VISITARE LORETO -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Meta di pellegrinaggio mondiale, Loreto è dominata dall'imponente Basilica
della Santa Casa, gioiello rinascimentale che racchiude la dimora di Maria.
Un luogo di culto che emana, comunque la pensiate, una spiritualità
profonda..
L'inconfondibile
cupola di Loreto si può vedere da lontano in
cima alla sua altura da tanti chilometri di
distanza. Posta nell'entroterra di Ancona, Loreto da
secoli è meta di pellegrinaggi per una moltitudine
di persone ogni anno, attirate dalla Basilica
della Santa Casa. La città ha le sue origini nel
1294, quando il rustico casolare in pietra chiamato
"Santa Casa", che si dice fosse stata la casa della
Madonna venne portato, secondo la leggenda, qui
dagli angeli, per proteggerla dai musulmani che
avevano invaso la Terra Santa.
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Arrivò qui in mezzo agli allori, da cui il nome della città deriva. La
basilica pensata per conservare la Santa Casa, venne inaugurata nel 1468. La
Santa Casa, secondo la leggenda, proviene da Nazareth e per i credenti
è stata testimone dell'Annunciazione della nascita di Gesù che visse qui con
Maria e Giuseppe all'inizio della sua vita. La leggenda potrebbe essere
avvalorata dal fatto che Loreto si trova molto vicino ad Ancona, importante
porto di imbarco per i crociati che andavano e venivano dalla Terra Santa,
con navi, cavalieri e carichi dalla Palestina.
Il
colle su cui sorge Loreto ha avuto insediamenti fin dall’età neolitica, ma
la formazione di un primo nucleo abitato stabilmente risale solo alla fine
del Duecento ed è contemporaneo alla nascita della devozione lauretana,
legata alla prodigiosa traslazione in Italia della Santa Casa di Nazareth.
La tradizione narra, infatti, che nel 1291, dopo l’invasione musulmana della
Palestina, la casa dove aveva vissuto la Sacra Famiglia era stata portata in
volo dagli angeli sulle coste della Dalmazia.
Dopo poco più di tre anni, il santo edificio era stato miracolosamente
rimosso dal suo luogo originario e trasportato di qua dal mare per essere
posato presso Recanati, nel mezzo di un boschetto di lauri. Essendo
il luogo infestato dai ladri, la casetta si era spostata poco lontano, in un
podere dove però era divenuta motivo di discordia tra i proprietari che
speravano di trarne vantaggi economici. La Santa Casa, allora, si venne
collocata definitivamente nel punto in cui si trova tuttora.
La
fama del prodigio e la diffusione della venerazione per la miracolosa
costruzione fecero accorrere ben presto pellegrini e forestieri, molti dei
quali si stabilirono nelle vicinanze formando un nucleo abitato divenuto
ancora più consistente quando, a metà del Quattrocento, si iniziò a
costruire il santuario. Esempi delle prime, modeste dimore degli antichi
abitanti di Loreto sono tuttora visibili, arroccate lungo i pendii del
colle. Il venerato edificio venne dapprima protetto con un porticato e poi
racchiuso dentro una semplice chiesetta a pianta rettangolare.
Basilica della
Santa Casa
L’erezione
della maestosa Basilica attuale iniziò nel 1468 per iniziativa del vescovo
Nicola d’Aste, ma in seguito ne assunse la direzione papa Paolo II
che modificò e ampliò il progetto iniziate. Non è documentato il nome del
primo architetto; tuttavia gli innumerevoli studi a riguardo si soffermano
generalmente sui nomi di Giorgio da Sebenico e Giuliano da Maiano.
Numerosi documenti attestano, invece, lo svolgersi dei lavori e confermano
la presenza, nel 1483, di Giuliano da Maiano, cui si deve parte dell’abside
e un inizio di fortificazione della chiesa a protezione delle scorrerie dei
pirati.
Qualunque sia l'origine di quella che viene chiamata Santa Casa, la semplice
struttura in pietra poggia all'interno della basilica cavernosa e attira
visitatori da tutto il mondo. La chiesa colpisce per la sua maestosità nella
bella piazza, fiancheggiata dai portici del Palazzo Apostolico,
frutto di alcuni dei più grandi architetti del tempo come Bramante,
Sansovino e Sangallo il Giovane. Tra le opere d'arte si
segnalano quelle di Luca Signorelli e Lorenzo Lotto, scomparso
qui nel 1556.
La
maestosa facciata del santuario — che sostituisce quella mai realizzata,
ideata dal Bramante — venne compiuta nel 1571 su disegno di Giovanni
Boccalini. Eseguita in travertino chiaro, formato da due ordini:
l’inferiore, spartito da coppie di lesene tra cui si aprono i portali; il
superiore, formato da un corpo centrale con lesene che sorregono un timpano
e raccordato da armoniose volute ai due pinnacoli laterali in cui sono posti
due orologi. Al di sopra, si intravede l'agile cupola ottagonale, mentre
sulla sinistra svetta l’alto campanile costruito tra il 1750 e il 1755 su
disegno di Luigi Vanvitelli attivo anche nella vicina Ancona.
I
fianchi della Basilica, in cotto, sono percorsi in alto da un elegante
sporto su beccatelli che corre anche intorno alle absidi dei transetti e del
presbiterio; sulle absidi si aprono finestroni gotici, ma anche piombami e
feritoie che, assieme al camminamento di ronda coperto, conferiscono
all'imponente edificio il suggestivo aspetto di una fortezza.
Oltrepassate le splendide porte bronzee, eseguite tra la fine del
Cinquecento e l'inizio del Seicento da vari scultori che vi modellarono
Scene Bibliche, si accede, al vasto interno a croce latina, con tre
navate divise da pilastri sorreggenti archi gotici con volte a crociera,
ornate da medaglioni affrescati a monocromo, raffiguranti personaggi
biblici, eseguiti da Luca Signorelli e aiuti. Il transetto, anch'esso
a triplice navata, è concluso da tre absidi così come il corpo principale,
terminato da tre absidi semicircolari di cui la mediana è internamente
poligonale.
Al centro della basilica, sotto la cupola — già affrescata dal Pomarancio,
ma ridipinta tra il 1890 e il 1907 da Cesare Maccari — si trova la
Santa Casa, minuscolo edificio in rozzi conci di pietra, racchiusa entro un
prezioso rivestimento marmoreo dalle grandiose linee architettoniche. Su un
alto zoccolo poggiano eleganti colonne corinzie scanalate, definenti
alternativamente nicchie sovrapposte con statue di Sibille e Profeti e
pannelli ad altorilievo con Storie dello Vergine, opera di vari artisti tra
cui Andrea Sansovino, autore delle scene più pregevoli, cioè l'Annunciazione
( 1522) e la Natività ( 1524). In alto, oltre il classico fregio a
festoni e la ricca cornice aggettante, il coronamento è costituito da
un'elegante balaustra aggiunta da Antonio da Sangallo nel 1533-1534.
L’assetto originario della Basilica di Loreto venne alterato, e molte opere
d’arte furono distrutte in occasione di vasti e arbitrari lavori di
rifacimento intrapresi a partire dalla fine dell’Ottocento, in seguito ai
quali vennero pure istituite alcune cappelle nazionali (nei transetto e
nella zona absidale). Tra gli ambienti rimasti indenni, vanno ricordate le
quattro sagrestie poste agli innesti del transetto col corpo longitudinale,
designate coi nomi degli Evangelisti. Da sinistra, si incontrano la
Sagrestia di San Matteo, quindi quella detta di San Luca, il cui
interno è rivestito da magnifici armadi intarsiati, attribuiti a maestri
fiorentini (1516-1517); seguono poi le sagrestie di San Giovanni e di
San Marco, i cui affreschi costituiscono uno dei complessi pittorici
più spettacolari delle Marche.
La prima, a pianta ottagonale venne decorata da Luca Signorelli e
aiuti tra il 1477 e il 1480. Negli spicchi della volta; ripartiti da fini
candelabri, sono raffigurati Angeli musicanti sovrastanti figure di
Evangelisti e Dottori della Chiesa. Sulle pareti, suddivise da
riquadrature architettoniche, quasi a simulare un porticato aperto, sono
dipinte le immagini degli Apostoli e i due episodi dell'Incredulità di
Tommaso e della Conversione di Saul. Anche in questo ambiente la
parte inferiore delle pareti è chiusa da armadi i cui sportelli recano
tarsie di straordinaria finezza — vicine agli splendidi esempi dello
Studiolo urbinate — raffiguranti prospetticamente vani contenenti
suppellettili liturgiche.
La sagrestia di San Marco, infine, venne affrescata negli anni 1477-1484 da
Melozzo da Forlì, probabilmente con la collaborazione di Marco
Paimezzano. Anch'essa a pianta ottagonale, è coperta da una cupoletta,
illusionisticamente sostenuta di arcate dipinte, animata dalla presenza di
Angeli e Profeti, tutti raffigurati secondo una suggestiva
prospettiva dal basso. Degli affreschi che originariamente ornavano anche le
pareti e che vennero intonacati, non è ora visibile che un'ariosa scena
rappresentante l'Ingresso di Cristo a Gerusalemme.
Il vasto ambiente alle cui pareti sono addossati ornati armadi
settecenteschi, è coperto di una volta a padiglione decorata da stucchi
dorati e da luminosi affreschi del Pomarancio, raffiguranti Profeti,
Sibille e 10 storie della Vergine; questi dipinti sono forse
il capolavoro dell’artista toscano e un esemplare saggio di pittura della
controriforma.
Dal braccio sinistro del transetto si accede, attraverso una ornata
antisagrestia, ricca di pregevoli dipinti racchiusi da splendide corriti
intagliate alla cosiddetta sagrestia del Pomarancio, fatta costruire
da Clemente VIII nel 1598 per conservare il tesoro costituito dai
numerosissimi doni votivi fatti al santuario.
Piazza della Madonna e Palazzo
Apostolico
Il
santuario si affaccia su un'ampia e monumentale piazza al centro della quale
è posta l'elegante Fontana della Madonna, disegnata da Carlo
Maderno e Giovanni Fontana, e costruita negli anni 1604-1614 in
marmo bianco e rosso; è decorata con tritoni draghi, putti e stemmi in
bronzo, ultimati nel 1622. In cima alla scalinata di accesso alla basilica
si trova la Statua di Bronzo di Sisto V, uno dei mecenati del
santuario, fusa nel 1589 da Antonio Calcagni e Tiburzio Vergelli.
Lungo due lati del vasto piazzale si innalzano le maestose arcate del
portico e della loggia del Palazzo Apostolico la cui costruzione ebbe
inizio nel 1498. Nel 1507 il Papa Giulio II invio a Loreto Donato
Bramante per dirigere le fortificazioni e continuare la costruzione del
palazzo. Alla guida dei lavori, poi si susseguirono Andrea Sansovino
(1511), Antonio da Sangallo il Giovane (1517) ed altri, mentre nel
1564 Giovanni Boccalini iniziava il loggiato superiore.
La costruzione delle due ali perpendicolari si concluse nel primo ventennio
del Seicento, ma solo a metà del secolo Urbano VIII stabilì di erigere anche
l’ala meridionale, secondo l'antico progetto del Sangallo; sopraggiunte
difficoltà impedirono però il completamento dell'edificio. Del resto, esso
avrebbe dovuto pure essere munito di torri difensive e di due torri
campanarie, anch'esse non più edificate.
La funzione del grande complesso architettonico era quella di servire
direttamente alla vita del santuario, poiché il portico inferiore e i
retrostanti ambienti, col mezzanino, fungevano da ricovero per i pellegrini
e la servitù, mentre il piano nobile, affacciato sul loggiato superiore, era
destinato al governatore della Santa Casa e agli ospiti di riguardo; un
ultimo piano soprastante era destinato al clero addetto alla chiesa, mentre
due piani sottostanti il livello della piazza servivano da magazzini. A metà
del Settecento Luigi Vanvitelli aggiunse l’elegante balaustrata del
coronamento e le decorazioni del prospetto del lato occidentale, di fronte
alla facciata della basilica. Per il resto, le due maestose ali presentano
ancora il rinascimentale assetto dal classico disegno architettonico a due
ordini, divisi da una cornice aggettante sotto cui corre un fregio a
triglifi e metope con scolpite imprese medicee, mentre le simmetriche arcate
sono divise da pilastri ornati da lesene piatte. Le finestre e i portali
affacciati sui due loggiati sono incorniciati da eleganti ornati in pietra
di gusto manierista. Il Palazzo Apostolico è oggi sede di importanti
raccolte museali comprendenti pure le ultime tele dipinte da Lorenzo
Lotto, il grande artista veneziano che morì nel 1556 a Loreto, dove si
era ritirato come oblato della Santa Casa.
Palazzo Comunale
Dal
piazzale del santuario, imboccando il corso Boccalini, si scorge il
Palazzo Comunale dalla svettante torre merlata e si giunge quindi alla
Porta Romana, eretta nella seconda metà del Cinquecento da Pompeo
Floriani; di poco più antica è la Porta Marina che sorge, invece,
presso la parte absidale della basilica. Entrambe le porte si aprono nel
perimetro delle poderose mura fatte costruire da Leone X, su disegno di
Antonio da Sangallo il Giovane, tra il 1518 e il 1522. La possente cinta,
culminata da originali merli abbinati, venne ulteriormente fortificata nel
Seicento per volere di Urbano Vili che affidò all’architetto militare
Giovanni Branca il compito di aggiungere quattro massicci bastioni
pentagonali. Tali fortificazioni hanno conferito un'apparenza più possente e
grandiosa a questo insolito santuario-fortezza che ancor oggi domina alto
sul colle, nonostante la lenta espansione della circostante città moderna.
La città è carina e compatta, con ristoranti e negozi che vendono prodotti
artigianali locali. Si gode di una vista sui campi fertili fino alle dolci
colline dell'entroterra e al promontorio del Conero sulla costa adriatica.
Passeggiate intorno e godetevi le stradine strette circondate da edifici
affascinanti.
La galleria d'arte antica posta nel Palazzo Apostolico (Museo-Antico
Tesoro della Santa Casa) possiede dipinti di artisti tra gli altri come
il Pomarancio, il già citato Lorenzo Lotto con nove tele
che decoravano, in gran parte l’antica Cappella del Coro della Basilica e i
cartoni preparatori per gli affreschi della cupola, realizzati da Cesare
Maccari, quindi vale davvero la pena di essere
visitata. All'interno, il museo dispone di 30 sale espositive che
comprendono arredi del XVI e XVII secolo, arazzi, ceramiche decorate, pale
d'altare e statuette del presepe. La collezione di dipinti comprende
capolavori di Lorenzo Lotto, Cesare Maccari, Pomarancio e altri. C' è anche
una sezione di arte contemporanea.
Il Museo del Palazzo Apostolico di Loreto è aperto dalle 10:00 alle 13:00 e
dalle 15:00 alle 18:00. L'orario estivo è prolungato. Il costo è di €4. Assicuratevi di camminare intorno al lato posteriore della
basilica per vedere la sua imponente architettura arrotondata. Per i
pellegrini, la messa e la confessione sono disponibili in varie lingue.
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