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SONDRIO -
INFORMAZIONI E GUIDA.
Il capoluogo
della Valtellina è una piccola perla dove le Alpi incontrano i vigneti
terrazzati. Antiche stüe, ballatoi in legno del quartiere contadino di
Scarpatetti, il Castello Masegra sono solo l'inizio...
Una tipica giornata invernale del nord
dell'Inghilterra, un giorno di qualche tempo fa,
venne "alleggerita", si fa per dire, da un tipico
piatto del nord d'Italia, i Pizzoccheri della
Valtellina: un calderone trionfante di verza,
aglio, burro, formaggio bitto e tagliatelle di
grano saraceno. Una cucina sublime e ultra
energetica, come vogliono le tradizioni montane,
capace di risvegliare quelle tipiche nostalgie che
solo chi non è vicino alle proprie radici riesce a
comprendere.
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É questa
la
cucina di
Sondrio, un luogo dalla fisionomia originale,
diverso dalle altre province lombarde.
Bresaola e alberi di mele richiamano la curiosità di chiunque si
accinga a visitare le vallate
a nord del
Lago di Como e
a sud
della
splendida
riserva glaciale dello Stelvio,
le stesse che arrivano fino alle alte montagne
lombarde e che si dirigono al cuore della
Valtellina.
Sondrio,
capoluogo di provincia (SO), si pone allo sbocco della Valmalenco,
che divide in due le Alpi del Bernina e i monti della Val
Bregaglia. Una località tranquilla, di circa 22.000 abitanti,
originatasi da un accampamento militare del periodo romano,
nonostante è necessario precisare come la Sondrio attuale sia stata
fondata dai
Longobardi. La città è spesso riferita con l'appellativo di "terra
di uomini liberi" riferendosi alla condizione degli arimanni, e
cioè ai titolari delle terre strappate con fatica alla natura e
lavorate direttamente con le proprie mani; da qui nasce
l'urbanizzazione della città e del territorio circostante (Sondrium
è un nome
longobardo e sta a significare 'proprietà esclusiva'). Uno dei
momenti storici più significativi della storia di Sondrio fu
quello vissuto dalla seconda metà del XVI secolo e fino al XVIII,
quando la città si trovò sotto il governo delle Tre Leghe Grigie
del cantone dei Grigioni. Dopo la
Riforma, l'intera zona è stata al centro di pesanti
scontri tra i Valtellinesi cattolici e il credo protestante dei
Grigioni.
L'agricoltura è stata la vera scommessa di
un territorio posto sotto le non ottimali influenze climatiche. Ci si
accorge della laboriosità degli abitanti quando si ammirano i vigneti
intorno alla città, gli stessi che oggi offrono i grandi i rossi Sassella,
Inferno, Valgella e Grumello. Il vino in effetti
rappresenta una delle principali risorse economiche
di questa regione, insieme con il
turismo, specialmente in inverno. Anche il
settore bancario
è un importante traino economico, con la
Banca Popolare di Sondrio
e il
Credito Valtellinese, entrambe quotate alla Borsa di Milano.
Esplorando
vigneti ci si rende conto di quanta dignità sia insita in questa
terra: un snodarsi di aperte vallate, cime innevate all'orizzonte,
torrenti di montagna, terrazzamenti e inaspettate architetture
civili. Le Alpi Orobie fanno da cornice alla piccola città
posta a 307 metri s.l.m., che si gira tutta a piedi o in bicicletta.
Il suo centro storico è fatto di strette stradine e una bella piazza
che raccoglie i momenti quotidiani della sua popolazione. Un lento
camminare sembra dare più fascino alla città; diventano piacevoli e
ricchi di cultura i momenti passati lungo la Piazza Garibaldi,
che sembra nata allo scopo di aprire lo sguardo verso i monti
d'intorno.
Ma prima ancora della natura, lo sguardo si
scontra con l'architettura, quella dei palazzi storici della
parte più antica, rinascimentale (con il palazzo Carbonera, la porta
di via Beccaria, il Castello Masegra e il Palazzo comunale),
barocca (con il Palazzo Sassi, il Palazzo Seroli e la Casa
Bosatta) e neoclassica (in particolare con la chiesa della Collegiata).
La piazza era già presente durante il periodo degli Asburgo ma venne
ricostruita durante l'Unità d'Italia e intitolata al re Vittorio
Emanuele. Dopo la realizzazione della scultura centrale in omaggio a
Giuseppe Garibaldi,
nel 1909, prese il nome con il quale è oggi conosciuta. Il Palazzo
Martinengo è uno degli edifici più antichi che la circondano, realizzato
nel XVI secolo e rimaneggiato qualche secolo più tardi. Si accompagna ad
altri edifici eccellenti, come l'Hotel de la Poste, realizzato nel
1855 e il Palazzo della Banca Popolare di Sondrio opera
dell'ingegnere Francesco Polatti.
Il centro storico è percorso dalla via
Scarpatetti, un antico rione dall'aspetto di vecchio borgo contadino,
caratterizzato da case in pietra con qualche filare di vigna, corti rustiche
e vecchie case con ballatoi in legno. All'imbocco della Valmalenco, il cuore
antico della città è sormontato dal Castel Masegra, l'unico
sopravvissuto allo smantellamento dei castelli valtellinesi del XVI secolo,
voluto dal dominio del cantone dei Grigioni. All'interno è oggi presente il
Museo Storico del Castello Masegra. Di grande interesse è anche il
vicino Palazzo Sassi de Lavizzari, nel cui interno si può visitare il
Museo Valtellinese di Storia e Arte (non perdete la possibilità di
ammirare una tipica Stüa, una sala completamente ricoperta in listoni
di legno e con soffitto intarsiato). In Piazza Campiello, non lontano
dalla piazza principale, troviamo il bel Palazzo Pretorio e la
collegiata dei Santi Gervasio e Protasio originaria del XII secolo: la
si riconosce per l'alto campanile, simbolo della città. Della Sondrio
moderna si ammira in particolare la Villa Quadrio, realizzata tra il
1913 e il 1914 e ispirata ai palazzi rinascimentali.
I dintorni di Sondrio offrono luoghi di
sicuro interesse: in direzione nord, nella Valmalenco, si può ammirare la
località di Chiesa, rinomata stazione sciistica a quasi 3000 metri
d'altezza e nota per la lavorazione della steatite (anche conosciuta
come pietra ollare o gesso di Briançon). Morbegno, ad
occidente, allo sbocco della Val Gerola, è nota per essere stata un
importante crocevia della via del sale durante la fine del XVI secolo
e per la cinquecentesca collegiata di San Giovanni Battista. Sempre
in direzione nord, s'incontra il famoso Parco Nazionale dello Stelvio,
non prima di aver superato la nota località sciistica di Bormio e
l'antico paese di Teglio, sempre molto frequentato dai turisti.
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