VISITARE MONOPOLI: INFORMAZIONI
E PICCOLA GUIDA
Monopoli,
città di quasi 50 mila abitanti, in provincia di
Bari, con
i suoi 13 km di costa balneabili con bellissime spiagge è tra i luoghi più
visitati e conosciuti in Puglia. Un luogo particolare e interessante, con un
incantevole borgo medievale, con
vicende storiche e artistiche di tutto rilievo, come il Castello di Carlo V,
cinquecentesco, in riva al mare, la Cattedrale di Santa Maria Santissima
della Madia, la Chiesa di San Domenico e l'Abazia Benedettina di Santo
Stefano e altre interessantissime testimonianze nel suo territorio.
Il
nome della città deriva dal greco Monos-polis,
ovvero città unica/singolare. In passato costituiva un
antico insediamento Apulo, il cui maggiore sviluppo economico e
culturale avvenne dal 545 d.C., quando Egnathia viene
distrutta dai Goti e i suoi abitanti tra il IX e X si
trasferirono nell'attuale Monopoli intorno al porto
Aspero. Nel XII secolo assunse un aspetto urbano, con mura
difensive. Le frequenti scorrerie dei turchi e dei veneziani (a
questi ultimi la città fu assoggettata dalla metà del
quattrocento sino agli inizi del cinquecento), hanno cancellato
le tracce dell'età medievale. Nel corso del medioevo
Monopoli era considerata uno dei principali centri marinai
prima dai Bizantini e successivamente dai Normanni, tanto da
essere spesso la base di partenza dei Crociati prima delle
loro imprese.
Sotto il dominio degli spagnoli
vennero rafforzate le mura e, nel 1552, il baluardo del porto,
il Regio Castello. L'importanza economica della città per
tutto il 1500 si riflette anche nelle arti: a Monopoli nacque
Reginaldo Pirano, miniatore degli Acquaviva; e
lavorarono il pittore forlivese Costantino e lo scultore
Stefano da Putignano. Contemporaneamente giungevano da Venezia
numerosi dipinti destinati a decorare la cattedrale e altre
chiese della città. Nei pressi dell'abitato sono numerosi gli
insediamenti rupestri ricavati nelle "lame", i
solchi erosivi poco profondi, tipici del paesaggio pugliese,
in cui corsi d'acqua convogliano le acque meteoriche
dall'altopiano della Murgia verso il mare. Spesso sono ubicati
presso masserie; notevoli sono la Cripta di San Giovanni datata
tra il X e l'XI secolo, attigua alla Masseria Staveta
e la Cripta dello Spirito Santo, presso il cimitero. Testimonianza
completa dell'organizzazione sociale di questo tipo di
insediamento e il villaggio dei Santissimi Sant'Andrea e
Procopio, la cui chiesa è riccamente affrescata.
Tra i
monumenti da visitare a Monopoli elenchiamo
Abbazia di Santo Stefano
L'Abbazia di Santo Stefano è un complesso benedettino, situato su una penisola
a tre chilometri
da monopoli, risale alla seconda metà dell'XI secolo. Dal
1175 l'abate godette del privilegio della mitra e dell'anello
vescovile. Quando nel 1435 passo ai Cavalieri Gerosolimitani,
il complesso venne cinto da un fossato. La chiesa è
conserveresti di un protiro e di un portale del XIII secolo, con
capitelli e cornici scolpiti. Nella lunetta, l'Eterno tra i
Santissimi Stefano e Giorgio. Forse al secolo scorso risale la
riduzione dell'originario impianto a due sole campate con volte
a crociera costolonate.
Castello di Monopoli
Eretto tra il 1552 per volontà di
Carlo V da Ferrante Loffredo,
la fabbrica del castello in cui fu inglobato il fortilizio
costruito nel 1435 dagli aragonesi a Punta Pinna, nonché una torre
cilindrica, già inserita nella cinta muraria urbana. Nei suoi
sotterranei si trova la Chiesa di San Nicola della Penna, a
pianta quadrata con cupola su pennacchi, appartenente a un
complesso monastico del X secolo.
Cattedrale
di Monopoli
La
Cattedrale di Monopoli fu eretta nel 1742 in forme
barocche sull'area di una preesistente cattedrale (intitolata a
San Marcuzio, quindi all'Assunta), demolita in quell'anno, che
era stata fondata nel 1107 dal vescovo Romualdo col concorso
economico di Roberto d'Altavilla. La chiesa medievale, che si
sarebbe sovrapposta alle più antiche costruzioni, una delle quali venne
adibita a su corpo, doveva presentare una struttura a tre navate
divise da colonnati e coperte da capriate lignee, resti delle
quali sono sopravvissuti alle demolizioni settecentesche. Dall'antica
costruzione provengono interessanti i frammenti
scultorei conservati in sagrestia: un architrave, decorato sulla
fronte con Storie di Cristo, pregevole documento della presenza
in Puglia, agli inizi del XII secolo, di correnti artistiche di
origine settentrionale; un archivolto, con 12 busti di angeli
fortemente aggettanti (seconda metà del XII secolo), affine a
quello del portale di
Acerenza, da cui è desunto. La chiesa
attuale è al suo interno a croce latina, con tre navate divise da
pilastri a cupola all'incrocio col transetto. In essa sono
custoditi i preziosi dipinti: a Palma il Giovane appartengono la
Caduta degli Angeli ribelli del 1625 e la Madonna in gloria tra
i santissimi Rocco e Sebastiano, quest'ultima sovrastata da una
circoncisione di Marco Pino e della sua cerchia. La
tavola raffigurante Gesù e i figlii di Zabedeo è opera
dei napoletani Giovan Bernardo Lama e Silvestro Buono.
La veste settecentesca
della chiesa si impone per la sontuosità dei marmi policromi
sulle pareti e che compongono gli altari, e per i pregevoli
dipinti, perlopiù di artisti napoletani. Nella cappella del
sacramento, ubicata nel braccio sinistro del transetto, spiccano
l'Ultima Cena, Sacrificio di Abramo e la Cena di Emmaus
del De Mura; in quella del Rosario, la palla di Nicola Cacciapuoti
poggia su uno splendido altare marmoreo del 1751 di Aniello Gentile. Nella tribuna, a cui si accede da due scale laterali,
si trovano due pregevoli statue Giuseppe Sammartino, San
Michele e un San Giuseppe del 1751, mentre i dipinti che
illustrano l'Arrivo e il Miracolo della Madonna della Madia sono
di Pietro Bardellino. La veneratissima icona duecentesca della
Madonna della Madia, esposta sulla tribuna, sarebbe giunta,
secondo la tradizione, del mare, su una zattera.
Chiesa di
San Domenico
Iniziata nel 1540 a seguito di un decreto di
Carlo V, è ancora
in costruzione nel 1567, la Chiesa di San Domenico, fu conclusa nell'avanzato efficiente e
rimaneggiata nel settecento. Nella facciata, aperta da un rosone
finemente traforato, sono state rimontate alcune sculture di
Stefano da Putignano, provenienti dalla più antica chiesa dei
domenicani, Santa Maria nuova. Nell'interno, divise da colonnati
di gusto salentino, figurava il San Pietro Martire del Giambellino, che ora si trova presso la Pinacoteca di Bari. Nel soffitto ligneo inserita una
Madonna del Rosario di
Girolamo Cennatiempo.
Chiesa di
Santa Maria degli Amalfitani
Il nome
della Chiesa rupestre di Santa Maria degli Amalfitani ricorda la colonia di
mercanti che la eressero per voto. Il complesso consta di un
ambiente ipogeico a navata unica a due apsidi, ritenuto del XII
secolo, con parete ornate da freschi, sul quale si eleva la
chiesa superiore, tre navate divise da pilastri, priva di
transetto, con tre apsidi. Affine a quelli di San Nicola e della
cattedrale di Bari è il finestrone absidale, con sculture del
tardo XII secolo. Ampliata a partire dal Trecento, con
la costruzione di cappelle laterali, e rimaneggiati in forme
barocche e settecento, la chiesa conserva un con un crocifisso
ligneo e la fine del XV secolo.
Dove si trova?
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