Cosa vedere a Sondrio

Cosa vedere a Sondrio - 21 luoghi interessanti da visitare

Sondrio, situata allo sbocco della Vamalenco in Valtellina, è capoluogo di provincia che ospita circa 22.000 abitanti.  La città, circondata da panorami incantevoli e scorci affascinanti, ha molte cose da offrire al visitare oltre ad essere una base strategiche per gli amanti dello sci diretti a Bormio e Livigno. L'abitato è infatti al centro delle Alpi, circondato da un ambiente di media e di alta montagna in gran parte incontaminato.

 La zona per questi motivi presenta una forte identità alpina comprendendo, in soli 3212 kmq di estensione, una parte del territorio del Parco Nazionale dello Stelvio, un Parco Regionale, sei Riserve Naturali, un Monumento Naturale e un Parco Locale. Dista 136 km da Milano e si trova a 298 metri di altitudine. Scopriremo, ora, insieme, quali siano i luoghi assolutamente da visitare a Sondrio

Il Castello Masegra

Il Castello Masegra è uno dei simboli di Sondrio, esso venne realizzato per volere di Alberto Capitanei durante il 1048. Questo è l’unico sopravvissuto dei tre castelli che un tempo si trovavano in città. Si trova incastonato nella roccia, per tale ragione, ha da sempre rappresentato un luogo da dove era possibile difendere tutti i confini della città. Intorno al castello sorgevano già diverse torri, che avevano il compito di difendere i possedimenti ed il feudo di questa famiglia, che rimase la proprietaria del castello fino all’anno 1436, ovvero quando Jacopa Capitanei sposò Antonio Beccaria, consegnando alla famiglia del suo sposo la proprietà del castello, detenuta fino al 1593 quando passò ai Salis. Durante il 1500 la fortezza venne fortificata ed ampliata. Alla fine del 1800 il castello divenne demaniale e venne utilizzato dai militari. Nel 1874 in seguito alla realizzazione della caserma venne distrutta la Chiesa di Sant’Agata. Il castello oggi si presenta con una serie di edifici a trapezio, la facciata è decorata in graffito ed è possibile riconoscere gli stemmi della famiglia Beccaria e della famiglia Carcano. Questo è il risultato di diversi interventi di restauro, risalenti al 1600, quando la famiglia Salis ? Zizers volle modificare l’impianto costruttivo. Gli stessi realizzarono all’interno del castello una cantina vinicola. Da tutti conosciuto come castello Masegra, perché questa famiglia fu l’ultima proprietaria della dimora, che venne ceduta nel 1922 al Comune, con la clausola che al suo interno si dovevano svolgere manifestazioni di carattere culturale. Il castello si presenta come un’imponente costruzione, alla quale si può accedere grazie al portale, del 1700, che consente di arrivare nel cortile, ricco di colonne e porticati. Tutte le sale sono molto decorate ed affrescate, in alcune i soffitti sono in legno ed in molte ritroviamo il camino. L’ultimo piano è stato costruito durante il 1800. Il castello si trova in Via de’ Capitani di Masegra in una roccia, da dove è possibile ammirare tutto il centro storico della città. Nelle vecchie scuderie oggi possiamo visitare il “Museo Storico Castello di Masegra? dove viene ripercorsala storia della famiglia dei Grigioni e del loro potere nel territorio valtellinese dal 1512 al 1797. Il museo è realizzato da tre sale, in una ci sono gli stemmi delle famiglie nobili e lo stemma delle tre leghe, nella seconda scala è ripercorsa la storia del 1600 quanto per la Valtellina passarono i Lanzichenecchi e venne combattuta la Guerra dei Trent’anni. Nell’ultima sala, invece è esposta la testa di San Giovanni Nepomuceno e una colonna della berlina, dove venivano incatenati coloro i quali compivano qualche crimine. Per avere maggiori informazioni su tutte le attività, che si svolgono all’interno di questa costruzione.

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Museo Valtellinese di Storia ed Arte

Ciò che conosciamo con l’acronimo di MVSA venne realizzato durante il 1947 per creare una memoria storico e culturale della città di Sondrio. Anche se bisogna dire, che l’idea di creare qualcosa del genere, partì nel lontano 28 settembre 1874, quando un gruppo di studiosi decise di realizzare il Comitato Archeologico Provinciale. Nel 1961 venne aggiunta al museo la sezione Sacra. Lo sviluppo del Museo si ebbe durante gli anni Settanta del secolo scorso, ad opera del Cavaliere Giovan Battista Gianoli, che riuscì a portare all’interno del museo diversi reperti e collezioni d’arte. Dal 1994 il Museo si trova presso il Palazzo Sassi de Lavizzari, uno dei più importanti edifici di Sondrio, dove si trova anche una sala di restauro e una biblioteca. Il museo ospita diverse opere, che hanno il compito di r ipercorrere la storia della Valtellina, dal Medioevo fino all’età moderna. Qui è possibile ammirare alcuni dipinti medievali, altri rinascimentali e poi perdersi tra gli ampi disegni del Settecento, di autori provenienti dalla zona. Accanto ai dipinti, poi è possibile ammirare alcune realizzazioni scultoree e opere di alta oreficerie, tra i cimeli, spiccano alcuni che provengono da Lazio, dal Veneto e da Napoli, portate qui dagli abitanti della zona, che erano emigrati in altri luoghi. Nel laboratorio di restauro vi lavorano i tecnici che collaborano con la Soprintendenza e si occupano principalmente del restauro delle opere d’arte, in particolare di quelle scultoree. Nei laboratori didattici, invece, sono spesso organizzate intere giornate dove le scuole, di vario ordine e grado, riescono a comprendere, grazie a lezioni interattive, il lavoro che c’è dietro ad un’esposizione d’arte, ma soprattutto riescono a far comprendere loro l’importanza della salvaguardia di una cultura e delle proprie tradizioni.

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Chiesa di San Rocco

Su tutti i volumi di storia c’è una testimonianza della viva fede e devozione del popolo di Sondrio verso San Rocco e la sua chiesa ed è la seguente :

"Adì 17 agosto 1513 si rinnovò il morbo a Sondrio in casa di Lorenzo Bettuccio, ed morirono persone 4 ma per grazia d’Iddio non passò più oltre, ed fu più tosto per miracolo d’Iddio che per nostro provesione; pur non vi fu mandato per la Comunità di gran sollecitudine, et spesa et nota, che per il sopraddetto caso fu principiata la Chiesa di Santo Rocco, ed s’è fatto voto per il detto Comune di celebrar la festa di San Rocco in perpetuo ".

Questa testimonianza passò alla storia grazie a Stefano del Merlo, un cronista, che ha voluto imprimere, nelle sue pagine, la devozione della popolazione di Sondrio verso San Rocco, per la cui intercessione la città venne protetta dalla peste. Per tale ragione venne costruita questa chiesa, dedicata al Santo, che venne adibita, durante le gravi epidemie, a lazzaretto, grazie alla sua posizione, fuori dal centro cittadino. All’interno della chiesa è possibile ammirare una pala d’altare che raffigura il momento storico con la Madonna col Bambino, San Rocco e San Sebastiano . Durante il periodo dell’Inquisizione, nel piazzale di fronte alla chiesa venivano arse al rogo tutte le donne accusate di stregoneria. In questa chiesa si riunivano i Taciturni, per lo più persone appartenenti alla nobiltà che si impegnavano a scrivere sonetti ispirati alle opere di San Giovanni Napomuceno, il volume realizzato dall’Accademia dei Taciturni viene ancora oggi custodito nella biblioteca civica della città. Qui vi fu anche un collegio dei Salesiani e diversi sono stati gli interventi di restauro della chiesa, che riaprì le sue porte al culto il 20 ottobre 1897.

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Collegiata di San Gervasio e San Protasio

Non sappiamo la data esatta, della costruzione di questa Collegiata, ma sappiamo che essa fosse già presente ne 1100, grazie ad un documento storico, nel quale venne riportata. Dell’antica costruzione medievale oggi non è rimasto più nulla, ma sono ben visibili le modifiche e le ristrutturazioni operate nella chiesa tra il 1400 e il 1500. Fu durante questo periodo che venne ampliata la navata, costruita la sagrestia, venne modificata la facciata e realizzato il portale in marmo. Tra il 1500 e il 1600, durante l’epoca della controriforma e di Carlo Borromeo, lì arciprete Nicolò Rusca arredò la chiesa, mentre Gian Antonio Paravicini, anche lui arciprete, si occupò della realizzazione di quattr cappelle ai lati e degli affreschi interni. Un altro imponente intervento di restauro, ci fu a partire dal 1739, quando Pietro Ligari ampliò notevolmente la struttura, dandole il tipico gusto barocco, che ancora oggi è possibile ammirare. L’attuale facciata, invece, è opera dell’architetto Giuseppe Sertoli, che la realizzò durante il 1838, dandole il tipico gusto neoclassico, visibile ancora oggi.

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Torre Ligariana

Questa torre si trova nel centro storico della città e per molto tempo ne ha rappresentato la sua Torre Civica. Fa Parte della Collegiata di San Gervasio e San Protasio e venne costruita in concomitanza della realizzazione della chiesa. Purtroppo non ci fu abbastanza denaro per completare il primitivo progetto, con i piani più alti.

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Santuario della Madonna della Sassella

Questo Santuario si trova in località Sassella su di una roccia. Secondo la tradizione questa chiesa venne realizzata nel 932, perché la Madonna compì alcuni eventi prodigiosi, tali da far comprendere agli abitanti, la necessità di un luogo dedicato esclusivamente al culto mariano. L’odierna costruzione, però, venne realizzata, presumibilmente durante il XV secolo ed ampliata circa due secoli dopo con la realizzazione del campanile, della sacrestia e della cappella dedicata alla Madonna del Carmine. La chiesa si presenta con una tipica facciata a capanna, nella quale è raffigurata la Natività, tramite un bassorilievo e dove è presente un affresco che ritrae San Cristoforo. Al suo interno vi è una sola navata con il soffitto a campate e diverse finestre, che danno luce. È possibile ammirare alcune tele che ritraccino la Madonna Addolorata e la Madonna in trono. Anche negli affreschi, il tema principale è la figura Mariana, accanto ai Santi e ai Profeti. Sul vetro dell’abside è possibile ammirare un affresco raffigurante l’Adorazione del Bambin Gesù.

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Chiesetta dell’Angelo Custode

Questa chiesa venne realizzata a partire dal 1657, per volere di Francesco Carbonera, perché nel luogo, dove oggi sorge la chiesa, si narrava che si incontrassero le streghe per il Sabba. Per tale ragione, a fianco della Casa Carbonera sorse questa piccola chiesa, dove il 1 ottobre 1660 venne celebrata la prima messa. Al suo interno vi è un solo altare dove è presente uno splendido dipinto che ritrae l’Angelo Custode che conduce il fanciullo lungo la via della salvazione .

Monastero di San Lorenzo

Nonostante la vita religiosa di questo monastero sia terminata durante il 1805, esso ha contribuito a rendere tale la storia della città di Sondrio. Il monastero venne costruito durante il 1100 e subito dato, dalla famiglia Capitanei alle monache benedettine. La chiesa venne consacrata durante il 1117. I Capitanei mantennero il patroneo del monastero, che passò alla famiglia Beccaria, fino a quando Papa Sisto IV decise di dare pieno potere alla Badessa. Da quel momento le monache aumentarono di numero così come le numerose concessioni offerte al monastero, che oggi è una tappa obbligatoria della visita a Sondrio.

Monumento alla riconoscenza

Era il mese di agosto del 1834 quando il torrente Mallero straripò, provocando una terribile inondazione nella città di Sondrio. I danni furono molto gravi, intere abitazioni vennero distrutte. Pochi mesi dopo, si decise di arginare il corso d’acqua, con un progetto realizzato da Carlo Donegani e finanziato in buona parte dal Governo di Veneto e Lombardia e soprattutto grazie alla volontà e alla disponibilità economica dell’imperatore Ferdinando I. Per sdebitarsi e per ringraziare il rampollo austriaco, gli abitanti di Sondrio decisero di costruire un Monumento alla Riconoscenza, dedicato appunto a Ferdinando I, che venne finito durante il 1839 . In questo complesso monumentale ci sono le statue della Giustizia, della Pace, della Religione e della Beneficienza e sul basamento un tempo vi erano lo stemma degli Asburgo e quello della città di Sondrio, ma vennero eliminati durante il 1859. Il monumento, oggi si trova nel giardino di Palazzo Martinengo nella piazza principale della città, ovvero Piazza Garibaldi.

Piazza Garibaldi

La vita di questa città, ruota intorno alla sua pizza principale, piazza Garibaldi, è questo il cuore nevralgico di Sondrio, il punto di incontro di giovani e meno giovani. La piazza, così come la vediamo oggi, iniziò a prendere forma durante il 1800, quando intorno ad essa sorsero i primi palazzi e il piazzale, che prese il nome di Piazzale Francesco I, in onore del principe degli Asburgo, sulla piazza, poi, venne posta una statua, che ritraeva l’imperatore. La statua, però, venne distrutta durante il 1848 ed, in seguito all’Unità d’Italia, la piazza venne denominata Re Vittorio Emanuele Secondo. Oggi, la conosciamo tutti come Piazza Garibaldi, ma questa denominazione parte dal 1909, anno durante il quale Francesco Confalonieri riuscì a realizzare un monumento dedicato A Garibaldi, posto nell’oramai omonima piazza.

Piazza Quadrivio

Passeggiando per il centro storico di Sondrio, vi ritroverete in Piazza Quadrivio, il luogo dove si incontra la strada che porta nella parte più antica della città e le piazze principali. Anticamente la piazza era denominata “Quadrobbio? o “Carrobbio? perché da qui passavano i carri, proprio su questa piazza, infatti, un tempo vi era una delle porte che consentiva l’accesso in città. In questa piazza vi era un’antica tipografia, quello di Giovanni Maria Rossi, che passò alla storia come il primo stampatore della Valtellina. Dalla piazza, si accede ad una delle contrade più suggestive di Sondrio quella di Scarpatetti.

Quartiere Scarpatetti

Questo rione è chiamato così perché qui abitava la famiglia Scarpatetti o Scarpategii. La visita a questo rione è d’obbligo, perché qui vi troverete immersi in un’atmosfera davvero rurale, sarete sospesi nel tempo, perché vi ritroverete a passeggiare tra antiche case in legno, ma soprattutto dalle caratteristiche case in pietra, che si snodano tra piccole vie e scalinate . Lungo la strada vi impatterete in tre cappelle, molto particolari, dedicate, rispettivamente a Maria Ausiliatrice, alla Madonna dell’Uva e al Sacro Cuore di Maria. A Sondrio la festa di Maria Ausiliatrice viene organizzata ogni prima domenica del mese di giugno. La festa della Madonna dell’Uva, invece, ricorre ogni terza domenica di settembre, in onore della madonna viene portata in processione la statua di legno, risalente al 1600, che ritrae la Madonna col Bambino, entrambi con in mano un grappolo d’uva. L’ultima domenica del mese di settembre, invece, a Sondrio si festeggia il Sacro Cuore di Maria.

Piazza Vecchia

Gli abitanti di Sondrio indicano con il nome Piazza Vecchia o Piazza del mercato la Piazza Cavour, che ha rappresentato uno dei poli commerciali per la città, qui, infatti dal 1492, si teneva il mercato e qui i cavalli di coloro i quali arrivavano a Sondrio, potevano sostare nello spazio ad essi dedicato. Durante il 1300 venne realizzata la cinta muraria della città e su questa piazza venne posta una delle porte, che consentiva l’accesso a Sondrio, la "Porta del Mallero" dove si affiggevano tutti gli avvisi comunali, fino al 1811 anno durante il quale la porta venne eliminata. Uno degli elementi architettonici e storici di Piazza Cavour è sempre stato il suo ponte, cha ha rappresentato per anni la sola via che collegasse il quartiere Cantone con il resto della città. Sappiamo che il ponte sul Mallero venne costruito durante il 1300, successivamente venne modificato e su di esso venne posta la statua di San Giovanni Nepomuceno, il santo che protegge dalle alluvioni e che protegge i ponti. Nel corso degli anni, nonostante i numerosi rifacimenti, il ponte venne distrutto, anche l’ultima costruzione venne demolita dall’alluvione avvenuta nel 1987.

La Piazzetta

Gli abitanti di Sondrio definiscono Piazza Rusconi, semplicemente con l’appellativo di Piazzetta, zona che comprende via Beccaria e via Dante. Al di sotto della piazza scorre un “Malleretto? ovvero uno dei tanti canali del torrente Mallero, che ha da sempre rappresentato una delle fonti di ricchezza della città.

La Baiacca

La Baiacca è uno dei quartieri più caratteristici di Sondrio e si presenta nel suo carattere rurale, con diverse abitazioni rimaste integre. Lungo la Baiacca è possibile ammirare una piccola cappella dedicata alla Madonna del Rosario, dove all’interno è possibile ammirare un’immagine della Madonna con il Bambino, Sant’Antonio Abate e San Domenico. La Madonna del Rosario è la patrona del quartiere e ogni prima domenica di ottobre, qui, si svolgeva una grande festa, che aveva come protagoniste le giovani fanciulle della Baiacca che offrivano i propri voti alla figura Mariana.

 

Contrada Cantone

Il quartiere di Cantone non era inglobato nelle mura cittadine, ma sappiamo già che esso venne citato per la prima volta nel 1329 in un documento di Beltramolo de Selva. Al centro del quartiere sorge la Piazzetta Carbonera dove campeggia l’omonimo palazzo rinascimentale, con una bellissima facciata decorata e un cortile interno ricco di portici . Dalla piazza è possibile ammirare un antico portale, da dove è possibile accedere ad una costruzione che conserva gli affreschi della vecchia chiesa di San Francesco di Sales. Dalla parte opposta della strada vi è la casa natia di Pio Rajna studioso e filologo dell’opera di Ludovico Ariosto, annessa a questa casa vi era la Cappella dedicata alla Madonna della Neve.

Palazzo Martinengo

Questo Palazzo troneggia sulla piazza più importante della città, ovvero Piazza Garibaldi, esso venne realizzato tra il 1602 e il 1630 dalla famiglia Marinengo. Successivamente la costruzione passò agli eredi della famiglia Salis e Parravicini e il palazzo divenne la sede del Vicario di Valle. L’inondazione del Mallero del 1834 danneggiò gravemente il palazzo, che tra l’altro divenne anche sede della Regia Prefettura. Oggi al suo interno è possibile ammirare l’Archivio Storico del Comune e la Collezione di Minerali “Fulvio Grazioli?. Questa collezione fu fortemente voluta dalla famiglia Martinengo e dall’Istituto Valtellinese di Mineralogia. Molti dei materiali esposti vennero raccolti dal professore Fulvio Grazioli, per un totale di ben 12.000 esemplari, tutti provenienti dalle Valli intorno a Sondrio. Durante il 2005 alla preesistente collezione vennero aggiunti i reperti della Collezione CAI ? Bombardieri e quelli appartenenti alla Provincia di Sondrio.

Palazzo Sertoli

Questo elegante palazzo si trova sulla Piazza Quadrivio ed è composto da tre corpi diversi, formati dal Palazzo Sertoli, dal Palazzo Giacconi e dal Palazzo Paribelli, gli ultimi due vennero comprati dalla famiglia Sertoli, per ampliare il proprio edificio. La facciata del palazzo è decorata con alcune forme di stucco, al suo interno da ammirare sono gli affreschi, che riescono a creare giochi di prospettiva e di luce, molto probabilmente realizzati da Giovan Antonio Torricelli. C’è un affresco ammirato da tutti, che ritrae l’Annunciazione della Vergine Maria,la cui paternità è sconosciuta. Molto particolare è la Sala da Ballo, realizzata su due piani e totalmente decorata da affreschi di fiori. Il Palazzo è di proprietà del Gruppo Bancario Credito Valtellinese, però ci sono alcune zone che si possono visitare, in particolare il giardino, che è fruibile da turisti e residenti .

Palazzo Pretorio

Il Palazzo pretorio è la sede del Comune , esso venne realizzato durante il 1500 e in questo palazzo dimorava uno dei governatori della famiglia Grigioni. Diversi sono gli stemmi presenti al suo interno e le sue stanze sono ricche di affreschi. Nel cortile interno vi sono alcune decorazioni di graffito grigio. Oltre agli uffici comunali, al suo interno è presente la sede di alcune associazioni, mentre in altre sale, si svolgono importanti convegni e mostre.

Villa Quadrio

Questa villa venne realizzata nel 1913 e i lavori per la sua costruzione durarono un anno. La villa venne costruita per volere diEmilio Quadro, scrittore e politico della città, il quale affidò il progetto all’architetto Adolfo Zacchi. La villa si presenta come un’ imponente costruzione rinascimentale, con numerosi decori, finestre in cotto e la facciata decorata in graffito. Al suo interno, in un’enorme sala, è conservata una loggia lignea del 1600, che un tempo apparteneva alla chiesa dell’Angelo Custode. La villa venne donata, nel 1935 al Comune di Sondrio, da Teresina Tua, la seconda moglie di Emilio Quadrio e violinista di fama internazionale , i patti della donazione, però erano chiari, la villa doveva essere utilizzata solo per eventi a carattere culturale.La costruzione si trova in Via IV Novembre ed al suo interno ospita la Biblioteca Municipale Pio Rajna. Questa biblioteca fu la prima ad essere realizzata in tutta la provincia di Sondrio. Al suo interno è possibile consultare circa 120.000 volumi, 2000 manostcritti, 400 testate di periodici ed ha una media di circa 300 visitatori ogni giorno. Qui c’è il Fondo Valtellina e Valchiavenna una raccolta incentrata sugli studi di questo territorio dove è possibile anche consultare periodici del 1861. Inoltre c’è il fondo Pio Rajna, ovvero la raccolta personale del grande filologo della città, con quasi 6200 volumi e più di 11.700 fascicoli.


Casa Carbonera

Questa chiesa è uno dei simboli della città, soprattutto per la storia che di essa si racconta. La casa apparteneva ad una ricca famiglia di Sondrio e le narrazioni convergono sul fatto che proprio in questa casa si svolgessero le riunioni delle streghe. All’abitazione si accede attraverso un portale decorato secondo i dettami dello stile barocco, da ammirare sono i balconi ed i terrazzi presenti anche nel cortile, da dove è possibile salire la scala che porta alle stanze interne, interamente realizzata in ferro battuto. Sotto un balcone, nella parte settentrionale della casa, ci sono due angeli, che tengono alcuni stemmi, molto particolari anche le torri.

 

 

 

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