petrarca arrivando per la prima volta verso la costa della Provenza non dimenticò mai la splendida visione della riviera dove le città sembravano "diademi sui cigli montani, digradanti verso il mare verdeazzurro. Questo è più simile al cielo che alla terra."

 

Non è un caso che la Provenza sia la regione che attrae il maggior numero di turisti francesi e stranieri. Con i suoi tre parchi nazionali, cinque parchi regionali e quasi venti riserve naturali, ogni anno decine di migliaia di persone si riversano in questa natura incontaminata. Gli amanti dei monumenti troveranno 1.800 edifici classificati come Monumenti Storici.

Bandiera e stemma
 

La Provenza ereditò lo stemma di Carlo I d'Angiò nel XIII secolo. È costituito da un giglio dorato su fondo azzurro azzurro, sopra il quale si trova un agnello rosso (filo da cui scendono le campanelle). Alcuni preferiscono i colori di Barcellona, a strisce di rosso e oro, ereditati dal periodo della dominazione catalana nel XII e XIII secolo.

 

I primi insediamenti nella regione risalgono al Neolitico; ci furono poi insediamenti greci, seguiti nel II sec. a. C. da quelli romani (il nome Provenza deriva infatti dalla denominazione romana di Provincia Narbonensis). La regione fu poi occupata da visigoti, burgundi e ostrogoti. Nel 536 la regione passò definitivamente sotto il controllo dei franchi. Nell'835 divenne un ducato, poi inglobato nel regno di Borgogna (X sec.); passò in seguito ai conti di Arles e successivamente ai conti di Barcellona. Nella prima metà del XIII secolo fu teatro della repressione degli albigesi, con la crociata promossa da Innocenzo III. Dopo una serie di legami con l'Italia, culminati con il trasferimento della sede papale ad Avignone, alla fine del 1400 la Provenza entrò a far parte definitivamente della Francia, raggiungendo i suoi confini attuali con l'annessione di Nizza (nel 1860). La regione provenzale è ricca di resti dell'epoca romana e di edifici risalenti al primo cristianesimo, oltre a bei palazzi di epoca più recente.

Nell'antica versione provenzale della Genesi si sostiene che, prima di creare Adamo, il Creatore si rese conto che gli erano avanzate parecchie cose: grandi distese di azzurro paradisiaco, tutti i tipi di rocce, terreno coltivabile già pieno dei semi di una flora opulenta e tutta una serie di sapori e profumi non ancora utilizzati, dal più evanescente al più forte. -Beh-, Egli pensò, -perché non creare un magnifico compendio del mio mondo, il mio paradiso speciale?-. Così nacque la Provenza. Questo paradiso comprende in sé le Prealpi dai picchi innevati e le colline pedemontane, che ad est declinano fino al mare mentre ad ovest arrivano quasi al Rodano.

Negli altipiani selvaggi della zona centrale della Provenza si trova la fenditura più profonda di tutto il territorio europeo: il Grand Canyon du Verdon (Gole del Verdon). L'entroterra costiero è un susseguirsi di ripide catene di boscose colline dove il caldo profumo dei pini, degli eucalipti e delle erbe selvatiche intorpidisce i sensi. La zona rivierasca è composta da una serie sempre mutevole di baie d'aspetto quasi geometrico, che cedono a volte il passo a caotici agglomerati di rilucenti scogli affiorati e a insenature strette e profonde simili a fiordi norvegesi in miniatura: i calanque. Nella Camargue, il litorale stesso diventa un'astrazione mentre terra e mare si confondono in orizzonti infiniti. Se si esclude il delta del Rodano, ogni angolo di questa regione si inquadra in una cornice di colline, o montagne, o strane rocce che erompono all'improvviso. Tutti questi elementi sarebbero però insignificanti senza quella particolare luce mediterranea, al meglio in primavera ed autunno, morbida e splendente al tempo stesso, teatrale.

Per centinaia di anni, la Provenza rappresentò un bersaglio primario per gli invasori stranieri: i Greci crearono alcuni insediamenti sulla costa e lungo il Rodano, comprese Massalia e Nikea, cioè Marsiglia e Nizza, e i Romani più avanti aprirono una via di comunicazione costiera verso le loro città sul Rodano. La Provenza dovette difendere la propria indipendenza combattendo anche contro la Francia, il Sacro Romano Impero, la Borgogna, la Savoia e i Papi, mentre le faide intestine tra feudi rivali rendevano ancora più insicura la vita di tutti i giorni. Ciononostante, il tempo sembra non aver particolarmente intaccato la Provenza, in cui si trovano i migliori monumenti romani di tutta la Francia, oltre a tracce corpose dei primi colonizzatori a Glanum e i contorni ancora visibili di alcuni insediamenti indigeni liguri. Assai più romantici sono però i numerosi villages perché sopravvissuti e i quartieri delle vecchie città, le vieilles villes, con i loro angusti labirinti di strade medievali, passaggi e scalette tortuose che conducono inevitabilmente ad uno château fort e che non sono molto cambiate nel corso dei secoli.

Molte di esse non sono mai state restaurate e in parecchie non c'è neppure un bar o un ristorante, ma a volte solo un negozio di alimentari e forse un distributore di benzina. Altre, tra cui tutte quelle che si trovano lungo la costa o nelle vicinanze, sono state tirate a lucido fino a farle diventare esempi eleganti e costosi dell'idea di pittoresco. La Costa Azzurra dev'essere il tratto costiero più costruito, sovraffollato, celebrato e costoso del mondo intero. Ci sono solo due industrie in quanto tali, il turismo e l'edilizia, più il terziario ad esse collegato, fatto di agenti immobiliari, posteggiatori di yacht e parcheggiatori di Rolls-Royce. Nell'Esterel, nella penisola di Saint Tropez, nelle isole di fronte a Cannes e Hyères e nel Massif des Maures la grande bellezza delle colline e dell'orizzonte, il profumo della vegetazione, le mimose in fiore e la strana sintesi di sostanze inquinanti mediterranee che rendono l'acqua così traslucida, obnubilano i sensi. Questi erano un tempo i motivi di vanto di tutta la costa quando Cannes e Villefranche, Le Lavandou e St-Tropez erano minuscoli villaggi di pescatori. Gli aristocratici e i reali stranieri che nel Settecento avevano fatto di Nizza la stazione balneare invernale più alla moda in Europa, nell'Ottocento cominciarono ad insediarsi ad est e a ovest. Negli anni Cinquanta da queste parti ci fu l'avvento di un turismo di massa ancorché selettivo, gli anni Sessanta portarono branchi di attricette e di hippy, mentre negli anni Settanta il governo francese cominciò a rendersi conto del fatto che la loro principale risorsa turistica rischiava di diventare un vero orrore.

Nei decenni a cavallo del secolo, gli artisti, affascinati dalla luce e dal modo di vivere relativamente tranquillo, diedero addio ai tetri inverni nordici. Tra i grandi che dipinsero e scolpirono in quest'area troviamo Matisse, Renoir, Signac, Mirò, Chagall, Modigliani e Picasso che arrivavano d'estate e sconvolgevano i locali mettendosi a nuotare in mare. Molte delle loro opere fanno parte delle collezioni permanenti di splendidi musei da St-Tropez a Mentone, che già da soli valgono una visita alla Costa Azzurra. Nel 1879 nasceva, ad Aix, Cézanne, e gran parte delle sue tele si ispirano proprio ai paesaggi che circondavano la sua città natale, anche se poche delle sue opere sono rimaste in Provenza. Ad Arles e St-Rémy e nei dintorni delle due cittadine si può ripercorrere il triste passaggio di Van Gogh, ma anche in questo caso restano ben poche opere originali.

Cibo e vino sono altre due ragioni che possono allettarvi a visitare la Provenza, l'unica regione francese in cui frutta e verdura, pesce e frutti di mare sono sullo stesso piano della carne. Gli alimenti che crescono in Provenza, cioè olive e aglio, asparagi e zucchini, pesche bianche, uva moscata, meloni e fragole, porcini e spugnole, mandorle e castagne, basilico e timo, per nominarne solo alcuni, sono parte integrante dell'ambiente caldo e sensuale. Anche i vini, dai rosé secchi e leggeri delle Côtes de Provence fino ai rossi pastosi e delicati dei villages delle Côtes du Rhône e di Châteauneuf-du-Pape, sposano l'intensità della luce solare e ad essa devono il loro colore brillante.

Dove andare

Non è facile esplorare alcune parti dell'entroterra della Provenza, a meno che non si vada a piedi o con la propria automobile. Proprio per questa ragione, sono aree poco edificate e ancora vergini, dove le tradizioni sono ancora forti e le possibilità di soggiorno decisamente scarse. Il Grand Canyon du Verdon (vedere articolo Gole del Verdon) e il Parc de Mercantour nelle zone montagnose del nord-est sono però le due mete più spettacolari di tutta la regione.

Tra le città, Nizza, la Regina della Riviera, ceduta alla Francia solo nel secolo scorso, unisce in sé tutto il meglio e il peggio della Provenza contemporanea ed è forse la cittadina più accattivante di tutte. Marsiglia, sinonimo di vizio e di criminalità, di solito evitata dai turisti, è una maestosa metropoli dove prospera la creatività artistica e dove, contrariamente alla sua cattiva reputazione, la permanenza potrà essere assolutamente rilassata, gratificante e divertente. Le escrescenze patinate della costa, Cannes e Montecarlo, rappresentano un divertimento di tipo un po' contorto. Aix-en-Provence, la piccola Parigi di Provenza, è deliziosa, raffinata e rispettabile. Avignone porta impressa la storia della Provenza medievale e ospita un eccellente festival di arte contemporanea. Se volete vedere resti romani, i posti da visitare sono Orange, Vaison-la-Romaine, Carpentras, Arles e Nîmes. Tra Grasse e Sisteron si può ripercorrere parte del viaggio di Napoleone nel 1815 dall'Elba a Parigi.

Si possono seguire i sentieri della transumanza che attraversano le montagne, imbattendosi in greggi di pecore accompagnate da capre, asini e pastori. Si può osservare la fauna selvatica, fenicotteri, tori e cavalli bianchi, negli strani bassopiani della Camargue, oppure camosci, mufloni e marmotte nel Parc de Mercantour. Se siete appassionati di arte moderna dovete assolutamente andare a St-Paul-de-Vence, Saint Tropez e Haut-de-Cagnes, oppure a Nizza per Matisse e Chagall, a Biot per Léger, ad Antibes e Vallauris per Picasso e infine a Mentone e Villefranche per Cocteau.


Quando andare in Provenza

In piena estate sulla costa il caldo e l'umidità sono a volte opprimenti e folla, gas di scappamento e costi potrebbero sopraffarvi. Per il nuoto, i mesi migliori vanno da giugno a metà ottobre, mentre maggio è un po' freschino, ma solo secondo i parametri estivi. Per abbronzarsi, lo si può fare da febbraio fino a ottobre. Febbraio è il mese migliore per la Costa Azzurra: musei, alberghi e ristoranti sono quasi tutti aperti, le mimose sono in fiore e il contrasto con zone più fredde è assolutamente delizioso. Il mese peggiore è novembre, quando non c'è quasi niente di aperto e il clima divento freddo e umido. Lo stesso vale per l'entroterra della Provenza. Ricordate che le Prealpi sono di solito innevate dalla fine di novembre all'inizio di aprile. Le passeggiate autunnali vi ricompenseranno con mirtilli e lamponi, genziane viola e foglie rosse che diventano color oro. La primavera porta con sé una tale profusione di fiori selvatici che quasi non si osa camminare.

L'unico inconveniente del fuori-stagione è il mistral (maestrale), il vento del Nord freddo e violento; può durare settimane intere, distruggendo qualunque immagine ci si sia creati nella fantasia sui miti climi mediterranei.

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