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Il
desiderio di comprensione e di significato è una costante nella
vita umana, e la ricerca della felicità è uno dei suoi pilastri
fondamentali. Questo desiderio ha portato l'uomo a porsi domande
esistenziali, a riflettere sulla propria condizione e sul suo
posto nel mondo. L'articolo che segue esplora il concetto di
felicità alla luce della filosofia e delle scelte quotidiane,
sottolineando l'importanza del miglioramento personale e dell'autoriflessione
come strumenti per raggiungere una vera e duratura contentezza.
Poche riflessioni, domande, un messaggio in una
bottiglia. Se mai lo troverete e vorrete leggerlo sarà abbastanza
per cominciare... a pensare. Tutti possono essere felici, se imparano a capire come si fa!
Qualche domanda:
Migliorare se stessi significa aumentare/raggiungere la felicità?
Come imparare ad essere migliore?
Felicità e conoscenza sono legate tra di loro?
Oppure conoscere, essere consapevole, limita la
felicità?
Filosofia è una parola che deriva dal greco, e
significa letteralmente amore per la sapienza e la conoscenza.
Secondo Aristotele, il pensiero filosofico nascerebbe dalla "meraviglia", dal
senso di stupore e di inquietudine quando l'uomo, soddisfatti i suoi bisogni
primari, comincia ad interrogarsi sulla sua esistenza e sul rapporto con il
mondo che lo circonda.
Riflessioni
La nostra natura pretende che ci poniamo delle domande, che cerchiamo ordinare le cose
intorno a noi. Cerchiamo allora di capire le dinamiche e le combinazioni
che muovono le nostre vite e facendo questo ricerchiamo continuamente una
"posizione di felicità". Non un attimo, come molti sostengono ma una posizione,
che varia nel tempo e richiede aggiustamenti, tolleranze, nuovi equilibri ma che
rimane uno stato non un istante. Non si cerca solo la felicità di un
momento ma uno stato, un periodo di felicità il più duraturo possibile.
Oggi come ieri la felicità è legata spesso (e per fortuna talvolta solo in
parte) ai bisogni indotti dall'ambiente sociale (per intenderci, quella sensazione, generata
artificiosamente, di non avere
mai abbastanza che ci rende sempre insoddisfatti).
Spesso quelli che sentiamo come bisogni, come esigenze, sono stimoli "costruiti in laboratorio",
indotti da persuasori mossi da logiche
ingannevoli, che riescono a condizionare le scelte nostre quotidiane e a volte le
scelte di vita. Per fare un esempio, pensate ai consumi indotti dalla
pubblicità. Il parallelo è immediato con le esigenze non autentiche ma indotte
da altri.
I giovani sono spesso accusati di seguire acriticamente la corrente del
momento, di farsi
manipolare dai persuasori frivoli e occulti che popolano le loro vite, a scuola
come davanti alla televisione. Noi non la pensiamo così. Le nuove generazioni hanno a disposizione molti strumenti
per comprendere ed elaborare la realtà e li usano. L'immagine che viene mostrata
dei ragazzi di oggi dall'unico media davvero importante (sigh!), la televisione,
è un'immagine distorta, parziale, limitata e limitante. Come il gossip prevale
sulla sostanza dei fatti, così la fotografia di una generazione senza
valori, incapace di fare autocritica, senza sogni, votata all'esteriorità si
sovrappone all'immagine dei tanti ragazzi in gamba, autonomi, onesti, responsabili,
costruttivi e con la voglia di costruirsi la propria strada da soli. Raggiungere
una "posizione di felicità" finisce per essere correlato solo a tematiche quali
affermazione, successo, soldi, accettazione e tematiche quali il desiderio di conoscere,
la capacità e
la responsabilità di prendere decisioni (fondamenta per il progresso
personale e umano), l'importanza delle reti di protezione sociale,
sembrano argomenti inutili. Approfittiamo
quindi di questo spazio su informagiovani-italia.com per parlare di felicità
come miglioramento concreto, ma anche solo potenziale. A nostro parere tutti possono essere felici, se imparano a capire come si fa, e uno
degli aspetti trainanti è il miglioramento. Alcuni lo chiamano
essere presenti a se stessi, altri trovare la propria vera natura,
la
propria
strada…
Capire che si è carenti (come sono tutti gli esseri umani), capire che si può e si deve
migliorare, comprendere i propri limiti, delineare un proprio percorso di
miglioramento, valorizzare le proprie capacità e raggiungere a piccoli passi gli
obiettivi che ci si pone.
Pensare allora, pensare e strutturare un percorso, non solo crescere
subito e ora ma
anche cercare di capire come potremo evolvere, divenire, questo è quello che ci piace
sottolineare: è importante desiderare di essere migliori, sentirsi già un po’ soddisfatti per come si
migliorerà, per la nuova persona, più semplice, più autentica e serena che
potremo essere. Se le
"cose" vengono lasciate "a sé stesse", allora può darsi
che si mettano in modi che a noi non piacciono,
proprio come in
Monte
Cinque di
Coelho ...
L’evasione dal presente, la tendenza a rimandare le decisioni non fanno
altro che disegnare un futuro che diviene presente senza che niente sia cambiato
davvero. Nessuna forza esterna arriverà un bel giorno a cambiare la nostra
esistenza e a risolvere per incanto tutti i problemi. Non lasciamoci trascinare
mai come un oggetto, per il quale altri decidono dove metterlo
e cosa è, preferiamo sempre sapere, conoscere, migliorare, ogni giorno.
Preferiamo scegliere anche nelle situazioni che apparentemente sono "piccole"...
piccoli passi portano a grandi prodigi!
Ogni dubbio è ben accetto in quanto possibilità di nuove potenzialità per gli
esseri umani. Se non siamo sicuri, e lo sappiamo, abbiamo la possibilità di
migliorare la situazione. E non parliamo solo di grandi scelte, anche le piccole
scelte quotidiane sono spesso sottovalutate nella loro importanza, al contrario
è importante ragionare sempre, evitando conseguenze ed errori che si
ripercuoteranno sul nostro futuro.
A
nostro parere felicità è capire cosa rende infelici e cosa rende felici. L’infelicità è data il più delle volte dall'ignoranza e dalla confusione. Per
districarsi in un mondo di messaggi e bisogni indotti, per interpretare a nostro
modo la realtà che ci circonda, scegliere bene le fonti a cui ispirarsi si può e si deve… tra libri,
canzoni, filosofia, grandi personaggi del passato e del presente… non tra
programmi trash, riviste di gossip e persone prive di spessore ... tutto questo
è solo distrazione e distrarsi da noi stessi va bene ma in piccole dosi, non può
essere uno stile di vita.
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