Storia di Ferrara
Le
origini di Ferrara sono, ancora oggi, arcane,
si sa per certo che il nome
attuale derivi dall’epoca
medievale. Secondo
la leggenda,
invece, Ferrara era
una ragazza
fuggita da Troia,
che decise di fondare una città, con il suo nome. I
reperti
archeologici fanno pensare
di un insediamento urbano, risalente all’età del
bronzo. Secondo alcuni
studiosi la città, chiamata inizialmente Massalia,
venne fondata dai
Pelasgi, così come
scritto da Polibio.
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Il
nucleo cittadino, durante l’epoca
Romana era
concentrato nell’attuale quartiere di San Nicolò, San
Giorgio e nei villaggi di Voghiera e Voghenza.
Durante l’VIII secolo
la città passò sotto il dominio dei Longobardi,
così come appare nel primo
documento storico, del Re Longobardo
Astolfo, risalente al 753,
nel quale si descrive il suo dominio sulla città. Il Ducatus Ferrariae, nel
774, in seguito al declino di Desiderio, venne assoggettato al potere
pontificio e il territorio venne gestito dall’arcivescovo di Ravenna. Nel
988, la città aveva già un
ordinamento autonomo e Papa Giovanni XV nominò feudatario
il marchese Tedaldo
di Canossa
e ai suoi discendenti, ma la città mantenne sempre un governo liberale, al
punto che Matilde di Canossa, nel 1101, per riprendere il potere sulla
città, dovette ricorrere all’uso delle armi, lasciando il potere ad un
comune, retto da capitani e consoli.
Due famiglie, gli Adelardi
e i Salinguerra, rispettivamente
guelfi e ghibellini,
iniziarono a contendersi la supremazia del comune, fino al 1158, quando le
truppe imperiali occuparono Ferrara, passando il potere a Federico
Barbarossa, che lo mantenne fino al 1164, anno che vide il guelfo
Gugliemo III Adelardi trionfare sulla
città,assoggettandola alla lega lombarda. Guglielmo III morì nel 1184, ad
assumere il potere ci pensò sua
nipote Marchesella,
moglie di Azzo
VI d’Este. Da quel momento
iniziarono le lotte tra gli Este e i Salinguerra, che raggiunsero l’accordo
di un governo comune tra Azzo VII e Salinguerra II, che durò fino al
1222, anno durante il quale
Salinguerra divenne signore della città.
Il sogno di gloria dei Salinguerra, però, durò ben poco, nel 1240
essi vennero sconfitti da una coalizione guelfa, e Azzo
VII(chiamato anche Azzo Novello)
divenne signore di Ferrara,
fu questo il preludio del futuro potere degli Este sulla città.
Ad Azzo successe il nipote Obizzo
di Rinaldo,
nel 1264, ricordato come il "
signore
perpetuo" della città, lo stesso,
iniziò un’azione di governo, atta ad espandere
il potere della signoria,
grazie all’acquisto di Modena e Reggio. Nel 1293 assunse il potere Azzo III,
che continuò la politica del suo predecessore, iniziando una guerra contro
Bologna, che si concluse a Natale del 1299, con il "
laudo" di Papa Bonifacio
VIII. Numerosi erano i nemici di Ferrara, come lo stato Pontificio e
Venezia, che ne volevano assumere il controllo.
Il successore di Azzo VIII fu
Fresco, che si ritrovò a combattere
contro le mire espansionistiche
della Santa Sede
e di Venezia; Papa Clemente V inviò
le sue truppe, per assumere il potere, ma la Repubblica di Venezia decise di
aiutare Ferrara, dietro la promessa di un suo futuro dominio sulla città. Il
5 ottobre 1308, i Ferraresi aprirono le porte della città alle truppe dello
Stato Pontificio, Fresco e le truppe veneziane si rifugiarono a Castel
Tedaldo, dove, cinque giorni più tardi, Fresco cedette la città ai
Veneziani. Il 28 agosto 1309, la Repubblica di Venezia subì una disfatta e
decise di abbandonare Ferrara. Il 15 agosto 1317 il popolo Ferrarese si unì
in una sommossa contro il vicario Pontificio Roberto D’Angiò, proclamando
signori della città : Obizzo III, Nicolò I, Rinaldo, Azzo e Bertoldo d’Este.
Durante il 1332 gli
Este, in seguito a numerose
trattative, riuscirono ad ottenere dallo Stato Pontificio
l’investitura ufficiale
come Signori
della città.
Da ora in poi, la storia della città
inizia ad essere legata per sempre agli Este,
che contribuirono a renderla una città ricca di cultura
e monumenti, un punto di
riferimento per le città vicine, un centro cittadino in continua
innovazione e movimento.
Nicolò II iniziò l’edificazione del
Castello, suo fratello Alberto V fondò
l’università, Nicolò III fece
uccidere la moglie, colpevole di adulterio e suo figlio Ugo. L’altro figlio
Leonello, assunse il potere e iniziò un’opera di espansione della città dal
punto di vista culturale; la corte
ferrarese ospitò letterati e
artisti che la resero una delle città più
importanti d’Europa. La città vide la visita di personalità come
Battista Guarini,
Leon Battista
Alberti, Piero
della Francesca,
Tiziano e Rogier van der
Weyde e poeti come Boiardo,
Tasso ed Ariosto
scrissero numerosi versi di encomio per i duchi della città. Nacque pure una
scuola, conosciuta come "
Officina Ferrarese"
.
Borso costruì la Certosa, ampliò la cinta
muraria e realizzò le "
delizie",
che noi tutti conosciamo come ville estensi.
Grazie ad Ercole I inizia il periodo d’oro
della città, che ricordiamo come il Rinascimento Ferrarese, mentre Ercole II
si rese promotore della pace tra Ferrara e lo Stato Pontificio.
Sotto il dominio di Alfonso II
la città e il potere degli Este iniziarono una progressiva decadenza
che culminò con Cesare d’Este, che
il 28 gennaio 1598 abbandonò
definitivamente la città, consegnandola nelle mani di Pietro Aldobrandini,
cardinale del Papa Clemente VIII.
Fino al 1796 il governo della città
venne tenuto dai legati
pontifici, ma Ferrara non assunse più quel
ruolo di predominanza, che aveva avuto durante il dominio Estense, la
situazione migliorò solo con il cardinale Francesco Carafa, che riuscì a
realizzare numerose opere pubbliche.
Il 23 giugno 1796 Ferrara venne occupata
dalle truppe francesi e
successivamente annessa alla Repubblica Cispadana e a quella Cisalpina. Dal
1799 al 1801 venne occupata dagli
Austriaci e poi dai Francesi, per
passare nuovamente sotto i primi ed essere ceduta alla Chiesa
nel 1815 con il trattato di Vienna,
anche se l’Austria continuava a mantenere in città un presidio militare.
Durante il regno di Napoleone, molte delle opere d’arte presenti in città,
vennero portate via e non vi ritornarono mai più, durante questi anni,
inoltre, vi fu la soppressione di diversi ordini religiosi. L’occupazione
austriaca terminò definitivamente il 21 giugno 1859, dopo anni di
rivoluzioni e repressioni militari.
Il 18 marzo 1960,
grazie ad un plebiscito, la città
di Ferrara venne annessa alla nascente Italia.
Molti braccianti della città,
parteciparono attivamente al primo conflitto mondiale, dietro alla promessa,
andata persa, della donazione di terreni coltivabili. A causa della promessa
non mantenuta, molti ferraresi, poco dopo aderirono al Fascismo.
Notevoli sono stati i danni subiti,
a causa dei bombardamenti, durante la seconda Guerra Mondiale,
che hanno portato al restauro di diversi edifici. Numerose furono, in questi
anni, anche le persecuzioni contro gli ebrei, per mano dei nazi-fascisti.
Il Dopoguerra è stato un periodo fecondo
per lo sviluppo industriale della città, grazie alla nascita di numerose
fabbriche chimiche e meccaniche.
Anche dal punto di vista intellettuale, la città ha ripreso il suo posto
privilegiato di città d’arte e di cultura. Dal 1995
il centro storico
è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco,
grazie alla conservazione dei suoi monumenti e delle opere d’arte.
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