Arcipelago di Li Galli - Amalfi
Viene proprio voglia di vederla, questa isola a forma di
delfino, che sembra esserci sfuggita da un tempo quasi
sconosciuto. La bella Amalfi è poco lontana, e sembra
volerci ricordare che qui mare e terra sono un tutt'uno, di
antico e prezioso. La millenaria tradizione è radicata nei miti
omerici, che raccontano di leggendarie terre delle Sirene,
demoni tentatori della divina bellezza.
Nell'antichità, Strabone, geografo greco del I secolo a.C. già ne
parlava, e seppur non potesse di certo vederla dall'alto, la identificò come
dimora delle sirene e le diede il nome di Sirenai. In inglese le
isole sono infatti conosciute come The Sirenusas, dall'italiano Le
Sirenuse. |
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La scienza geografica indica l'isola come parte dell'arcipelago
di Li Galli, a poca distanza della Penisola Sorrentina e formato
da tre isole: Gallo Lungo, La Rotonda e isola dei Briganti
(il cui nome per intero esattamente è: dei Brigani a nord della Rotonda).
Più vicino alla riva, c'è una quarta piccola isola, Isca, e uno
sperone di roccia prominente, Vetara. Oggi l’arcipelago fa parte
dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella.
La prima
isola, Gallo Lungo, di forma allungata che si estende per circa 400
metri e con una larghezza variabile, è l'unica ad essere stata abitata ed
era infatti già stata insediata dagli antichi Romani. La sua forma è
straordinaria, riprende quella di un delfino o, direbbero altri, della parte
estrema di una sirena. L'accostamento alle sirene ha tuttavia probabilmente
un significato meno poetico, considerando che nella mitologia greca
le sirene rappresentavano un ostacolo e un pericolo alla navigazione, qui
infatti le correnti portavano spesso le imbarcazioni ad effettuare manovre
difficili, se non ad affondare del tutto.
La bellezza
del mare e dei colori di questo lembo di terra ha ispirato molti animi
sensibili, artisti e letterati, aristocratici e uomini semplici, tutti
caduti nella tentazione della natura più disarmante. Il famoso
ballerino russo Rudlof Nureyev si innamorò della dimora che un altro
artista (Leonide Massine) fece appositamente far costruire da Le
Corbusier nel 1924. Quale fortuna può aver colui che si può permettere
una tale visione e comfort? Lusso e Privacy, intitolavano i media qualche
anno fa. Lontano da tutto, a qualsiasi prezzo, dicevano altri; o ancora, "
anche
i sogni sono in vendita", rispondevano altri. Forse si riferivano al
fatto che, e tenetevi forte, una settimana in affitto all'isolotto pochi
anni fa aveva raggiunto la bella cifra di 55 mila euro. Cifre da
capogiro, sicuramente, azzardate, anche se smentite – dicono i media – da
colui che, nel 1994, comprò l'isolotto per 4 miliardi e 800 milioni di
vecchie lire (l'imprenditore turistico sorrentino Giovanni Russo),
poco più di quanto non fece Nureyev nell'89 (3 miliardi e 43 milioni di
lire).
L'isola
di Gallo Lungo e la più grande delle tre e ospita tre belle ville (tra
cui quella progettata da Le Corbusier), con relative piscine e attrezzatura,
più la torre di pietra. Sono presenti un eliporto, un porticciolo e in
totale una decina di posti letto. In origine l'isola era occupata da un
monastero, poi usato come prigione durante il regno di Carlo II di Napoli
(fine XIII secolo). Nel primo XIV secolo per monitorare gli attacchi dei
pirati, venne costruita la torre aragonese, oggi ancora presente. La
proprietà dell'isola è passata di mano in mano sin dall'antichità, dalle
famiglie feudali a quelle governative e nuovamente a privati intellettuali,
artisti o imprenditori. Fu un certo Davide Parlato, nativo di
Salerno, ad averla venduta al coreografo Leonide Massine, la cui villa di Le
Corbusier fu nientemeno costruita con una bella terrazza con vista sulla
bella Positano e Capo Licosa e Capri. Tra i personaggi
famosi che hanno visitato questo paradiso, troviamo, i vari Onassis e
Jacqueline Kennedy, Greta Garbo, Margharet d'Inghilterra, Roberto Rossellini
e Ingrid Bergman, Anna Magnani, Sofia Loren, Franco Zeffirelli e diversi
altri.
Al piccolo
arcipelago di Li Galli, appartenente al comune di Positano (SA), abbiamo
dedicato il breve spazio, e ci piace ricordare come nell'antichità, secondo
la mitologia, si narrava come le isole offrirono rifugio proprio a
Partenope, Leucosia e Ligia, le tre sirene dell’Odissea. Solo due
navi riuscirono a scampare il triste destino: quella di Ulisse e
quella degli Argonauti. E qui, ci fermiamo, senza andare oltre,
sognando di questo mare e di questa terra, a confine tra mondo onirico e
mondo reale. Ammaliati dal canto delle sirene.
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