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Ludovico Ariosto
Ludovico Ariosto è stato uno dei più grandi poeti e commediografi
della letteratura italiana, meglio conosciuto per il suo poema Orlando
Furioso. Forse pochi sanno che
tuttavia la sua passione letteraria non ebbe mai modo di praticarla in
esclusiva e in tutta serenità. Nato a
Reggio Emilia l'8
settembre 1474, arrivò
a Ferrara all'età di dieci anni, dove il padre Niccolò fu al servizio
della corte ducale estense. |
|
Il
padre (Niccolò) era un funzionario ministeriale, tesoriere
delle truppe prima e amministratore comunale poi, e
desideroso di dare al figlio un indirizzo giuridico. Per via
della sua professione, impone alla famiglia una serie di
spostamenti da una città ad un'altra: Rovigo, Venezia,
Reggio Emilia (città natale di Ariosto) ed infine Ferrara,
che rimarrà per il poeta dimora di famiglia.
L'Ariosto fu impiegato per la prima volta a
corte nel 1498; due anni dopo il padre morì, lasciandogli nove fratelli e
sorelle minori. La sua passione
letteraria era comunque già presente sin dalla giovane età,
inizialmente attraverso l'interesse opere in latino. Nel 1494, poco più che
ventenne, ebbe come guida il monaco agostiniano Gregorio Ellio da Spoleto,
dal quale ereditò la formazione poetica. Il giovane Ludovico, non tarderà a
mostrare il talento letterario già dalla fine del XV secolo, con le prime
liriche ed elegie redatte sia in latino che in volgare. Dopo la morte improvvisa del padre,
Ludovico si dovette occupare a tempo
pieno della famiglia e in particolare di un fratello paralitico; in quel
periodo dovette abbandonare le sue occupazioni letterarie, a
parte qualche opera. Certo, dovette comunque trattarsi di pezzi di un
qualche interesse se riuscirono a catturare l'interesse del cardinale
Ippolito d'Este. Costui prese
il giovane sotto il proprio patrocinio. Grazie ai nuovi incarichi e ai
riusciti matrimoni delle sorelle, il patrimonio della famiglia fu
salvo.
Tra gli
incarichi affidati all'Ariosto vi fu quello di capitanato della rocca di
Canossa (1502), la stessa che qualche secolo prima (nel 1077) era stata
testimone della famosa 'umiliazione' dell'imperatore Enrico IV con
Gregorio VII papa e che vide protagonista
Matilde di Canossa: dal
1409 si trovava definitivamente nelle mani degli Estensi e lo sarebbe
stata fino alla fine del XVIII secolo. In questo stesso periodo nascono i
figli, Giambattista da una relazione con una cameriera, e Virginio da quella
con un'altra domestica, certa Olimpia Sassomarino.
Nel 1503, a
ventinove anni, Ludovico prende gli ordini minori, continuando a servire il
cardinale Ippolito d'Este, con cui grossomodo instaura rapporti di semplice
sudditanza, costretto a obbedire agli ordini più disparati e
infruttuosi (non fosse per i numerosi viaggi e le missioni politiche e
diplomatiche che di sicuro gli portarono numerose conoscenze, benché lo
distogliessero dalla sua primaria passione, quella per la letteraria, e
dalla stesura di quella che sarebbe diventata la sua opera più famosa).
Non fu infruttuoso il suo rapporto furono con la sorella del cardinale, Isabella d'Este,
donna tra le più autorevoli del Rinascimento e legata al mecenatismo di
molti artisti e letterati dell'epoca, tra cui
Leonardo da Vinci. Non
è un caso se la donna viene citata nell'opera più famosa dell'Ariosto,
l'Orlando Furioso, che pubblicherà nel 1516 quando costei era già
sposata con Francesco II Gonzaga, marchese di Mantova ("
.. E sia
bella, gentil, cortese e saggia" è scritto nel canto XXIX, 29).
Contemporaneamente la giovane donna appariva in uno schizzo del Da Vinci, il
famoso 'ritratto di Isabella d'Este' oggi conservato al
Museo Louvre di Parigi. Il dipinto più famoso di Leonardo, La
Gioconda, è del 1503-1510 (leggi anche articolo il 'Furto
della Gioconda').
Nei primi
anni legati agli Estensi, Ariosto visse una vita di certo non priva di una
certa dose di avventura. Nel 1510 venne letteralmente minacciato dal papa
Giulio II quando gli si presentò di perorare la causa di scomunica del
cardinale Ippolito; a questa seguì una nuova minaccia papale a seguito della
cosiddetta Lega Santa (1511), che vide schierarsi contro Luigi XII
re di Francia, quasi tutti i poteri costituiti dell'epoca (il papato di
Giulio II, la Repubblica di Venezia, Ferdinando II d'Aragona, i cantoni
Svizzeri, e in seguito Enrico VIII d'Inghilterra e Massimiliano I imperatore
Asburgico). Solo con la successione al pontificato da parte di Leone X
(Giovanni dei Medici) le vicende geo-politiche italiane ebbero a
cambiare, e con esse anche le vicende personali di Ludovico Ariosto. Il
nuovo papa infatti aveva già manifestato una certa stima intellettuale nei
confronti del poeta.
Qualche
anno prima della pubblicazione dell'Orlando Furioso, in quel di
Firenze Ariosto conobbe Alessandra Benucci, moglie del
mercante Tito Strozzi, di cui si innamora e che sposerà nel 1527 in
gran segreto, benché già vedova. Era necessario mantenere i privilegi
ecclesiastici acquisiti in gioventù e allo stesso tempo si doveva evitare la
revoca dell'eredità della donna ottenuta alla morte del marito (avvenuta già
nel 1515).
Nel 1517 Ariosto era già passato alle dipendenze del duca
Alfonso d'Este (marito dal 1502 di Lucrezia Borgia), dopo essersi
rifiutato di seguire il cardinale Ippolito in Ungheria. Tra il 1522 e il
1525 è curatore dei territori della
Garfagnana, incarico assegnatoli dal
duca e intrapreso senza mancare di dedicare tempo alle sue sempre vive
passioni letterarie. Qualche anno prima aveva già pubblicato due commedie in
volgare (Negromante e I studenti) e una seconda versione dell'Orlando
Furioso. In questi stessi anni rifiutò l'incarico di ambasciatore papale,
per occuparsi delle sue opere e della famiglia.
L'Orlando furioso dell'Ariosto,
continuazione dell'Orlando innamorato di Boiardo, ha subito
quindi tre rifacimenti, o versioni (1516, 1521 e 1532). Si tratta di una
rielaborazione romantica e comica della storia di Rolando (Orlando),
l'eroe francese medievale, paladino di Carlo Magno, rimasto ucciso
nella Battaglia di Roncisvalle. Tra una miriade di episodi di
cavalieri impavidi e donne incantevoli, i tre fili narrativi principali sono
l'assedio di Parigi da parte dei saraceni e la loro disfatta finale;
la follia di Orlando, impazzito per un amore non corrisposto per
Angelica, principessa di Cathay; e l'amore della donna guerriera
Bradamante per Ruggiero. La progressiva perdita della ragione da
parte di Orlando, che passa dal sogno presagio, all'allucinazione, alla
follia totale, è finemente disegnata. La saggia e realistica
rappresentazione della natura umana in tutte le sue complessità in un mondo
così fantastico - che include anche un viaggio sulla luna - è un'opera
poetica notevole. Non è una vera e propria parodia, la sua poesia esalta
molti valori del mondo cavalleresco, come l'amore e la fedeltà. Il testo
influenzò Cervantes, Spencer e
Shakespeare.
Ariosto morì a Ferrara il 6 luglio 1533 all'età di 58 anni dopo aver
completato l'ultima versione del suo grande poema narrativo.
Non smise mai di servire la famiglia d'Este e la sua Ferrara
fino alla morte, pochi mesi dopo aver
accompagnato il duca Alfonso all'incontro con l'imperatore
Carlo V.
L'intento del viaggio, riuscito, era quello di ottenere una sentenza
imperiale che avrebbe permesso al duca di riottenere i possedimenti su
Modena,
Reggio e Rubiera. Gli ultimi anni di Ariosto passarono comunque in
tranquillità, dedicati alla sua passione più grande e revisionando l'Orlando
Furioso, la cui edizione definitiva venne pubblicata nel 1532.
Le
spoglie di Ludovico Ariosto sono oggi – dopo ben oltre cinque secoli –
ancora conservate a Ferrara, in via delle Scienze 17, sede del Palazzo
Paradiso (oggi Biblioteca comunale Ariostea).
Libri su Ludovico
Ariosto
Orlando furioso
Ludovico Ariosto
Biografia
L'Orlando Furioso raccontato da Italo Calvino
Lettere dalla Garfagnana
Ariosto. Profili di storia letteraria
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