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VISITARE
LONDRA - INFORMAZIONI E GUIDA.
Una delle capitali al mondo, è tra i luoghi più visitati del
pianeta, ed ha qualcosa per tutti: dalla storia, alla cultura,
al buon cibo, ai divertimenti. I suoi edifici sono pietre
miliari e icona di una biografia unica e affascinante. La
città, nonostante la Brexit (che la maggioranza dei
londinesi non ha votato), rimane una delle città più cosmopolite
del mondo.
Perché
visitare Londra? Non si sa se questa semplice
e banale domanda passi per la mente agli oltre 18/19
milioni di persone che ogni anno visitano la capitale
britannica. Forse sono semplicemente attratti dalla
fama, dal fascino e dalla storia che la contraddistingue.
Un magnete potentissimo che attira per una infinità
di motivi, che in qualche modo proveremo, in questa
nostra guida, a raccontarvi cercando di svelarvi qualcosa
che ancora non conoscete.
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Per
esempio, forse saprete già che ci sono così tanti italiani a
Londra da formare la "quinta" città italiana nel mondo, ma forse
non sapete che ci sono anche 400 mila francesi, più che in una
città come
Bordeaux.
Londra è leader mondiale nei servizi bancari e finanziari, quindi
la città con 8,7 milioni di residenti ufficiali attrae, oltre
ai visitatori che vengono ad ammirarne le bellezze, un flusso
costante di viaggiatori d'affari.
Con 43 università
- la più alta concentrazione di istruzione superiore in Europa
- è popolare con tra gli studenti e gli studiosi internazionali.
Infatti, la Londra di oggi è più internazionale che britannica.
In una città dove si contano 270 nazionalità diverse, più della
metà dei nati (58%) in città nel 2016 sono venuti al mondo da
madri nate all'estero.
In questo crogiolo umano
si va anche per fare il giro del mondo restando in una sola
grande città e allo stesso tempo per sentirsi al centro di esso.
Oltre alle icone tipiche che tutti conoscono (e sotto sotto
amano) come le cabine e gli autobus rossi, come la
Torre di Londra e la regina, poi si trovano cose
davvero incredibili, come per esempio i migliori ristoranti
indiani fuori dall'India, la miglior cucina italiana fuori dall'Italia,
un'infinità di tutto e un progresso continuo che ti fa toccare
con mano il presente e un pizzico di futuro. Ma per tutto ciò
che cambia e evolve, la città mantiene come punti fermi gli
elementi classici che l'hanno sempre contraddistinta da ogni
altra città del mondo. È per questo probabilmente che attira
e ci attira così tanto.
Se state cercando un hotel, vi consigliamo di scegliere
tra quelli offerti da
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con prezzi, foto e i commenti di chi ha soggiornato prima
di voi. Vai a
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Una sola o tante "London"?
Nemmeno chi ci abita
da sempre ha il coraggio di ammettere di conoscere Londra completamente,
tanta è rapida la sua evoluzione continua. La città turistica
ha i suoi punti fissi, imprescindibili: il
Big Ben,
la
Torre di Londra,
Buckingham Palace,
la
National Gallery
e il
British Museum,
Piccadilly Circus,
l'Abbazia
di Westminster, la
Cattedrale di St Paul,
i grandi musei, la
Battersea Power Station
immortalata dai Pink Floyd, le oasi verdi dei grandi
parchi come
Hyde Park
insieme alle vie dello shopping giovane, di lusso, dei mercatini
e delle occasioni da "gran bazar" del mondo. Ma non è tutto,
questa è solo la superficie a volte scintillante, a volte meno;
come si può immaginare ciascuno ha la "sua" opinione in merito.
Non esiste un centro vero e proprio di Londra, ma tanti piccoli
centri di altrettante piccole cittadine che si sono fuse per
far nascere la città che conosciamo oggi(Westminster, Kensington,
Chelsea, e così via).
Un po' di storia per
capire meglio...
Riassumendo
in poche parole la storia infinità di questa città, tutto cominciò
attorno al 50 d.c quando i romani costruirono il primo ponte
di legno sul Tamigi, accanto all'accampamento di Londinium,
sulla riva settentrionale del fiume. La città si sviluppò presto
grazie alla sua posizione strategica. Così il fiume fu via di
commerci, ma anche di ripetute invasioni di angli, sassoni e
vichinghi fino a quando nel XI secolo, sotto la Eduardo il
confessore, divenne capitale del regno.
Nel
1078
Guglielmo il Conquistatore
avviò la costruzione della Torre di Londra. Nel 1209
fu ricostruito il London Bridge (dopo che il primo
in legno venne distrutto dai Vichinghi) e per cinque secoli
rimase l'unico ponte della città. Da allora fu un susseguirsi
nei secoli di vorticosi cambiamenti nel segno della tradizione,
un po' come l'Orlando di Virginia Woolf. Oggi
la capitale inglese ha circa 8 milioni di abitanti e si estende
su una superficie di 625 miglia quadrate (equivalenti a più
di 1000 km quadrati) la cosiddetta "Greater London",
l'area interna alla circonvallazione M25. Un mini universo.
La
città è composta di 31 distretti (boroughs), più la
City of Westminster e la City of London (la Londra
originaria, Londinium). Un luogo vastissimo che a prima vista
sembra sempre apparentemente uguale e che invece è in costante
mutamento, perennemente attraversato, nelle sue viscere, da
un serpente inquieto che segue i percorsi tracciati dalla
metropolitana
cambiando di continuo gli itinerari. Una curiosità, sapevate
che quasi tutta Londra appartiene a tre persone: Lord Westminster,
Lord Chelsea e la Regina? Quando si compra una
casa da queste parti è solo per 99 anni, si chiama leasehold....
cool.
Questa
città ha l'obbligo di essere
cool,
termine un po' snob che intende qualunque cosa fa tendenza ma
non è ancora trendy. È il protagonista auto rigenerante
di una fuga dal conformismo che sembra infinita. Apre una breccia,
scopre un luogo e, appena il gruppo arriva, fiero d'esserci
arrivato per trapiantarci i suoi rituali omologati e omologanti,
si trasferisce altrove, sempre con l'intima convinzione d'essere
ovunque in transito. C'era un tempo, per fare un esempio non
tanto
remoto,
in cui i ragazzi della classe operaia vollero apparire belli
e presero a investire tutto quel poco che guadagnavano in pettini,
vestiti e scooter di produzione italiana. Così agghindati, uscirono
dai quartieri ghetto tipo Brick Lane e andarono alla
conquista del centro. Scoprirono Carnaby Street e la
trasformarono in una Mecca giovanilista. Li chiamarono
mods, diminutivo preso in prestito dalla musica che
ascoltavano all'inizio degli anni '50, il Modern Jazz.
I Mods erano una sottocultura
giovanile dei primi anni a metà del 1960, che venne ripresa
e rivista nei decenni successivi. Incentrata sulla moda e la
musica, la sottocultura mods aveva le sue radici in un piccolo
gruppo di giovani londinesi alla moda. Elementi significativi
dello "stile mod" includevano la moda (spesso abiti su misura),
musica (jazz, ma anche ska e R & B e, come vedremo alcune
delle grandi band inglesi) e scooter (solitamente Lambretta
o Vespa). In seguito i gusti musicali dei mods hanno trovato
sponde in alcuni dei gruppo che hanno fatto la storia della
music inglese: Led Zeppelin, Animals, Rolling
Stones, Beatles, Who e chi ne ha ne metta…
e scusate se è poco.
Crearono
una moda e la moda li seguì, arrivando in fretta sulla loro
scia e Carnaby Street che divenne quello che c'era di più
trendy in Europa. Solo che, piccolo particolare,
a quel punto, i mods già non c'erano più. Quante
mode sono passate per queste strade, a volte le nostre vite
sono così permeate da modi di fare e di vestirsi che sembrano
montagne, monumenti che resteranno lì per sempre, invece...Ora
tutti ridono delle capigliature degli anni 80, ma all'epoca
sembrava impossibile per molti pettinarsi diversamente e non
puzzare di lacca.
E
così via. Altre zone, altre strade, altri quartieri, altri locali,
altri modi per differenziarsi che finiscono per diventare stili
di vita di molti, quasi di tutti, uscendo dalla esclusività,
e allora è il momento di andare via. I quartieri dove i mods
scorrazzavano in vespa o lambretta esistono ancora, solo che
si sono trasformati, insieme alla città. A Londra hanno fatto
dell'archeologia industriale un valore architettonico e della
sostenibilità dello sviluppo un punto di merito politico.
Questi insieme di fattori
hanno fatto si che luoghi come Brick Lane, diventassero
da quartieri strappati all'abbandono, ripuliti senza sfarzo,
a meta privilegiata. Luogo di artisti con i loro atelier
e progressisti con le loro iniziative culturali e imprenditoriali
a favore dei giovani emarginati, bar, negozietti di antichità
e modernariato, decine di ristorantini indiani e internazionali
e un mercato, chiamato Spitefields, diventato alternativa
alle frenesie turistiche di Portobello. Senza nessun
danno alla multi etnicità della popolazione originaria e tutto
all'ombra dell'ex fabbrica di birra Truman, monumento
di mattoni rossi, affumicati dallo smog nel corso dei decenni,
che offre le sue immense pareti bianche degli interni a mostre
d'arte di beneficienza.
Londra e la musica
Il
segreto culturale di una vecchia città come Londra apparentemente
quasi mai fuori moda, ha tanti ingredienti, ma uno di questi
è sicuramente la musica sempre in armonia, è proprio il caso
di dirlo, fra tradizione e trasgressione: i Beatles e
Rolling Stones, sono ormai miti congelati, ma come parecchi
di voi sanno, la scena musicale inglese ha sfornato altre star
piccole e grandi a getto continuo negli ultimi 50 anni e la
loro base era ed è Londra. La musica qui è un grande livellatore
sociale: non è proprio il caso di credersi snob se una sera
il caso ci spingerà alla
Royal Albert Hall
per un po' di buona musica. L'abitudine ad assistere ai concerti
è così popolare nel Regno Unito che da un secolo la stessa
sede ospita i Promenade Concerts, familiarmente Proms,
concerti a prezzi stracciati da ascoltare in piedi "passeggiando"
nella grande sala svuotata dalle poltrone, creati apposta per
far conoscere i classici ad un pubblico il più ampio possibile.
I
luoghi sacri della musica, in una città che è il simbolo della
tradizione, non muoiono mai: piuttosto, ai vecchi se ne affiancano
di nuovi. È stato il caso del South Bank Arts Centre,
il centro artistico nazionale sulla riva Sud (del Tamigi) costruito
negli Anni Cinquanta per rivitalizzare un'area che aveva bisogno
di essere rivitalizzata e che oggi al suo interno ospita anche
il mitico London Opera Festival, ed è visto da molti
come un esempio del trionfo dell'architettura nuda e cruda (non
a caso chiamata brutalista) su quella un po' più morbida
di linee: cemento grezzo e grandi vetrate per le tre sale da
musica, tra cui la Royal Festival Hall, considerata a
suo tempo da
Arturo Toscanini
la sala con la miglior acustica del mondo, capace di 3 mila
posti, con aree pubbliche, vista sul fiume, bar, ristoranti,
gallerie d'arte ed un teatro. Una vacanza a Londra sulle tracce
della musica porterà inevitabilmente ad altri come questo,
come il Barbican Center, in Silk Street, sede della
London Symphony Orchestra, ma anche di una scuola che
dà concerti di musica classica aperti al pubblico, o al London
Coliseum, in St. Martin's Lane, il cui globo illuminato
spicca nel profilo della città dalle cartoline illustrate.
E
infine, naturalmente, il tradizionale approdo a
Covent Garden,
città di spettacolo, musica e teatri. Nome prestigioso, Covent
Garden riserba ancora qualche sorpresa. Anche se molto cambiata
da quando, cento anni fa, teatri e bancarelle di frutta e verdura
davano uno scorcio suggestivo sulla vita della capitale, la
zona ancora adesso brulica di vita notturna, wine bars e mercatini
sull'area che ospitava nel 1200 il giardino del convento di
St. Peter. La passione per la musica sarà soddisfatta alla Royal
Opera House, centro motore del mondo musicale, con la facciata
su Bow Street. Oggi è una delle sedi più prestigiose
al mondo, costruita nel 1858 sulle ceneri di due precedenti
teatri distrutti dalle fiamme.
Per chi ama il Jazz obbligatoria una serata al Ronnie
Scott's, nella storica sede Frith Street 47, dove si cena
fino a notte fonda ascoltando jazzisti di livello internazionale.
Perché jazz e tavola sono spesso inscindibili a Londra, come
al Pizza Express, a Dean Street 19, a Sono, o al Pizza
on the Park,
Knightsbridge
11, dove si esibiscono jazzisti inglesi di fama. Si possono
ascoltare gruppi dal vivo per tutti i gusti in tantissimi locali
storici o o improvvisati come i pub, le offerte non mancano,
al riguardo potete dare un'occhiata per le ultime novità appena
arrivare a Londra al numero in edicola di Time Out o
all'Eving Standard, diventato da qualche tempo giornale
gratuito.
Vecchia Londra e nuova
Londra
Londra ha cambiato tante
volte aspetto nel corso dei secoli, a volte per evoluzione naturale
a volte costretta dal destino, come nel caso del Grande Incendio
del 1666. Negli ultimi 40 anni tante zone un tempo svantaggiate,
snobbate, periferie dormitorio o solo dedite al commercio sono
state rilanciate e rinnovate fino a diventare altri centri della
stessa città. Questo è stato il caso di Notting Hill,
di Islington, di Brixton e Clapham, ma
anche di Brick Lane insieme a tante parti dell'East London.
Quello che si è fatto poi nella zone della banchine del
porto di Londra, le Docklands, un tempo le banchine del
porto dell'Impero più vasto mai visto nella storia, ha dell'impressionante.
In quelle zone al di là del Tower Bridge vagava la fantasia
omicida di Jack lo Squartatore, ma la paura è
passata da un pezzo, ed ora per gli amanti dei giallo si organizzano
tour del più famoso serial killer della zona. Tra le stesse
nebbie, vere o letterarie che fossero, diluite nella birra consumata
in chiassosi pub, si alimentava la fantasia romanzesca di
Charles Dickens.
Anche
di Dickens si allestiscono dei tour guidati, così come di
Sherlock Holmes, di
Shakespeare
(primo fra tutte la visita al
Shakespear's Globe),
di Marx e di altri personaggi della storia e del costume
di Londra. Può essere interessante ripercorrere i passi
di qualcuno di qualcuno di questi personaggi. In fondo se si
riesce a penetrare la "babele" di Londra, magari si riuscirà
a capire meglio anche il nostro paese.
Che dite? A parte le
utopie, in quegli stessi pub del vecchio porto di Londra, pieno
di tutto, esotico come un romanzo di Salgari, approdavano, oltre
a merci di ogni profumo e colore, viaggiatori come Daniel
Dafoe che poi, chissà come ebbe l'ispirazione da qualche
marinaio di scrivere il suo Robinson Crusoe (vedere a
riguardo anche la nostra guida di
Bristol)
ed altri grandi viaggiatori come l'esploratore James Cook
il primo europeo ad andare in Australia e Nuova
Zelanda e le Hawaii, tra ladri, puttane, marinai
ubriachi, trafficanti d'ogni specie.
Oggi
è passato i momento buio delle docklands, quando la fine dell'impero
aveva fermato i traffici e portato il silenzio nel vecchio
porto di Londra, i magazzini in disuso, le ditte di import-export
smantellate e una città di bacini artificiali ed edifici di
mattoni bruni grande quanto
Venezia
che, dagli anni 60 in avanti era precipitata nel totale abbandono,
trasformandosi in una città fantasma sospesa su pontili fradici,
in balìa delle maree. Neanche i tassisti ci andavano più, sconsigliando
di andarci anche all'eventuale cliente. Il grande regista
Stanley Kubrick aveva scelto questa zona come location perfetta
per alcune scene di Full Metal Jacket, talmente
decrepito che poteva benissimo passare per il Vietnam in guerra.
Ma lì le cose hanno ripreso a vivere, si sono
messi d'impegno, ci hanno creduto, aggiungendo l'high-tech ai
mattoni divorati dallo smog, trasformando l'abbandono in riscoperta
e sperimentando una architettonica futuribile. Oggi il miracolo
è stato compiuto, e quando alzate gli occhi al cielo e vedete
un gruppo di grattacieli verso sud-est sappiate che è lì, in
quella zona che si trovava il vecchio porto. Vi verrà in mente
che non stona nemmeno come panorama col resto della città. È
quello che pensano tutti.
Sulla metropolitana
di Londra osservando la gente
E il sinuoso e antico
serpente della metropolitana londinese si tuffa nel sottosuolo
di Londra, accoglie rappresentanti di tutti i gruppi sociali,
di tutte le età: dagli scolari ai pensionati, dagli operai ai
banchieri, dalle casalinghe ai funzionari dello stato. Talvolta
i vagoni sono così affollati che non sembra possibile fare altro
che fissare la pubblicità alle pareti. Molti, la maggioranza,
legge giornali vari e libri. La ragazza di fronte legge "Cento
anni di solitudine" e il suo sguardo è lontano migliaia
di chilometri da quel sottosuolo. Uno sguardo sereno e molto
bello. Basterà un libro come quello, letto in comune, per una
affinità elettiva? La risposta non arriverà, il vagone si ferma
e la gente, gli sguardi lontani e i titoli delle loro letture,
svaniscono e si ricompongono con i nuovi venuti.
Per
girare e visitare Londra l'unica opzione ragionevole è quella
di usare i mezzi pubblici, iniziando da quel serpente affascinante
che si insinua nel sottosuolo londinese che è la metropolitana,
le cui linee di colori diversi portano in ogni angolo della
città (ci sono 273 stazioni ogni anno in aumento). Fa parte
della rete di trasporti metropolitani anche la Docklands
Light Railway (DLR), una metropolitana leggera che collega
le Docklands alla City. Tenete conto che i prezzi delle singole
corse sono cari, quindi fatevi un abbonamento appena
possibile (Travel Card o Oyster Card): quello
valido un giorno per le zone 1 e 2, per esempio permette
di viaggiare su tutta la rete, compresi gli autobus, dopo le
9,30 con poco più di 5 sterline (vedere il sito dei trasporti
londinesi per i prezzi esatti). I turisti fanno di solito la
Travelcard, di durata diversa a seconda del soggiorno:
un giorno, il week end, una settimana. Chi è più esperto fa
invece la Oyster Card; si tratta di una scheda magnetica
sulla quale viene accreditata una somma (una specie di carta
di credito per i trasporti prepagata). Per avere la card alla
biglietteria delle stazioni) dovrete versare una piccola somma
a deposito.
La
Oyster card si deve appoggiare sul logo presente sulla barriera
di entrata della metro. Per chi preferisce non cacciarsi
nel sottosuolo, nella capitale inglese ci sono quasi 8000
autobus a uno o due piani (i cosiddetti single-decker
e double-decker), per un totale di 19.000 fermate. Fate
attenzione al fatto che quelli notturni sono contraddistinti
dalla scritta N e funzionano dalle 23 alle 6. Una corsa breve
costa 90 p, mentre il One Day Bus Pass per tutte le zone costa
circa £ 3 (ma controllate i prezzi sul sito della London Transport).
I taxi qui li chiamano black cabs. Se volete fermarli
per strada controllate che la scritta "For hire"
sia accesa; se è spenta, vuol dire che il taxi è occupato. Se
invece volete prenotarli, le compagnie più grandi sono Dial
a Cab (020 - 72535000) e Radio Taxi (020 - 72720272). In alternativa,
potete usare i più economici Minicabs; oppure i Taxi Bike, cioè
i moto-taxi (020 - 75813535).
Se volete prenotare
un taxi in italiano che vi porti all'aeroporto, in giro per
la città o per una gita nei dintorni della "Greater London"
potete chiamare questo numero 347 1098290 (Andrea). Noi
ci siamo affidati ad Andrea diverse volte, il servizio è ottimo,
da Vip (ci sono passati tutti gli italiani più famosi quando
sono andati a Londra) e si spende poco di più che andare con
i trasporti pubblici per stare 1000 volte più comodi, consigliatissimo.
Essendo praticamente impossibile (e comunque carissimo) parcheggiare,
è sconsigliato l'uso dell'auto. In ogni caso sono tutte le maggiori
compagnie di autonoleggio: i prezzi variano a seconda dell'auto
e del periodo. Se desiderate affittare un motorino, potete rivolgervi
da Scootabout, 1-3 Leeks Street, WC1 † 020 - 78334607.
Quanto
infine a
cosa vedere e visitare
a Londra, i luoghi e le attrazioni
sono moltissime, dai classici Westminster Abbey, Buckingham
Palace, Tower Bridge, ai parchi, dai
Musei,
ai mercati, come quelli celebri quello di
Camden Town e di Portobello, dalle gallerie di arte
moderna (leggi
Tate Gallery
la galleria per antonomasia), passando per la
London Eye,
il
cimitero di Highgate, il villaggio di
Greenwich,
il
bosco di Hampstead,
fatevi guidare dai vostri gusti e dal fato... e se non vi piacciono
troppe informazioni spiattellate e preferite esplorare e cercare
da soli, leggete semplicemente le
101 cose da fare e vedere
a Londra prima di morire per prendere spunti.
Ugo Foscolo a Londra
Né più mai
toccherò le sacre sponde...
Ugo
Foscolo, che in tanti abbiamo studiato a scuola, il
principale esponente letterario italiano del periodo, a cavallo
fra Settecento e Ottocento, nativo dell'isola Zante,
o Zacinto (vi ricorda qualcosa?), arrivò in Inghilterra
nel settembre del 1816 per l'ultima tappa del suo pellegrinaggio
da esule in fuga dagli austriaci e non solo. Riverito dapprima
da nobili e poeti di grido, presto ne fu schivato per i suoi
inconciliabili furori e il prepotente egocentrismo. E si sa
in quale arcigna solitudine, tra quali vicende stravaganti di
lusso e di miseria trascorse poi gli ultimi anni di vita. Una
vita al di sopra delle sue possibilità e alcuni affari finiti
male ridussero il poeta in quasi completa rovina, al punto che
nel 1824 venne per breve tempo incarcerato per debiti. Uscito
di prigione fu costretto a sopravvivere in stato di quasi completa
indigenza, celandosi spesso sotto falso nome per sfuggire ai
creditori. La figlia Floriana, che lo aveva raggiunto
lo assistette con amore durante i suoi ultimi anni.
La
sua produzione letteraria, in quel periodo, fu di erudizione
e di critica, e fra l'altro comprendeva quelle osservazioni
sulle società e le lettere che costituiscono gli abbozzi del
Gazzettino del Bel mondo: carte rimaste incomplete, righe
lacunose con cui nonostante tutto si riesce a mettere insieme
una sorta di cronaca inglese. Dalle sue memorie traspare una
Londra e un'Inghilterra per gli italiani, quasi esotica, tanto
da essere paragonata alla Cina più che inquadrata nell'Europa.
Si cominciò proprio col rito del tè e con l'etichetta mattutina
degli inglesi, distante dalla sbracata prima colazione dei continentali
(ancora oggi) in berretta e pantofole, per finire per il disgusto
(e qui scappa da ridere), "dell'infedeltà delle mogli".
Nei suoi diari s'infittiscono i tocchi romantici o galanti sulle
donne, le sferzate ai nobili e a Bonaparte (che aveva posto
fine alla Repubblica di Venezia), intervallati da scatti
di malinconia tetra, dalla ricerca di affetto nelle sere londinesi
(forse nebbiose, ma dicono che la nebbia a Londra sia un'invenzione
di
Dickens),
così mirabile in un uomo tanto sicuro di sé, e anche abbastanza
violento.
I
quadretti di Dover delle inglesi al mare anticipano gli impressionisti;
i turisti del bel mondo britannico alle terme di Aquisgrana
o tra la "patriarcale integrità degli Svizzeri" (nel
XVIII secolo s'intende, forse oggi un po' meno) contrastano
col vagabondaggio degli Italiani cui si chiede dovunque e solo
di cantare (ma ora che ci chiedono?). Le pagine delle sue memorie
così strane, confuse, danno gli ultimi tocchi al ritratto del
Foscolo, incalzato ancora da un furore prepotente: "So bene
per esperienza che le mie idee m'escono tutte dal calamaio,
e scrivendo mi par di scoprire cose delle quali io sapeva d'essere
al tutto ignorate" com'era, con rimpianto, ignorante della
chimica, che lassù avrebbe potuto servire a schiudergli la conversazione
(e non si sa mai cos'altro) delle signorine londinesi. Povero
e debole, alla fine Foscolo si ritirò nel piccolo sobborgo londinese
di Turnham Green dove, ammalato di idropisia dovuta all'aggravarsi
della malattia, morì e lì fu sepolto il 10 settembre del 1827
a quarantanove anni. Anche la figlia Floriana si ammalò e mori
solo due anni dopo, il tempio delle itale glorie che aveva celebrato
nel carme Dei Sepolcri. Del Foscolo ci resta un ricchissimo
"Epistolario", documento molto importante della sua vita tumultuosa.
La "blue plaque" la targa commemorativa che vedete nella
foto si riferisce all'edificio di Kensington dove Foscolo visse
per un anno a partire dal 1817 al numero 19 di Edwardes Square,
Kensington.
Nel 2011 dopo quasi
due secoli di degrado e di colpevole silenzio delle autorità
italiane, la tomba di Foscolo nel cimitero della chiesa
di St. Nicholas a Chiswick
è
stata restaurata per merito di un’associazione di beneficenza,
il "Foscolo Appeal Fund", formata da italiani che risiedono
a Londra, anche se bisogna ricordare che le spoglie del poeta
ora si trovano
Basilica di Santa Croce,
a
Firenze,
dove furono traslate nel 1871, nel tempio delle italiche
glorie che aveva celebrato nei Dei Sepolcri. La tomba londinese
del Foscolo fu realizzata dallo scultore torinese Carlo Marochetti
su incarico di Hudson Gurney, amico del poeta, politico
e anch'egli compositore di versi, che finanziò la sua costruzione
visto che Foscolo lasciò ben pochi averi. Il poeta, come forse
vi ricorderete da reminiscenze scolastiche, credeva che le tombe
dei grandi uomini fossero da sprono a tutti gli altri
a compiere nobili imprese che potessero cambiare in meglio il
mondo. Se capitate da queste parti pensate a queste parole.
Sigmund Freud a Londra
Se
siete appassionati di tutto ciò che riguarda la psicologia,
Londra offre un panorama di tratti psicologici variegati, multi
culturali, per tutti i gusti, si può semplicemente cominciare
fermandosi da qualche parte a bere qualcosa guardando il mondo
(letteralmente) che vi scorre davanti. A parte questo, a Londra
passò l'ultimo hanno della sua vita Sigmund Freud, il
padre della psicoanalisi, e vale la pena, se avete tempo di
andare a visitare la sua casa in città nel quartiere di
Hampsted. Parlando ai suoi seguaci
due giorni dopo l'entrata a Vienna delle truppe naziste, nel
1938, Freud fece questo paragone: "Dopo che Tito ebbe distrutto
il Tempio di Gerusalemme, il rabbino Jochanan ben Sakkai chiese
il permesso di aprire una scuola a Jabneh per lo studio della
Torah. Noi faremo la stessa cosa". La Jabneh di Freud era
la sua abitazione londinese. Per una speciale disposizione del
governo britannico, di solito poco ospitale con i rifugiati
politici, neppure sei mesi dopo aver pronunciato questa frase,
Freud, che all'epoca aveva 82 anni, andò a vivere in una casa
spaziosa a Maresfield Gardens, con la famiglia, i libri
più preziosi, il famosissimo divano e la collezione di antichità
egizie e classiche. Qui visse, ricevendo pazienti e seguaci,
per un anno meno quattro giorni: il 23 settembre 1939 mori di
un cancro che gli aveva intaccato la mascella. La casa fu per
quarant'anni una sorta di quartier generale del Movimento freudiano,
trasformata in un santuario vivente da Anna, la più giovane
dei sei figli di Freud, che continuò a vivere lì fino
alla morte, nel 1982, all'età di 86 anni.
Figura
chiave del movimento per meriti suoi e non per diritto di eredità,
Anna Freud alimentò il collegamento fra Hampstead e la psicanalisi
facendone la sede della Clinica Hampstead, dove venivano
insegnate e divulgate le sue tecniche di analisi infantile.
Alla fine della sua vita, cedette la casa a una fondazione che
si impegnava a gestirla, dopo la sua morte, come museo e centro
di studi freudiani. La casa museo può essere visitata dal mercoledì
alla domenica dalle 12 al 17 e al momento in cui scriviamo l'ingresso
costa 6 sterline per gli adulti, 3 i ridotti, con i minori di
12 anni che non pagano. Soltanto le stanze al pianterreno sono
rimaste esattamente come Freud le aveva lasciate. Dalle porte
dello studio il professore austriaco poteva guardare il giardino
mentre ascoltava i pazienti distesi sul divano. Anna non ha
mai toccato lo studio del padre e raramente ha usato la biblioteca
comunicante. In un certo senso, era un museo già allora. Con
una differenza rispetto a oggi: che era privato. Sulla scrivania
del professore si allineano file di statuette, per lo più egizie,
come soldatini sull'attenti. Due ritratti importanti, quello
del suo maestro Jean Martin Charcot e della sua allieva
prediletta Marie Bonaparte (suo bisnonno era Luciano
Bonaparte, fratello di Napoleone), si contendono l'attenzione
insieme a stampe di monumenti sul Nilo, esattamente come accadeva
nella casa di Vienna (anch'essa museo, ma priva degli oggetti
originali). Secondo una moda ormai consolidata in tutti i musei,
non manca neppure qui una Freud boutique,, dove si vendono distintivi,
francobolli commemorativi, libri, poster e borse di plastica
con un motivo stilizzato ricavato dalla famosa coperta persiana
che copriva il divano dell'analisi.
La Londra di Karl Marx
Londra
e la Gran Bretagna da sempre attirano visitatori di memorie
letterarie, con speciale predilezione per certe stanze povere
e a volte un po' squallide (ma molto ispiranti), in cui hanno
vissuto celebri personaggi. Spesso gli itinerari turistici obbligano
a compiere lunghi giri per arrivare al cottage con il tetto
impagliato in cui è vissuto Thomas Hardy, l'autore di
Tess dei D'Urbervilles, nel Dorset o alla residenza
nel lake District in cui si è ritirato il poeta romantico
William Wordsworth (leggetevi se non la conoscete la bellissima
Intimations of Immortality). C'è però un famoso scrittore,
autore di un libro che ha avuto grandi conseguenze, il quale
fino a pochi decenni fa fa era sfuggito all'attenzione dei visitatori
letterari di Londra. Il libro, un'opera estremamente famosa
e controversa, non certo narrativa, ha per titolo "Il Capitale"
(l'avevate intuito cari giovani infornati?) e il suo autore
era un londinese adottivo di nome Karl Marx, morto a
Londra il 14 marzo 1883. Alla fine i londinesi hanno ammesso
il filosofo tedesco nel pantheon culturale nazionale. Il consiglio
municipale di Londra proclamò proclamato solennemente nel centenario
della sua morte, nel 1983, un'anonima casa dove visse Marx,
passata fino a quel momento inosservata, a edificio storico.
Furono molte le case e gli alloggi che permettono al turista
di fare il giro della Londra di Marx, da Soho, a Blomsbury
e al viali spaziosi della prima periferia. Un Itinerario che
permette anche di gettare uno sguardo sulla vita della piccola
borghesia londinese del Diciannovesimo secolo. Marx arrivò a
Londra da Parigi nel 1849. Trentunenne e radicale, fuggiva dall'ondata
conservatrice che stava spazzando l'Europa. Arrivando qui gli
sembrò di approdare in un'isola tollerante e in un ambiente
tollerabile.
Ci passò 34 anni, perfezionando
le sue teorie e studiando l'economia industriale che stava nascendo
in Inghilterra (vedere al riguarda la nostra guida di
Manchester).
Come molti eminenti letterati inglesi del tempo, Marx non aveva
quel che si dice un aspetto brillante. Non era certo raffinato
Lord Byron. Il più delle volte lo si trovava seduto tranquillamente
in qualche biblioteca (frequentava quasi giornalmente la biblioteca
del
British
Museum) o a casa circondato dal suoi sei figli e
dalla moglie Jenny. Nonostante Marx abbia scritto molto sul
proletariato, i Marx hanno fatto di tutto per non appartenervi
e avevano sempre l'occhio puntato su dintorni e vicini migliori.
Per quasi tutta la durata del suo soggiorno a Londra, la famiglia
Marx era stata sostenuta economicamente da parenti che stavano
in Germania, dall'industriale di sinistra di Manchester,
Friedrich Engels e dai guadagni da quelle che Marx definiva
"porcherie da giornali". A quel tempo, per esempio, il
New York Daily Tribune pubblicava i suol commenti su
avvenimenti d'attualità come la guerra di Crimea. Un luogo ideale
per iniziare il «Marx-tour» è Leicester Square, dove
Marx andava in cerca di amici politici rifugiati. Stava in una
locanda malandata di Leicester Street che si chiamava
German Hotel.
Quando abitava lì, Marx
partecipava alle assemblee della comunità per l'educazione degli
operai tedeschi in una stanza al piani superiori del Red
Lion Pub in Great Windmlll Street, pochi isolati
più avanti. In seguito i Marx si trasferirono un po' più
in una casa del Diciottesimo secolo in Dean Street 28,
a Soho. L'appartamento era piccolo e sacrificato: due stanze
in un edificio; popolare. L'edificio comunque si è assicurato
un posto nella storia, grazie a una targa della facciata che
annuncia ai visitatori: "In questa casa ha vissuto Karl Marx
dal 1851 al 1856".
Quando fu messa, l'allora
proprietario del vicino ristorante Quo Vadis (che esiste
ancora), l'italiano Peppino Leoni, protestò furiosamente,
sostenendo che la targa riduceva drasticamente l'afflusso della
miglior parte della sua clientela. L'interno degli alloggi non
era ammobiliato con mobili particolari, ed era decisamente sciatto.
Lo si apprende in parte leggendo
il
rapporto di un agente di polizia prussiano in missione segreta
che riuscì ad entrare nella casa di Dean Street e che, evidentemente,
era rimasto più impressionato dalle abitudini dei Marx che dalle
opinioni politiche del filosofo. L'agente segreto scrisse infatti
che Marx era solito dormire vestito sul divano e che «in tutto
l'appartamento non c'è un solo mobile che sia pulito e intero».
Da Dean Street, Marx andava a piedi alla biblioteca del
British Museum
per i suol studi. Alla ricerca di Marx a Londra si può cosi
ripercorrere Soho Square. attraversare Oxford Street
ed entrare nel quartiere di Bloomsbury, che un tempo era una
zona prediletta dagli artisti di avanguardia. Il posto in cui
si sedeva solitamente Marx al nella biblioteca del British Museum
è contrassegnato con il numero 07. Anche oggi, come al suoi
tempi, è difficile visitare la sala di lettura del museo, comunque
gruppi di massimo 12 persone possono entrare con una guida ogni
giorno dalle 11 alle 16.
Ma tutto ciò che nella
biblioteca ricorda Marx è soltanto una copia del primo volume
della prima edizione del Capitale pubblicata in Germania
nel 1867, tradotta in inglese nel 1887, quattro anni dopo la
sua morte. Da Dean Street i Marx acquistarono una casa a
Kentish Town, al numero 46 di Grafton Terrace, vicino
all'attuale fermata di Chalk Farm della metropolitana.
In fondo alla strada c'era e c'è ancora un pub, il Lord Southampton,
che si dice fosse frequentato da Marx. Come per molti altri
casi, la fama del filosofo fu postuma. Mori nel 1883 e fu sepolto
nel
cimitero di Highgate.
La sua tomba è ovviamente meta di frequenti pellegrinaggi.
E infine una pinta al
pub
Non dimenticate
di fare un salto in uno degli storici Pub londinesi, per bere
qualcosa e riposarvi durante la vostra visita. I pub inizialmente,
durante il medioevo, erano circoli parrocchiali, strategicamente
situati lungo le varie vie di pellegrinaggio, poi diventarono
luoghi di riunione degli operi che nel XIX secolo cominciavano
a riunirsi in sindacati. I pub hanno spesso conservato tracce
della loro storia: vetrine con vetri smerigliati, rivestimenti
di legno anneriti e patitati, luci smorzate come hai tempi delle
candele e dei bellissimi ottoni. I pub tra cui scegliere sono
migliaia, non c'è che l'imbarazzo della scelta. Vedete qui di
seguito un articolo di approfondimento sul tema:
I pub londinesi
Se
volete approfondire le informazioni su questa città unica, andate
sul sito
Londraweb.com
la bibbia italiana sulla capitale inglese dove troverete centinaia
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(Londonschools.info).
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