VISITARE
FERRARA
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INFORMAZIONI E GUIDA. Città d'arte
rinascimentale patrimonio Unesco, Ferrara ha saputo mantenere intatto il suo
fascino d'altri tempi. Le biciclette sfrecciano lungo le strade
acciottolate, accanto al Castello Estense e ai palazzi storici in un
ambiante che invita piacevolmente a perdersi, scoprendo ad ogni angolo uno
scorcio unico.
Ferrara
è una città bella e importante, un incontro di storie diverse: di una
parte di pianura Padana, del suo fiume, il Po, di signori
longobardi, di geni della letteratura, di un'Italia intera e di tante
biciclette. Si, anche le mitiche due ruote fanno la storia di Ferrara,
si accostano gentili alle mura dei palazzi più antichi e ascoltano il vivo
respiro di un'arte che ha reso grande l'Italia nel mondo, quella
rinascimentale. Chissà se ci sarà un altro Rinascimento? Queste
strade danno ottimismo.
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Fuori
stagione, prima dell'arrivo dei turisti, una passeggiata al mattino nel
centro pedonale, lungo le vie lastricate in pietra, fiancheggiate da palazzi
medioevali, ci riporta indietro di centinaia e centinaia d'anni e un po'
avanti, non si sa a quando.
Difficile scegliere tra un De Chirico ed
una sua Ferrara 'metafisica' e un 'Giardino dei Finzi Contini',
che ha
immortalato
gli
entusiasmi e i drammi della gioventù di una Ferrara anni '40. L'UNESCO
l'ha scelta per il grande patrimonio artistico e architettonico, mentre
Gabriele D'Annunzio ne ascoltava l'anima quando scriveva nelle sue Laudi
"O deserta bellezza di Ferrara, ti loderò come si loda il volto di colei
che sul nostro cuor s'inclina per aver pace di sue felicità lontane".
Ferrara, la prima città moderna d'Europa, così come viene indicata dagli
storici, è tutto questo e ancora di più.
Ferrara
ha circa 135 mila abitanti ed è capoluogo della provincia omonima. Si
estende nella pianura a destra del Po, strutturalmente formata da un nucleo
medievale a cui si è aggiunta nel Cinquecento la città voluta da Ercole I
d'Este (l'area conosciuta come 'addizione erculea'). Fantastico
il grande Castello che troneggia nel cuore della città, con le sue
quattro maestose torri ha riempito d'orgoglio la corte estense, una
delle
più sfarzose del
Rinascimento italiano. Iniziato nel 1385 e concepito come fortezza
difensiva, venne completato nel '500. Belli il cortile
del '400 e le sale
affrescate, paurose le prigioni sotterranee. La grande fortezza venne
costruita diversi secoli dopo la nascita della città, nel cuore di un nucleo
urbano medievale originatosi nel IV secolo tra le valli del fiume Po
ed il mare. Nel 774 Ferrara passò nelle mani della Chiesa e nel 1100 diventò
libero comune, sotto il protettorato della Lega lombarda (1167).
Divenne oggetto di contesa tra le famiglie nobiliari del territorio, gli
Estensi da una parte
e i Salinguerra dall'altra; il destino decise per i primi e così
pure la storia.
Con la famiglia d'Este, che la governò dal
1264 fino al 1598, Ferrara raggiunse un lungo periodo di splendore
trasformandosi in uno dei massimi centri culturali d'Europa. Durante il
XV e XVI secolo la città ospitò le più grandi personalità del
Rinascimento
italiano:
Piero Della Francesca, Pisanello, Andrea Mantegna,
Jacopo e Giovanni Bellini, Petrarca, Guarino da Verona,
Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, tutti alla corte degli Este.
Il concetto umanistico di "città ideale" vide la luce con la costruzione di
un quartiere in armonia con i principi della prospettiva, operati dopo il 1492
dall'architetto Biagio Rossetti, nella cosiddetta "addizione erculea",
realizzata durante il governo di Ercole D'Este.
La lunga storia della comunità ebraica di
Ferrara ha avuto inizio proprio sotto la protezione dei duchi Estensi,
nel XV secolo, con l'accoglimento in città dei rifugiati provenienti da
altri paesi europei. Solo più tardi, lasciata la città in tutt'altre mani,
gli ebrei di Ferrara incominciarono a subire le note imposizioni,
restrizioni e segregazioni, culminate con gli orrori del governo fascista
dello scorso secolo. La storia di questi secoli, bella e terribile, è
conservata non solo nelle sinagoghe ancora presenti tra le mura urbane, o
nel Museo Ebraico di Ferrara; anche le case e le strade ne parlano,
perché questa è una storia che non può prescindere dalla vita stessa della
città. Nel 1597, con
Alfonso II, nipote di Lucrezia Borgia e Alfonso I
d'Este,
termina il periodo della maestosa signoria e la città ritorna, con la
riesumazione della "donazione di Costantino", sotto il potere dello
Stato Pontificio. Nel corso di questo periodo acquista notevole
rilievo l'Università di Ferrara, nata sotto gli estensi nel 1391,
ma inizia anche il declino del ducato.
Quando
l'UNESCO posò il suo sguardo su Ferrara lo fece con l'occhio del più
sensibile viaggiatore. Ad accoglierlo è stato un misto d'architettura
urbana e natura, che si esprime in un "...mirabile esempio di città
progettata nel Rinascimento, che conserva il suo centro storico intatto e
che esprime canoni di pianificazione urbana che hanno avuto una profonda
influenza per lo sviluppo dell'urbanistica nei secoli seguenti ... le
residenze dei duchi d'Este nel Delta del Po illustrano in modo eccezionale
l'influenza della cultura del Rinascimento sul paesaggio naturale...".
Niente male come prefazione ad una visita che inizia con il più acuto degli
entusiasmi, e dopo aver letto un po' di storia, la Ferrara turistica
si prospetta a noi in modo più che avvincente.
All'interno
delle mura di Ferrara, che circondano il centro storico per circa 9
km e che sono paragonabili a quelle di città come
Lucca,
Bergamo
o
Grosseto, il punto di maggiore raccordo turistico è la centrale
Piazza della Repubblica; da qui è possibile visitare il
Castello
Estense da una parte e il Duomo di Ferrara dall'altra. Il primo
lo si riconosce dalle alte torri (Torre dei Leoni, Torre
dell'Orologio, Torre di San Giuliano e Torre di Santa Caterina)
e le pregiate merlature, mentre una volta all'interno si ha modo di ammirare
la estensione urbana e l'arte custodita nelle innumerevoli
sale
e corridoi.
A tre minuti a piedi dal castello si arriva alla Cattedrale
di San Giorgio di Ferrara, costruita nel XII secolo. La grande
costruzione raccoglie in se i secoli di vita della città e gli stili
architettonici che si sono susseguiti nella storia: quello romanico dei suoi
primi anni di vita, quello gotico (rappresentato nello splendido Giudizio
Universale sopra la loggia centrale), quello rinascimentale. La si visiti
per l'imponenza architettonica e per l'arte di artisti come Jacopo della
Quercia o Biagio Rossetti, ma non si manchi di visitare la
Loggia dei Mercanti, un piccolo angolo tutto medievale, colorato da
antiche botteghe e mercato. Lo trovate alla sinistra della cattedrale,
sempre sulla piazza.
Sono
veramente tante le cose da vedere e visitare a Ferrara, alcune però
attirano l'attenzione più delle altre. É il caso per esempio della
Certosa di San Cristoforo, che servì da cenacolo certosino nel
Rinascimento e da cimitero pubblico nell'Ottocento e che manifesta un chiaro
legame tra architettura e natura. Le opere d'arte un tempo custodite al suo
interno sono oggi visitabili nella Pinacoteca Nazionale e nei
Musei Civici di Ferrara. Le chiese di Ferrara sono tutte
storicamente importanti, come non visitare la Basilica di San
Giorgio
alle mura, la chiesa più antica della città? O la chiese rinascimentali
di San Francesco, di San Paolo o quella di
Santa Maria in Vado?
Quest'ultima sede di un famoso miracolo
eucaristico nel 1171. Tra le tante ne abbiamo
scelto una in particolare, è quella che appartiene al Monastero del
Corpus Domini, in via Pergolato, situato in uno dei quartieri più
pittoreschi di Ferrara. A colpirci è stata la storia di una giovane
damigella di nobili origini poi divenuta santa, Caterina Vegri di Ghedini,
che abbandonati gli sfarzi e i lussi di corte, decise di ritirarsi
all'appartata vita del convento. Nella chiesa del monastero sono custodite
numerose tombe della famiglia estense, tra cui quelle di Eleonora
d'Aragona, Lucrezia Borgia, Lucrezia de' Medici,
Alfonso I d'Este e Alfonso II, ultimo duca di Ferrara.
Ferrara
parla tutta di storia, nei palazzi, nei caffè, negli stili della gente. Tra
le strette stradine lastricate e i piccoli viottoli coperti da volte, stanno
quasi nascosti i palazzi ferraresi, eleganti, quasi eterei. Casa
Romei, Palazzo Costabili, Palazzo Schifanoia, Palazzo
dei Diamanti, tutti costruiti durante i secoli della Ferrara estense.
Nel Palazzo dei Diamanti, così chiamato per le 8500 bugne intagliate come
preziosi diamante, all'incrocio del cosiddetto Quadrivio degli Angeli,
è ospitata la Pinacoteca Nazionale di Ferrara dove sono custoditi
importanti capolavori d'arte come quelli di Cosmé Tura, Gentile da
Fabriano e Mantegna.
Nella casa di Contrada Mirasole visse gli
ultimi anni della sua vita l'autore dell'Orlando Furioso, Ludovico
Ariosto. A Ferrara nel 1452 nacque un altro importante personaggio della
storia italiana, Girolamo Savonarola. Costui fu un frate domenicano
scomunicato e mandato al rogo come eretico dal papa Alessandro VI e
la cui causa di beatificazione è oggi portata avanti dall'arcidiocesi di
Firenze, città nella quale il religioso fu attivo durante la corte di
Lorenzo de' Medici.
Tra gli eventi di maggior spicco per i
quali oggi Ferrara assurge agli onori internazionali, oltre alle
Rassegne d'arte organizzate presso Palazzo dei Diamanti, si
ricordano anche ad agosto la Rassegna internazionale dei musicisti di
strada, il "Ferrara Buskers Festival", considerato il più grande
festival nel suo genere al mondo, e il "Palio di Ferrara" l'ultima
domenica di maggio.
Lasciamo
le memorie del Medioevo e del Rinascimento per esplorare le atmosfere
silenti del Delta del Po ferrarese, una vasta area di 550 chilometri
quadrati che arriva fino al mare Adriatico. In un'escursione in battello
verso la riserva naturale delle Bocche del Po, inizia un
itinerario insolito al confine tra terra e acque, che sembrano cedersi il
passo quando meno te lo aspetti. Sembra di ritrovarsi dentro uno di film di
Michelangelo Antonioni e Wim Wenders, che in questi spazzi
rarefatti ambientarono dei grandi capolavori cinematografici. In un dedalo
di natura grandiosa, in una sorta di romantica malinconia, si manifesta a
noi la silenziosa trasparenza di luoghi e di genti che hanno reso grande il
nostro bel Paese. Arriviamo fino all'Abbazia di Pomposa, che ci
accoglie con tutta la sua pace spirituale; da qui le valli di
Comacchio
sono vicine e ci ritornano in mente ancora una volta le parole di
D'Annunzio:
"Loderò le tue vie piane, grandi come fiumane,
che conducono all'infinito,
chi va solo
col suo pensiero ardente,
e quel loro silenzio ove stanno in ascolto
tutte le porte..."
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