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Lev Tolstoj - Biografia
e opere
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Lev Nikolaevic Tolstoj è
stato (ed è) uno dei massimi scrittori del panorama letterario mondiale, maestro di narrativa realistica. Scrittore e
filosofo, ma anche attivista sociale e pedagogo, nasce nel 1828 in una tenuta
nobiliare di famiglia, nella campagna russa, a pochi chilometri dalla città di
Tula e a circa 200 km da Mosca, nota come Jàsnaja Poljàna
(oggi una delle maggiori attrazioni turistiche della regione). |
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Il nome dello
scrittore è legato a opere narrative rivolte all'introspezione filosofica e
religiose, alla riflessione morale e a tematiche di resistenza non violenta,
espresse in tutti i suoi scritti ma soprattutto nei celebri romanzi come
Guerra e pace e Anna Karenina. Ricevete diverse candidature al premio
Nobel per la letteratura così come anche al Nobel per la pace, ma mai uno ne
vinse.
Nato da una famiglia nobile russa, rimase ben presto orfano di
madre all'età di 2 anni (Marya principessa Volkonskaya) crescendo in campagna
insieme ai fratelli e alla sorella. Il padre conte Nikolay Ilich Graf Tolstoj
morì pochi anni dopo, quando il giovane Tolstoj aveva soli 9 anni. A seguito di
diversi altri lutti in famiglia, con i fratelli fu affidato ad una zia, a
Kazan, nella Russia occidentale, dove iniziò l'università all'età di 16
anni. Tuttavia la lasciò senza completarne gli studi. Già a quindici anni si
manifestò in lui la passione per la letteratura, leggendo Voltaire e
Rousseau. Nel 1847, venne bocciato alla facoltà di lingue orientali.
Frequenterà anche la facoltà di diritto con poco entusiasmo, tanto che lasciata
l'università si stabilisce nuovamente a Jasnaja Poljana con l'intento di aiutare
i contadini di quel luogo.
Nel 1851, nuovamente insoddisfatto delle giornate trascorse
nella tenuta natale, parte per il Caucaso, arruolandosi e diventando
sotto-tenente d'artiglieria. Coincidenza non fu più prolifera se si considera
che il Caucaso a quei tempi veniva visto come luogo di formazione per numerosi
scrittori russi. Da qui il giovane Tolstoj ebbe modo di descrivere le
vicissitudini militari ma anche umane del conflitto, espresse nel I Cosacchi,
sulla annessione del Daghestan e della Cecenia all'Impero russo, e
quindi sulla guerra di Crimea, con il ciclo di racconti intitolato
Racconti di Sebastopoli. Vi furono nel complesso diversi suoi scritti
Istorija v?erašnego dnja (Racconto della giornata di ieri, 1851); Infanzia
(1852); Incursione (1853);
Otro?estvo Adolescenza (1854); Il taglio del
bosco (1855), e Giovinezza (1857). L'orrore della
guerra e la vanità degli alti ufficiali, lo portarono a lasciare l'esercito e a
spostarsi in Europa occidentale, visitando Francia e Svizzera, ma anche Belgio,
Inghilterra, Italia. L'opposizione tra natura e cultura e la preferenza alla
prima, accompagnarono Tolstoj in tutto il cammino letterario e di vita. La sua
esperienza nell'esercito, così come i viaggi in Europa, convertirono lo
scrittore da autore privilegiato in una sorta di anarchico non violento e
spirituale. A Parigi gli capitò inoltre d'essere stato testimone di
un'esecuzione pubblica, un'esperienza traumatica che lo segnò profondamente. Fu
eletto membro della Società letteraria di Mosca nel febbraio 1859.
Tra il 1859 ed il 1860 tornò a Yasnaya Polyana per dedicarsi
in particolare all'educazione dei figli dei suoi servi, dando avvio ad una sorta
di interludio pedagogico e fondando un centro scolastico (furono 13 le scuole
per i bambini dei contadini russi, recentemente emancipati dalla servitù).
Celebre divenne la frase, "Chi dovrebbe imparare a scrivere da chi, i contadini
da noi o noi dai contadini?" ("Komu u kogo uchit'sya pisat ', krest'yanskim
rebyatam u nas, ill nam u krest'yanskikh rebyat?"). In questi stessi anni,
intrisi di necessarie riforme sulla condizione dei contadini, divenne giudice di
pace e in svariate controversie svolse il ruolo di intermediario tra nobili e
contadini.
Viaggiò per conoscere la teoria e la pratica dell'educazione
europea, in particolare tedesca e tra il 1860 ed il 1861 incontrò Victor Hugo,
che determinò una forte influenza letteraria e anche politica. In precedenza
aveva già avuto modo d'incontrare il filosofo francese anarchico
Pierre-Joseph Proudhon e lo scrittore britannico Charles Dickens. Nel
settembre del 1860 l'amato fratello Nicolas, morì e in lui affiorarono più
profondi sentimenti religiosi. Nel mese di settembre 1862, Tolstoj sposò
Sophia Andreevna Behrs (nota come Sonya), una giovane ragazza di soli
18 anni (quasi la metà dei suoi anni), con la quale divenne padre di ben 13
figli nei lunghi anni passati in comune (di questi solo otto sopravvissero
all'età adulta). In seguito, il rapporto di Tolstoy con la moglie si deteriorò
mentre le sue convinzioni diventavano sempre più radicali.
Pochi anni dopo scriverà Guerra e pace, romanzo
serializzato tra il 1864 ed il 1869 (l'opera viene pubblicata nel 1878), e
inizialmente non bene accolto dai critici, che rimasero piuttosto scettici sugli
argomenti trattati (lo stesso Zar trovò che Tolstoj abbia confuso le vicende
storiche narrate): un tema storico sulle grandi riforme e sullo scontro tra
liberali e conservatori, su fatti avvenuti cinquant'anni prima, e sulle
conseguenze dei grandi dibattiti contro la struttura nobiliare, ma anche sulla
emancipazione della donna. Il romanzo successivo, Anna Karenina, 1877 -
seppur iniziata e poi abbandonata nel 1873 - è invece un'opera aggressiva e
polemica, che affronta gran parte dei problemi sociali di quegli anni, con i
protagonisti, Anna e Levin, che sembrano evolvere in spazi paralleli (il romanzo
venne accolto con gran successo dal pubblico, non così dalla critica).
Nel corso degli anni scrisse materiali per un corso completo
di istruzione elementare, oltre ad altri scritti e racconti. Tra i due suoi
scritti più celebri, ci fu il concepimento di un libro sulla formazione
intellettuale e morale del bambino, e scrisse Azbuka ("Sillabario",
1875) e Četyre knigi dlja ?tenija ("Quattro libri di lettura",
1875), con grande successo di pubblico. Con il tempo arrivò una crisi
d'identità, tanto che persino la sua produzione letteraria lo disgustò,
provocandogli anche sentimenti di ostilità nei confronti della cerchia sociale
di intellettuali e scienziati del mondo di allora. Abbandonata l'ortodossia,
scrisse una nutrita serie di studi, saggi e polemiche sull'essenza della
religione, sul senso della vita, sul dogma religioso, la pena di morte, la
guerra in generale e contro i sistemi politici ed economici vigenti. Molti degli
scritti di questi anni saranno infatti censurati, tanto che nel 1901 verrà
scomunicato dal Sinodo, nonostante la raggiunta fama gli conceda comunque la
possibilità di una continua diffusione dei suoi opuscoli.
Fermo e convinto che l'etica debba prevalere sull'estetica, si
adopererà per una nuova definizione di arte, l'arte cristiana, che presenta
valore solo se corrisponde alla coscienza religiosa del popolo nel vivere una
buona vita. Le sue opere continuano ad essere numerose, e di questo periodo
saranno scritti come Il potere delle tenebre (1886), La morte di
Ivan Il'i? (1886), I frutti dell'istruzione (1886-90), La sonata a Kreutzer,
(1887-89), e l'ultimo grande romanzo, Resurrezione, del (1899). Molte delle opere più tarde
apparvero postume perché l'autore non sentiva più l'urgenza di pubblicarle:
E la luce splende nelle tenebre (1896), Il diavolo (1889-90),
Padre Sergij (1890-98)
e il commosso dramma Il cadavere vivente (1900), tutte
pubblicate nel 1911; del 1912 è Chadži-Murat (1896-1904), che chiude il
ciclo della grande narrativa tolstoiana. Vi furono raccolte di pensieri, Pensieri di saggi per ogni giorno
(1906) e Per tutti i giorni (1906-7).
Divenuto lo scrittore più noto del suo tempo, vecchio e
malato, compie l'atto che aveva meditato per anni: prese un treno e fuggì per il
Caucaso, abbandonando famiglia e proprietà, ma cadde gravemente malato, morendo
dieci giorni dopo la fuga in una stazione di campagna ad Astopovo, il 7 novembre
1910. Al suo funerale parteciparono decine di migliaia di persone giunte da
tutto il Paese.
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