Cristoforo Colombo è nato in Sardegna?

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E se Cristoforo Colombo non fosse il figlio di umili tessitori genovesi, bensì un nobile sardo discendente dei giudici d'Arborea? Se fosse nato in Sardegna? È la sorprendente tesi dell'autrice Marisa Azuara, che in quest'opera di ricerca riscrive completamente le origini di uno dei più grandi esploratori della Storia. Un viaggio inedito alla scoperta della vera identità di un personaggio avvolto nella leggenda..

 


di Massimo Serra

Indice

Introduzione

Per molto tempo la vera identità di Cristoforo Colombo (1436? - 1450 o 1451 - 1506), è stata argomento di speculazioni. La mancanza di fonti precise fa si che in molti casi l'origine etnica o nazionale, o il luogo di nascita dello scopritore del Nuovo Mondo, sia ancora avvolta nel mistero. Il consenso tra gli storici è che la famiglia di Colombo provenisse dalla regione costiera della Liguria, che trascorse la sua fanciullezza e prima giovinezza nella Repubblica di Genova, a Genova, nel quartiere di Vico Diritto, e che in seguito visse a Savona, dove suo padre Domenico si trasferì nel 1470. Molte prove a sostegno della tesi principale derivano da documenti riguardanti i legami familiari immediati di Colombo a Genova e le opinioni espresse dai contemporanei sulle sue origini genovesi, che pochi mettono in discussione. La storia convenzionale vuole che egli sia nato a Genova da una famiglia di umili tessitori, ma negli ultimi anni diversi studiosi hanno messo in dubbio questa versione, sostenendo origini diverse per il grande navigatore.

Una nuova ipotesi affascinante è quella presentata nel libro "Chi era Cristoforo Colombo?" dell'autrice spagnola Marisa Azuara. Attraverso una minuziosa ricerca, la Azuara formula la teoria che Colombo non nacque a Genova bensì in Sardegna, all'interno di una prestigiosa famiglia nobile, di stirpe genovese, ma trapiantata da tempo in Sardegna, imparentata coi Giudici d’Arborea (i giudicati sardi erano dei veri e proprio regno indipendenti).

L'autrice ricostruisce dettagliatamente le possibili ascendenze sarde del navigatore, ipotizzando nomi, luoghi e date. Colombo viene dipinto come un esponente dell'antica aristocrazia sarda che per ragioni politiche tenne nascosta la propria vera provenienza.

Attraverso documenti e indizi lasciati dagli eredi di Colombo, la Azuara mostra i suoi legami con diverse casate sarde, come gli Alagon e i Piccolomini/De Sena. Inoltre collega idealmente le sue imprese di esploratore con i piani di crociata del pontefice Pio II, un lontano parente.

L'autrice connette abilmente i puntini tracciando un ritratto inedito di Colombo come nobiluomo sardo con una missione dinastica. Si tratta di una lettura affascinante che, se verificata, riscriverebbe completamente la biografia di uno dei più grandi esploratori della storia. Un viaggio intrigante alla scoperta della possibile vera identità di un personaggio da sempre avvolto nel mistero.

Ma prima di addentrarci sulla tesi "sarda" di Mariza Azuara partiamo dall'ipotesi più accreditata, cioè ciò che tutti sappiamo e abbiamo imparato a scuola, cioè che Cristoforo Colombo sia nato a Genova. La maggioranza degli storici concorda che provenisse dalla regione costiera della Liguria e che trascorse l'infanzia e giovinezza a Genova e Savona. Ci sarebbero molte prove al riguardo:

  • Un documento del 1498 di Colombo stesso dice "essendo io nato a Genova...". Nel 1502 scrisse alla banca di San Giorgio di Genova "il mio cuore è sempre lì". Grafologi ritengono queste lettere autentiche.
  • Ci sono più di 100 atti notarili dell'epoca su suo padre, lui stesso e familiari che lo legano a Genova e Savona. Un documento del 1470 lo cita insieme al figlio Cristoforo debitore di un certo Girolamo del Porto.
  • La biografia del figlio Fernando e testimonianze dell'epoca di ambasciatori, storici e scrittori spagnoli, portoghesi, turchi, fiamminghi, tedeschi, ecc. concordano sull'origine genovese.
  • Alcuni documenti citano paesi come Nervi, Cogoleto, Savona come suoi possibili luoghi di nascita. Lui stesso in alcuni documenti si firmò "Columbus de Terra rubra" da Terrarossa vicino Genova.

Nel suo studio la Azuara non mette in dubbio la "Genovesità" di Colombo, tuttavia la colloca nei domini, o ex domini di Genova in Sardegna. Seguitemi e cercherò di spiegarvi e raccontarvi il suo affascinante (almeno per me), ragionamento, accompagnato da numerosi fonti e interpretazioni.

 

Un mistero che parte da lontano

Nel primo capitolo l'autrice affronta una questione fondamentale per determinare l'origine di Cristoforo Colombo: stabilire con esattezza l'anno di nascita del navigatore.

Vengono presentate le due date storicamente più accreditate: il 1436 e il 1451. La prima è compatibile con diversi riferimenti, come una lettera in cui lo stesso Colombo afferma di aver iniziato a servire i Re Cattolici a vent'anni, quindi nel 1456 circa, e con la cronaca di Andrés Bernáldez che dice che Colombo morì nel 1506 all'età di 70 anni.

La data alternativa del 1451 invece coinciderebbe con un Cristoforo Colombo figlio di Domenico e Susanna Fontanarossa, come emerge dal cosiddetto Documento Borromei del 1494. Questo documento distingue tra il Colombo di Genova e lo scopritore del Nuovo Mondo, lasciando intendere che fossero due persone diverse.

Seguendo questa interpretazione del documento, l'autrice scarta quindi la data di nascita del 1451, incompatibile con lo scopritore, e conclude che la data corretta sia il 1436. Questo è il primo tassello fondamentale per determinare l'origine di Colombo secondo il ragionamento sviluppato nel libro.

Il Documento Borromei è uno scritto risalente al 1494, quindi due anni dopo la scoperta dell'America, firmato dal conte Giovanni Borromei. In esso si afferma che:

  • Esisteva a Genova un Cristoforo Colombo figlio di Domenico e Susanna Fontanarossa.
  • Ma questi era persona distinta dal Cristoforo Colombo che aveva scoperto le Americhe.
  • Il vero scopritore in realtà si chiamava Juan Colòn, originario delle Baleari.
  • Per vari motivi politici e religiosi aveva finto di chiamarsi Cristoforo Colombo.

Quindi in sostanza il documento dimostrerebbe che lo scopritore non era il Colombo di Genova, ma una persona differente con un'altra identità, mettendo in discussione la versione tradizionale.

L'autrice però rilegge il documento in modo diverso, sostenendo che in realtà si riferisca non alle Baleari ma alla "Majona", forse zona della Corsica.

L'autrice non "smonta" direttamente la tesi che il Documento Borromei si riferisca alla "Majona" come luogo di origine di Colombo, ma piuttosto non approfondisce e non trae conclusioni definitive in merito. In particolare, nel punto in cui presenta il Documento Borromei, dice che: In origine era stato interpretato come riferimento a Maiorca da parte di Manuel Rubio Borràs. Però utilizzando nuove tecniche informatiche si è scoperto che nell'originale c'è scritto "Majona" e non "Maiorca".  Questa Majona è messa in antitesi con la Liguria, quindi potrebbe essere zona della Corsica. La Azuara non chiarisce se Juan Colòn e Cristoforo Colombo siano la stessa persona.

Il punto principale che trae è che comunque il documento dimostra come il Colombo di Genova fosse persona diversa dal vero scopritore, lasciando aperta l'interpretazione su quale fosse la vera origine di quest'ultimo.

Qual'era la vera Patria di Colombo?

La ricerca di Marisa Azuara cerca di restringere il campo per determinare la possibile patria di origine di Colombo sulla base dell'anno di nascita ipotizzato nel capitolo precedente, il 1436. Viene analizzato cosa intendevano i cronisti contemporanei quando si riferivano a Colombo come "genovese". Si argomenta che questa denominazione all'epoca non indicava la città di Genova in senso stretto, ma più genericamente i vasti territori sotto il controllo della Repubblica di Genova. Vengono quindi esaminate le varie aree che nel 1436 erano sotto dominio genovese, tra cui le colonie nel Mediterraneo orientale, la Corsica, e parti della Sardegna mai conquistate dalla Corona d'Aragona.

Sulla base di vari indizi, come l'uso del titolo nobiliare "Don", l'autrice restringe la probabile zona d'origine ai territori genovesi in Sardegna, in particolare l'area della "Saona", un'antica circoscrizione ecclesiastica che includeva diocesi sarde e corse.

Un aspetto molto interessante è quando l'autrice argomenta come Colombo, pur nascondendo la sua origine sarda, disseminasse riferimenti velati alla Sardegna nei suoi scritti. Viene messo in evidenza come in alcune lettere Colombo utilizzi termini di origine catalana come "yuso" e "suso", che erano in disuso nella lingua catalana/aragonese del tempo, essendo stati sostituiti da equivalenti castigliani durante il regno di Ferdinando I d'Aragona.

Tuttavia, queste parole risultano ancora presenti e vitali in area sarda, come dimostra ad esempio il grido di guerra di Leonardo Alagón "Arborea vaya suso y Aragón vaya yuso" (Evviva Arborea e abbasso Aragona).

Secondo l'autrice, il fatto che Colombo usi questi arcaismi linguistici catalani ancora diffusi in Sardegna è un indizio della sua origine sarda, dove tali espressioni sopravvivevano ancora nell'uso comune, a differenza della Catalogna ormai completamente "castiglianizzata".

Perchè Colombo infine si rivolse ai Re Cattolici?

Viene analizza il fatto sorprendente che nei documenti ufficiali dei Re Cattolici, Colombo non viene mai qualificato come cittadino genovese, ma piuttosto come "suddito e naturale dei nostri Stati". Questa denominazione implica che Colombo fosse originario di uno dei territori governati dai sovrani di Castiglia o Aragona. Tuttavia, nei documenti castigliani Colombo è indicato come straniero. Una apparente contraddizione. L'autrice esamina quindi le acquisizioni territoriali della Corona d'Aragona tra il 1436 (data di nascita ipotizzata di Colombo) e il 1492, quando vennero emessi i documenti che lo qualificano come suddito naturale. In quel periodo i soli territori annessi furono feudi confiscati in Sardegna. Inoltre, uno dei fratelli di Colombo, Diego, dopo essere diventato ecclesiastico, prese la cittadinanza castigliana, cosa consentita solo a nativi degli Stati aragonesi. In sintesi, l'insieme di questi indizi porta l'autrice a concludere che l'origine di Colombo era molto probabilmente la Sardegna, nei territori passati sotto dominio aragonese dove la cittadinanza genovese era ancora riconosciuta.

Chi era la vera famiglia di Cristoforo Colombo?

L'autrice cerca di identificare la famiglia di origine di Cristoforo Colombo, basandosi sulla tesi sviluppata precedentemente che fosse nato in Sardegna intorno al 1436.

Vengono presentati alcuni indizi che farebbero propendere per un'origine nobile:

A. Il trattamento da "nobilem" riservatogli dai Re Cattolici prima ancora che gli fossero concessi privilegi ufficiali;

B. Il riconoscimento da parte dei sovrani del suo stemma araldico di famiglia:

In particolare, viene analizzato il permesso di utilizzare il titolo di "Don" davanti al nome, onorificenza tipica della nobiltà giudicale sarda.

Questi elementi portano a focalizzare la ricerca sulle famiglie dei giudici sardi e dei marchesi di Oristano. Un'ulteriore restrizione viene dal riferimento del figlio Fernando Colombo a "terra rubra" come luogo d'origine del padre.

L'autrice ricostruisce come l'unica famiglia nobile che risponde a queste caratteristiche sia quella dei De Sena Piccolomini, visconti di Sanluri e discendenti dei marchesi di Oristano, che nel 1477 andarono in rovina dopo una ribellione anti-aragonese finita male.

Vengono forniti vari riscontri sul possibile legame tra Cristoforo Colombo e questa casata, come l'omaggio al luogo d'origine da parte del figlio Diego.

Chi erano i veri genitori di Cristoforo Colombo?

Dopo aver ipotizzato l'appartenenza di Colombo alla famiglia nobile sarda De Sena Piccolomini, Marisa Azuara cerca di ricostruire la sua ascendenza e identificare i possibili genitori. Viene tracciata la genealogia dei De Sena Piccolomini, mettendo in luce come tra i discendenti di Pedro de Sena non compaiano il nome di Cristoforo né altri membri della famiglia non altrimenti identificati.

Tuttavia, nella discendenza di Salvador de Sena e Isabela Alagón si rinvengono tre figli maschi di cui non si conoscono i nomi, costretti a fuggire dalla Sardegna, le cui vicende sembrano combaciare con quelle di Colombo e del fratello Bartolomeo rifugiati a Lisbona in Portogallo.

In particolare, viene messo in evidenza come Colombo abbia dato il nome "Isabela" alla prima città da lui fondata e "Salvadori" alla prima isola scoperta, possibili omaggi ai genitori.

Inoltre, la nave che Colombo possedeva in Portogallo e che fu affondata dai corsari inglesi combacia con quella che i figli di Salvador de Sena avevano portato con sé nella fuga.

Sulla base di questi indizi, l'autrice formula l'ipotesi che i genitori di Colombo fossero proprio Salvador de Sena Piccolomini e Isabela Alagón d'Arborea, esponenti dell'antica nobiltà sarda.

Dove nacque veramente Cristoforo Colombo?

Dopo aver identificato i probabili genitori di Colombo, l'autrice cerca di restringere il campo per determinare il possibile luogo di nascita del navigatore. Partendo dal presupposto della sua origine nobile sarda, si limitano le opzioni ai feudi che la famiglia De Sena Piccolomini possedeva sull'isola. Il più importante era il castello di Sanluri, sede del loro viscontado.

Tuttavia, sulla base di alcuni riferimenti del figlio Fernando, l'autrice esclude che Colombo fosse nato in un castello o fortezza rurale. Più probabilmente la sua origine era in una città. Questo restringe le ipotesi a Cagliari e Oristano, dove i De Sena avevano proprietà e palazzi nobiliari. L'autrice menziona per completezza anche Sanluri, emblema del casato, sebbene non fosse un centro urbano. Non essendoci registri battesimali o documenti definitivi dell'epoca, non è possibile stabilire con assoluta certezza dove Colombo sia nato.Tuttavia, in base alle proprietà e residenze note della famiglia in aree urbane, l'autrice restringe le opzioni più probabili a Cagliari e Oristano, lasciando comunque aperta la questione.

In che rapporti era Colombo con i Piccolomini?

L'autrice per cercare di rispondere a questa domanda esamina i legami di Cristoforo Colombo con il ramo principale della famiglia Piccolomini stabilitosi a Siena. Secondo l'ipotesi del libro, se Colombo fosse stato un Piccolomini come sostenuto, avrebbe fatto parte della cerchia familiare, data l'importanza della casata che annoverava due papi, Pio II e Pio III.

Vengono riportate anche varie possibili tracce lasciate dal navigatore a Siena:

  • Una tradizione locale vuole che Colombo abbia studiato nell'università cittadina e abbia donato ex voto alla Vergine di Fontegiusta un osso di balena, un elmo, una spada e uno scudo, conservati ancora oggi.
  • Un suo presunto ritratto nella contrada dell'Istrice che racconta l'epopea della scoperta dipinto da Sebastiano del Piombo.
  • La sua presenza negli affreschi della Libreria Piccolomini in Duomo accanto a Pio II, raffigurato come il "Nuovo Tiphys".
  • Il possesso della Historia Rerum di Pio II con sue annotazioni manoscritte, indicata da Colombo stesso come guida per la scoperta.

L'autrice argomenta come questi indizi testimonino la stretta vicinanza tra Colombo e i Piccolomini, avvalorando l'ipotesi della parentela.

Perchè Cristoforo Colombo fu costretto a nascondere le sue origini?

Marisa Azuara spiega come non fu una scelta del navigatore quella di nascondere le proprie origini, ma piuttosto l'effetto della "sentenza di fellonia" emessa nel 1477 contro la famiglia De Sena Piccolomini dopo la rivolta anti-aragonese in Sardegna capeggiata dal parente Leonardo Alagón.

Colombo si vide quindi costretto a occultare il proprio vero nome e lignaggio per proteggere la sua famiglia. I presunti partecipanti al complotto vennero imprigionati in un carcere aragonese. Il progetto di esplorazione transoceanica, data la posizione precaria in cui versava la sua famiglia poteva non venire mai portato a compimento. Ciò nonostante, viene messo in luce come Colombo e i suoi figli cercarono comunque di far trapelare indizi sulla sua origine sarda, nei limiti del possibile, tra i quali:

  • Riferimenti all'isola nelle lettere di Colombo
  • Imposizione di nomi sardi alle località scoperte nelle Americhe
  • Rivelazioni velate del figlio Fernando nei suoi scritti
  • Viene spiegato come la Corona d'Aragona avesse tutto l'interesse a cancellare le tracce dell'origine sarda di Colombo, per evitare rivendicazioni indipendentiste nell'isola.
     

Quali erano i rapporti di Colombo con Re Cattolici?

Alla luce della tesi esposta nel libro vengono analizzati i complessi rapporti tra Cristoforo Colombo e i Re Cattolici. In particolare, viene contestualizzata la spedizione di Colombo nel quadro del progetto di Crociata Universale lanciato da papa Pio II nel 1459, ma rimasto incompiuto. Colombo è presentato come colui che riprese idealmente tale missione.

Vengono illustrate le difficili trattative tra Colombo e il re Ferdinando II d'Aragona, che portarono agli accordi di Santa Fé del 1492. Si ipotizza che dietro vi fosse un tentativo di Colombo di ottenere la liberazione dei suoi parenti imprigionati in seguito alla rivolta anti-aragonese in Sardegna.

L'autrice evidenzia la coincidenza temporale tra la liberazione dei fratelli del marchese Leonardo Alagón e la concessione dei privilegi a Colombo, indicandola come prova di un accordo segreto. Anche il mancato adempimento da parte di Ferdinando II della promessa di concedere al figlio di Colombo i feudi di famiglia in Sardegna viene letto in tale ottica.
 

Le connessioni tra gli amici di Colombo e la Sardegna

Marisa Azuara passa ad analizzare le figure degli amici e collaboratori di Cristoforo Colombo, mettendone in luce i legami con la Sardegna a supporto della tesi sulle origini sarde del navigatore.

Vengono esaminate le biografie di Luis de Santángel, Gabriel Sánchez, Juan Cabrero, Diego de Deza, Rodrigo Borgia (papa Alessandro VI), Jaime Ferrer de Blanes, fra Bernardo Boyl, Miguel Ballester, Juana de Torres, Michele Cuneo e Bartolomeo Fieschi.

Per ognuna di queste figure storiche vengono evidenziati elementi quali:

  • Discendenze da famiglie catalane o aragonesi con interessi in Sardegna
  • Legami di parentela con nobili sardi
  • Possedimenti nell'isola
  • Incarichi politici in Sardegna dopo la morte di Colombo
  • Strategie matrimoniali delle famiglie tese a legarsi con il viscontado di Sanluri

Secondo l'autrice, la fitta rete di connessioni sarde di queste figure chiave avvalora la tesi di un legame segreto con il navigatore e la sua presunta origine sarda.

Una cosa molto interessante che l'autrice accenna all'interno della stesso contesto parla di un possibile parente del navigatore che partecipò ad una delle spedizioni nelle Americhe. In particolare, si fa riferimento al fatto che in una delle spedizioni di Colombo vi era, come capitano di una nave, un certo Juan Antonio Colombo, che però il figlio di Colombo, Fernando, nelle sue cronache chiama in realtà Juan Antonio Piccolomini. La vera indentità di quest'ultimo doveva essere tenuta segreta per le ragioni che l'autrice ha spiegato precedentemente.

I successori di Colombo e il Regno di Sardegna

Marisa Azuara esamina le genealogie dei discendenti di Cristoforo Colombo, mettendo in evidenza i loro legami con la Sardegna. Vengono analizzate le dinastie dei due figli riconosciuti di Colombo, Diego e Fernando, soffermandosi sui matrimoni dei nipoti Isabel e Maria Colón, figlie di Diego.

Isabel sposò Jorge de Portugal, imparentato con il duca di Braganza coinvolto nella congiura che costrinse Colombo a fuggire dal Portogallo. Ciò viene letto come un tentativo di preservare i diritti della nonna paterna di Isabel.

Più significativi appaiono i legami dinastici intessuti da Maria Colón, andata in sposa a nobili spagnoli imparentati con famiglie sarde. Anche i suoi figli contrassero matrimoni con esponenti delle casate sarde Ana Centelles e Castelví de Sanluri.

Secondo l'autrice, l'evidente attrazione dei discendenti di Colombo verso legami con la Sardegna è spia dell'interesse a recuperare antichi possedimenti e diritti feudali nell'isola, prova delle origini sarde del navigatore.

Conclusioni

Nelle conclusioni l'autrice ripercorre sinteticamente i punti chiave della tesi sviluppata nel libro circa l'origine sarda di Cristoforo Colombo e la necessità di riscriverne la biografia ufficiale. Marisa Azuara sottolinea come l'identità di Colombo rimanga tuttora avvolta nel mistero e nessuna delle ipotesi avanzate in passato (origini genovesi, catalane, portoghesi ecc.) sia pienamente convincente e priva di incongruenze.

La tesi di un'origine sarda spiegherebbe invece molti lati oscuri:

  • L'uso del titolo nobiliare "Don"
  • I riferimenti velati ma continui all'isola da parte sua e dei figli
  • Il trattamento da suddito dei sovrani spagnoli
  • I legami con nobili sardi
  • L'ossessione per la crociata di Pio II, suo presunto parente

La Azuara argomenta che Colombo dovette nascondere tale origine per proteggere la spedizione dopo la caduta della sua famiglia. Ma gli indizi disseminati rivelano un personaggio diverso dal presunto figlio di un semplice tessitore genovese. Si conclude che solo una revisione basata su una nuova ipotesi sarda può colmare i vuoti storiografici e comprendere appieno la portata di questa figura universale.

Infine l'autrice nelle conclusioni affronta brevemente le principali tesi alternative circa i luoghi di origine di Cristoforo Colombo, smontandone punto per punto la validità:

  • Sull'ipotesi Genova, obietta che Colombo non scrisse mai in italiano e i Re Cattolici lo definirono suddito, non genovese.
  • Sulla teoria di origini catalane, fa notare come Colombo non si dichiarò mai catalano e nessuno lo qualificò tale. Se lo fosse stato, probabilmente Ferdinando II d'Aragona avrebbe diffuso tale voce.
  • Riguardo all'origine galiziana, ricorda che tale teoria si basava su documenti poi dimostrati falsi dalla Real Academia de la Historia di Madrid. Inoltre in Castiglia Colombo era considerato straniero.
  • Sulla possibile origine portoghese, evidenzia come le fonti portoghesi dell'epoca lo citino sempre come genovese.
  • Infine, sulle ipotesi baleariche come Minorca o Maiorca, sottolinea che un nativo di quelle isole non avrebbe mai potuto essere genovese in senso proprio. Inoltre non esistono tracce concrete del suo passaggio nell'arcipelago.

In modo sistematico l'autrice contrappone a ciascuna delle tesi alternative fatti e argomentazioni che ne mostrano l'inverosimiglianza o la debolezza, rispetto alla sua ipotesi di un'origine sarda.

Sempre nelle sue conclusioni la Azaura sostiene che dopo la conquista della Sardegna, gli Aragonesi prima e gli Spagnoli poi misero in atto una sistematica "damnatio memoriae", cioè una condanna della memoria storica, con lo scopo di cancellare ogni traccia del periodo giudicale e dei sovrani sardi precedenti. Questo per evitare che potessero sorgere rivendicazioni indipendentiste sull'isola, utilizzando come simbolo gli antichi giudici. Per questo non si conoscono nemmeno i luoghi delle loro sepolture, distrutti dagli invasori.

Secondo l'autrice, anche l'origine sarda di Cristoforo Colombo fu occultata per gli stessi motivi, temendo che la figura del grande scopritore potesse essere utilizzata dai sardi come vessillo di libertà dal dominio straniero.

Quindi gli spagnoli eliminarono tracce e indizi delle radici sarde di Colombo, cercando di far passare la versione ufficiale delle umili origini genovesi. Solo così si spiegherebbe la totale mancanza di riferimenti a Colombo in Sardegna, nonostante gli indizi della sua appartenenza alle nobili casate locali.

Alcune delle fonti usate dalla Azuara per il suo libro:

Sulla base delle informazioni fornite, sembra che l'autrice Marisa Azuara abbia utilizzato le seguenti fonti principali nella sua ricerca:

- Documenti d'archivio originali, come il Documento Borromei (1494), l'istruttoria di un procedimento celebratosi a Siviglia sulla detenzione di perle, documenti dell'Archivio Casa de Alba, documenti dell'Archivio delle Indie, etc.

- Opere di storici coevi a Cristoforo Colombo, come Andrés Bernáldez ("Historia de los Reyes Católicos don Fernando y doña Isabel", 1500), Michele Cuneo (lettere del 1493), Hernando Colón ("Historia del Almirante don Cristóbal Colón", 1537).

- Scritti originali di Cristoforo Colombo, come il suo diario di bordo del primo viaggio (1492-93), il suo "Libro de las profecías" (1505 circa) e la sua corrispondenza.

- Opere di genealogia e araldica, come "Creación, Antichità e Privilegi dei Titoli di Castiglia" di D.J. Berni y Catalàn (1769), "Origen del Cavallerato y de la Noblesa de varias familias del Reyno de Cerdeña" di V. Amat di San Filippo (1875).

- Cronache e documenti degli archivi del Regno di Sardegna (oggi in gran parte conservati presso l'Archivio di Stato di Cagliari).

- Studi critici di altri ricercatori che hanno affrontato l'argomento, come H. Vignaud ("Historiae critique de la Grande entreprise de Christophe Colomb", 1911).

Oltre a queste, la studiosa attinge anche a numerose altre fonti secondarie di carattere storico, genealogico e geografico per contestualizzare la sua ricerca.

 

Tesi alternativa alla tesi "sarda"

Tra le tante tesi alternative che mi sono capitate di leggere sul luogo di nascita e sul personaggio Colombo, mi ha convinto particolarmente una. In un lungo articolo per la rivista Episteme, il matematico Umberto Bartocci autore del volume America: una rotta templare, esprime una sua teoria per cui Colombo era figlio illegittimo della stessa famiglia di origine piacentina da cui deriverebbe la sua prima moglie, confrontando una serie di documenti, tra cui il già citato Documento Borromei, facendo, da buon matematico un ricomposizione logica di tutte le domande a cui la sua tesi cerca di rispondere in modo convincente.

L'articolo comincia analizzando le molte incertezze che sussistono sulla vita e l'identità del grande navigatore Cristoforo Colombo. In particolare, l'autore sottolinea come non vi siano notizie certe sul luogo, l'anno di nascita e la famiglia d'origine di Colombo, dal momento che lo stesso navigatore e i suoi più stretti parenti furono i primi responsabili di mantenere un alone di mistero su questi aspetti.

Secondo l'articolo, non c'è certezza sul luogo esatto di nascita di Cristoforo Colombo. L'autore cita la testimonianza dello storico spagnolo Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés, il quale indicava che Colombo nacque nella località di "Cugureo", che alcuni identificano con l'attuale Cuccaro Monferrato in provincia di Alessandria, altri invece con Cogoleto in Liguria.

Bartocci passa in rassegna le molte ipotesi avanzate nel corso dei secoli circa le origini di Colombo, da quella genovese più accreditata a tesi più ardite come una presunta discendenza dalla famiglia papale dei Cybo o addirittura l'inesistenza storica di Colombo. Tuttavia, l'autore sottolinea che la questione del luogo di nascita è di importanza minore rispetto all'origine familiare di Colombo. Ciò che conta per l'autore è stabilire il legame diretto con la famiglia piacentina dei Pallastrelli, non l'eventuale appartenenza di Colombo ad una famiglia Colombo presente nel luogo di nascita.

L'autore ritiene che il mistero intorno all'identità di Colombo nasconda in realtà qualcosa di importante ai fini della comprensione degli eventi storici ad esso collegati. In particolare, riprende la testimonianza dello spagnolo Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés, che indica una discendenza di Colombo dalla nobile famiglia piacentina dei Pallastrelli.

Questo particolare viene ignorato dalla storiografia tradizionale, che lo interpreta come un riferimento al legame acquisito da Colombo in seguito al matrimonio con Felipa Moniz Perestrello, discendente del ramo portoghese dei Pallastrelli. L'autore ritiene invece che si tratti di un legame diretto tra Colombo e questa famiglia.

Ciò spiegherebbe molti aspetti oscuri, come il trasferimento di Colombo in Portogallo dove vivevano i Perestrello, il suo matrimonio con Felipa, i suoi legami con gli esploratori e gli eredi di quelli che erano i cavalieri templari portoghesi. L'autore ipotizza che Colombo fosse figlio illegittimo di Bartolomeo Pallastrelli e di Susanna Fontanarossa, successivamente affidata a Domenico Colombo.

Da qui deriverebbero le mistificazioni sulla sua identità, volte a celarne l'illegittimità e forse l'origine ebraica, malvista all'epoca. Bartocci sottolinea l'importanza di riconoscere il ruolo di ebrei e degli eredi dei templari nella vicenda della scoperta dell'America. Colombo poté così venire a conoscenza del progetto portoghese di esplorazione oceanica e tentare di anticiparlo, conoscenza acquisita grazie ai suoi parenti Pallestrelli e ai discendenti dei cavalieri templari in Portogallo.

Secondo quanto riportato nel testo, in Portogallo gli eredi dell'ordine dei templari presero il nome di Cavalieri di Cristo (in portoghese Ordem dos Cavaleiros de Cristo). Questo ordine nacque nel 1319, quando il re Dionigi del Portogallo ottenne dal papa Giovanni XXII il permesso di istituire un nuovo ordine cavalleresco che raccogliesse i possedimenti dei templari in Portogallo dopo lo scioglimento dell'ordine deciso da papa Clemente V nel 1312.

I Cavalieri di Cristo mantennero molte delle caratteristiche e degli obiettivi dell'ordine templare, tra cui la volontà di conquistare nuove terre per costituire un "nuovo mondo". Ebbero un ruolo chiave nelle esplorazioni marittime portoghesi del XV secolo. L'autore sottolinea che il Portogallo, regno fondato dai templari nel 1143, era il centro del progetto di esplorazione oceanica per la scoperta di nuove terre, progetto portato avanti dall'Ordine dei Cavalieri di Cristo e di cui Colombo venne probabilmente a conoscenza tramite i suoi legami familiari con tale ordine.

Enrico il Navigatore, al secolo Dom Henrique de Avis, infante del Portogallo (1394-1460), era il figlio terzogenito del re Giovanni I e fratello del re Duarte I, ebbe un ruolo fondamentale nel progetto di esplorazione oceanica portoghese.  A partire dal 1420 fu governatore dell'Ordine dei Cavalieri di Cristo in Portogallo. Nel 1416 fondò il centro di ricerca e formazione per la navigazione di Sagres, nell'estremo sud del Portogallo, che divenne il cuore delle esplorazioni marittime portoghesi. Enrico radunò a Sagres scienziati e navigatori con l'obiettivo di sviluppare le conoscenze scientifiche e tecniche necessarie per viaggiare nell'oceano Atlantico, come la determinazione della longitudine e della latitudine.  Sotto la sua guida partirono le prime spedizioni che esplorarono la costa africana. Enrico morì nel 1460 senza essere riuscito a raggiungere personalmente le "Indie", ma gettando le basi per le future scoperte oceaniche. Colombo entrò in contatto con questa rete di esploratori e scienziati legati a Enrico il Navigatore tramite il suocero Bartolomeo Perestrello, che era stato al servizio di Enrico.

Riassumendo il punto principale della Tesi "Paletrelli"

L'autore dell'articolo, Umberto Bartocci, avanza l'ipotesi che Cristoforo Colombo fosse in realtà un figlio illegittimo, frutto della relazione tra il nobile Bartolomeo Pallastrelli e una donna di origine ebraica di nome Susanna Fontanarossa.

Le principali prove addotte a sostegno di questa tesi sono:

- La testimonianza dello storico spagnolo Gonzalo Fernández de Oviedo, che parlava di una discendenza diretta di Colombo dalla famiglia Pallastrelli, non di un legame acquisito per via di matrimonio.

- Il trasferimento di Colombo in Portogallo dove viveva il ramo dei Perestrello, imparentati coi Pallastrelli.

- Il matrimonio di Colombo con Felipa Perestrello, di nobili origini, difficilmente spiegabile se Colombo fosse stato un plebeo.

- L'ipotesi che Domenico Colombo, indicato nei documenti genovesi come padre di Cristoforo, in realtà lo riconobbe solo in seguito, per regolarizzare la sua posizione.

- Il fatto che i documenti genovesi su Domenico Colombo e Susanna Fontanarossa risalgono a dopo la presunta data di nascita di Cristoforo (1451).

- La volontà di Colombo e dei familiari di mantenere i segreti e le incertezze sulla sua nascita.

Secondo l'autore, Colombo e suo fratello Bartolomeo sarebbero stati entrambi figli illegittimi di Bartolomeo Pallastrelli e Susanna Fontanarossa, in seguito affidati a Domenico Colombo. L'obiettivo era nascondere l'illegittimità e forse l'origine ebraica, malvista all'epoca.

Secondo l'autore, l'ipotesi da lui proposta sull'illegittimità e l'origine ebraica di Colombo darebbe risposta a diversi interrogativi rimasti insoluti dalle altre teorie:

- Perché Colombo si trasferì improvvisamente in Portogallo? Risposta: per cercare aiuto dai parenti Perestrello.

- Come mai Colombo riuscì a sposare la nobile Felipa Perestrello? Risposta: grazie alla parentela coi Pallastrelli.

- Perché lasciò poi il Portogallo per la Spagna? Risposta: delusione per l'impossibilità di avanzamenti nell'Ordine Cavalieri di Cristo data la nascita illegittima.

- Come fece ad entrare in contatto con esploratori e Cavalieri di Cristo portoghesi? Risposta: tramite il suocero Bartolomeo Perestrello al servizio di Enrico il Navigatore.

- Perché mantenne segreti su nascita e origini? Risposta: per celare l'illegittimità e l'ebraicità delle sue origini. Ricordiamo che pochi anni dato gli ebrei sarebbero tutti stati espulsi dalla Spagna.

- Come apprese nozioni scientifiche e piani di esplorazione oceanica portoghesi? Risposta: tramite i suoi legami familiari.

- Come spiegare i documenti genovesi contraddittori? Risposta: furono creati dopo per regolarizzare la sua posizione.

Molti punti oscuri troverebbero così spiegazione in base alla ricostruzione proposta dall'autore, a differenza di altre ipotesi che lasciano insoluti diversi interrogativi.


La vita di Cristoforo Colombo è avvolta da troppe ombre e interrogativi insoluti perché si possa credere che la storia tramandataci sia completa e veritiera. Un uomo che ha compiuto un'impresa eccezionale come la scoperta dell'America, cambiando per sempre la percezione che l'umanità aveva di sé e del mondo, non può non destare grande curiosità intorno alle proprie origini e alla propria identità.

Eppure, le notizie che possediamo su nascita, famiglia, gioventù del grande navigatore sono scarne, confuse, contraddittorie. Perché Colombo in prima persona, e i suoi discendenti, fecero di tutto per avvolgere d'incertezza questi aspetti? Perché nasconderli, se Colombo era soltanto un umile figlio di un tessitore genovese?

Forse la realtà era ben più complessa. Forse quel cognome "Colombo" fu assunto solo in seguito per mascherare una scomoda illegittimità. Forse il legame diretto con la famiglia nobile piacentina dei Pallastrelli, provato dalle testimonianze dell'epoca, cela il vero segreto delle origini del navigatore. Forse da questo legame deriva la spiegazione di molti punti oscuri: la partenza per il Portogallo, il matrimonio insperato con Felipa Perestrello, i contatti con gli esploratori templari, la conoscenza dei piani segreti di navigazione verso Occidente.

Se questa ipotesi fosse vera, tutto acquisterebbe un senso diverso. Non sarebbe più la favola romantica dell'uomo del popolo che realizza un sogno ritenuto chimera. Sarebbe la storia ben più complessa di un uomo in cerca del proprio riscatto, desideroso di dimostrare il proprio valore nonostante la nascita illegittima, determinato a entrare nella storia a dispetto degli ostacoli frapposti dalle gerarchie nobiliari del tempo.

Forse la scoperta dell'America non fu un fulmine a ciel sereno, ma il frutto di una lunga gestazione scientifica e culturale alle spalle di Colombo. Forse egli ne fu l'esecutore finale, più che l'ideatore solitario. Forse la sua impresa si inserisce nel solco di una tradizione esoterica e iniziatica, quella dei cavalieri templari, che vedevano oltre l'orizzonte del mare il sogno di un mondo nuovo.

Ecco perché è importante sciogliere il mistero sulle origini di Colombo. Perché dietro quell'enigma si nasconde una verità storica più profonda, che ci potrebbe svelare i retroscena meno noti di uno degli eventi fondativi della modernità.

Bibliografia usata da Bartocci per il suo articolo

Ecco la bibliografia dei testi citati e menzionati nell'articolo "La vera identità di Cristoforo Colombo"di Umberto Bartocci:

- Bartocci U., America; una rotta templare. Un'ipotesi sul ruolo delle società segrete nelle origini della scienza moderna, dalla scoperta dell'America alla Rivoluzione copernicana, Ed. Della Lisca, Milano, 1995.

- Bartocci U., Alle origini della costruzione dell'immagine scientifica del mondo: un problema storiografico, in Mamone Capria M. (a cura di), La costruzione dell'immagine scientifica del mondo - Mutamenti nella concezione dell'uomo e del cosmo dalla scoperta dell'America alla Meccanica quantistica, Edizioni Città del Sole, Napoli, 1999.

- Orbegiani I., Se Dio vuole ... (e Chiesa acconsente...) - SAN CRISTOFORO COLOMBO Figlio del Papa genovese Innocenzo VIII e uomo mandato dalla Chiesa, Roma, luglio 2000.

- Fernández de Oviedo y Valdés G., Historia general y natural de las Indias, Islas, y Tierra Firme del Mar Océano, Siviglia, 1535.

- Gambara L., De navigatione Christophori Columbi libri quattuor, Roma, 1583.

- Baldacci O., Roma e Cristoforo Colombo, Ed. Olschki, Firenze, 1992.

- Luzzana Caraci I., Colombo vero e falso, Sagep Ed., Genova, 1989.

- Taviani P.E., Cristoforo Colombo - La genesi della grande scoperta, De Agostini, Novara, 1982.

- Colombo F., La vera storia di Cristoforo Colombo - verità e leggenda nel racconto del figlio, a cura di Asciuti C., Fratelli Melita Ed., Genova, 1989.

Cristoforo Colombo è nato in Sardegna?

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