Storia di Ravenna

Storia di Ravenna

Ravenna è stata dichiarata patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. 1500 anni di storia l'hanno resa un'importante città d'arte dell'Emilia Romagna. La sua storia è soprattutto la storia di un rapporto con il mare. La fortuna della città si identifica difatti con le vicende del porto romano di Augusto (I secolo a.C.) che ospitava una flotta di 250 navi tale da garantire la difesa dell'Adriatico e dei mari vicini.  Non restano purtroppo tracce degli edifici tipici della Ravenna romana (tempio di Apollo, anfiteatro, campidoglio).

Divenuta nel V secolo capitale dell'Impero Romano d'Occidente per decisione di Onorio, dopo la sua morte la città passa a Valentiniano III, che però data la sua giovanissima età governa sotto la tutela della madre Galla Placidia, figlia di Teodosio. Ravenna assume in questo periodo l'aspetto di una città regale e vengono innalzati la Basilica Ursiana (oggi demolita, al suo posto sorge il Duomo Barocco del XVIII secolo), il Battistero Neoniano, il cosiddetto Mausoleo di Galla Placidia, San Pietro (oggi San Francesco) e San Giovanni Evangelista, che una leggenda vuole essere fatto erigere da Galla Placidia per esaudire un voto che formulò durante una tempesta in mare, mentre faceva ritorno da Costantinopoli.

Tra il 493 ed il 526 Teodorico stabilisce a Ravenna la sua corte. Sotto l'impero di Teodorico vengono promosse bonifiche e innalzati famosissimi monumenti. In particolare la Basilica di S. Apollinare Nuovo con il suo portico di marmo ed il campanile cilindrico del IX-X secolo, al cui interno sopravvivono magnifici mosaici. Il Battistero degli Ariani, a forma ottagonale, nell'attuale piazzetta della Chiesa dello Spirito Santo ed il Mausoleo di Teodorico, su due piani entrambi decagonali.

Anche durante il governo di Belisario e Narsete (VI secolo) la città è fiorente. Sorge in questo periodo la bella Chiesa di San Vitale, uno dei monumenti di arte paleocristiana più importanti d'Italia.

L'arte bizantina trova in Ravenna il massimo splendore. Ma quali sono le caratteristiche di questa arte? La caratteristica fondamentale è la rappresentazione simbolica della figura religiosa, umana e divina. Mentre in Occidente Cristo viene rappresentato con immagini vicine alla realtà quotidiana (semplici vesti e naturalezza dei gesti) in Oriente viene rappresentato come un re, figura solenne e fissa, realtà eterna ed immutabile.

Caratterizzano allora l'immagine del Cristo bizantino la frontalità la rigidità dei gesti, la fissità dello sguardo. L'Italia entra in contatto con la cultura bizantina quando, nella metà del VI secolo, Ravenna diviene sede dell'esarca (governatore) di Costantinopoli.

È del VI secolo anche la Basilica di S. Apollinare in Classe, uno degli edifici meglio conservati a Ravenna. All'interno si trovano mosaici di varia epoca. A sud della basilica si estende una parte del Parco regionale del Delta del Po, la pineta di Classe, un grande bosco di pini secolari.

Nel periodo successivo, Longobardi e Franchi spogliano e saccheggiano la città completamente. All'epoca degli Ottoni inizia la signoria degli arcivescovi, grandi feudatari della città, che nel frattempo avevano proclamato la loro autonomia da Roma.

Nel periodo comunale il potere passa in mano alle famiglie ravennati, che si contendono il governo della città.  Famosissima la famiglia dei Traversari, che consegnerà la città alla Chiesa, ma su tutte prevale la famiglia dei Da Polenta, che per un secolo e mezzo detenne il potere della città e presso la quale trovò ospitalità lo stesso Dante Alighieri. Accanto alla Chiesa S. Francesco potete vedere la Tomba di Dante, un piccolo tempio neoclassico che conserva le ossa del poeta.

Ravenna, verso la fine del XV secolo, subì anche l'influenza di Venezia: ville e case testimoniano l'affermarsi del gusto e dello stile veneziano. Su invito degli stessi ravennati, che mal sopportavano la dominazione polentana, nel 1441 i Veneziani,  prendono possesso della città. A testimonianza di questo periodo restano il palazzo comunale, alcune colonne della Piazza del Popolo e la Rocca Brancaleone, con l'annessa cittadella. Attualmente la rocca è inserita in un giardino pubblico.
I Veneziani, che governarono Ravenna fino al 17 maggio 1509, consegnarono a Giulio II una città rinnovata e riconosciuta capitale dell'Emilia e dell'Esarcato.

Il periodo successivo al dominio veneziano inizia con la battaglia di Ravenna (1512) , combattuta fra la Lega Santa, composta dagli eserciti uniti di Giulio II e Ferdinando di Spagna, e le truppe francesi di Luigi XII e Alfonso d'Este con a capo Gastone de Foix, cui seguì un crudele saccheggio della città

Inizia così un periodo tristissimo per Ravenna, che per tutto il Cinquecento è condizionata dalla famiglia Rasponi, tranne una brevissima parentesi di tre anni, dal 1527 al 1530, in cui la città sarà ancora sotto il dominio veneto.

Da tempo Ravenna ha perduto il suo prestigioso porto e vive sotto la continua minaccia dei fiumi Ronco e Montone che causeranno una terribile inondazione nel maggio del 1636 con l'acqua che raggiunse il secondo piano delle abitazioni.

Il Seicento è caratterizzato dai progetti per salvare la città dalle acque. Risalgono a questo periodo la costruzione di un canale interno e la famosa "diversione" del Ronco e Montone che all'inizio del Settecento, grazie al cardinale Alberoni, vengono riuniti in un unico alveo e fatti sfociare a sud della città Nel frattempo si iniziano la costruzione del nuovo porto e del canale Candiano.

Nel giugno del 1796 Ravenna è conquistata dalle truppe napoleoniche e in seguito al trattato di Tolentino, la città passa sotto la dominazione francese.

Restituita al dominio pontificio, Ravenna vive il Risorgimento sotto il Cardinale Agostino Rivarola, inviato in Romagna per controllare e reprimere le azioni della Carboneria che stava prendendo piede soprattutto grazie all'azione di George Byron, che si dichiarò sempre amico dei patrioti ravennati.

Negli anni del Risorgimento la città organizza la famosa "trafila" (1849) con la quale riesce a salvare Garibaldi braccato dagli Austriaci, dopo la caduta della Repubblica Romana. Il capanno Garibaldi è testimone del importante ruolo della città di Ravenna nelle vicende del Risorgimento italiano.

Il capanno si trova in uno dei luoghi più suggestivi del Parco del Delta del Po a a 8 km a nordest di Ravenna. Grazie all'opera della Società Conservatrice il capanno Garibaldi è giunto a noi in perfetto stato di conservazione.

Nel 1859 è fra le prime città a scrollarsi di dosso il governo pontificio e ad aderire all'unificazione nazionale di Vittorio Emanuele II.

La storia più recente della città si identifica con le grandi bonifiche e la nascita di solidi movimenti cooperativi.

Gravemente danneggiata durante i due conflitti mondiali, il secondo dopoguerra è caratterizzato da un rapido sviluppo industriale con gli insediamenti della Sarom e dell'Anic e soprattutto con lo sviluppo del suo porto che rappresenta uno dei maggiori scali dell'Adriatico.

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