VISITARE BRISIGHELLA : INFORMAZIONI E PICCOLA GUIDA
   
Nel cuore
della Romagna, l'incantevole borgo di Brisighella, si trova in una delle
zone più ricche di ricordi storici che testimoniano dell'arte e della
cultura del nostro paese. Situato sulla strada panoramica che collega
Firenze con Faenza, da Brisighella si possono raggiungere moltissime città tra cui
Ravenna,
Bologna,
Firenze e
Ferrara.
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Tra le
molte bellezze da visitare nella cittadina ci sono,la Rocca del 1300, ora
sede del
Museo della Civiltà Contadina, la Torre
dell'Orologio
del 1200, il Santuario del Monticino, la Collegiata del 1600, il Convento
dell'Osservanza,
le Chiese di San Francesco e Santa Croce, la Pieve di Ottano e tanti altri
luoghi come
il Parco Carnè e la Croce di Rontana. Molte visitatori arrivano a Brisighella per venire alle terme, aperte da
metà maggio a
fine ottobre. Le Terme di Brisighella sono state aperte nel 1962 con la
costruzione del
primi stabilimento.
Spesso la
nascita di un borgo è suggerita dalle condizioni naturali dell'uomo.
Brisighella, o meglio castrum Baghelle o Bassichelle, fondata nel 1290 da
Maghinardo Pagani di Susinana, poteva contare su diversi fattori: la
vicinanza al fiume Lamone; l'esistenza di un crocicchio di strade, alcune
già battute in epoca romana; la presenza del gesso come risorsa estrattiva;
la morfologia dell'uomo con pareti e baluardi naturali che avrebbero
facilitato la difesa. Crebbero così, su una collina gessosa, due
fortificazioni: la primitiva Torre di Maghinardo, poi divenuta Torre
dell'Orologio, e, poi, nel Cinquecento, sull'altra altura, la Rocca.
Da qui
nacque anche l'immagine più caratteristica di Brisighella: il suo profilo,
dominato da tre colline, in cima alle quali si ergono i monumenti più
rappresentativi. Ma a essi si aggiungono spesso le atmosfere, ora terse, ora
nebbiose, della fascia pedecollinare romagnola curiosamente punteggiate
di cipressi e da ginestre come in Toscana o disegnate in rette e filari dai
pioppi e dei salici della Pianura Padana. Insomma una felice terra di
incontro sovente è ben rappresentato nelle opere grafiche di Giuseppe Ugonia,
Artista novecentista, faentino di nascita ma Brighellese d' adozione.
Cuore
del centro è l'immensa Piazza Marconi, con l'imponente Palazzo
Comunale neoclassico, dominata dal cosiddetto "Trittico": i tre colli
sul quali troneggiano la Torre civica dell'Orologio, la Rocca di
Maghinardo (dal nome del condottiero fiorentino che fondò Brisighella) e
la Rocca dei Veneziani. La piazza è tagliata in due dalla via degli Asini,
un passaggio coperto che permetteva agli abitanti di comunicare con
l'esterno in caso di assedio. Oltre alle sue bellezze Brisighella può
vantare anche meravigliosi prodotti che permettono alla cucina locale di
avere una ricchezza di creazione sorprendente.
La Torre
dell'Orologio, sulla prima altura, ospita un'esposizione di strumenti per
la misura del tempo fra cui la riproduzione del celebre pendolo di Foucault.
Un lieve conca, ancora tenuta a vigneto, separa il primo colle dal secondo,
chiamato "Frisone" e dominato dalla rocca. Sebbene iniziata nel 1310 da
Francesco Manfredi, signore di Faenza, il suo attuale aspetto
deriva dagli
interventi voluti nel 1457 da Astorgio II Manfredi e, successivamente, nel
1530, dai veneziani, che eressero la torre maggiore. In questa munita
fortezza, fra le meglio conservate della regione, si trova oggi il Museo
del lavoro contadino nelle vallate del Lamone, Marzeno, Senio. Il terzo
poggio, detto di Monticino, accoglie il Santuario della Madonna, un
tempietto del settecento pensato per accogliere un'antica immagine in cotto
della Madonna con il Bambino.
Il borgo si sviluppò, allungato da est a ovest
del pianoro sottostante la collina dei tre poggi cosa, ma a ridosso di una
rupe gessosa dalla quale si
cavava il prezioso materiale. La
ristrettezza degli spazi ingegnò gli abitanti che aprirono all'interno della
cortina edificata un lungo portico passante, una vera e propria strada
coperta (oggi ne resta solo la parte centrale, la cosiddetta via degli
Asini, che bisogna visitare) dove transitavano le carovane degli asini e dei
muli che, carichi di gesso, olio, vino, labe e seta, si accingevano a
partire per Firenze o per Venezia. Al livello del portico si aprivano le
stalle, al piano inferiore immagazzini e le cantine, a quelli superiori gli
alloggi dei mercanti.
Nel
Palazzo
dell'ex Pretura è ospitato il Museo civico Giuseppe Ugonia, dedicato al
lavoro e alle opere del citato artista. Il museo raccoglie anche i dipinti
provenienti da chiese cittadine e del territorio. La Collegiata dei Santi
Michele Giovanni Battista si trova nella parte più bassa dell'abitato. È un
edificio seicentesco disegnato dal fiorentino Gherardo Silvani che contiene
alcuni dipinti di buon interesse fra cui una Adorazione dei Magi del
forlivese Marco Palmezzano. Un altro edificio sacro, degno di visita, è la
Chiesa di Santa Maria degli Angeli o dell'Osservanza, unita al relativo
convento. Sorse nel XVI secolo per volontà del munifico Girolamo Bacchi
della Lega. Conserva
una pala d'altare, anche essa di mano di Marco Palmezzano, del 1520.
A
non grande distanza dal capoluogo si trova la Pieve di San Giovanni in Octavo o del Tho
perché posta all'ottavo miglio, partendo dalla via Emilia,
della via romana Faventina. Viene citata una prima volta in un documento del
909 a capo di una giurisdizione che comprendeva tutti villaggi della vallata
del Lamone (le appartenevano ben 22 chiese). Una tradizione vorrebbe che
l'edificio plebano, nelle forme consuete dell'architettura romanica pianta
basilicale, fosse sorto sulle rovine di un tempio dedicato a Giove Ammone
e la dovizia di ritrovamenti di epoca romana, molti reimpiegati nella Chiesa
stessa, ne darebbe oltremodo credito. Le sue
forme attuali discendono da un intervento ricostruttivo del 1572 l'interno è
abbellita da diverse opere d'arte: statue e dipinti di artisti faentini, un paliotto in arenaria di arte barbarica o longobarda (VI-VII secolo), un
Crocifisso senese del 1270, una bella opera in cotto di scuola toscana della
prima metà del XV secolo raffigurante la Madonna della Melagrana. La cripta
è un ambiente che avevo quel primitivo edificio romano.
Assolutamente imperdibili, forse è tra le prime in Italia di un genere che
ha poi aperto una vera corsa all'imitazione, le Feste medievali di Brisighella. Ogni anno, nella prima metà di luglio, la cittadina si
trasformava di sera in un animato convivio d'atmosfera in cui il periodo
storico ritorna in vita con le sue suggestioni, i colori, i canti, le
passioni, i cibi e i costumi. Ogni anno un tema particolare rinnova la
manifestazione rendendola sempre diversa e attraente. Agli organizzatori va
riconosciuto il merito di non cedere al facile folclore di una sagra
paesana ma, al contrario, di saper mantenere alto il livello delle
iniziative che soddisfano sia il semplice curioso sia il medievalista
appassionato. Tra le installazioni permanenti legate alle feste medievali si
deve citare, in via Roma, l'Antro di Ermete, ovvero la ricostruzione dello
studio di San Girolamo così come immaginato ad
Antonello da Messina nel suo
famoso dipinto (che oggi si trova alla National Portrait Gallery di
Londra). Prodotto di qualità delle colline della valle del Lamone è
il Brisighello, raffinato olio extravergine di oliva, estratto a freddo.
Compete con l'altro olio pregiato della zona, il Nobil Drupa, ricavato da
olive ghiaccioli e prodotto in quantitativi molto limitati. Tra le altre
specialità alimentari occorre citare il "formaggio conciato", fatte stagione
nelle cavità gesso così, il carciofo moretto, la pera volpina, e l'antica
razza suina della "Mora" romagnola. Qui si producono anche ottimi
formaggi e le colline circostanti sono ricchissime di tartufi.
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