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BRUNICO - INFORMAZIONI E GUIDA.
Incantevole cittadina al centro della Val Pusteria, Brunico conserva un bel
centro medievale dominato dal Castel Fontana. Ideale punto di partenza per
escursioni sulle Dolomiti e gite nei tanti borghi di montagna circostanti.
Nel 2014 Brunico, nel cuore della provincia di
Bolzano,
è risultata il "borgo più felice d'Italia" da
un'indagine del Centro studi Sintesi. Questo per
via di una buona qualità della vita, il settore
cultura-istruzione sempre al centro della vita pubblica
e privata e una attenzione non di facciata ai temi della
salvaguardia dell'ambiente. |
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Oltre a questo, come in tutta questa regione, si ha
l'impressione che qui la burocrazia sia un po' più snella e a
favore dei cittadini, perché anche questo è benessere.
L'atmosfera medievale rende Brunico una destinazione
speciale nel cuore delle Dolomiti.
Dominata dal castello vescovile
merlato che vigila dall'alto, la città si stende con una
struttura ad arco lungo la riva meridionale del fiume
Rienza, su una piana di origine lacustre cui fanno
corona i rilievi delle montagne atesine. Capoluogo della
Val Pusteria, ha un'origine antica. I Romani
avevano fondato in questo luogo una delle loro stazioni
di transito, tappa obbligata per raggiungere le regioni
danubiane attraverso le Alpi. Solo nel Medioevo, però,
Brunico assunse vere e proprie caratteristiche urbane.
Anche
il nome è di origine medievale e deriva dal principe-vescovo di Bressanone,
Bruno, che nel 1200 decise di fondare una città attorno all'antica
stazione romana e di far costruire la Rocca sulla sommità di un'altura.
Rimaneggiata nel 1400-1500, questa conserva ancora nel cortile lo stemma
affrescato del suo fondatore. È circondata da fortificazioni, collegate alle
mura della città che si era nel frattempo sviluppata ai piedi del colle. Il
borgo era e rimane molto compatto, sviluppato lungo la via centrale, e
mantiene la forma di un arco idealmente collegato ai borghi esterni
attraverso quattro porte: Porta Orsoline (vicina al convento
omonimo), Porta San Floriano, Porta Settentrionale e Porta
d'Oriente. Le porte sono munite di suggestive torri di tipo nordico, con
tetti a falde molto inclinati.
Le mura, invece, sono state demolite, anche se l'antico tracciato delle
fortificazioni è identificabile seguendo l'andamento delle cortine di case
costruite lungo l'antico perimetro. Via Centrale ha un andamento a
curva continua ed è fiancheggiata da edifici alti tre o quattro piani e
piuttosto stretti, secondo i canoni dell'architettura atesina, sempre
attenta a sfruttare al massimo il poco spazio disponibile lungo le valli.
Gli edifici, di gusto austriaco e bavarese, hanno facciate a timpano, che a
volte sono merlate oppure terminano con uno sguscio di forte aggetto, che
nasconde le ripide falde del tetto segnate da grandi doccioni per i
pluviali.
Le facciate delle case sono movimentate da bovindi centrali, ingentilite
talora da affreschi con soggetti religiosi o di fantasia; colorate a tinte
pastello, sono vivacizzate da macchie di fiori e di verde sui davanzali. Un
aspetto più severo ha la strada parallela a via Centrale: le case di questa
via hanno facciate grigie, di aspetto quasi militaresco, e sono collegate
tra loro da ponti che sovrastano la strada. Tra i borghi esterni di Brunico
merita una visita quello che sorge oltre Porta Orientale, dove regna
un'atmosfera di sapore settecentesco austriaco e dove c'è una bella chiesa
neorinascimentale, caratterizzata da due campanili in facciata.
Con l'arrivo dell'inverno Brunico, offre il meglio di sé agli amanti della
montagna con la vicina Plan de Corones, con i suoi 2.275 metri di
altezza e i 110 chilometri di piste da sci servite da modernissimi impianti
di risalita.
In città poi l'offerta culturale propone diverse possibilità. A Brunico per
esempio ha sede uno dei cinque musei interattivi di Reinhold Messner
dedicati ai popoli delle montagne di tutto il mondo, che si trova in quella
che fu la residenza estiva dei principi vescovi.
Altro luogo visitato e da visitare, è il cimitero di guerra sul monte
Spalliera inserito armoniosamente nell'ambiente del bosco. Qui sono sepolti
in tombe singole e fosse comuni soldati di varie nazionalità, da quelli che
appartenevano all'impero austro-ungharico, ai prigionieri russi, rumeni e
serbi. Qui erano sepolti anche 77 soldati italiani che poi vennero
trasferiti nel 1932 nell'ossario Pocòl, mentre i soldati tedeschi
furono trasferiti in luogo di sepoltura al passo Pordoi.
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