TRIORA

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Triora, granaio e podesteria della antica Repubblica di Genova, a cui apparteneva dal 1261, è oggi conosciuta come "il paese delle streghe" per un processo celebrato nel 1588 e conclusosi con la condanna, per stregoneria, di un gruppo di donne del posto che, riunendosi nottetempo in luogo discosto (la Cabotina), furono considerate colpevoli dell'incombente carestia. Di ciò si fa memoria nel locale Museo Etnografico e della Stregoneria (aperto tutti i giorni dalle 15 alle 18.30, il sabato e la domenica anche la mattina dalle 10.30 alle 12; tel. 0184 944 77).

TrioraLe solide mura, le cinque fortezze e la posizione strategica trasformarono il piccolo borgo in un baluardo inespugnabile, che non si fece mai intimidire dai nemici, fossero i Visconti o la Repubblica di Genova, che esigevano tasse esose. Al punto che nel 1284 il piccolo  partecipò alla Battaglia della Meloria, quella con cui Genova pose fine alla concorrenza politica e commerciale di Pisa, con ben 200 balestrieri, che poi divennero 250 per il protrarsi dello scontro con i pisani. A seconda di come si raggiunge Triora, il borgo appare diversamente.

TrioraDa Molini si scorge un suggestivo gruppo di abitazioni abbarbicate, ma venendo dalla Val Nervia si ha lo spettacolo più suggestivo: il centro medievale con le casette dai tetti rossi e la collegiata coperta di lastroni di ardesia da una parte e la zona nuova con gli edifici più recenti coperti da abeti e platani, dall'altra. Il borgo medievale, manipolo di case arroccate su uno sperone di roccia nell'Alta Valle Argentina, è un piccolo gioiello di architettura medievale fatta di loggette, portali, porticati, archi, strettoie e case-fortezza: la porta della Fontana Soprana, la chiesa di San Dalmazio del XII secolo, la piccola chiesa di San Bernardino del XV secolo, appena fuori dal borgo.

Grandiosa la Collegiata dell'Assunta (XVI secolo), che la tradizione vuole sorta su un fanum pagano. In un disegno del XVIII secolo, su un antifonario custodito gelosamente in parrocchia, appare a tre navate in stile romanico-gotico e solo intorno al 1770-75 fu ridotta a un'unica navata. Nel 1837 venne rifatta in forme neoclassiche e ricoperta con lastroni di pietra nera locale.

TrioraAl suo interno custodisce un dipinto firmato del 1397, che costituisce il più antico quadro della Liguria di Ponente, e alcune tavole del Quattrocento. Nell'Oratorio di San Giovanni Battista (1694), una statua del Maragliano e un dipinto di Luca Cambiaso (per le visite contattare il Comune). Dell'antico castello restano soltanto alcuni ruderi del cilindrico torrione risalente al XII secolo. Prima di arrivare a Triora si attraversa

Molini di Triora, un tempo importante centro agricolo della Valle Argentina, dove nel XIII secolo c'erano più mulini che abitazioni, per via della sua ubicazione tra i torrenti Argentina e Capriolo. Ancora oggi da qui ogni giorno partono furgoni carichi di pani rotondi, rinomati in tutta la regione per fragranza e bontà e per il fatto che rimangono freschi per almeno una settimana (questo pane era molto utile ai pastori quando portavano le bestie a pascolare sui monti). Nei dintorni ci sono altre frazioni caratteristiche: Realdo, che sorge su uno strapiombo, Loreto, dove avveniva lo scambio di sale tra liguri e piemontesi, e Goina, fra i pascoli.

Le streghe di Triora

TrioraIl lungo periodo di pace che visse Triora nel XV e nel XVI secolo, durante i quali vennero realizzate molte opere artistiche quali chiese, affreschi e portali (tuttora presenti), venne oscurato da un processo di stregoneria. Tra la fine del 1587 e l'inizio del 1589 un gruppo di donne venne accusato di colpe infami: aver provocato pestilenze e piogge acide, aver ucciso bestiame ed essersi cibate della carne di bambini in fasce. Il consiglio degli anziani, a seguito delle tante lamentele della popolazione, chiese l'intervento del vescovo di Albenga. Seguì un terribile processo dell'Inquisizione che si concluse con la morte delle donne condannate come streghe o meglio bagiue come si dice in dialetto triorese, anche se i roghi in realtà non vennero mai accesi. Le vicende di queste sventurate, alcune delle quali fanciulle, largamente documentate da lettere e verbali nell'Archivio di Stato di Genova e nel Museo della Stregoneria di Triora, rappresentano un importante momento della storia locale. Nel borgo ancora oggi si respira un'inquietante atmosfera di mistero, ricca di suggestione. Ogni anno la domenica dopo ferragosto si svolge "Strigora", una rievocazione del processo e di vari aspetti di stregoneria e magia medievale con uno spettacolo teatrale alla sera. Durante il giorno un gruppo di teatranti si esibisce in rappresentazioni in costume in vari angoli del borgo. A questo si aggiungono le bancarelle di cartomanti, chiromanti, zingare che leggono te mani e le carte, e prodotti di erboristeria sempre legati alla magia e al mondo dell'occulto.

Come arrivare a Triora

Imperira dista circa 48 km. In auto Autostrada Al O uscita Arma di Taggia poi, raggiunta la Strada Statale 1 Aurelia, girare a sinistra e seguire le indicazioni. Passando prima per Taggia, poi per Badalucco e infine per Molini di Triora si arriva a Triora In treno Stazione di Arma di Taggia poi autobus per Triora (Riviera Trasporti, tel. 0183 70 01) INFORMAZIONI Comune tel. 0184 940 49 Pro loco tel. 0184 944 77, fax 0184 941 64 Comune.triora.im.it

 

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