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Storia
di Crotone
La storia di Crotone è molto antica e
ricca. Ci sono diversi miti e leggende che raccontano della
fondazione di questa città. Già Petronio nel suo satyricon, risalente al I
secolo d.C. diceva che: "Crotona, urbem antiquissima et aliquando Italiae
primam" ovvero "Crotone, città antichissima e un tempo la prima d’Italia".
Tra varie contraddizioni, si è soliti indicare il 718 a.C. come anno della
sua fondazione, così come è scritto sul Chronicon di Eusebio di Cesarea.
Secondo altre fonti, è stata fondata nel 710 a.C. o nel 743 a.C., al tempo
del re Polidoro.
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La città fu fondata da un gruppo di Achei. Il nome, secondo
la leggenda, viene da "Kroton", figlio di Eaco, che venne ucciso, per
errore, dal suo amico Eracle. Questi, ha voluto porgergli un segno d’onore e
lo seppellì sulle rive del fiume Esaro, facendo la profezia che proprio lì,
dovesse un giorno sorgere una grande città che si chiamasse come lui.
Un’altra leggenda, invece, narra della fondazione di Crotone, in seguito ad
una profezia dell’oracolo di Delfi. Myskellos di Rhype ricevette
l’ordine di fondare, tra Capo Lacinio e Punta Alice una nuova città.
Arrivato lì, a Myskellos venne l’idea di fermarsi a Sibari, che già allora
era una delle città meridionali più importanti, e non correre pericoli,
fondando una nuova città. Apollo, adirato perché Myskellos non aveva
rispettato la volontà dell’oracolo, lo convinse a dirigersi verso l’attuale
Crotone. Vi è una variante, di questa leggenda, nelle "Metamorfosi" di
Ovidio, qui, infatti, troviamo al posto di Myskellos, Eracle, che dovrà
portare a termine la medesima impresa. Secondo un’altra leggenda, il nome
deriverebbe dall’eroe Crotone, fratello di Alcinoo, re dei Feaci.
Inizialmente,
le città della Magna Grecia, vissero in una completa pace, ma, verso la metà
del VI secolo a.C. iniziarono le discordie, discordie che riproducevano la
guerra tra Sparta e Atene in Grecia. Durante il 560 a.C. Kroton e
Locri iniziarono a combattere una guerra, che si protrasse per 10 anni; solo
la battaglia della Sagra, che decretò vincitrice Locri, appoggiata da
Sparta, pose fine al conflitto. La fama di Crotone era dovuta alla stabilità
del suo clima, alla bellezza delle ragazze della città, alle campagne
fertili e facilmente coltivabili e alla prestanza fisica dei suoi atleti,
come Milone. Crotone fu la città greca con il maggior numero di
vittorie nei Giochi olimpici: un proverbio diceva "ultimo dei
Crotoniati primo dei Greci". Secondo una leggenda, Milone partì da Crotone
portando un vitello e giunse ad Olimpia con un toro sulle spalle, destando
meraviglia e clamore, e affermandosi come vincitore di diverse gare. La
costa crotonese appariva differente da quella odierna, partendo
dall'antichissima Enotria (l'odierna Cirò, la terra del nettare degli Dei,
ovvero il vino, il premio dei vincitori dei giochi olimpici ateniesi), per
arrivare a Le Castella. Vi erano, allora, lungo la costa, delle isole, che
oggi non si possono più vedere, perché sommerse dal mare. Esse orientavano
anche i navigatori più inesperti. Erano Melissea, di fronte la costa tra
Torre Melissa e Marina di Strongoli, Tyris un boschetto galleggiante abitato
da pescatori Brutii (popolo indigeno), che si trovava tra Torretta di
Crucoli e Punta Alice. Eranusa, era posta davanti al luogo che oggi
chimaiamo Le Castella, dove si trovano resti archeologici sommersi: un
lastricato di pavimentazione di un'antica strada, un molo con scalinate
scalpellate nella roccia, cisterne, un antico faro.
La
medicina fu, da sempre, uno dei punti forti di Crotone. Tra i più
grandi medici vi furono Democede (amico di Pitagora) ed Alcmeone,
quest’ultimo è considerato il padre fondatore della medicina antica, e fu
lui con la sperimentazione a rendere la medicina una scienza, mentre prima
era una pratica intrisa di superstizione e magia. Pitagora, nato a
Samo nel 572 a.C. si trasferì a Crotone, dove venne ospitato dall'amico
Democede. Qui creò una scuola di sapere di scienza, matematica, musica,
poiché Pitagora aveva portato con sé diversi manoscritti orientali,
provenienti dal Tibet, si pensa fossero scritture ebraiche del Re Salomone.
Dopo l'arrivo di Pitagora, Kroton iniziò la sua guerra contro Sibari,
fino ad allora sua alleata. Molti crotoniati si recavano alle terme a
Sibaris, o vi andavano per assistere a spettacoli, oppure per frequentare
prostitute. Nel 512 a.C., tre nobili di Crotone, vennero sgozzati e i loro
corpi furono gettati in pasto ai lupi che abitavano nelle paludi intorno a
Sibari, perché uno di loro si era innamorato di una bellissima vestale e
aveva provato a rapirla. Questo fatto, insieme a tanti altri che
riguardavano la sfera commerciale, politica e religiosa, spinse i crotoniati
a scendere in guerra contro Sibaris. Il 510 a.C. è l’anno di una battaglia
nei pressi del fiume Nika (Cariati), da dove i crotoniati inseguirono e
annientarono le forze sibarite con l’ultima battaglia presso il fiume
Trionto (nei pressi di Mirto Crosia). Secondo la leggenda, si erano
fronteggiati 100.000 crotoniati, capeggiati da Milone, e i sibariti erano
tre volte più numerosi. La vittoria, però, fu di Kroton, nonostante
l'inferiorità numerica, poiché i sibariti combatterono con cavalli
ammaestrati per ballare negli spettacoli seguendo il suono dei flauti. Si
narra che i crotoniati, durante la battaglia, iniziarono a suonare i flauti,
eseguendo la stessa melodia che i cavalli sapevano ballare, la sconfitta di
Sibari fu inevitabile. Dopo settanta giorni di saccheggi venne deviato,
sembra su idea di Pitagora, il corso del fiume Crati; a seguito di questa
deviazione, Sibari sparì per sempre. Pitagora con i suoi discepoli conquistò
il potere politico della città: ma non solo, in un breve periodo, diverse
poleis della Magna Grecia, applicarono il suo sistema al proprio governo,
formando una confederazione fra città-stato con capitale Kroton, come
risulta da numerose monete coniate fra il 480 e il 450 a.C.. Giunta al
massimo della sua egemonia politica e culturale, Kroton fu travolta da molti
conflitti sociali che sfociarono nella rivolta capeggiata da
Cilone, durante la quale molti pitagorici persero la vita e lo stesso
Pitagora dovette fuggire da Kroton alla volta di Metaponto. Nello stesso
momento persero il potere anche gli altri governi che avevano seguito
l’esempio pitagorico e vi furono stragi e persecuzioni dei seguaci di
Pitagora in tutte le poleis italiote. Iniziò per Kroton un periodo di
decadenza. La città costituì, con Metaponto e Caulonia, la Lega
Italiota per difendersi dagli attacchi delle popolazioni lucane. Nel 383
a.C. la federazione fu sconfitta da Dionigi I di Siracusa la sconfitta venne
in seguito ad una dura battaglia.
I Romani conquistarono Kroton nel
277 a.C., guidati dal console Cornelio Rufino. Durante la seconda guerra
punica Annibale elevò qui alcuni accampamenti invernali per
tre anni e di qui si imbarcò per l'Africa nel 203 a.C.. La città cadde in
epoca romana, ma risorse durante la dominazione Bizantina. Nel 1284 fu
concessa dagli Aragonesi ai Ruffo di Catanzaro. Alla morte nel 1434
di don Niccolò, gli successe la figlia Giovannella, assassinata nella sua
dimora un anno dopo. Dopo di lei prese il potere la sorella Enrichetta, che
sposò, in seconde nozze, il nobile spagnolo don Antonio Centelles, conte di
Collesano e principe di Santa Severina, senza eredi. Il re di Spagna
Carlo V
concesse alla città diversi privilegi e ne fece potenziare il
porto. Fu il viceré don Pedro Toledo che nel 1541 fece restaurare e
fortificare il castello preesistente, da noi tutti conosciuto come "castello
di Carlo V".
Nel XVI secolo la città venne chiamata "Cotrone".
Nel 1928 la città cambiò nome da Cotrone a Crotone. Il suo porto,
posto quasi equidistante da Taranto e Messina, favorisce diverse attività di
scambio e si propone come traino per l'economia agricola e le attività
industriali. Lo sviluppo industriale ha visto la città protagonista nel
periodo a cavallo fra le due guerre mondiali, anche grazie alla vicinanza
della centrale idroelettrica di Calusia, vicino Cotronei. La popolazione
crotonese raddoppia durante gli anni trenta, fino a superare i 60.000
abitanti odierni. Ma Alla fine degli anni '80, le due industrie, che sono il
pilastro della Crotone industrializzata, Pertusola Sud e Montedison,
sono coinvolte in una crisi senza ritorno, della quale risente l'intera
città. Il 6 settembre 1993 vi fu la "notte dei fuochi": durante una
protesta gli operai appiccarono alcuni fuochi sull'asfalto delle strade,
usando il fosforo prodotto nello stabilimento chimico Montedison. Dopo la
crisi migliaia di crotonesi persero il posto di lavoro, e ciò ha favorito l’emigrazione
di intere famiglie, in cerca di un futuro migliore. Crotone divenne, poi,
provincia nel 1994.
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