VISITARE CALATAFIMI -
INFORMAZIONI E GUIDA.
A
pochi km da Segesta, Calatafimi è dominata dall’imponente
Castello Eufemio che svetta su uno sperone roccioso. Luogo della
storica battaglia, oggi è una tranquilla cittadina con un
interessante centro storico e ottima cucina locale.
Calatafimi è un antico comune della
provincia di
Trapani, le cui origini (come in gran parte della
Sicilia) risalgono al periodo dell'occupazione araba. Il suo nome era
infatti "Kalt al Fimi", da cui l'attuale, riferendosi al Castello
di Eufemio, lo stesso che ancora oggi occupa la cima del
promontorio della località.
Dal 1997 il nome
del piccolo comune di appena 7258 abitanti include anche quello del vicino
sito archeologico di Segesta (nel
monte Barbaro) nel quale un tempo prosperò l'antica Acesta,
probabilmente fondata dal troiano Aceste.
|
|
Calatafimi-Segesta si pone al visitatore
come un caleidoscopio storico, al centro di importanti avvenimenti. Non
lontano da Palermo, da cui dista circa una ottantina di chilometri,
la si raggiunge dalla statale 113, distaccamento stradale della maggiore
autostrada della Palermo-Trapani. Arrivando alle sue pendici, si
>scopre strato dopo strato la vita della
popolazione locale,
dei suoi edifici antichi, della natura circostante; se ne descrivono
ambizioni, intrighi e preoccupazioni dal tempo dei greci,
degli antichi romani,
dei bizantini,
degli arabi,
dei normanni,
degli spagnoli,
arrivando infine a quelle italiane e siciliane. Tra serpeggianti strade e
una fitta rette di vicoli, scalinate e piazzali improvvisi, sembra di poter
leggere i segni distintivi delle numerose culture passate,
le stesse che nel tempo hanno plasmato l'identità del presente.
Con
gli antichi romani la cima del promontorio si caratterizzava per il
"Castrum Phimes",
una roccaforte che serviva da protezione e avvistamento del
territorio; lo stesso Cicerone citava il periodo come appartenente a Diocle Phimes.
Il nome del castello potrebbe arrivare dal V secolo e precisamente
dal patriarca bizantino che portava il nome di
Eufemioo, forse, secondo alcuni storici, potrebbe anche derivare dal Eufemio di Sicilia,
una figura leggendaria che nel IX secolo si dice abbia fatto
arrivare in Sicilia i
mercenari musulmania difesa del trono, lasciando loro la successiva conquista
dell'isola. La veduta di quello che oggi rimane dell'antica
struttura fortificata è comunque suggestiva, nonostante le rovine:
in particolare si notano gli avanzi delle due torri del frontespizio
e parte della cortina. Salire su in cima al colle è consigliabile a
tutti, chi non lo fa si perde un incredibile
panoramasu Calatafimi, la campagna e l'antica Segesta.
All'italiano
comune la località è forse più nota per la grande battagliadi Calatafimicombattuta da
Giuseppe Garibaldi
e dalla
sua spedizione dei Mille
durante la liberazione d'Italia nel
1860. L'importanza storica dell'avvenimento sembra metaforicamente
raffigurarsi oggi in una sorta di geometria urbana, con il breve
tratto del
Corso Garibaldi,
principale asse stradale del paese, che si prolunga poi nel Corso Vittorio Emanuelee nella piazza
Plebiscito. Fu in
questa battaglia che Garibaldi pronunciò la celebre frase: "Qui
facciamo l'Italia o si muore".
Un memoriale, in forma di obelisco di pietra di grandi dimensioni
contenente un ossario dei resti dei caduti in battaglia, segna
attualmente la cima della collina: è il celebre
Sacrario di Pianto Romano,
posto a qualche chilometro da Calatafimi. La struttura datata 1892 e
voluta dagli stessi cittadini di Calatafimi, è caratterizzata da dei
lavori raffiguranti lo sbarco a
Marsala e la battaglia stessa.
Siamo in effetti
di fronte ad una località che sembra spuntare dalle viscere della storia. Il
famoso sito di Segesta,
ancora in fase di scavo, si trova immediatamente sopra la collina dalla
città, a circa 4 km da Calatafimi, sul monte Barbaro (400 metri slm). Fu
fondata dagli Elimi,
una delle popolazioni indigene della Sicilia, dalle origini tuttavia
sconosciute. Venne in seguito integrata dai greci,
divenendo città importante del periodo classico. Governata dai Romani,
che la rifondarono dopo la distruzione praticata nel IV secolo a.C. dal
tiranno di
Siracusa,
venne poi definitivamente abbandonata intorno al XIII secolo, dopo che fu
devastata dai Vandali.
Si ammira soprattutto il tempio
dorico del V secolo a.C., un
sito molto suggestivo in pietra dorata che riflette e quasi irradia la luce
delle calde giornate di sole. Anche se mai completato (è infatti privo di
tetto) è questo uno degli esempi meglio conservati di tempio greco. Un breve
e ripido sentiero porta ai piedi di un antico anfiteatro con un diametro di 63 metri, che fu prima greco e poi romano e dove ancora
oggi hanno sede diverso eventi
culturali, tra cui le
suggestive Albe segestiane (alle 5 del mattino!). La località è raggiungibile sia con un autobus
navetta che a piedi (per i più allenati!). I resti archeologici spaziano a
comprendere diverse altre culture, non solo quella greca e romana, ma anche
normanna con il castello portato di recente alla luce, arabo e cristiana.
Rientrati a
Calatafimi consigliamo la visita alle chiese di culto cristiano,
quelle del
Santissimo Crocifisso,
del
Carmine,
della
Madonna del Giubino,
di San Michele,
di San Giuliano,
della Madonna del Soccorsoe della
Santissima Trinità.
La prima chiesa in particolare si ammira per l'intensa architettura in
stile Barocco
e neoclassico, costruita intorno
alla metà del Settecento da
Giovanni Biagio Amico di
Trapani.
La chiesa più antica della città è la Chiesa Madrice,
XV secolo, dedicata a San
Silvestro Papa. Ad attrarre il
visitatore a Calatafimi sono anche i cosiddetti 'vicoli
spagnoli', una ventina in
tutto, lascito di un'antica cultura popolare: tra i tanti si citano il
vicolo dell'Epopea Garibaldina (in via Ten. A. Saladino), vicolo dei Massari
(in via Cap F.sco Adamo), vicolo dei Caprai e dei Pecorai (cortile Etna), il
vicolo delle Farfalle (via Pamapalone) e il suggestivo vicolo delle Origini
(via Ugo Foscolo).
Non rimane che
lasciarvi organizzare il viaggio, considerando anche la possibilità di
incontrare un folto numero di
percorsi naturalistici e storico-archeologici.
Le Terme di Segesper esempio le troviamo sempre lungo la SS 113 in direzione Alcamo,
presso la foresta sughereta di
Agimbè, Ponte Bagni,
Segesta ed altre interessanti località. Preferite il soggiorno durante le
feste patronali, in particolare
quelle del Corpus Dominicon la bella infioratadella chiesa di San Michele, e la quinquennale Festa del SS Crocifissoai primi di maggio, che pare essere indicata come una delle manifestazioni
popolari più antiche d'Italia.
Copyright © Informagiovani-italia.com. La riproduzione totale o parziale, in qualunque forma, su qualsiasi supporto e con qualunque mezzo è proibita senza autorizzazione scritta.
Se questa pagina ti è piaciuta e ti è stata utile, per favore prenota con noi un hotel o un ostello ai link che trovi in questa pagina, è un servizio di Booking, non spenderai un euro in più, ma ci aiuterai ad andare avanti, per quanto possiamo e a scrivere e offrire la prossima guida gratuitamente. Oppure se vuoi puoi offrirci un caffè (ma non ci offendiamo se ci offri una pizza :) ) con una piccola donazione:.:
Paypal
☕
Dove si trova?
|