MANCHESTER

VISITARE MANCHESTER - INFORMAZIONI  PICCOLA GUIDA. Qualcuno ha definito questa città l'antica sala macchina della Rivoluzione Industriale inglese. Una città che ha incubato il comunismo, il suffragismo, il vegetarismo e un mucchio di altri 'ismi' volti a migliorare il destino dell'umanità. Nel XXI secolo, l'invenzione, la scoperta e il progresso rimangono le forze trainanti di questo luogo straordinario, che ha risposto a un terribile atto di terrorismo nel 2017 raddoppiando gli atteggiamenti tolleranti e inclusivi verso tutti coloro che l'hanno resa casa. In più è patria di grandi band musicali e di due grandi del calcio moderno...

 

Manchester, Tempi moderni
Un sguardo al passato
Uno sguardo al presente
Manchester e la musica
Manchester Town Hall

John Rylands Library e le altre biblioteche
La scuola economica di Manchester
Rinascimento made in England
The Lowry, casa delle arti
Un autentico melting pot

Manchester domina il nord dell'Inghilterra su una pianura che separa il Peak District a sud dalle brughiere mozzafiato dello Yorkshire a nordest, e le Meres le montagne del Lake District nel nordovest. La campagna circostante è senza dubbio considerata tra le più belle in Inghilterra, ma quasi all'inizio non ci si accorge di questo; Manchester non è pittoresca in alcun modo nell'immediato. Anche se non mancano le gemme di architettura, questa città non ha lo stile e l'eleganza di Bath, ne il fascino tipico delle cittadine antiche inglesi, come Chester.

 

ManchesterSede della più grande università della Gran Bretagna, Manchester non ha la collezione di bei collegi che attirano i visitatori a Oxford e Cambridge, ma possiede una cattedrale molto bella, ma non così bella come quelle di Salisbury, York, o Durham. Tuttavia, Manchester non è solo il posto della squadra di calcio più ricca del mondo, il Manchester United, non è solo uno dei centri delle musica leggera inglese esportata in tutto il mondo, non è solo il luogo dove è stato elaborato e sviluppato il concetto di "libero mercato", non è solo il simbolo della Rivoluzione Industriale, il luogo dove si sono formati i primi sindacati maschili e femminili. Manchester è un po' come un cesto pieno di giocattoli, da scoprire lentamente, e tutti coloro che la visitano poi cambiano idea,  dopo aver scavato in profondità nei suoi tesori.

 

Manchester, Tempi moderni

 

Da città-simbolo della rivoluzione industriale a capitale culturale. La storia di una metamorfosi tra musei ultramoderni e di gran design ubicati fra vecchi moli un tempo abbandonati. Friedrich Engels, che ci abitò per 26 anni nella prima metà dell'Ottocento (e che con Karl Marx, allora in esilio a Londra, ci scrisse nel 1848 il Manifesto del partito comunista), definì Manchester la prima città industriale del mondo (il primo cotonificio azionato a vapore venne infatti inaugurato qui nel 1783).

 

Nel giro di settant'anni, fra il 1809 e il 1879, Manchester passò da circa 20mila a 500mila abitanti e all'epoca, questo era il centro dell'attività cotoniera mondiale, con l'80% per cento della produzione globale del filato. Nel 1894 poi, ci fu l'inaugurazione del Manchester Ship Canal (il canale navigavile), che trasformò la città in uno dei più importanti porti inglesi, benché molto distante dal mare. Per quasi un secolo, ininterrottamente, fino al 1925, Manchester fu il propulsore dell'economia inglese; un cuore pulsante in costante dilatazione, dove il martedì e il venerdì, giorni di mercato, il salone neoclassico delle contrattazioni nella Royal Exchange brulicava di almeno 15mila compratori stipati sotto la sua cupola di vetro.

 

Oggi, in quello spazio sorge il più importante teatro della città: una specie di modulo lunare giallo, capace di soli 750 posti ma sul cui palcoscenico - inaugurato da Lawrence Olivier nel 1976 - passano i migliori attori del Paese. Le ultime grida, dovute alle contrattazioni d'affari, vi avevano avuto luogo solo otto anni prima: trasformazione emblematica di un'evoluzione economica e sociale che non appartiene solo a Manchester, ma che qui sembra riuscita meglio che altrove. Forse per l'orgoglio di una città che di sé dice “And the sixth day God created Man... chester?: E il sesto giorno Dio creò Manchester (in un un gioco di parole con 'man', uomo).

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Un sguardo al passato

Manchester venne fondata nel 79 d.C dalle legioni romane che la chiamarono Mamucium. Dopo che i Romani nel 410 se ne andarono, non si sentii più parlare di questi luoghi fino al Medioevo, quando la futura città riapparve nella storia con il suo nome attuale. Dal XIII secolo era ormai un borgo di una cerca prosperità, uno dei più floridi del Lancastreshire, la contea dove si trovava. Divenne presto conosciuta per la sua produzione di tessuti e, insieme alle città circostanti, era in particolare famosa per la produzione di prodotti di cotone. Una delle ragioni del suo successo era l'atmosfera umida della zona che aiutava a prevenire la rottura dei tessuti.  Poi, venne l'età del vapore, a cominciare dalla fine del XVIII secolo, quando il carbone delle vicine miniere bruciando, e scaldando l'acqua ad alte temperatire, faceva andare avanti le macchine tessili inventate all'epoca da personaggi come John Kay, Richard Arkwright e Richard Crompton.

Queste macchine a vapore,  aumentarono notevolmente la quantità di cotone che poteva essere filato e tessuto. La potenza del vapore non poteva essere fornita alle case dove i filatori e i tessitori lavoravano tradizionalmente, quindi i lavoratori si dovettero spostare nelle nuove e immense fabbriche, riempite dal fragore incessante e assordante delle macchine. Queste prime officine divennero rapidamente un connotato di Manchester, così come la foresta di camini e ciminiere e la cappa di fumo intrappolato sulla città dalle montagne vicine. Manchester divenne anche nota per i suoi imprenditori che sfruttarono le nuove tecnologie e che diventarono ricchissimi, i primi che poterono rivaleggiare con la nobiltà inglese. All'opposto, masse di operai stanchi e malnutriti,  la maggior parte dei quali donne e bambini, lavoravano 70 o 80 ore alla settimana. Le condizioni di vita e di lavoro erano così terribili che nel 1842 l'età media di morte tra la classe operaia di Manchester era di 17 anni.

Molti dei visitatori e dei cronisti dell'epoca una volta giunti in città ne rimanesero sconvolti. Nel 1849 un visitatore americano, Henry Colman, scrisse di un luogo che "esibiva tra le forme più disgustose e ripugnanti di miseria, del vizio e della dissolutezza totale." Charles Dickens fornì un resoconto indicativo di una fabbrica di cotone nel nord della città nel suo libro Hard Times : "Non c'era niente a Coketown [cioè Manchester, la città del carbone], che non stesse a indicare una industriosità indefessa .... Era una città di mattoni rossi o, meglio, di mattoni che sarebbero stati rossi, se fumo e cenere lo avessero consentito. Così come stavano le cose, era una città di un rosso e di un nero innaturale come la faccia dipinta di un selvaggio; una città piena di macchinari e di alte ciminiere dalle quali uscivano, snodandosi ininterrottamente, senza mai svoltolarsi del tutto, interminabili serpenti di fumo. ". Friedrich Engels, era uno dei tanti uomini d'affari tedeschi che si erano stabiliti a Manchester. L'uomo che alimentò le teorie economiche di Karl Marx, attraverso la situazione della classe operaia inglese,  nei suoi scritti mise a nudo le condizioni terribili di lavoro degli operai e i quartieri poveri vergognosamente malsani in cui vivevano i lavoratori.

Al contrario, altri visitatori rimasero incantati dall'energia pura di questa città, nella quale, nonostante tutto, vedevano un progresso importante per l'umanità; uno sviluppo a cui bisognava pagare un prezzo iniziale. Per il romanziere e futuro primo ministro Benjamin Disraeli, Manchester nel 1840 "la città più bella dei tempi moderni ... un così grande apice umano come quello raggiunto solo da Atene." Il filosofo e storico francese, uno dei padri della sociologia, Alexis de Tocqueville, scrisse che anche se la città era stata brutalizzata "È qui che lo spirito umano diventa perfetto". Numerose persone elogiarono la grandezza e la ricchezza di Manchester. Nel 1810 la città dello stato americano del New Hampshire, Derryfield, fu ribattezzata Manchester perché i suoi cittadini volevano emulare in qualsiasi modo la città inglese. In effetti, poi vedremo che se è vero che l'energia innovatrice di Manchester produsse disuguaglianza sociale inaccettabile, povertà assoluta, situazioni di vita malsane e discriminazioni, il suo contrappasso produsse diritti civili, per tutta la storia prima negati, come miglioramenti delle classi lavoratrici, sindacati, diritto di voto e apertura alla scolarizzazione e alla cultura a più persone. L'approccio al modello economico di sviluppo umano moderno - con sfumature a volte diametralmente opposte, come marxismo e liberismo - nacque qui e ha influenzato ognuno di noi, che l'abbia voluto o meno.

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Uno sguardo al presente


Le dicotomie di Manchester sopravvivono ancora oggi. Anche se i giorni delle fabbriche di cotone sono finiti, molti degli edifici monumentali finanziati dalla ricchezza che queste hanno generato sono rimasti. Gli edifici, in questo che è un museo all'aperto di architettura industriale, comprendono vecchi mulini e magazzini giganti, edifici comunali e gallerie d'arte, musei e piazze. Le energie umane, che una volta avevano fatto definire Manchester come la "città impressionante" allo storico Asa Briggs, sopravvivono. Anche se il suo cotone non raggiunge più ogni angolo del globo, la squadra di calcio del Manchester United è oggi uno dei club calcistici più famosi al mondo, e di certo il più ricco di tutti. Tutto lo sport cittadino è sempre andato bene. Tutto cambia e si evolve.

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Manchester e la musica

 

Sempre grazie ai proventi delle fabbriche e al mecenatismo dei nuovi ricchi, qui nacque nel 1858 la prima orchestra sinfonica stabile in Gran Bretagna l'Hallé Orchestra, una istituzione prestigiosa che a Londra all'epoca si sognavano di avere, ancora oggi una delle più apprezzate a livello internazionale. Certamente poche orchestre hanno a disposizione uno spazio per esibirsi migliore della Bridgewater Hall. Costruita nel 1996, sorge sulla riva tra il Manchester e il Salford Junction Canal come la prua di una nave, bellissima. I nuovi tram Metrolink arrivano appena fuori, e la collegano alla vicina stazione di Oxford Street. La Bridgewater Hall fu costruita usando la tecnologia antisismica più innovativa in circolazione, per evitare che vibrazioni e rumore potessero interferire con la sua acustica perfetta. In effetti, la Bridgewater è un miracolo di architettura moderna, bella e confortevole, dispone di suono sorprendente che rende l'ascolto musicale una nuova esperienza uditiva. Viene visitata per questo da amanti della musica provenienti da tutto il mondo.

L'orchesta Hallé fu fondata da Charles Hallé, un immigrato tedesco che deplorava il fatto che la gente di Manchester apprezzasse di più il canto piuttosto che l'ascolto della musica strumentale. L'amore per la canzone non è comunque mai stato perso. Dal 1960,  Manchester è stata la culla di band molto famose e conosciute anche da noi: dagli Hollies negli anni '60, ai Joy Division e New Order negli anni '70, dagli Smiths, Simply Red, ai Stone Roses, ai Happy Mondays negli anni '80, fino ai The Verve,  ai Take That e agli Oasis, dei fratelli Gallagher, grandi tifosi dell'altra squadra di calcio cittadina, il Manchester City.

 


Le varie band da sempre suonano in club, come il famoso Hacienda, che si trova in uno dei tanti edifici che un tempo erano stati magazzini del cotone o vecchi mulini. I club attirano orde di fan, e sono frequentati ogni sera da quella che viene chiamata "Mad-chester", l'alter ego della movida di Madrid. Qui hanno sede più di 20 etichette discografiche, decine di locali, tra cui la Manchester Academy presso l'Università in Oxford Road, e un numero letteralmente incalcolabile di club,  che fanno di questa città un luogo di pellegrinaggio per gli amanti della musica pop. La ragione per cui tante band di successo hanno cominciato a Manchester la loro attività artistica è data dal fatto che la città è piena di edifici lasciati vuoti nel XX secolo, quando l'industria è stata vittima di cicli economici negativi e della concorrenza straniera. Una crisi che si è trasformata per un altro verso in una opportunità. Edifici dismessi divennero luoghi economici per i club, giovani band squattrinate di talento, per farne degli studi di registrazione di neonate etichette discografiche. Alcuni divennero teatri sperimentali o gallerie d'arte, alcuni sono stati utilizzati come ristoranti o convertiti in eleganti condomini e uffici. In questo modo gli edifici, che il business del cotone ha prodotto, sono diventati il ​​terreno del futuro della città. La deindustrializzazione ha prodotto la moderna industria musicale inglese, che dai Beatles fino agli Oasis ha conquistato il mondo. Come diceva sempre mia nonna si chiude una porta e si apre un portone. I said maybe You're gonna be the one that saves me ? And after all You're my wonderwall. .

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Manchester Town Hall


L'industria del cotone ha anche permesso di finanziare la costruzione di edifici che continuano a mantenere le loro funzioni originali. Gli uomini d'affari di Manchester del XVIII e XIX secolo, tanti dei quali diventati molto benestanti, hanno voluto abbellire la loro città con imponenti edifici come quelli di Londra, con cui si voleva competere. Stessa cosa è avvenuta in altre città industriali dove mecenati locali hanno condiviso il loro orgoglio civico, e Liverpool, Leeds e Birmingham hanno tutte meraviglie dell'architettura vittoriana per questo motivo. Ma nessuna di queste ultime può rivaleggiare con la Town Hall, il municipio triangolare di Manchester, completato nel 1877.


Non volendo imitare Liverpool, a lungo città rivale per il predominio nel nordovest dell'Inghilterra, Manchester evitò lo stile neo-classico per il suo edifico simbolo, ma optò per l'architettura neo-gotica, un tratto distintivo dell'epoca. La torre principale in Albert Square si erge come una guglia di una chiesa, ma invece di un santo o di croce al suo culmine si trova una un'enorme sfera dorata che rappresenta il sole e il fiore del cotone che sintetizza l'orgoglioso motto della città, “Wherever the sun shines, Manchester has business? (dovunque il sole splenda, Manchester ha affari). Oggi, in una città che si vanta di vivere 24 ore al giorno, neanche la luce del sole è più un limite. E, nonostante le crisi passate e archiviate, Manchester rimane, oggi più che mai, fedele alla sua fama di hive of activity (alveare di attività) e nel suo simbolo, un'ape operaia.  L'esterno dell'edificio, dal lato di Princess Street è ornato di statue dei padri fondatori della città, tra cui il generale romano Giulio Agricola, uno degli artifici della conquista romana della Britannia, mentre dall'altro lato si trovano statue di scienziati che hanno reso onore a Manchester, come il teorico della teoria atomica John Dalton e fisico James Prescott Joule (teorico del principio meccanico del calore, il cosiddetto "effetto Joule"). Al centro della facciata si trova una bella decorazione di sei petali di fiori di cotone fatti di mosaici insieme, ancora, con i motivi delle api che simboleggiano la materia prima e il duro lavoro che ha reso ricca la città. Altri richiami alla storia cittadina sono disponibili nella Great Hall, la Sala Grande, del municipio con i dipinti di Ford Madox Brown che illustrano la storia di Manchester.

 

L'entrata della bellissima Great Hall, una delle 10 meraviglie britanniche secondo un sondaggio di un po' di tempo fa del quotidiano Daily Mail, ha un lucernario vetrato in cui sono impressi i nomi dei sindaci che hanno governato la città e di altre personalità cittadine.  Il pavimento ha un mosaico con un disegno nel cui motivo compaiono ancora una volta le icone cittadine, le api e i fiori di cotone. L'influente critico vittoriano, John Ruskin, descrisse la Great Hall come "La sala gotica più bella d'Europa". La sala rettangolare misura 30 metri per 15. La luce naturale penetra da sette alte finestre su entrambi i lati, che danno sui cortili esterni. Il soffitto è diviso in pannelli dove sono apposti gli stemmi dei paesi e delle città con i quali Manchester intratteneva rapporti commerciali al culmine della sua potenza mercantile. Le immagini di Manchester che decorano le pareti di Ford Madox Brown, sono una sequenza di 12 dipinti raffiguranti la storia della città. Non sono affreschi tradizionali, ma vennero realizzati con il processo noto come di Gambier Parry, un metodo che utilizza più colori e rende le pitture murali più resistenti al tempo (si può ammirare questa tecnica a Londra negli affreschi del Victoria & Albert Museum se ne avete l'occasione). Un organo immenso di più di 5000 canne, opera di Aristide Cavaillé-Coll, sorveglia tutto da un'altezza di 5 metri.

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John Rylands Library e le altre biblioteche


Quasi altrettanto sorprendente è la John Rylands Library a Deansgate, una delle biblioteche più belle che vi possa capitare di vedere. Venne fatta costruire da Enriqueta Rylands come pegno di amore postuno al suo amato John, un famoso mercante di cotone, un po' come il Taj Mahal in India. John aveva accumulato una collezione imponente di libri di teologia e l'obiettivo della moglie fu quello di espandere questa collezione e di dotarla di una splendida dimora. La sala di lettura si presenta come la navata di una chiesa gotica, con vetrate, file di archi a sesto acuto e candelabri scintillanti. La collezione comprende il più antico frammento noto del Nuovo Testamento, il più antico materiale stampato in Europa, una Bibbia di Gutenberg, la maggior parte del lavoro William Caxton (il primo tipografo inglese) mai stampato, una prima edizione dei sonetti di Shakespeare e numerosi manoscritti medievali. I trattati di teologia originali sono stati notevolmente ampliati rispetto alla prima collezione di Rylands, che ora può contare su 20.000 manoscritti orientali e documenti in più di 40 lingue. Una cosa curiosa è il fatto che la nuova estensione della biblioteca, completata nel 2006, è stata costruita dalla stessa ditta, la Linfords, una ditta locale, che costruì la libreria originale (aperta nel 1900), e gran parte della pietra è stata estratta negli stessi luoghi.

Manchester ha una lunga storia in fatto di biblioteche. La Chetham Library and School è oggi il più antico edificio della città. Una biblioteca costruita nel  XV secolo per ospitare il clero della Chiesa Collegiata, ora Cattedrale di Manchester. Dal 1653 è una bibblioteca pubbica ad entrata gratuita e aperta a tutti. Da queste parti giurano sul fatto che sia la più antica al mondo. La maggior parte dei suoi volumi risalgono alla fondazione della biblioteca, anche se raccoglie prevalentemente libri di interesse locale. Per opere in generale di ogni epoca, potete visitare anche la Central Library on St. Peter's Square, la biblioteca comunale più grande della Gran Bretagna; mentre la Portico Libray, costruita nel 1806 in Mosley Street, è la biblioteca finanziata da quote associative più antica del paese. Queste librerie testimoniano l'interesse di Manchester nelle idee e nel sapere.

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La scuola economica di Manchester

 

In nessun luogo questo concetto di "libero scambio" è meglio espresso che nell'edificio del Free Trade Hall, l'unico edificio nel Regno Unito che prende il nome da un principio filosofico. Il libero scambio è stato l'argomento simbolo nel XIX secolo della Scuola Economica di Manchester, secondo il quale solo perseguendo i propri liberi interessi senza troppe regole e burocrazia da parte del governo centrale, le aziende hanno una maggiore probabilità di successo. Per esempio, Richard Cobden e John Bright ed altre personalità locali portavano una serie di argomentazione contro le cosidette Corn Laws, una serie di provvedimenti legislativi che proteggevano i coltivatori inglesi imponendo dazi sull'importazione di derrate agricole dall'estero. Queste leggi, in vigore dal 1815 al 1846 nel Regno Unito, vennero osteggiate talmente tanto in questa città che si fondò tanto la famosa  Manchester Anti-Corn Law League.

 

I "liberisti" sostenevano a spada tratta le teorie dell'economista David Ricardo, secondo il quale una diminuzione del prezzo dei cereali, e delle derrate agricole in generale, era la condizione necessaria per una riduzione dei salari e quindi per l'aumento dei profitti (cosa che secondo questa teoria avrebbe indirettamente creato più lavoro, più ricchezza e avvantaggiato tutti). Quando il raccolto era scarso, l'effetto sarebbe stato quello di avere una carestia, e a Manchester i lavoratori del cotone erano le vittime, quindi tutta la città ne risentiva. Dopo che le Corn Laws, o leggi sul grano, furono abrogate nel 1846, per festeggiare venne costruita proprio la bellissma Free Trade Hall, un edificio in stile rinascimentale con gli stemmi di tutte le città del Lancashire che avevano sostenuto il libero scambio contro le Corn Laws (e furono determinanti). L'abbrogazione di quelle leggi ebbe delle ripercussioni incredibili in tutto il mondo. Gli agricoltori efficienti grazie all'uso di macchine agricole più sofisticate riuscirono ad aumentare notevolemente la produzione agricole. Venne scongiurata per sempre la possibilità di una cararestia (come quella terribile di patate che colpì l'Irlanda nel 1846), ma d'altro canto gli agricoltori meno efficienti vennero buttati fuori dal mercato agricolo, il settore primario per eccellenza allora, e milioni di loro si riversarono nelle città, diventando operai e dando vita a quella società urbana che ha forgiato l'ultimo secolo e mezzo della nostra storia; altri presero la via dell'emigrazione in uno dei tanti possedimenti inglesi o in America. Per rendere meglio l'idea delle conseguenze dell'abolizione delle Corn Laws, basti pensare che la Gran Bretagna nel 1830 importava il 2% del suo grano, nel 1860 il 24%, nel 1880 il 45%. Per il mais la percentuale importata arrivò al 65% nel 1881. La Gran Bretagna era la prima economia del mondo all'epoca, quindi tutte le altre economia mondiali dovettero adattarsi, compresa quella italiana e tutto cambiò.


Insomma, il libero scambio era e resta uno degli argomenti cruciali del pensiero economico e sociale. Ed è da sempre profondamente associato con Manchester. Questo provocò nel corso del tempo reazioni rabbiose da parte di masse di persone che si ritrovarono impoverite. Dal XIX secolo, i lavoratori del cotone si opposero a restrizioni in materia di orario di lavoro, combatterono per il diritto di formare sindacati e per la possibilità di avere condizioni abitative migliori. Così, mentre gli uomini d'affari e gli economisti di Manchester andavano sostenendo il laissez faire, l'opposizione che questa generò raggiunse quasi tutti gli obbiettivi di legislazione sociale che si era posta. Non fu un caso che il primo Trades Union Congress, il primo congresso sindacale britannico,  si sia tenuto a Manchester nel 1868, e fu Emmeline Pankhurst di Manchester, che nel 1903 creò la Women's Social and Political Union, il primo sindacato femminile, che chiedeva il suffragio di voto alle donne (le celeberrime "sufraggette"). La casa georgiana dove visse la Pankhurst, è ora un museo/centro culturale, il Pankhurst Centre di Nelson Street, dove si ripercorre il lavoro dell'attivista e del suo sindacato. Un luogo che vale la pena visitare. Non è un caso altresi se il giornale più liberale della Gran Bretagna, il The Guardian (allora si chiamava il Manchester Guardian), sia stato fondato in questa città nel 1820 per sostenere la libertà religiosa e civile delle persone. Contemporaneamente in altre parti d'Europa, esisteva ancora l'inquisizione o la servitù della gleba. Le idee e i valori di Manchester hanno generato un profondo mutamento in tutta la Gran Bretagna e non solo. I dibattiti politici ed economici di oggi su quanto i governi debbano legiferare per il benessere sociale ed economico non sono molto dissimili da allora. La prossima volta che sarete a Manchester per seguire una partita di una delle sue grandi squadre di calcio o anche se vi capiterà di sentire il nome di questa città in televisione, sempre per il calcio, o per qualsiasi altro motivo, pensate a cosa ha potuto cambiare l'atteggiamento, sotto tanti punti di vista, di un'unica città, grazie al suo dinamismo e alla sua energia mai sopita.

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Rinascimento made in England


Insomma, questa figlia prediletta della rivoluzione industriale, che ha avuto la sua culla alla fine del Settecento proprio in Inghilterra, in quest'ultimo decennio Manchester sta vivendo un nuovo boom. Un boom urbanistico, prima di tutto, ma anche culturale, che l'ha portata a diventare la terza destinazione più visitata dai turisti stranieri di tutto il Regno Unito, dopo Londra ed Edimburgo. E al termine della sua vita di icona industriale mondiale per tutto l'Ottocento e oltre, superata la crisi di quel modello di sviluppo e la conseguente depressione postindustriale, è giunta all'ultima fase della metamorfosi che nella seconda metà del XX secolo ha visto, un po'dovunque, le città cambiare faccia.

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Un autentico melting pot


Salford quaysQuelli che erano i motori instancabili della civiltà urbana, le fabbriche, i magazzini, i porti, sono diventati i cuori vibranti della cultura del leisure, il divertimento, con i suoi nuovi riti e nuovi templi; tanto che nel tessuto urbano non si distingue più fra le aree storicamente residenziali e quelle un tempo industriali. E così, nel Millennium quarter, il cuore nuovo della città, il Museo Urbis celebra questa e tutte le città del mondo in un palazzo che sembra una nave di cristallo pronta a salpare a due passi dal Royal Exchange, accanto alla biblioteca dove Engels trascorreva le giornate. E intanto in periferia, lungo l'intrico di canali che costituivano il sistema circolatorio della capitale dell'industria, si apre il nuovo palcoscenico della vita urbana. Le anime - e le nazionalità - di Manchester si fondono in un autentico melting pot: dove, si dice, si può cenare per un mese senza gustare due volte la stessa cucina; da quella vegetariana (che qui nel 1809 ha avuto il primo ristorante, aperto dal reverendo William Cowherd) a quella cinese, come da Yang Sing, a Chinatown, forse il miglior ristorante cantonese d'Europa. È nei Salford quays (nella foto in alto) che oggi si sente il battito della città, in quelli che un tempo erano i suoi sobborghi occidentali, terminale urbano del Manchester ship canal, dove i moli, le gru, i magazzini sono stati abilmente riscattati dall'abbandono e dal degrado e sono rinati a nuova vita. Con i Imperial War Museum - Mancherstercondomini eleganti e ambitissimi e le papere che nuotano nelle acque, pulite e depurate dei vecchi bacini che, il prossimo giugno, ospiteranno i campionati mondiali di triathlon. E con i due recentissimi poli dell'entertainment culturale cittadino: l'Imperial war museum, una macchina d'acciaio creata da Daniel Liebeskind (autore del Museo della cultura ebraica a Berlino e della nuova Freedom tower, che a Manhattan prenderà il posto delle Twins abbatute nell'attentato dell'11 Settembre 2001); e il centro polifunzionale The Lowry, altra creazione di lucido metallo, intitolata a Laurence Stephen Lowry, pittore della Manchester industriale e operaia.

Nella cultura il riscatto dalla fatica L'Imperial War Museum, è dedicato a tutti i conflitti, e costituisce un'esperienza forte e difficile da dimenticare, oltre che per gli allestimenti innovativi anche per le sconvolgenti testimonianze sulle guerre. The Lowry, con le sue attività culturali sempre in corso, dalle mostre ai programmi creativi per i ragazzi, alle rappresentazioni teatrali, ai ristoranti, palpita a tutte le ore di visitatori, che apprezzano anche le sue terrazze soleggiate. Da queste, come dalla torre dell'Imperial war museum, si può constatare la rinascita dei vecchi dock e il lento scorrere di quel Manchester ship canal, il maggior canale navigabile interno del Regno, che, inaugurato dalla regina Vittoria nel 1894, fu il vero motore propulsore della città e insieme la più grande opera ingegneristica della Rivoluzione Industriale. Ma non è solo la cultura dell'intrattenimento, in una specie di catarsi, a fiorire laddove dominavano il duro lavoro e la fatica. Anche shopping e locali si sono impadroniti dei vecchi simboli della civiltà industriale. I bar e i club cosiddetti trendy hanno trovato ospitalità sotto le arcate del viadotto ferroviario, nel quartiere di Castlefield; una location simbolica per una città che vanta la prima stazione passeggeri del mondo, del 1830, ora sede del Museo della scienza e dell'industria. Alberghi e ristoranti, gallerie d'arte, negozi e abitazioni si sono insediati nei vecchi magazzini; oppure, come il multicentro di Printworks, negli impianti dismessi del Daily Mirror, dove la sera, per bere, mangiare o ascoltare musica dal vivo, accorrono fino a ventimila persone. Risultato: vi sono serate in cui le presenze complessive nei vari poli di aggregazione raggiungono le 150mila persone.

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The Lowry, casa delle arti

Sembra una sorta di Peynet degli operai, Laurence Stephen Lowry (1887-1976), il pittore di Manchester che ha immortalato il passato, ai suoi tempi ancora ben vivo, della Manchester industriale. Orizzonti fumosi di ciminiere, uomini e donne che, curvi, escono dalle fabbriche, la folla che s'avvia allo stadio, i canali, la ferrovia. A questo testimone meticoloso e malinconico è stato intitolato il centro per le arti The Lowry, inaugurato nel 2000 sull'onda delle celebrazioni per il nuovo millennio, che in Gran Bretagna è stato salutato con i progetti più avveniristici. Opera dell'architetto Michael Wilford, ha una pianta più o meno triangolare ed è fasciato da lastre d'alluminio e cristallo; all'interno, segnato da colori brillanti, su vari livelli ci sono due teatri (per prosa, opera, balletto e concerti), un ristorante, quattro bar, una galleria d'arte, due negozi.

Manchester è gemellata con le seguenti città europee: Amsterdam in Olanda, Chemnitz in Germania, Cordova in Spagna, San Pietroburgo in Russia e Aydin in Turchia.

Di M.S per Informagiovani-Italia.com

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